A.C. 153-A/R
Grazie, Presidente. Siamo stati determinati e siamo stati pazienti. Il Partito Democratico, fin dall'inizio di questa legislatura, lo ha chiesto nel calendario, il cosiddetto “calendario della capigruppo”, nel quale ogni partito e ogni gruppo politico chiede di poter avere una quota di presenza con una propria proposta di legge. Il Partito Democratico lo ha fatto dall'inizio e siamo stati veramente pazienti e determinati. Ma devo ringraziare tutti i colleghi di tutti i gruppi politici, anche l'Intergruppo, come veniva prima ricordato, perché è stato poi un lavoro davvero corale.
Mi permetterete un ringraziamento particolare al relatore, il collega Giaccone, che veramente con grande pazienza e con altrettanta determinazione ha fatto in modo che questo testo unificato venisse riconosciuto da tutti e venisse, in qualche modo, considerato tale. Fatemi ringraziare anche la collega Comaroli, che, con altrettanta determinazione, ci ha aiutato in Commissione bilancio a trovare la quadra, in modo che nessuno sentisse di dover perdere un pezzo di questa che è stata, comunque, una proposta di legge che in tanti abbiamo condiviso.
E voglio ringraziare il collega Scotto perché in Commissione lavoro ha seguito la proposta di legge e ha fatto sì che questo testo unificato fosse un testo unificato davvero da parte di tutti i gruppi politici, e, ripeto, ringrazio il mio gruppo perché ha creduto fin dall'inizio, con la presidente Braga, che questa fosse una proposta di legge che il Partito Democratico teneva a portare avanti, perché veniva da lontano - è stato ricordato - veniva dalla scorsa legislatura.
Ricordo il motivo per cui nella scorsa legislatura avevamo scelto nella Commissione lavoro, ma devo dire anche in modo abbastanza trasversale in altre Commissioni, questo tipo di iniziativa legislativa. Ci sarà capitato nella nostra vita, anche politica, ma anche di cittadini, di leggere spesso sui quotidiani di vicende che riguardano lavoratori o lavoratrici malati che terminano il cosiddetto periodo di comporto, e che, quindi, possono essere poi purtroppo licenziate o licenziati, o delle cosiddette ferie solidali, cioè di quei casi nei quali i colleghi di lavoro cedevano le proprie ferie per far sì che quella persona potesse continuare a curarsi senza perdere il posto di lavoro.
Bene, noi oggi facciamo un passo in avanti estremamente importante. Pensate che il periodo cosiddetto di comporto è legiferato e fa ancora riferimento ad un regio decreto del 1924; si prevedeva allora e si prevede oggi anche nei contratti collettivi nazionali di lavoro che si possa avere questo riconoscimento dell'assenza dal lavoro che non comporta la perdita dello stesso fino a 180 giorni. Cosa è successo, però, dal 1924 ad oggi? È successo che, per fortuna, ci curiamo meglio, ci curiamo di più. Quindi, la nostra vita è una vita che dura più a lungo anche quando siamo colpiti da malattie molto gravi, come le malattie oncologiche, le malattie invalidanti, le malattie croniche, anche rare.
Questo fatto, però, fa sì che la nostra legislazione sul lavoro non sia più, come dire, compatibile con quelle che sono oggi le nostre, per fortuna, condizioni di vita, che ci permettono di avere una vita più lunga anche quando siamo colpiti dalla malattia. Ed è per questo che abbiamo ritenuto con convinzione che fosse giunto il momento di prolungare quel periodo di comporto, che verrà portato a 24 mesi.
Certo, non siamo contenti di dire che questo periodo di comporto non è un periodo retribuito e non siamo neanche contenti che non sia riconosciuto come un'anzianità di servizio ai fini anche evidentemente pensionistici. Però, è un primo passo davvero importante: passare da 180 giorni a 24 mesi è un passo davvero importante.
Come è un passo altrettanto importante avere dato 10 ore in più per poter effettuare delle visite mediche e poter continuare a curarsi. Credo che questo sia, come qualcuno ha già detto, non solo un gesto di grande civiltà, ma che sia una norma quadro sulla quale penso e spero si possano fare anche dei miglioramenti. Lo abbiamo detto al Senato, si tratterà di trovare adeguata copertura finanziaria, ma si tratterà anche di fare dei passi in avanti importanti sulla compatibilità con altri rapporti di lavoro, sulla possibilità di estendere il lavoro agile.
Insomma, le proposte ci sono e le abbiamo riportate anche negli ordini del giorno. Penso, però, che questo sia davvero un passo in avanti fondamentale, un passo in avanti - mi verrebbe da dire - di protezione sociale, cioè non pensiamo che una persona malata sia una persona da mettere da parte. Pensiamo che sia, invece, un lavoratore o una lavoratrice che ha diritto alla conservazione del posto di lavoro e ha diritto anche a vedere riconosciuti - cercheremo di farlo e abbiamo detto che questo è un primo passo - tutti quei diritti che vengono riconosciuti ai lavoratori e alle lavoratrici.
Lo dobbiamo a loro, lo dobbiamo alle loro famiglie. Lo dobbiamo anche a tutte quelle persone che per fortuna oggi possono accedere al Servizio sanitario nazionale universale e pubblico, che va difeso, va protetto e va garantito a tutti i cittadini e a tutte le cittadine.
Anche perché riteniamo che, attraverso questo sistema di protezione sociale, la nostra società possa non solo migliorare, ma anche avere un futuro garantito.
Ecco, rispetto a questo, davvero penso che sia stato fatto un passo in avanti importante. Credo che questo passo in avanti importante ci permetterà anche di migliorare ancora di più questa parte della legislazione del lavoro. So e sono convinta che il presidente Rizzetto, in Commissione lavoro, si farà carico di discutere anche con i colleghi del Senato, pure nei prossimi provvedimenti utili, al fine di estendere queste tutele. Veniva ricordato che c'è anche un riconoscimento importante, che sono quei 300 giorni di sospensione che vengono riconosciuti al lavoratore autonomo nel rapporto con il committente.
Ma dobbiamo fare di più, perché queste tutele si estendano ed eliminino le discriminazioni che ancora ci sono tra lavoratori, discriminazioni che ancora ci sono anche rispetto al lavoro pubblico e al lavoro privato. Quindi, questo è un primo passo importante.
Concludo come ho iniziato, cioè con i ringraziamenti. Credo che questa sia una delle rare volte in cui siamo chiamati ad approvare una proposta di iniziativa parlamentare e finalmente non arrivano soltanto proposte di iniziativa governativa. Vorrei, colleghi e colleghe, che di questo fossimo tutti non solo consapevoli, ma anche contenti, perché significa che, quando lavoriamo insieme e quando lavoriamo per rispondere a bisogni, che sono evidenti, dei nostri cittadini, la politica risponde sempre in modo positivo ed è una politica utile, che investe sulla protezione sociale.