Dichiarazione di voto
Data: 
Mercoledì, 27 Aprile, 2022
Nome: 
Roger De Menech

A.C. 1870​-1934​-2045​-2051​-2802​-2993-A

Grazie, Presidente. Gentili colleghi, parliamo oggi di revisione dello strumento militare. Lo facciamo con una guerra nel cuore del nostro continente, che ha messo in dubbio tutte le nostre certezze rispetto alle conquiste di pace, sicurezza e benessere, che le generazioni che ci hanno preceduto hanno ottenuto con enormi sacrifici. È giusto, quindi, aprire oggi una riflessione su quali siano, proprio oggi, le funzioni e i compiti del nostro sistema della Difesa. Compito principale delle Forze armate è quello di difendere lo Stato e, alla luce del quadro geopolitico della politica estera nazionale, di operare dove ritenuto necessario per garantire pace e sicurezza, in conformità alle regole del diritto internazionale e alle determinazioni delle organizzazioni internazionali, delle quali l'Italia fa parte. Concorrono alla salvaguardia delle libere istituzioni, svolgendo compiti specifici in circostanze di pubblica calamità e in altri casi di straordinaria necessità. Le Forze armate, inoltre, in concorso con gli organismi internazionali competenti, vigilano sull'osservanza delle norme di diritto internazionale umanitario. Ogni giorno, per il mantenimento della pace e la salvaguardia dei diritti, nell'ambito delle organizzazioni come l'ONU, la NATO e l'Unione europea, le Forze armate operano in missioni internazionali e quelle missioni internazionali sono, a pieno titolo, parte integrante della nostra politica estera.

Quattro sono le missioni fondamentali delle Forze armate. La prima: difendere gli interessi vitali del Paese, la vita e i diritti fondamentali della popolazione. La seconda: la protezione degli interessi strategici della nostra Nazione, ma anche dell'Unione europea e dei suoi cittadini, la stabilità delle aree nell'interesse strategico nazionale ed europeo. La terza: prevenire e gestire crisi internazionali; le finalità sono quelle di garantire la pace, la sicurezza, la stabilità, la legalità internazionale, nonché l'affermazione dei diritti fondamentali dell'uomo, nel pieno rispetto della Carta delle Nazioni Unite. E poi la quarta missione: concorso alla salvaguardia della libera istituzione e assistenza alla pubblica emergenza. Ma semplificando, cos'è? Aiuto e soccorso in caso di calamità, dai terremoti all'emergenza COVID. Questo oggi sono le nostre Forze armate: donne e uomini altamente specializzati, che lavorano giorno dopo giorno per garantire e costruire la pace. A queste donne e a questi uomini va, innanzitutto, il grazie di tutti noi.

Il testo su cui oggi siamo chiamati a deliberare è frutto di un'ampia collaborazione di tutte le forze politiche: un lungo percorso che ci porta oggi a votare questo testo con la convinzione di aggiungere merito e modernità al modello Difesa attualmente in vigore nel nostro sistema. Si parte quindi dal 2000, con la scelta di sospendere la leva obbligatoria e di passare ad uno strumento militare composto interamente da professionisti. È utile ricordare che, dal gennaio 2005, le Forze armate sono dotate di personale interamente professionale, in parte composto da personale permanente e in parte composto da personale assunto a tempo determinato. Si è così determinata una profonda trasformazione delle procedure di reclutamento del personale di truppa, che ha visto il punto nevralgico nella figura dei volontari in ferma prefissata di 1 o 4 anni.

Il modello della Difesa, nel corso degli ultimi anni, ha subito, inoltre, varie misure di revisione dello strumento militare, comprese quelle in senso riduttivo del personale militare, frutto di un più ampio disegno di revisione della spesa pubblica. Questi tagli hanno generato un impatto negativo sugli armamenti, accelerando un progressivo invecchiamento del personale, sia militare che civile. Si è, pertanto, reso necessario intervenire per ottenere una rapida riduzione dell'età media del personale, in ragione non solo dell'evidente collegamento tra requisiti fisici e impegno operativo, ma anche per le maggiori difficoltà nell'impiego e nella mobilità del personale.

La proposta di oggi, di conseguenza, prevede, all'articolo 1, una proroga del termine per la riduzione delle dotazioni organiche dal 2024 al 2033. A metà del percorso della legge di revisione dello strumento militare, emergono poi alcune criticità, già rilevate anche da chi mi ha preceduto, sul reclutamento dei volontari impegnati in ferma prefissata. Ciò è dovuto anche in parte all'assenza di uno sbocco professionale, in considerazione del fatto che è venuto meno l'istituto della riserva assoluta. Resta importante garantire opportunità occupazionali ai volontari congedati senza demerito che per qualsiasi motivo non proseguano l'esperienza di servizio presso le Forze armate. Proprio per questo il progetto di legge alla nostra attenzione istituisce due ferme: una triennale, definita iniziale, e la seconda ferma prefissata, anche questa triennale. Viene prevista, però, e questa credo che sia una delle novità più importanti, l'iniziativa per disciplinare la formazione di questi volontari, associando all'addestramento militare di base specialistico, incluso quello relativo alle operazioni cibernetiche, attività di studio e di qualificazione professionali, volte all'acquisizione di competenze polifunzionali, utilizzabili anche sul mercato del lavoro. Le competenze, anche di carattere trasversale, acquisite negli anni consentiranno - noi crediamo, infatti - ai volontari di essere proficuamente impiegati anche al di fuori delle stesse Forze armate. Si stabilisce, poi, l'implementazione delle misure di agevolazione per l'inserimento dei volontari delle Forze armate, sempre congedati senza demerito, nel mondo del lavoro, prevedendo misure agevolative che ne favoriscano l'assunzione anche da parte delle imprese private. Vengono confermate le possibilità di accesso alle carriere iniziali di diversi Corpi: si tratta di posti ai quali si accederà per concorso, a condizione di non aver superato i 25 anni. Quindi, criteri di merito e criteri basati sull'età. Con questo provvedimento interveniamo sulla modalità del reclutamento di questi giovani, adottando nuove soluzioni. In questo periodo sono state reclutate decine di migliaia di uomini e donne nei ruoli di truppa e soltanto una piccola parte di esse è riuscito a transitare nel servizio effettivo. Si tratta di giovani ragazze e ragazzi, che, arruolati a 18-19 anni con precise ambizioni per il proprio futuro, sono stati congedati senza demerito o costretti al congedo per assenza di posti. È proprio su questi che vogliamo intervenire, dando maggior dignità a tutti questi nostri ragazzi e ragazze.

L'articolo 9, poi, conferisce al Governo la delega per la revisione dello strumento militare, altro elemento importante di novità in questo testo. I punti principali che voglio sottolineare sono quelli alla lettera a), in cui si ridefinisce la ripartizione delle dotazioni organiche del personale militare fra Esercito, Marina e Aeronautica; ovviamente, questa definizione, in mano alle competenze del nostro sistema della Difesa. La lettera c) prevede, poi, alla luce di quello che è successo anche e soprattutto durante il COVID, un contingente aggiuntivo, in sovrannumero e non superiore a 5 mila unità, di alta specializzazione. Di cosa parliamo? Di medici, sanitari, tecnici di laboratorio, ingegneri, esperti di logistica, informatici, tutti in servizio permanente. Personale da impiegare anche con compiti specifici in circostanze di pubblica calamità e in situazione di straordinaria necessità e urgenza, cioè la famosa quarta missione delle nostre Forze armate. Alla lettera d) voglio sottolineare la costruzione di una riserva ausiliaria di Stato, non superiore alle 10 mila unità, di personale volontario, ripartito in nuclei operativi di livello regionale, poste sempre alla dipendenza dell'Autorità militare individuata dal Ministero della Difesa e richiamabili in tempo di guerra o in caso di gravi crisi internazionali, ovvero anche in attività in campo logistico di operazioni civili e militari. Questa costruzione di una vera riserva operativa, come dimostra l'esperienza di tanti Paesi che l'hanno adottata, può costituire un elemento di flessibilità importante nell'ambito delle Forze armate, uno strumento che renda ancora più efficace l'impiego delle Forze armate nei compiti legati alla quarta missione. Una riserva operativa, aggiungo io, che può servire, inoltre, a stimolare un giusto ricambio generazionale anche dentro le tante associazioni d'Arma: volontari straordinari, sempre pronti ad aiutare il nostro Paese nei momenti di difficoltà, a cui va la nostra riconoscenza e il nostro grazie.

In conclusione, Presidente, abbiamo cercato di apportare con piccoli passi dei correttivi che mirano al completamento del percorso già avviato dalla legge n. 244 del 2012, cercando di ridurre il precariato tra i soldati, di semplificare il processo di reclutamento, di migliorare il processo organizzativo dell'Esercito italiano, per garantire un sistema efficace e giovane, ma anche in grado di garantire professionalità e carriera.

Il tutto, tenendo bene a mente il mutato scenario, internazionale e nazionale, e le sfide che ci si pongono davanti, con gli occhi verso l'Ucraina, la NATO, la Difesa europea. Queste tre parole più che mai devono ricordarci di quanto le Forze armate, sulle gambe delle donne e uomini che ne fanno parte e che ringrazio, siano uno strumento imprescindibile del nostro Stato e dovremmo sempre considerarli come investimento necessario e sostenibile nella nostra sicurezza. Oggi discutiamo in maniera approfondita sul tema della revisione dello strumento militare nazionale, consapevoli che la vera sfida è costruire dentro l'Unione europea uno strumento di difesa comune, che appare oggi, come non mai, ancora più necessario ed urgente: una difesa europea che deve essere impostata in senso cooperativo e non competitivo rispetto alle altre istituzioni multilaterali come la NATO. Spetta oggi alla politica europea avere la volontà di costruire strategie comuni con determinazione. Attenzione colleghi, la crisi in Ucraina, l'invasione russa in uno Stato liberamente costituito, obbliga l'Europa a una riflessione profonda, sia in termini di politica estera che in termini di difesa comune. Credo che questo sia un nostro obiettivo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico) e su questo punto non posso far altro che ringraziare il nostro ministro Lorenzo Guerini, che si sta impegnando in maniera forte su questo campo, soprattutto con il dibattito in campo europeo. Ed è proprio con questo intento, con l'intento di consegnare alle nuove generazioni uno strumento militare moderno e sempre più in grado di contribuire alla pacifica convivenza tra i popoli, che il Partito Democratico approva con determinazione questo provvedimento. Grazie.