Dichiarazione di voto
Data: 
Mercoledì, 25 Giugno, 2025
Nome: 
Anna Ascani

A.C. 2316-A

 

Grazie, Presidente. Grazie anche per avermi consentito di fare questo intervento. Gli Stati Uniti innovano, la Cina copia, l'Unione europea regola. Questa è una massima che abbiamo sentito decine di volte. Parliamoci chiaro: c'è un fondo di verità. È vero che il sistema statunitense ha consentito a quel Paese, anche per la forza delle sue università che oggi il Presidente Trump colpisce direttamente facendo un danno enorme a quello stesso sistema, di essere molto avanti nell'innovazione. È altrettanto vero che la Cina, anche per difendersi da tutto questo, ha sviluppato un proprio sistema proprietario e che quindi in qualche modo ha una sua sovranità. È vero anche che l'Unione europea è stata la prima a regolare in questo ambito. L'AI Act è una prova notevole della necessità che c'era e che c'è ancora di minimizzare i rischi e cercare di massimizzare le opportunità.

Quindi, da questo schema non si può uscire. Ecco, io credo che se oggi siamo qui a discutere un provvedimento sull'intelligenza artificiale, dobbiamo poter dare una risposta a questa domanda. Sicuramente non se ne esce con il provvedimento che il Governo porta in Aula. Invece quello che avremmo dovuto fare oltre a regolare, perché le regole creano fiducia e ci aiutano a minimizzare i rischi che esistono, è trovare strumenti per combattere le concentrazioni di potere, le nuove oligarchie che nel mondo dell'intelligenza artificiale sono nate e stanno nascendo.

L'unico modo per farlo è sviluppare sistemi proprietari europei, essere protagonisti in Europa di investimenti che ci portino ad avere un cloud europeo, LLM europei, perché se questo non accade, se non si mettono insieme investimenti di 27 Paesi - l'unica dimensione possibile per competere in questo orizzonte globale - noi dovremo solo scegliere di quale di questi imperi vogliamo essere colonie, e credo che l'Italia e l'Europa si meritino molto più di questo.

E lo dico usando parole che ha usato il nostro Presidente della Repubblica parlando di minoranze linguistiche e dell'impatto che può avere l'intelligenza artificiale, perché sappiamo che prima di tutto quello è un linguaggio alimentato di parole e che quelle parole le ha messe dentro qualcuno che le ha scelte. Ecco, ha detto il nostro Presidente: “la sudditanza si alimenta della cancellazione delle parole e con la sostituzione di esse con quelle del dispotismo di turno”. Noi oggi a questo ci stiamo piegando, perché, colleghe e colleghi, la tecnologia non è neutrale: sono numeri, ma qualcuno li ha ordinati.

E per questo coi nostri emendamenti abbiamo insistito così tanto sulla trasparenza degli algoritmi e dei metodi di addestramento, e per questo non abbiamo capito perché il Governo, a questo tentativo di inserire il principio della trasparenza sin dalle definizioni che sono state messe all'interno di questo provvedimento, ha continuato a dire di no. A chi stiamo rispondendo? Ai cittadini e alle cittadine italiani o a qualcun altro, a qualche amico (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista) che vive fuori dal continente europeo e che ogni volta che può, attraverso qualche tweet, attraverso il suo social network, cerca di dettare legge nel nostro Paese? Ecco, io spero che la risposta a questa domanda non sia quella che sembra leggendo il vostro provvedimento. Del resto, noi abbiamo provato a porre rimedio: un nostro emendamento è stato approvato grazie a un lavoro importante fatto in Commissione, che segna una strada, apre un pertugio per lo meno, nel dire che noi dobbiamo comunque e sempre scegliere, ove possibile, tecnologia europea, italiana ed europea, per sottrarci a quello schema di un nuovo colonialismo che davvero rischia di essere la realtà a cui siamo condannati ad arrenderci.

Noi nei confronti dell'intelligenza artificiale, per citare Umberto Eco, non ci poniamo né come apocalittici, né come integrati. Non pensiamo che ci siano solo rischi e non pensiamo, però, che ci siano solo opportunità. L'ha detto bene Papa Leone XIV: in alcuni casi l'intelligenza artificiale è stata usata in modi positivi e nobili per promuovere maggiore uguaglianza, ma quella stessa tecnologia può creare nuove schiavitù e addirittura fomentare nuovi conflitti. E purtroppo, in questo provvedimento si sono fatte scelte molto chiare.

Partiamo dal lavoro: l'intelligenza artificiale può essere utilizzata per rafforzare gli strumenti di sicurezza sul lavoro e ridurre la tragedia nazionale delle morti sul lavoro, e di questo però in questo provvedimento non c'è alcuna traccia. Dall'altra parte, invece, l'intelligenza artificiale è un pericolo perché può sostituire occupazione, in particolare occupazione creativa; abbiamo insistito moltissimo sul diritto d'autore, avevamo trovato disponibilità nella maggioranza e anche lì, però, il Governo ha detto no. Di nuovo sceglie i potenti e penalizza i più fragili.

Tema sanità: sappiamo che queste tecnologie possono aiutarci a curare malattie oggi ritenute incurabili, e quindi sappiamo che lì c'è un'opportunità straordinaria per la ricerca. Ecco, di questo in questo provvedimento non si parla. D'altra parte, sappiamo che esporre i dati sanitari delle cittadine e dei cittadini a meccanismi che non siano controllati e trasparenti, e magari depositarli in server che non siano sicuri, espone la loro privacy e la loro sicurezza a rischi davvero enormi. Di nuovo, sulla gestione dei dati in questo provvedimento si fa un danno gigantesco, e non si fa niente per utilizzare le opportunità che derivano da questa tecnologia. Si risponde ai potenti, si penalizzano i fragili.

Terzo tema: la democrazia. Questa tecnologia è utilissima per aumentare l'accountability, per migliorare il rapporto tra eletti ed elettori, e quello che la Camera sta facendo grazie anche al suo impegno, Presidente, ne è dimostrazione, perché siamo all'avanguardia tra i Parlamenti del mondo. Nondimeno, questo Governo ha voluto bocciare un emendamento che in questo provvedimento c'era per dotarci almeno di uno strumento che serve a tutti: evitare che i deepfake condizionino le competizioni elettorali. E non solo i deepfake che riguardano gli esponenti dei leader di centrosinistra, no. Io non capisco perché avete detto di no. Volete competizioni elettorali inquinate? Non credo, non conviene a nessuno. E sappiamo bene che questo è un rischio per le nostre democrazie: è successo poco lontano da qui, pochissimo tempo fa. Perché avete detto di no? A chi dovete rispondere quando evitate di regolare queste cose?

E non parlo di educazione: avete bocciato un emendamento che serviva a formare gli insegnanti all'utilizzo dell'intelligenza artificiale. Ma dove vivete? Se in questo Paese non investiamo lì, noi la sfida dell'intelligenza artificiale l'abbiamo già persa.

E poi l'ambiente: sappiamo bene quanto consumano queste tecnologie, quanto danno possono fare al nostro sistema, quanto possono penalizzare la vita delle nuove generazioni. Ma anche qui il Governo è stato silente.

Chiudo su due punti, il primo è quello delle autorità. Prima avete deciso che tutto doveva stare in capo all'ACN, all'AgID, poi avete chiamato il Garante della privacy, infine l'Agcom e poi un comitato che dovrebbe coordinare tutte queste cose, perché evidentemente vi siete accorti che è diventato ingestibile. Io vi dico una cosa, colleghi: pensare che l'intelligenza artificiale in questo Paese possa gestirla un Governo con agenzie di nomina governativa è una follia. Ve l'ho già detto: essere maggioranza passa. Quando sarete all'opposizione, vi renderete conto di cosa significa avere sistemi di intelligenza artificiale che invece di essere controllati da autorità indipendenti, sono sotto il controllo del Governo di turno. Non è possibile, colleghe e colleghi, avete fatto un errore madornale.

Secondo tema, l'elefante nella stanza: un provvedimento che ha 28 articoli e che si chiude con un dispositivo di invarianza finanziaria. Presidente, si può portare in Aula, dopo un anno e mezzo, un provvedimento su una questione così strategica che si chiude con l'invarianza finanziaria? Senza un euro di investimenti? Davvero il Governo trova i soldi per tutto, persino per i centri in Albania, e non trova un euro per l'intelligenza artificiale?

Colleghe e colleghi, chiudo come ho aperto: dalla questione delle oligarchie e delle concentrazioni di potere. Don Milani usava dire che se il padrone conosce mille parole e tu ne conosci cento, sei destinato ad essere sempre servo. Ecco, democratizzare l'accesso all'intelligenza artificiale significa scegliere di farne una straordinaria opportunità di emancipazione, mentre, dall'altra parte, se non si fa questo essa può diventare un terribile strumento di dominio. Voi avete fatto la vostra scelta e noi saremo sempre convintamente dall'altra parte, e voteremo contro questo provvedimento.