Dichiarazione di voto
Data: 
Mercoledì, 3 Novembre, 2021
Nome: 
Chiara Braga

A.C. 3341

Grazie Presidente. Il decreto-legge, che oggi approviamo, è stata una risposta pronta e rapida del Governo all'emergenza che ha colpito il nostro Paese quest'estate: vaste aree del territorio nazionale, dalla Sardegna alla Liguria, la Calabria, la Toscana - purtroppo è lungo l'elenco delle regioni - flagellate per più e più giorni da incendi di grande violenza, che hanno causato vittime, distruzione di decine di migliaia di ettari di boschi e vegetazione, gravissimi danni economici che sarà difficile e costoso tentare di riparare.

Voglio ringraziare ancora una volta, a nome di tutto il Partito Democratico, le forze della Protezione civile, della Difesa, i Vigili del fuoco, le istituzioni e i volontari, che in quelle settimane così difficili non si sono risparmiati per combattere la furia del fuoco e hanno protetto in primis la vita delle persone e contenuto danni che avrebbero potuto essere ancora più gravi. Non vorremmo che, finita l'emergenza, ci dimenticassimo di quanto dobbiamo essere grati e orgogliosi del loro servizio alla collettività.

Le immagini che ci hanno impressionato sono state certamente un evento straordinario, ma non isolato. Hanno interessato anche altri Paesi dell'area mediterranea e hanno confermato ancora una volta, semmai ce ne fosse bisogno, che il cambiamento climatico è un fenomeno che già oggi sconvolge le nostre vite. Le temperature sopra la media e i lunghi periodi di siccità si sono accaniti su territori particolarmente fragili, sommandosi a incuria e abbandono di larga parte dei nostri boschi e delle aree incolte. A tutto questo si è sommata l'azione criminale dei piromani: innesti provocati simultaneamente su larghi fronti territoriali, per rendere più difficili le azioni di contrasto e per dar vita ad azioni speculative. Quello che è accaduto nel nostro Paese nei mesi scorsi è stata una prova durissima, ma anche una spinta per intervenire rapidamente su alcuni punti deboli delle politiche di prevenzione e contrasto al fenomeno degli incendi boschivi. Questo decreto risponde esattamente a queste esigenze: garantire una migliore articolazione degli strumenti di programmazione e di coordinamento, tra Stato e regioni, di tutte le attività di previsione, prevenzione e mitigazione dei rischi; rafforzare le diverse componenti operative; agire sulla repressione dei reati di incendio boschivo e delle altre fattispecie connesse. Ecco perché è importante che il decreto preveda un Piano nazionale di coordinamento, in capo al Dipartimento di Protezione civile, per aggiornare dal punto di vista tecnologico e migliorare la capacità operativa di previsione, prevenzione e lotta attiva agli incendi, in un rapporto virtuoso con le regioni, sapendo che è fondamentale e imprescindibile supportare l'azione dei comuni, spesso piccoli e piccolissimi, sui quali gravano adempimenti rilevanti, che devono essere messi nelle condizioni di svolgere.

Il decreto stanzia circa 300 milioni, una prima tranche importante di risorse per aumentare l'acquisto di mezzi operativi e di attrezzature per la lotta attiva per prevenire gli incendi, soprattutto nelle aree interne del nostro Paese, nei comuni localizzati nelle isole minori, che sono particolarmente esposti al rischio. Poi, 150 milioni di euro del PNRR, che sono destinati a realizzare un sistema avanzato e integrato di monitoraggio sul territorio, con un'attenzione specifica alle aree protette, ai parchi naturali e alla rete Natura 2000, che sono un patrimonio immenso del nostro Paese, che dobbiamo proteggere con grande attenzione.

Il decreto interviene anche con alcune modifiche puntuali alla legge n. 353 del 2000 in materia di incendi boschivi. Non vado nel dettaglio, ma ci sono innovazioni importanti: la definizione delle zone di interfaccia urbano-rurale; la confisca degli animali nel caso di trasgressione al divieto di pascolo nelle aree colpite da incendi; gli obblighi previsti di comunicazione e informazione su numero e localizzazione delle denunce effettuate. E, poi, le misure per garantire il tempestivo aggiornamento del catasto dei soprassuoli percorsi dal fuoco, un adempimento già previsto nel 2000, che oggi, però, si deve concludere entro 60 giorni dall'estinzione dell'incendio e che prevede un aggiornamento annuale, ogni 1° aprile, come condizione fondamentale per un monitoraggio attento e un intervento specifico sul territorio; la possibilità per le regioni di intervenire con azioni di rimboschimento compensativo delle superfici bruciate e, poi, le norme che incidono sulla repressione dei comportamenti criminali. Su questo voglio ricordare alcune innovazioni importanti introdotte nel Codice penale: l'applicazione delle pene accessorie del diritto a contrattare con la pubblica amministrazione, l'interdizione degli incarichi legati alla prevenzione incendi e la confisca obbligatoria per equivalente, uno strumento molto efficace per contrastare i profitti di chi vuole realizzare profitti con reati di questa natura.

Il decreto prevede, infine, delle misure a sostegno di chi ha operato la lotta attiva contro gli incendi - il Corpo nazionale dei vigili del fuoco -, la proroga delle assunzioni a tempo determinato della Protezione civile e, poi, la messa a sistema di una misura importantissima, che riguarda il funzionamento dell'INGV, l'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, che è un centro di competenza scientifica fondamentale per supportare l'azione del Dipartimento di prevenzione sugli aspetti di riduzione del rischio e gestione dell'emergenza, attraverso un sistema che, come per tutti gli altri centri di competenza, prevede un rapporto regolato da convenzioni e dalla copertura degli oneri previsti.

Proprio in questi giorni, si sta svolgendo a Glasgow la COP26, è il più importante appuntamento della politica globale sul cambiamento climatico. Di questi temi si è discusso anche nel recente G20 italiano e bene ha fatto il Presidente Draghi a lavorare per un primo, importante passo in avanti nella direzione dell'obiettivo di mantenere l'innalzamento della temperatura globale entro il grado e mezzo. Ma sappiamo che non basta, che occorre fare per il clima tutto quello che serve e adesso, come ha detto bene la Presidente von der Leyen. Il cammino non è semplice, ci sono molte resistenze e ostacoli da superare per un obiettivo che sia davvero all'altezza della sfida di salvare l'umanità e il Pianeta.

Perché ho parlato della COP26, parlando di questo decreto? Perché tutto è connesso, come ci ricorda Papa Francesco: gli incendi che hanno sconvolto il nostro Paese qualche mese fa sono espressione e parte del problema; le azioni di prevenzione, manutenzione e cura dei nostri boschi, delle aree naturali, del nostro ecosistema sono parte della soluzione. Esiste un legame strettissimo tra contrasto ai cambiamenti climatici e tutela della biodiversità, a partire dalle foreste che, a livello mondiale, sono la tecnologia più avanzata per assorbire CO2, per proteggere il suolo, contrastare il dissesto idrogeologico. Confidiamo molto negli obiettivi e nei risultati di questo appuntamento sul clima, ma sappiamo che molto possiamo fare già oggi con le nostre scelte, con le nostre azioni, con politiche attive di protezione del territorio, di manutenzione dei boschi, dei versanti, per proteggere il suolo, salvaguardare l'ecosistema contrastare azioni di incuria e di abbandono.

Ecco, questo decreto è una prima, parziale risposta all'emergenza, una risposta giusta e opportuna che noi sosteniamo e, per questo, esprimiamo il nostro voto convinto a favore di questo decreto. Ma non basta. Sappiamo di dover raccogliere l'impegno a una politica più seria ed efficace per proteggere e gestire il patrimonio forestale e montano delle nostre aree interne, che rappresenta un valore inestimabile per noi e le generazioni future. A questo chiediamo di porre grande attenzione al Governo e sosteniamo la sua azione, anche attraverso il voto favorevole a questo decreto.