Dichiarazione di voto finale
Data: 
Martedì, 3 Ottobre, 2017
Nome: 
Vittoria D'Incecco

A.C.1013

Grazie, Presidente. La discussione di questo progetto di legge arriva proprio a ridosso della Giornata nazionale per l'abbattimento delle barriere architettoniche, che è stata celebrata domenica 1° ottobre. Una giornata importante, che mira a promuovere un reale cambiamento culturale a favore dell'abbattimento delle barriere fisiche, culturali, psicologiche e sensoriali, per la diffusione delle pari opportunità.

È un obiettivo che ben si coniuga con lo spirito della Giornata internazionale delle persone con disabilità che ricorre il 3 dicembre. Una giornata, come è noto, istituita per promuovere una più diffusa e approfondita conoscenza sui temi della disabilità, per sostenere la piena inclusione delle persone con disabilità in ogni ambito della vita e allontanare ogni forma di discriminazione e violenza, temi che il Partito Democratico porta avanti con grande energia. Il problema delle barriere architettoniche non riguarda solo le persone diversamente abili ma coinvolge tutti: i bambini, gli anziani, i genitori col passeggino, le donne in stato di gravidanza, le persone che sono costrette a muoversi con le stampelle o con la carrozzina, gli ipovedenti, i non vedenti, i passeggeri con le valigie e persino chi trasporta borse della spesa. Dunque, interessa tutti. Questa proposta di legge quindi rivendica un diritto di cittadinanza di tutti.

I numeri sulla disabilità sono emblematici. Secondo i dati dell'Istat sono quasi 3 milioni i disabili che vivono in Italia. Nel nostro Paese le persone con disabilità con più di sei anni che nel 2004 vivevano in famiglia sono 2 milioni 600 mila. A queste vanno aggiunte altre 190 mila che vivevano in istituto. L'86 per cento degli adulti sordi o ciechi purtroppo hanno un problema insormontabile anche solo ad uscire di casa, a utilizzare i mezzi di trasporto, ad accedere agli edifici pubblici, e quando parlo di edifici pubblici voglio dire anche gli ospedali e le scuole.

C'è poi da sottolineare che la disabilità è una condizione strettamente legata all'invecchiamento della persona e che viviamo in un mondo sempre più popolato da anziani, dove entro il 2050 le persone con più di sessant'anni saranno più numerose dei bambini. L'Italia purtroppo non fa eccezione. Infatti, anche nel nostro Paese continua a crescere il numero di anziani e si stima che entro il 2030 potrebbero essere il 26,5 per cento della popolazione. Questi numeri - e non solo - ci indicano, quindi, che il tema della disabilità e dell'abbattimento delle barriere architettoniche deve essere al centro della nostra attenzione, se vogliamo veramente difendere e sostenere il diritto all'inclusione di tutti i cittadini. Questo perché, come recita l'articolo 13 della Dichiarazione universale dei diritti umani, “ogni individuo ha diritto alla libertà di movimento (…)” e poi perché la nostra Costituzione ci insegna che “è compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale”, così come hanno già detto tutti i colleghi che mi hanno preceduta. Dispiace che il collega che mi ha preceduto si sia gloriato di tanta responsabilità nei confronti di questi temi e di quelle città di cui ha parlato - forse soprattutto una - ma non può parlare solo di questo (e quindi qui stendo un velo pietoso). In realtà, il nostro Governo ha fatto già molto per migliorare la qualità della vita delle persone e non solo per le persone diversamente abili.

L'approvazione di questo provvedimento infine, che cade a fine legislatura - e mi auguro che sia approvato anche al Senato -, è una grande prova di civiltà. Questa proposta di legge è infatti finalizzata a superare, attraverso l'emanazione di un unico regolamento, la frammentazione della normativa relativa alle prescrizioni tecniche per il superamento delle barriere architettoniche negli edifici pubblici e privati e negli spazi e servizi pubblici o aperti al pubblico o di pubblica utilità. È una proposta di legge nata per semplificare, monitorare e per offrire pari opportunità. Troppo tempo si è perso e, quindi, non possiamo più aspettare. Il raggiungimento di tale obiettivo è indispensabile per costruire una società inclusiva ed accessibile a tutti, anche se - non dimentichiamolo - le barriere più difficili da abbattere sono quelle mentali, culturali e sociali, e mi sembra che anche in questo il collega abbia dato prova di sé. Superare questo tipo di barriere è un progetto faticoso, ma non più rinviabile. Il Partito Democratico lo sa, ci crede e continuerà con determinazione il suo lavoro in tal senso. Per questo, con molto orgoglio, annuncio il voto favorevole del Partito Democratico su questa proposta di legge (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).