Dichiarazione di voto
Data: 
Giovedì, 24 Ottobre, 2019
Nome: 
Umberto Buratti

A.C. 1939-A

Presidente, onorevoli colleghe e colleghi, come Partito Democratico abbiamo da subito condiviso le finalità e gli obiettivi di questo provvedimento, che in sintesi consentirà ai pescatori di conferire nel porto di attracco i rifiuti accidentalmente pescati in mare, senza costi e oneri a carico di questi lavoratori del mare; e il successivo smaltimento non sarà a carico, a spese delle comunità dei porti di approdo. In questi mesi ho avuto modo di confrontarmi con diverse persone, alle quali ho parlato di questa proposta di legge: non vi dico la loro meraviglia nell'apprendere che ci volesse una legge per consentire qualcosa che davano per scontato, aggiungendo “mi sembra una cosa di buonsenso”. Il buonsenso, la normalità. Dovrebbe essere normale poter raccogliere dei rifiuti e non essere accusati di trasportare i rifiuti senza le necessarie autorizzazioni di legge; quante volte in diverse circostanze ci raccontano di situazioni che con il buonsenso dovrebbero trovare una semplice, ovvia e scontata soluzione. E invece, o per eccessiva burocratizzazione o per eccesso di produzione normativa, creano ulteriori complicazioni al cittadino, sia esso consumatore o sia esso imprenditore. Questo è lo spirito che ci ha animato in questi mesi e che abbiamo condiviso con i diversi soggetti che hanno collaborato all'esame di questo provvedimento. Questa proposta di legge, come già ho avuto modo di illustrare durante la discussione sulle linee generali, mira alla sensibilizzazione e alla diffusione di modelli virtuosi per la prevenzione dell'abbandono dei rifiuti negli ecosistemi marini, lacuali e fluviali, e per la corretta gestione degli stessi. Sicuramente non è sufficiente una legge per raggiungere questo obiettivo, cioè quello di diffondere modelli virtuosi per la prevenzione dell'abbandono dei rifiuti. Dobbiamo forse dare vita a una rivoluzione culturale, ma, come sappiamo, anche per fare 100 miglia dobbiamo fare un primo piccolo passo e iniziare a camminare. Dicevo, è difficile con una legge raggiungere questi obiettivi; lo si comprende percorrendo le strade e le piazze delle nostre città. Infatti, basta uscire qui, da Montecitorio, e le centinaia e centinaia di mozziconi di sigarette gettati a terra, spesso incastrati tra i sampietrini, ci rappresentano come la disposizione contenuta nell'articolo 40 della legge n. 221 del 2015, finalizzata alla riduzione dei rifiuti di prodotti da fumo e rifiuti di piccolissime dimensioni, non venga rispettata né, purtroppo, a volte fatta rispettare. E pensare che proprio i mozziconi di sigarette costituiscono una percentuale rilevante dei rifiuti marini, perché poi sappiamo che dalle strade, dalle caditoie, arrivano poi anche, attraverso il sistema della fognatura bianca, al mare.

Un breve inciso che voglio fare è che con le sanzioni previste per chi getta a terra i mozziconi di sigarette forse in pochi giorni potremmo anche riequilibrare i bilanci dei comuni, dei nostri comuni e delle nostre città.

Ma, tornando al SalvaMare, fenomeni impattanti come lo sfruttamento delle risorse esauribili e le conseguenze del cambiamento climatico mostrano quanto gli attuali modelli di produzione e di consumo siano insostenibili e invitano a definire e applicare modelli alternativi.

La problematica relativa alla presenza ingente di rifiuti in ambiente marino, secondo quanto riportato nella relazione del Governo in merito alla proposta di direttiva sulla riduzione dell'incidenza di determinati prodotti di plastica sull'ambiente, trasmessa al Parlamento nel giugno del 2018, negli ultimi tempi ha assunto una dimensione di una sfida complessa e globale, oggetto di attenzione e causa di diffuse preoccupazioni a tutti i livelli.

Si stima - credo che ormai sia noto - che vengano prodotte annualmente a livello mondiale 300 milioni di tonnellate di materiale plastico, di cui almeno 8 milioni di tonnellate si perdono in mare ogni anno.

Planet or plastic? La plastica o il nostro pianeta? Non si può restare indifferenti di fronte a questo interrogativo, che è innanzitutto un monito; monito che è stato elevato a titolo della mostra ospitata in questi giorni dalla Camera dei deputati con cui il National Geographic intende sensibilizzare verso l'uso consapevole e responsabile della plastica. La mostra è molto interessante, chi non ha ancora avuto modo di vederla la vada a visitare: si racconta la storia della plastica, una plastica che ebbe la sua storia iniziale nel 1861, quando il chimico inglese Alexander Parkes isola e brevetta la xylonite, materiale sintetico che verrà usato poi per la produzione di manici e scatole, e poi anche altri oggetti flessibili. Ma poi, pensate, nel 1870 l'inventore statunitense Hyatt brevetta la formula della celluloide, per sostituire - pensate - l'avorio nella produzione delle palle da biliardo, forse in quel caso con l'effetto positivo di salvare un po' di elefanti dalla ricerca dell'avorio, per poter prendere l'avorio. La plastica, infatti, è un materiale prezioso, è economica, leggera, resistente e isolante, ma la mala gestione della stessa, specie per lo smaltimento, la rende altamente pericolosa.

Tra l'altro, la fotografa che ha fatto tutto questo bel servizio fotografico, Mandy Barker, racconta che andava su questa spiaggia da bambina; è tornata da adulta e, mentre da bambina raccoglieva le conchiglie, da adulta ha visto questo mare di plastica. Così ha pensato di raccogliere i rifiuti di plastica e fotografarli su uno sfondo neutro, per creare qualcosa che facesse scalpore.

Questa proposta di legge si pone nell'ottica della promozione del principio dell'economia circolare, che si sta affermando in ogni ambito geografico come una soluzione realistica per coniugare, attraverso l'innovazione, la competitività e la sostenibilità ambientale. Ecco, rispetto al dibattito che abbiamo avuto in Aula credo sia opportuno elencare alcune di queste finalità.

Allora, abbiamo detto, innanzitutto, contribuire al risanamento dell'ecosistema marino; promuovere l'economia circolare mediante disposizioni volte a consentire la cessazione della qualifica di rifiuto con riferimento ai rifiuti accidentalmente pescati; sensibilizzare, inoltre, la collettività per la prevenzione dell'abbandono dei rifiuti in mare, ma, attenzione, non solo in mare, ma anche nei laghi, nei fiumi, e alla corretta gestione degli stessi, quindi siamo rivolti anche all'attenzione delle acque interne; favorire, poi, il recupero dei rifiuti accidentalmente pescati; incentivare campagne volontarie di pulizia del mare senza aggravio di costi per i pescatori e per le comunità locali dove si trovano, come dicevo prima, i porti di approdo.

Altro tema importantissimo che viene finalmente affrontato in linea con i principi dell'economia circolare è quello del materiale, specie vegetale, come la posidonia o, come la chiamiamo noi in Versilia, il lavarone, materiale di legno che viene a riva, che viene quotidianamente spiaggiato dal naturale moto del mare, che, come ricordavo ieri nel mio intervento, anche ora, mentre noi siamo qui in quest'Aula, il mare deposita sulla riva.

Il provvedimento inoltre, all'articolo 8, riconosce agli imprenditori ittici che utilizzano materiale dal ridotto impatto ambientale e partecipano a campagne di pulizia del mare un riconoscimento ambientale. Noi, come Partito Democratico, abbiamo intenzione di fare delle proposte per arrivare anche a stanziare delle risorse, che possono essere, potrebbero essere anche un credito d'imposta, perché per noi del Partito Democratico, che abbiamo nel nostro programma la green economy, la chiave è la sostenibilità integrale; una sostenibilità che dopo gli eventi calamitosi di questi ultimi giorni che hanno colpito la Liguria e il Piemonte si impone sempre più come priorità nella nostra agenda politica. Il nostro pensiero in queste ore va a quelle popolazioni; esprimiamo anche la nostra vicinanza alle famiglie che in questo momento vivono la perdita dei loro cari (Applausi).

Termino, Presidente, tornando al provvedimento. Dalla plastica, ai pescatori: non è un lavoro semplice, è un mestiere antico - termino subito -, quello dei pescatori, sempre in agguato rispetto ai pericoli del mare, e, quindi, noi oggi chiediamo ai pescatori di combattere contro un nemico moderno, la plastica; e lo sanno bene quelle comunità e coloro i quali ogni mattina escono in mare, come il collega Viviani, che fa parte della nostra Assemblea, e di tutte quelle comunità che vivono sul mare. Noi, come Partito Democratico, esprimiamo il nostro voto favorevole.