A.C. 2126-A e abbinate
Grazie, Presidente. Ministro Calderoli, insomma, ci ritroviamo. Guardi, io ho pensato molto a questo provvedimento e onestamente - le dico la verità - pensavo quale potesse essere la chiave di lettura per comprendere quello che stavate facendo. Le dico la verità: sa chi mi è venuto in mente, Ministro? Ernesto De Martino. E sa perché mi è venuto in mente Ernesto De Martino? Per il campanile di Marcellinara. Che cosa è l'Italia se non il Paese dei campanili?
Allora, come si identificano i Paesi dei campanili? E come hanno assunto, nell'immediato secondo dopoguerra, una pregnanza nel ricostruire l'identità unitaria di un Paese? Noi eravamo un Paese, nell'immediato secondo dopoguerra, che non poteva avere un passato condiviso per quello che era successo. Non poteva rifarsi all'antichità, perché il passato, che era stato sconfitto, si richiamava all'antichità. Allora, ci fu una costruzione narrativa che vide, nella provincia italiana e nel recupero di quel tessuto connettivo delle piccole e piccolissime comunità dell'entroterra, della collina e della montagna, esattamente lì il peso specifico del Paese. La provincia italiana, da sempre e storicamente, è stata la culla dei fenomeni sociali, è stata la culla di quell'identità - ammesso e non concesso abbia senso parlare di identità - attraverso la quale si è innervata e si è caratterizzata la struttura del Paese.
Con questo provvedimento - e glielo dico subito: io lo leggo come una sorta di elemento significativo e preparatorio per cercare di correggere il grande errore e il grande fallimento di questo Governo, che è stata l'autonomia differenziata - si tenta di iniziare pezzo per pezzo e si inizia dai piccoli comuni. Qualche minuto fa ci veniva richiesta la celerità, perché c'erano 200 milioni che aspettavano lì e che dovevano essere destinati ai comuni della montagna ma, colleghi, vi segnalo che quelli non sono soldi vostri; quelli sono soldi che erano stati appostati dai Governi precedenti per fare delle correzioni, Ministro Calderoli, esattamente a qualche decisione che qualche Ministro ebbe nel lontano 2010, ovvero quella decisione, nel 2010, di azzerare il Fondo nazionale della montagna, mantenendo un impegno di finanza derivata come lo mantenete oggi (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista). E sapete, colleghi e colleghe, chi era quel Ministro che azzerò il Fondo nazionale della montagna? Il Ministro Roberto Calderoli.
Allora, ho la sensazione di vivere una sorta di déjà-vu, cioè una sorta di riscrittura della storia, una sorta di correttivo che ogni tanto facciamo.
Ma visto che io, suo tramite, Presidente, ormai sono affezionato al Ministro Calderoli per tutta la vicenda dell'autonomia differenziata - glielo avevamo detto, gli avevo detto che era una cosa che non si poteva fare, così come era stata proposta -, oggi siamo qui a cercare di dirle: guardi, nell'intenzione del legislatore, in questo caso, nell'intenzione del Ministro, noi abbiamo anche colto il segno positivo. Perché è un fatto che la montagna è il grande problema di questo Paese, ed è un fatto che le difficoltà maggiori si rilevano immediatamente nei paesi e nei comuni di montagna.
È come il paziente - e lo dico sempre, Ministro Calderoli, vista la sua formazione medica - debilitato. È chiaro che, se hai un corpo debilitato, dove gli anticorpi sono bassi, se in una persona sana arriva il raffreddore, nel corpo debilitato o sofferente arriva la broncopolmonite. E allora la condizione, oggi, è questa. Ma che cosa accade? Accade che, invece di intervenire e di recepire la buona volontà dell'opposizione, che pure si era presentata con una serie di pacchetti emendativi - perché noi crediamo nell'ottica della valorizzazione, della tutela e dell'attenzione dei paesi di montagna -, voi avete ritenuto che il contributo dell'opposizione non servisse e avete addirittura sottovalutato una grande emergenza. Cioè, paradossalmente, io non riesco a capire voi, ormai, con chi ve la vogliate prendere.
Perché vi incaponite con i paesi della montagna e non vedete lo spopolamento costante che c'è: oltre 550.000 giovani hanno lasciato questo Paese, e sto parlando solo della fascia d'età 18-34; se la allungassimo, arriveremmo nell'ultimo decennio a un milione e mezzo di persone che si sono recate solo all'estero. E se analizzassimo la mobilità interna - antico, atavico problema o, se vuole, tradizione in questo Paese, lo spostamento dai piccoli paesi, soprattutto di montagna, sempre più a ridosso dello spazio urbano -, noi capiremmo che il vulnus sta lì.
E allora chi abita questi luoghi? Fortunatamente, Presidente, noi viviamo in un Paese che consente la longevità e quindi, già oggi, fotografiamo tutta una serie di comuni montani che sono longevi. E se sono longevi, in questo caso, è necessario un intervento che si preoccupi di come garantire il Welfare State a queste persone. Perché non tutti i comuni sono uguali e non tutte le persone sono uguali, o meglio, come diceva don Milani, è un danno - parafrasando in una maniera sbagliata - fare parti uguali tra diseguali. E voi state adottando esattamente questa logica.
E ancora, ci saremmo aspettati un provvedimento che si reggesse su tre impostazioni di fondo.
La prima: sarebbe servito il criterio del riordino della rete dei poteri locali. Chi fa che cosa? Anche recuperando errori del passato o del recente passato, Ministro Calderoli. E perché non l'avete fatto? Non l'avete fatto perché siete divisi tra di voi, come sempre. Siete divisi tra chi vuole reintrodurre le province a elezione diretta, chi vuole fondere i piccoli comuni e chi, invece, vuole - mi sia consentito - la più grande innovazione costituita della gestione del potere in questo Paese: l'autonomia differenziata. In tutto questo, però, non si è mai capito come voi facciate ad immaginare una soluzione anziché un'altra sempre - direbbe il collega Zaratti - a invarianza di bilancio. Ci dovrete spiegare un giorno come siete capaci di fare questo.
Secondo. Il secondo perno avrebbe dovuto essere quello della questione per lo sviluppo di questi territori, che noi - come dicevo poc'anzi - abbiamo tentato di portare con le nostre proposte emendative, ma voi le avete sostanzialmente cancellate. Cioè, è possibile immaginare, in questo Paese - dopo l'ubriacatura narrativa del COVID, dove a un certo punto gli intellettuali di questo Paese hanno immaginato che si potesse vivere e lavorare nei piccoli comuni, nei comuni di montagna - di mettere mano a una legge organica sullo smart working? È possibile metter mano alla infrastrutturazione di questi comuni? E non ci potete rispondere che solo 8 comuni in Italia non sono raggiunti dalle telecomunicazioni.
E ancora, con riferimento all'articolo 25, la Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha sempre dichiarato che era contraria ai bonus. Voi che cosa avete fatto? Con questo provvedimento assegnate - sentite, sentite! - 50 euro a coloro che hanno un figlio in questi comuni: alla faccia della contrarietà ai bonus.
E poi, soprattutto, voi siete quel Governo che, un anno e mezzo fa, ha fatto un provvedimento in cui ha messo 9 milioni per combattere lo spopolamento nei piccoli comuni. Abbiamo fatto il calcolo, Presidente: erano 1.600 euro, un comune non ci pagava nemmeno la banda musicale per la festa patronale! Questa è l'attenzione.
Ma veniamo al vulnus, e chiudo, Presidente…
Chiudo, chiudo. Ora, mi fate capire la classificazione dei comuni montani? Introducete il criterio socioeconomico e allo stesso tempo vi basate sull'analisi dell'UNCEM, che dice che c'è una rinascita di popolamento nei piccoli comuni e nei comuni di montagna. E dov'è questa rinascita, Presidente, lo vuole sapere? Guarda caso nel Centro-Nord, dall'Emilia-Romagna a salire. E allora la domanda che rivolgo a tutte e a tutti voi, soprattutto alle colleghe e ai colleghi del Mezzogiorno, che già hanno vissuto lo stupro istituzionale dell'autonomia differenziata…
Ho chiuso, Presidente. Voi volete continuare ad assistere allo smantellamento unitario di questo Paese, che non fa altro che dirottare, per ragioni di partito e di interesse costituito, risorse sempre nei soliti luoghi. Perché quando tu nei criteri ci lasci solo l'aspetto (Commenti)…
. Presidente, sto chiudendo, sto chiudendo. Bene, benissimo, io la ringrazio e ringrazio soprattutto il mio collega lì a fianco…
…io aspetto che parli, così potrò ascoltare le cose intelligenti che avrà da conferire, ove mai il suo partito gli darà facoltà di parola.