Dichiarazione di voto
Data: 
Martedì, 2 Agosto, 2022
Nome: 
Ubaldo Pagano

A.C. 3676-A

Grazie Presidente, onorevoli colleghi e colleghe e sottosegretario Sartore. Oggi in quest'Aula affrontiamo due provvedimenti, che riguardano il ciclo di gestione della finanza pubblica, che - come hanno ricordato i colleghi che sono intervenuti prima di me -rappresentano i momenti più significativi della nostra attività istituzionale, o almeno dovrebbe essere così: il rendiconto di gestione per l'anno 2021 e l'assestamento di bilancio per l'anno in corso. Il rendiconto generale dello Stato è lo strumento attraverso il quale il Governo, alla chiusura dell'anno finanziario, adempie l'obbligo costituzionale di rendere conto al Parlamento dei risultati della gestione di bilancio, mentre il disegno di legge di assestamento ha la funzione di consentire, a metà esercizio, un aggiornamento e una verifica degli stanziamenti che sono stati previsti nello stesso bilancio. Si tratta quindi di due documenti che danno continuità temporale alla gestione del bilancio dello Stato.

Nel quadro generale degli andamenti dei saldi, in termini assoluti, viene a mostrarsi un generale peggioramento tra le previsioni iniziali e le previsioni definitive per il 2021, sia per la cassa sia per la competenza. Infatti, nel confronto con l'esercizio precedente, la gestione di competenza ha fatto conseguire nel 2021 un generale miglioramento di tutti i saldi rispetto ai risultati differenziali registrati nell'esercizio 2020. Anche in rapporto al PIL si riscontra lo stesso quadro generale di evoluzione, favorito però nel confronto con il 2020 dal concomitante aumento del prodotto interno lordo. Il risparmio pubblico attesta nel 2021 un miglioramento di 40,5 miliardi rispetto al 2020. Anche questo risultato è determinato da un aumento sia delle spese correnti (più 22,5 miliardi), sia del complesso delle entrate tributarie ed extra tributarie (circa 63 miliardi di euro).

Il dato del ricorso al mercato finanziario si attesta nel 2021 a meno 424 miliardi, evidenziando così un miglioramento di circa 82,5 miliardi rispetto al 2020, e di oltre 56 miliardi rispetto alle previsioni iniziali. Ho detto queste cifre per testimoniare una verità che passa, troppo spesso, sotto silenzio: molto spesso, ci si concentra su alcuni dati che in realtà servono semplicemente ad affermare un principio e un concetto, volti a validare una tesi. In realtà, senza lo sviluppo e la crescita del prodotto interno lordo, tutte le politiche economiche finiscono semplicemente per affibbiare a qualcuno il ruolo di tagliatore di servizi essenziali. Attraverso gli investimenti e un'oculata gestione della spesa pubblica, unita anche a una lotta concreta all'evasione fiscale nei confronti dei furbi che non pagano le tasse, non di coloro i quali, che poi sono la stragrande maggioranza, invece le pagano, si può produrre anche un enorme vantaggio per il Paese che, in termini di competitività, ne beneficia. Nel complesso, nonostante quindi il protrarsi dell'emergenza pandemica, gli effettivi risultati conseguiti con la gestione 2021 denotano per tutti i saldi un miglioramento rispetto, sia alle previsioni iniziali, sia agli ultimi aggiornamenti. Insomma, gli scostamenti che abbiamo autorizzato, rispetto ai saldi che andremo oggi a determinare, sono stati pressoché ininfluenti. Venendo all'analisi dei risultati finanziari, le variazioni di bilancio proposte con il provvedimento di assestamento definiscono le previsioni assestate per il 2022, tenendo conto tra l'altro delle variazioni di bilancio apportate nel periodo compreso tra il 1° gennaio e il 31 maggio con atti amministrativi, nonché degli effetti finanziari dei provvedimenti legislativi emanati successivamente all'approvazione della legge di bilancio, quali il “decreto Sostegni-ter” ed il decreto-legge “Ucraina”. In termini di competenza, le variazioni proposte con il disegno di legge di assestamento determinano un miglioramento, rispetto alle previsioni iniziali della legge di bilancio, del saldo netto da finanziare, che si attesta a un valore di 162,5 miliardi, rispetto a una previsione iniziale di oltre 200 miliardi di euro. Di questi dati possiamo dare - come dicevo - due tipi di letture: una asettica e strettamente contabile, un'altra che vede in questi numeri i risultati di un'azione di Governo decisa e quasi sempre risolutiva. Nell'ultimo biennio, il nostro Paese, anche più di altri partner europei, è stato sottoposto al grave stress di due crisi dalla portata storica: prima il COVID e poi il conflitto in Ucraina hanno rappresentato sicuramente eventi di natura eccezionale, cui però lo Stato ha saputo rispondere con strumenti straordinari, che hanno attenuato le conseguenze delle emergenze tanto sull'economia nazionale, quanto sulle famiglie. Malgrado le grandi difficoltà, infatti, l'Italia ha saputo gestire, prima e meglio di molti altri, la pandemia e ha fatto scuola in Europa e nel resto del mondo, per tempestività e mezzi messi in campo, sia nel contenimento del virus - e su questo ad esempio mi piacerebbe sapere come la futura coalizione di centrodestra la pensa sulla elegia che il capogruppo di Forza Italia in Commissione bilancio ha fatto della campagna vaccinale, visto che su questo punto specifico c'è stata una narrazione diametralmente opposta –, sia anche rispetto alle misure attese per il contrasto alla pandemia, per far sì che le misure cicliche potessero essere corrette in una fase più favorevole per le famiglie e per le imprese. Insomma, l'Italia ha tenuto una posizione che ha tutelato i principi costituzionali e ha dato un sollievo chiaro e concreto a chi ne aveva bisogno. Poi, dinanzi all'aggressione russa dell'Ucraina, siamo stati tra i più inflessibili difensori della causa ucraina, della causa dell'aggredito e non dell'invasore. Anche questa penso sia una posizione che nel futuro in molti dovranno chiarire, una posizione che noi rimarchiamo essere a tutela di principi di libertà e democrazia, che è indispensabile mantenere come patrimonio condiviso del sistema democratico. Lo abbiamo detto in diverse circostanze negli ultimi giorni, ma continueremo a ripeterlo. Il Paese navigava bene verso un chiaro miglioramento dei conti pubblici, una efficace e rapida attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza. Quindi stabilità e futuro di crescita erano ritornate prospettive credibili per il nostro Paese. Questo, evidentemente, lo si deve anche a una stagione di unità nazionale al fianco e a sostegno di una persona seria come il Presidente Draghi. Alcune forze politiche, però, hanno deciso di interrompere questa esperienza, nonostante il Paese intero ci chiedesse di andare avanti e di garantire serenità alle imprese e alle famiglie italiane, in un momento che si annuncia molto complesso per tutti. I documenti che approviamo oggi - e su cui dichiaro sin da ora il voto favorevole del Partito Democratico - non sono solo la dimostrazione viva di un Paese che aveva ripreso a correre, sono anche la testimonianza della vostra incoscienza, dei vostri appetiti elettorali, della vostra totale indifferenza verso le ragioni e i bisogni delle persone più vulnerabili. Ma di quei bisogni continueremo ad occuparci noi, con la coerenza e la responsabilità che il Partito Democratico può rivendicare con fiducia davanti agli elettori e, soprattutto, permettetemi, con il dovuto rispetto a quest'Aula, che non merita la scena di una campagna elettorale fatta di parole prive di sostanza e, soprattutto, con promesse irrealizzabili che diventeranno semplicemente disincanto per le future generazioni.