Relatore di minoranza
Data: 
Martedì, 14 Ottobre, 2025
Nome: 
Tony Ricciardi

A.C. 2369-A

Grazie, Presidente. Sottosegretario, relatore Orsini, intanto, Presidente, lei mi consentirà di ringraziare il capogruppo Enzo Amendola e i colleghi e le colleghe della III Commissione per avermi sollecitato ad assumere la funzione di relatore di minoranza, a testimonianza del fatto che noi abbiamo una certa sensibilità sul tema.

Quello che il relatore diceva, sì, sono intervenute un po' di modifiche sul provvedimento e, a dire il vero, questo è accaduto per tutta una serie di fattori: da un lato, per una sensibilità che voglio riconoscere soprattutto al Sottosegretario Silli che, più di una volta, ha dato dimostrazione di avere una adeguata sensibilità sul tema, non fosse altro perché è la sua delega, ma anche per una partecipazione che va al di là del tecnico e del tecnicismo; sicuramente per una sensibilità del relatore, ma anche degli uffici in generale. Tuttavia, mi sia consentito Presidente, se non ci fosse stata una pressione oltremodo da parte dell'opposizione, con il deposito di oltre 245 emendamenti, probabilmente oggi noi staremmo parlando di un provvedimento diverso. È chiaro ed è bene specificarlo: noi assumiamo una posizione di contrarietà non rispetto al provvedimento in sé per sé, ma perché il provvedimento - ed è bene chiarirlo in questa sede - è la seconda puntata o il prosieguo di quello che è un provvedimento che avversiamo e verso cui manifestiamo tutta la nostra contrarietà ovvero il provvedimento sulla cittadinanza.

Voler istituire una direzione generale alla Farnesina, per la quale noi siamo riusciti ad ottenere la proroga dell'entrata in vigore di un anno ulteriore - che significa che, presumibilmente, fino al 1° gennaio 2028, le pratiche verranno ancora gestite nella rete diplomatico-consolare sparsa per il mondo, che noi ringraziamo e plaudiamo per competenze, per know-how e per il lavoro svolto in tutti questi anni di sostegno e supporto, tra le mille difficoltà, alle connazionali e ai connazionali sparsi per il mondo -, ci vede di per sé, dal punto di vista proprio metodologico e concettuale, contrari, perché ancora non è ben chiaro come codesta organizzazione - e credo che il Sottosegretario sia felice della mia toscanizzazione lessicale - possa gestire una pletora di cittadinanze variegate e variopinte e capire come intervenire dal punto di vista legislativo e procedurale.

Secondo punto: nel provvedimento, che ebbi già modo di definire il 20 maggio di quest'anno, in Aula, il “provvedimento della vergogna” ovvero la modifica sulla legge della cittadinanza, che spezza per la prima volta un rapporto e un legame ed è un'azione politica che ha caratterizzato storicamente - mi sia consentito ribadirlo in questa sede - molto più la destra che la sinistra rispetto a un'attenzione alle prerogative degli italiani all'estero, si è visto spezzato improvvisamente questo rapporto. Prima era prevista una pratica sulla cittadinanza che poteva espletarsi in 48 mesi ed è stata ridotta grazie agli interventi e alla pressione dell'opposizione a 36. Inoltre, anche l'introduzione della carta di identità elettronica rilasciata in Italia e tanti altri provvedimenti, che verranno sicuramente maggiormente esplicitati dall'intervento del collega Porta in discussione generale, ci danno la testimonianza di una questione politica di fondo: voi siete, colleghe e colleghi, il Governo che più di tutti, nell'ultimo ventennio, è intervenuto sulle questioni delle italiane e degli italiani all'estero - virgola a capo -, siete il Governo che maggiormente ha sottratto agli italiani all'estero, non aggiunto.

È un triennio di penalizzazione di diritti. Guardate, il titolo del provvedimento è: “Disposizioni per la revisione dei servizi” e i servizi cosa sono, Presidente? I servizi non sono altro che l'applicazione materiale e pratica di un'azione giuridico-burocratico-amministrativa che consente, attraverso l'erogazione del beneficio del servizio, l'espletamento e la maturazione di un diritto. Purtroppo anche con questo provvedimento, nonostante il lavoro, nonostante le difficoltà - e voglio sottolineare nuovamente il lavoro svolto dal relatore Orsini -, ci siamo stati più di quattro mesi inchiodati su questo provvedimento, perché noi rivendicavamo legittimamente delle aspettative. Queste erano non per noi, non politiche, ma aspettative affinché si potessero continuare a garantire diritti che venivano, anche attraverso questo provvedimento, via via negati.

Per questa ragione, allora, anche durante la trattazione in Aula, attraverso degli emendamenti che abbiamo ripresentato, e poi successivamente attraverso gli ordini del giorno, continueremo e cercheremo di attenuare la penalizzazione crescente che ahinoi questo Governo sta adottando nei confronti di un patrimonio che l'Italia ha e che sono gli italiani all'estero.

Il Sottosegretario Silli, la settimana scorsa in un evento pubblico, ci ha confermato ormai il superamento di soglia: 7 milioni e 300.000 iscritti AIR. E io vi consegno un dato, ma lo consegno a futura memoria onde evitare che si continui a speculare fintamente su una comunità che è quella degli italiani all'estero. Se il trend demografico e il trend migratorio da questo Paese continua ad essere quello che stiamo vedendo nell'ultimo quinquennio, e quello che gli istituti di analisi demografica, demoscopica, come l'Istat o come gli altri analisti anche terzi fanno, nell'arco del prossimo quinquennio, rischieremo di raggiungere quota 10 milioni di iscritti AIRE, 10 milioni di persone italiane, italianissime, che vivono al di fuori dell'Italia, ma che vivono in una dimensione di presenza diversa rispetto al passato.

Mi lasci citare un concetto che è stato sviluppato qualche anno fa dalla Fondazione Migrantes e, in particolar modo, da una sociologa, Delfina Licata, che definì la nuova dimensione degli italiani nel mondo come coloro che vivono “diversamente presenti”. Credo allora che questo “diversamente presenti”, che si manifesta e si palesa attraverso una dimensione del vivere all'estero diversa rispetto al passato, non più statico, non più un percorso di andata, di stabilimento all'estero e poi ogni tanto di venuta in Italia, è un percorso fatto di una mobilità circolare costante, di rapporti e di interconnessioni quotidiane. Il “diversamente presente”, allora, credo che debba essere, dal punto di vista concettuale e metodologico, la chiave di lettura o il filo che ci deve guidare e debba guidare questo Governo e quelli che verranno nell'intervenire dal punto di vista normativo e legislativo, della macchina organizzativa - Presidente, chiudo come ho iniziato -, rispetto ai servizi che sono funzionali esclusivamente non per esplicitare una funzione, ma sono funzionali per poter garantire esattamente dei diritti che sono diritti fondamentali ed essenziali per tutti al di là della collocazione geografica dove queste persone vivono, lavorano e curano i propri interessi.