Discussione sulle linee generali
Data: 
Giovedì, 13 Maggio, 2021
Nome: 
Eva Avossa

A.C. 1825-1968-2905-A

Grazie Presidente, onorevoli colleghi, sottosegretario Centinaio, per troppi anni l'agricoltura contadina ha rivestito un ruolo marginale nel dibattito politico parlamentare. Il nuovo testo approvato in Commissione, che reca disposizioni per la sua tutela e valorizzazione, ne celebra il giusto riscatto valoriale ed economico, smentendo clamorosamente gli analisti che ne avevano pronosticato la scomparsa. L'agricoltura contadina oggi rappresenta la forma di coltivazione più diffusa nel Paese, essendo praticata su piccola scala e per lo più attraverso una gestione di tipo familiare, può essere definita un modello di sostenibilità ambientale; un'agricoltura orientata all'autoconsumo e alla vendita diretta, che ha il merito cruciale di proteggere la terra, un tesoro prezioso che abbonda nelle aree più economicamente svantaggiate e marginali del nostro Paese; un'agricoltura che, specie in collina e in montagna, salvaguardando le risorse del territorio, mantiene vivo e attivo quel bagaglio di tradizioni destinato - ahimè - a dissolversi.

Per tutelare e valorizzare l'agricoltura contadina, occorre mitigare un rischio importante: lo spopolamento delle zone periferiche di pianura e periurbane delle aree interne, montane e collinari. La crisi economica ha accelerato il fenomeno dell'emigrazione interna; per contrastare e prevenire un trend in costante crescita, occorre puntare alla creazione di opportunità di sviluppo sul territorio. Penso soprattutto al Sud, al mio Sud, una terra fertile a cui la natura ha destinato infinite risorse. Il nostro impegno deve essere quello di trasmettere il messaggio, ai giovani in particolare, che esiste un futuro al di là delle difficoltà, che ci sono i mezzi - mai come oggi -, che ci sono gli spazi, perché l'obiettivo di individuare, recuperare e utilizzare i terreni agricoli abbandonati, libererà l'iniziativa e la creatività. Il riscatto sociale ed economico non può, infatti, prescindere dalla valorizzazione delle risorse. Promuovere l'agricoltura contadina, in tal senso, è un passo prioritario da compiere, perché guarda alla micro impresa, all'associazionismo, al contadino che cura ogni giorno il suo fondo. Tra le finalità di questa legge vi è l'impegno di agevolare la conoscenza di modelli di produzione agroecologica sensibili alla salvaguardia dei terreni, alla biodiversità animale e vegetale, alla qualità delle produzioni agricole, al rispetto e alla protezione del suolo. Sono temi da diffondere nelle scuole e nelle università, con campagne di informazione e specifici programmi educativi e di formazione. Particolare attenzione va riservata in ambito didattico al ruolo degli ITS: gli Istituti tecnici superiori a vocazione agricola possono fungere da luogo ideale per la formazione dei giovani nel guidare la fusione tra istruzione, alta formazione ed esperienza pratica. Un ciclo formativo in grado di destinare competenze specialistiche necessarie e professionalizzanti. Gli agricoltori contadini del domani saranno in tal modo i primi ambasciatori di una nuova comunità virtuosa, all'interno della quale la sostenibilità degli insediamenti delle attività umane sarà il collante, tra aziende agricole e contadine, famiglia, economia e territorio. Come ho già ricordato all'inizio del mio intervento, l'agricoltura contadina ha svolto un ruolo fondamentale anche nella salvaguardia e messa in sicurezza del territorio. L'Italia è un Paese tremendamente fragile dal punto di vista idrogeologico: il 90 per cento circa dei comuni italiani appartiene ad area di alta vulnerabilità; più del 16 per cento rientra nelle classi a maggiore pericolosità per frane ed alluvioni; sono dati inconfutabili, che certificano come la mancata cura del suolo può comportare gravi ripercussioni per l'ambiente e la popolazione. A tal riguardo, la proposta di legge in materia di agricoltura contadina punta a disciplinare la gestione dei terreni coltivati, a qualsiasi titolo dalle aziende agricole contadine, demandando alle regioni la possibilità di un loro censimento al fine della migliore conservazione del suolo. Le stesse aziende agricole, attraverso la sottoscrizione di un protocollo d'intesa, possono essere chiamate ad effettuare opere di manutenzione e di salvaguardia idrogeologica e paesaggistica nell'ottica di riconoscimento del loro ruolo di presidio del territorio. Discorso a parte meritano i cosiddetti terreni incolti ed abbandonati che, proprio per il loro stato di incuria e degrado, sono potenzialmente più colpiti dalle calamità naturali o eccezionali avversità atmosferiche. La proposta di legge interviene sul tema prevedendo che le regioni, sulla base dei dati forniti dalle banche delle terre esistenti, possano assegnare i terreni incolti o abbandonati da almeno cinque annate agrarie. Una possibilità importante, che mira da una parte ad arricchire la realtà agricola locale, dall'altra a riqualificare e tutelare il patrimonio paesaggistico esistente. Pur escludendo l'assegnazione della proprietà del terreno per usucapione, il richiedente potrà aprire la sua azienda agricola previa presentazione di un progetto redatto sul focus della futura attività. In presenza di più richieste per lo stesso fondo, la preferenza sarà assegnata al titolare under 40 o alle aziende che prevedono una conduzione al femminile. Un segnale concreto, quest'ultimo, rivolto a quelle fasce maggiormente colpite dalla crisi economica e occupazionale in piena pandemia. Nell'ottica di una mappatura territoriale esaustiva, i comuni sono chiamati alla ricognizione almeno biennale del catasto dei terreni, allo scopo di individuare per ciascuna particella catastale proprietari e titolari dei diritti reali sui terreni silenti. Ove non fosse possibile rintracciare i soggetti interessati, l'amministrazione procede, direttamente o delegando i proprietari vicinali, alla conservazione del bene, allo scopo di garantirne controllo, sicurezza, manutenzione e decoro. Se penso alle realtà locali e alla frammentazione persistente dei territori montani, l'agricoltura contadina può e deve rappresentare un volano di sviluppo occupazionale attraverso la valorizzazione dei terreni, incentivare l'associazionismo tra soggetti che praticano l'agricoltura e l'attività forestale; inoltre, è un'arma in più a disposizione dei comuni, singoli o associati. Onorevoli colleghe e colleghi, consentitemi di sottolineare il ruolo avuto dalle donne nell'agricoltura contadina. Nonostante abbiano svolto un ruolo di argine allo spopolamento e l'impoverimento delle aree rurali del Paese, si sono fatte carico di grandi responsabilità in assenza di garanzie e tutele legislative; a fari spenti, hanno saputo dividersi tra la fatica nei campi e la gestione della famiglia. Le donne sono motore e leva economica nell'agricoltura contadina ed è a loro che le nuove politiche devono guardare per il rilancio del territorio nella piena attuazione del Piano di ripresa e resilienza. La proposta di legge che portiamo avanti risponde all'obiettivo di promuovere il loro lavoro cancellando una disparità di genere che ha imperato in questo settore. Del resto, i numeri parlano chiaro: le donne rappresentano il 30 per cento circa della forza lavoro agricola nazionale, tuttavia solo in casi sporadici figurano al comando formale delle loro aziende.

Da qui la mia contentezza, come donna, per l'approvazione di una legge che premierà le eccellenze in rosa e lo sviluppo di progetti orientati alla sostenibilità e alla multifunzionalità. Sono convinta che il loro apporto risulterà fondamentale perché è con la loro creatività e con la loro caparbietà che stanno fiorendo iniziative in tutto il territorio nazionale. Ho già ricevuto - come penso tutti voi - in tal senso molte testimonianze e ciò mi induce a sperare che questa sia la strada giusta per avvicinare le nuove generazioni a temi cruciali, come la salvaguardia dell'ambiente e la tutela del territorio. L'istituzione della giornata nazionale dedicata alla cultura e alle tradizioni dell'agricoltura contadina, individuata nel giorno 11 novembre, è il giusto onore che la Repubblica deve riconoscere a una leva di sviluppo sociale ed economico per il Paese. L'occasione sarà utile inoltre per sollecitare momenti di riflessione e studio nelle scuole di ogni ordine e grado. Ciò che mi sento di garantire è che la sensibilità dei nostri alunni e dei nostri docenti sta crescendo in questi ultimi anni, grazie a iniziative sperimentali, come gli orti didattici: la richiesta di “progetti green” nelle scuole è in costante aumento. In tal senso, l'istituzione della Rete italiana della civiltà e delle tradizioni contadine rappresenta un ulteriore salto di qualità, che consentirà di aprire una finestra sul mondo di tutte le attività connesse all'agricoltura. La memoria va salvaguardata e la cultura contadina, con le sue tradizioni e testimonianze locali, rappresenta un patrimonio da custodire e da tramandare di generazione in generazione. Concludo, sottolineando il valore dell'attesa, il saper aspettare, tutte azioni che fanno capo ad alcuni principi essenziali, che prendiamo a prestito dal grande contenitore che è l'agricoltura. Un concetto di fondamentale importanza, su cui si fonda il principio per cui non si può avere tutto e subito, ma l'attesa di eventi e cose è l'essenza stessa della vita, poiché c'è un tempo per seminare e uno per raccogliere.