Discussione sulle linee generali
Data: 
Martedì, 21 Ottobre, 2014
Nome: 
Tea Albini

A.C. 1864-B

Signor Presidente, il presidente Michele Bordo ha ben illustrato le principali modifiche che, in sintesi, possiamo così riassumere: all'articolo 3, le modifiche riguardano il Testo unico dell'immigrazione, riducendo ulteriormente il periodo massimo di trattenimento nei CIE da 180 a 90 giorni; all'articolo 14, l'orario di lavoro e di riposo giornaliero del personale sanitario; all'articolo 17, le bevande analcoliche a base di succo d'arancia e, ancora, all'articolo 22, in materia di attribuzione all'Autorità per l'energia elettrica, il gas ed il sistema idrico e, infine, all'articolo 32, vengono innovate alcune previsioni in materia di certificato successorio europeo.
  Alcuni articoli sono stati soppressi dal Senato ed, in particolare, alcune disposizioni in materia ambientale (ex articoli 17, 20, 21, 22 e 24 del testo Camera in prima lettura) e trasferiti, per trovare una più compiuta collocazione e disciplina, nel decreto-legge n. 91 del 2014, convertito in legge n. 116 del 2014, cosiddetto decreto competitività. Infine, è stato soppresso l'ex articolo 30 del testo Camera in materia di responsabilità civile dei magistrati.
  Tenendo conto che l'esame di questo testo dura ormai da parecchi mesi e che l'esame in sede referente nei due rami del Parlamento è stato notevolmente approfondito e tenuto altresì conto che le modifiche apportate dal Senato presentano un testo migliorato, occorre che la sua approvazione avvenga ora con la celerità richiesta, anche per chiudere le molte procedure di infrazione aperte a nostro carico e per non aggravare un contenzioso aperto con l'Unione europea, a maggior ragione oggi che l'Italia è alla Presidenza del semestre.
  Come ricordava prima il presidente Michele Bordo, la celere conclusione di questo provvedimento in terza lettura avrebbe anche il pregio di confermare il trend positivo avviato in questa legislatura, che ha visto la riduzione del nostro contenzioso a quota 99, rispetto al giugno scorso dove il numero delle infrazioni si attestava a 117 ed essere scesi sotto cento è un buon segnale. Proprio il 25 settembre la Commissione europea ha deciso di chiudere due procedure di infrazione a carico dell'Italia.
  Occorre proseguire su questa strada, rispettando i tempi di presentazione da parte dell'Esecutivo dei disegni di legge europea annuali, come previsto dalla legge n. 234 del 2012, che disciplina la partecipazione dell'Italia al processo normativo europeo. Gli ultimi due Governi hanno impresso una svolta alla tabella di marcia, dopo anni di ritardi cronici. Inoltre, la legge n. 234 del 2012 prevede espressamente la possibilità per il Governo di presentare nel secondo semestre dell'anno un nuovo disegno di legge di delegazione europea, qualora si rilevino ulteriori esigenze di adempimento degli obblighi derivanti dall'appartenenza dell'Italia all'Unione europea. Il Governo ha usato opportunamente questa facoltà, presentando proprio questo provvedimento per porre rimedio alla parte residua di pre-contenzioso e contenzioso e presiedere quindi il semestre europeo con il minor numero di infrazioni a proprio carico.
  A proposito di celerità, un anno per dare attuazione ad un provvedimento di legge, seppur complesso come quello della legge europea, è effettivamente troppo e va dato atto al Governo di aver fatto il possibile per dare piena attuazione alla legge n. 234. Occorre, tuttavia, che anche il Parlamento rispetti le tempistiche per una rapida conclusione del suo esame, evitando di caricare sul provvedimento esigenze estranee rispetto al contenuto proprio della legge europea, astenendosi dall'introdurre elementi che esulano dalla necessità di adempiere strettamente ad un obbligo comunitario.
  In considerazione della guida italiana del semestre italiano ed in seguito all'elezione del nuovo Parlamento europeo ed alla nuova composizione della Commissione europea, è di grande attualità il dibattito sul ruolo dell'Italia. La tradizione italiana, da sempre ispirata ad un forte europeismo, è oggi minata da un'idea di Europa che spesso non condividiamo e che non corrisponde all'aspirazione dei cittadini, un'Europa immersa in una crisi non solo economica, ma anche di valori, quelli fondanti e condivisi. Tuttavia, è proprio da coloro che, fino ad oggi, hanno governato l'Europa, è proprio con i Governi di destra e conservatori che sono state impresse politiche di pura austerità in modo quasi esclusivo. Questi soggetti oggi manifestano più di altri sentimenti antieuropei, che non possiamo condividere.Esiste un problema di deficit democratico all'interno dell'Unione europea, ancora troppo comunità di Governi e non di cittadini europei. Il metodo intergovernativo ha preso il posto del metodo comunitario. La forza egemone di alcuni Governi, di alcuni Stati membri cosiddetti rigoristi ha preso il posto di una visione comune europea realmente sovranazionale.
  La nostra aspirazione è per un'Europa che parli con la voce del Parlamento europeo, con la voce dei Parlamenti nazionali, ai quali il Trattato di Lisbona riconosce l'importante ruolo di interlocuzione nei confronti delle istituzioni europee e importanti prerogative in quanto espressione sovrana della volontà dei cittadini. All'interno di questa ampia visione dell'Europa, l'Italia, ad oggi, ha sempre rispettato i Trattati, a differenza di altri Paesi. Noi chiediamo il rispetto di questi Trattati e la Commissione europea deve impegnarsi per essere effettivamente garante del loro rispetto.
  Bene la stabilità, ma anche e soprattutto impegno per la crescita ed è in questo senso e in questa visione che, come PD, riconosciamo e rivendichiamo il ruolo dell'Italia in Europa.