Dichiarazione di voto
Data: 
Mercoledì, 19 Giugno, 2024
Nome: 
Elly Schlein

A.C. 1665

Signor Presidente, signor Ministro, onorevoli colleghe e colleghi, oggi si consuma il secondo atto di un vergognoso scambio sulla pelle delle italiane e degli italiani. Ci avete tenuto qui, per tutta la notte, per cosa? Con quale urgenza, se non quella - lo abbiamo capito ascoltando adesso il vostro intervento - di ottenere lo scalpo del Sud appena prima dei ballottaggi, per meri fini elettorali? Il premierato per Fratelli d'Italia, lo avete detto, e l'autonomia differenziata per la Lega. Un cinico baratto che indebolisce la democrazia e spacca un Paese che, invece, ha bisogno di essere ricucito.

In 24 ore avete attaccato la Costituzione e colpito la coesione e l'unità nazionale del nostro Paese. Lo fate con due riforme in apparente contraddizione tra loro, l'una che concentra tutti i poteri in mano al Capo del Governo, l'altra che vuole dare più autonomia alle regioni, ma che, in realtà, sono figlie della stessa legge, la legge del più forte. Quella per cui decide uno solo, quella per cui chi è già più avanti potrà correre. Quelli che, invece fanno più fatica rimarranno ancora più indietro, rimarranno sempre più indietro, magari abbandonati a terra, sul ciglio della strada, magari senza un braccio che ti ha portato via un macchinario, come accaduto ad un bracciante a Latina, mentre lo sfruttavano per pochi euro al giorno, sotto il sole cocente e senza diritti.

Non ci sono lavoratrici e lavoratori di serie B, mentre voi, con questo voto, sancite definitivamente che esistono cittadine e cittadini di serie A e di serie B, a seconda della regione in cui nascono, e noi non lo accettiamo. Non si è mai vista una sedicente patriota spaccare in due il Paese con questa autonomia differenziata, fatta senza un euro, senza un euro, per aumentare le diseguaglianze che il Sud e le aree interne di questo Paese hanno già pagato fin troppo. Mettetevelo in testa, non c'è riscatto per l'Italia senza il riscatto del Sud. Un'autonomia, Ministro Calderoli - mi rivolgo a lei tramite il Presidente -, senza mettere un euro, senza fissare e senza finanziare i livelli essenziali di prestazione, senza neanche provare a nascondere che si tratta ancora dell'antico disegno secessionista della Lega, cui Fratelli d'Italia si piega.

A questo punto, colleghi, suggerirei che cambiaste il vostro nome in “Brandelli d'Italia” oppure “Fratelli di mezza Italia”, visto che la state spaccando. Vergogna! Come si fa a non capire che, senza definire e finanziare i livelli essenziali delle prestazioni, non si chiama autonomia, ma si chiama secessione. La qualità dei servizi va garantita a tutti i cittadini su tutto il territorio nazionale, senza differenze tra Nord, Centro e Sud. Non accettiamo l'idea che il tuo destino sia segnato per sempre dal luogo e dalla famiglia in cui nasci.

È la più grave violazione dell'articolo 3 della nostra Costituzione, che parla di rimuovere gli ostacoli che voi state aumentando consapevolmente, quell'articolo che parla di eguaglianza. Non accettiamo che un bambino nato a Reggio Calabria abbia 5 anni di aspettativa in meno rispetto a un bambino che nasce a Bologna. Questa riforma va raccontata per quello che fa, limitare i diritti fondamentali delle persone, rendere più difficile l'accesso alla sanità pubblica, che state già tagliando, al trasporto pubblico locale, su cui il vostro Ministro non ha messo un euro per i comuni, e anche sulla scuola pubblica, che è la prima grande leva di emancipazione sociale, e la state spezzando.

Per inciso, non vogliamo più sentire un Ministro della Repubblica dire che bisogna ridurre il numero di stranieri nelle classi, perché nelle classi non ci sono italiani o stranieri, ci sono bambine e bambini che hanno un uguale diritto a un'istruzione di qualità, come dice la Costituzione. Oggi la destra approva un disegno innanzitutto antistorico, e lo fa di notte, lo ha fatto durante questa notte, forse perché in fondo si vergogna. Il PNRR ci dava la possibilità di ridurre i divari e le diseguaglianze, la vera emergenza di questo Paese.

State smantellando la sanità pubblica con i vostri tagli. La Fondazione GIMBE autorevolmente avverte che questa autonomia differenziata rischia di essere il colpo di grazia sulla sanità pubblica, e invece bisognerebbe portare la spesa sanitaria alla media europea del 7,5 per cento del PIL, come chiediamo in una nostra proposta di legge, sbloccare le assunzioni e abbattere le liste d'attesa. Ogni anno, già così migliaia di persone sono costrette a migrare dal Sud per curarsi negli ospedali del Nord. E parliamo di un disegno ingiusto, perché consentire che in Italia gli insegnanti del Sud possano essere pagati meno dei loro colleghi del Nord è un colpo all'unità nazionale e all'uguaglianza nel nostro Paese.

Ma questo, infine, è anche un disegno sconveniente, ve lo dice persino Confindustria. State mettendo a rischio la sicurezza energetica del nostro Paese con 20 diverse politiche energetiche. Non vi rendete conto di quello che accade a livello internazionale? Non dovremmo spingere insieme per una politica energetica comune dell'Unione europea, anziché aumentare la frammentazione, che rischia di condannarci all'irrilevanza rispetto ad altre grandi potenze? E voi, che richiamate spesso, e anche a sproposito, la questione del consenso popolare, come fate a non vedere che una settimana fa è successo qualcosa.

Nel collegio meridionale abbiamo visto un voto che ha nettamente bocciato l'autonomia differenziata, prendetene atto. Ve lo dice il Partito Democratico, primo partito al Sud nelle elezioni della scorsa settimana, ma ve lo dice anche un pezzo importante dei vostri amministratori locali, che oggi avete deciso di scaricare platealmente. La verità è che noi ci troviamo dinanzi al Governo più antimeridionalista della storia repubblicana, lo abbiamo visto in poco più di un anno e mezzo.

Avete stralciato le misure di contrasto alla povertà; lo avete affossato, ma noi continueremo a batterci con le altre opposizioni per una misura di civiltà come il salario minimo, perché sotto i 9 euro all'ora non è lavoro, è sfruttamento e non deve essere legale; avete tagliato il Fondo perequativo infrastrutturale; avete bloccato gli FSC e oggi date il colpo di grazia con questa riforma.

Parlate tanto di immigrazione e non vedete l'emigrazione di tanti giovani che con i contratti così precari che state aumentando e con i salari così bassi vanno altrove per costruirsi un futuro dignitoso. Per tutte queste ragioni, come abbiamo fatto ieri sera in una meravigliosa piazza Santi Apostoli, gremita di partecipazione, noi opposizioni insieme lavoreremo per fermare questo sfregio all'unità nazionale.

E abbiamo una ragione di più per farlo, visto il clima crescente di violenza verbale e fisica che abbiamo visto in Parlamento e nel Paese, quando avete intimato alla nostra capogruppo Chiara Braga di stare zitta, quando avete fatto un'aggressione squadrista ai danni del deputato Donno, a cui va tutta la nostra solidarietà, quando abbiamo visto, in un'inchiesta di Fanpage, i saluti romani e addirittura i saluti nazisti fatti dalla giovanile del partito di Giorgia Meloni. Stiamo ancora aspettando che dica una parola e che prenda un provvedimento per cacciare queste persone dal suo partito .

Lo abbiamo visto, e mi rivolgo, tramite lei, Presidente, all'onorevole Molinari, che ho ascoltato, quando voi, e non altri, avete rivendicato in quest'Aula, per 3 volte, il simbolo della Xa Mas, e lo avete fatto anche durante la campagna elettorale. Ma non è tutto, perché ci avete anche spiegato che è peggio cantare Bella ciao. Allora, colleghe e colleghi, vorrei essere chiara qui dentro: noi non potremmo essere seduti in quest'Aula e neanche intervenire in quest'Aula se non ci fosse stata Bella ciao e la lotta di liberazione dei partigiani, delle staffette e degli alleati. Questa dovrebbe essere la base comune in cui tutte e tutti ci riconosciamo in quest'Aula. I veri patrioti sono loro, mentre voi spaccate l'Italia. Il Paese e la storia vi giudicheranno per il voto che state esprimendo. Potrete farvi forti dei vostri numeri in quest'Aula, ma noi continueremo a opporci in tutto il resto del Paese, come abbiamo fatto ieri sera in quella piazza tutte e tutti insieme. Le cose possono cambiare e cambieranno, statene certi, perché stiamo arrivando.