Discussione generale
Data: 
Lunedì, 29 Aprile, 2024
Nome: 
Marco Sarracino

A.C. 1665

Grazie, Presidente. Vorrei partire da una considerazione: oggi non è un bel giorno per l'Italia. Ministro, oggi non è un bel giorno per l'Italia. Però, Presidente, questo è anche il giorno in cui finalmente emerge con forza la verità, si fa chiarezza. Oggi è il giorno in cui questo Parlamento si dividerà tra chi, come noi, vuole difendere l'unità e la coesione del nostro Paese, e chi non vuole farlo.

Diciamocelo francamente, oggi è il giorno in cui quest'Aula approva il peggiore disegno di legge di questa legislatura, il più identitario, il più pericoloso, credo addirittura un disegno antistorico. Non solo perché, come ricordato dai colleghi della Lega prima, concepito in un altro tempo, ma perché, se da un lato il PNRR ci dava la possibilità di diminuire i divari, voi, con questo provvedimento, aumentate nei fatti le disuguaglianze che nel nostro Paese hanno raggiunto già livelli che non sono più accettabili dal punto di vista etico.

E allora, come ci dice anche Bankitalia, se nel nostro Paese il 5 per cento della popolazione detiene il 46 per cento della ricchezza nazionale, qualsiasi Governo, di destra o di sinistra, dovrebbe porsi il tema di ridurre quelle disuguaglianze come una priorità assoluta, e invece voi state mettendo su questo disegno di legge. Dopodiché, Presidente, noi in queste settimane abbiamo tenuto alcune audizioni che hanno totalmente distrutto l'impianto di questo disegno di legge.

Presidente, quest'Aula non merita di ricordare le parole con cui il Ministro Calderoli ha apostrofato importanti costituzionalisti, economisti, industriali, sindacalisti, personalità la cui unica colpa è stata proprio criticare questo disegno di legge, personalità la cui unica colpa è stata solo dire ciò che pensano. Ma noi oggi, esattamente come loro, vogliamo raccontare al Paese e al Ministro perché questo disegno non conviene a tutta l'Italia, non soltanto a una parte dell'Italia, non conviene al Nord e non conviene al Sud.

A chi lo sostiene, invece, con forza chiediamo delle spiegazioni, perché, ad esempio, Presidente, in tutte le audizioni, in tutti i lavori di Commissione e anche nella giornata di oggi finora nessuno ci ha spiegato come si possa solo pensare di far competere il nostro Paese nel mondo con 20 politiche energetiche differenti. Voi ci dovete spiegare come pensate di far competere il nostro Paese così, ma nessuno di voi vede quello che purtroppo accade alle porte dell'Europa. Ma vi rendete conto che con questa scelta mettete a rischio la sicurezza energetica del nostro Paese?

Per non parlare di quello che accadrà al nostro sistema sanitario nazionale: continuando a colpire e a tagliare la sanità al Sud, sempre più persone, Ministro, saranno costrette ad emigrare al Nord per curarsi, allungando quindi anche le liste d'attesa del Nord, e ledendo, dunque, il diritto alla cura anche dei cittadini di quelle regioni, ve lo ha spiegato benissimo la Fondazione Gimbe in audizione. Ma questo, Presidente, è soprattutto per noi un provvedimento ingiusto, perché è gravissimo quello che state per fare alla scuola pubblica del nostro Paese, dove, da domani, noi rischieremo di avere programmi differenziati, concorsi differenziati tra regione e regione, ma soprattutto avremo gli insegnanti del Sud o delle aree interne di questo Paese pagati meno dei loro colleghi del Nord o delle città metropolitane.

Ma vi rendete conto un attimo di quello che state per fare? Vi rendete conto che state stabilendo per legge che nel nostro Paese i diritti e le opportunità di un cittadino dipenderanno dal luogo in cui si ha la fortuna o la sfortuna di nascere? Vi rendete conto che state sancendo per legge che da domani dovranno esistere in questo Paese cittadini di serie A e cittadini di serie B?

E allora noi, Presidente, chiediamo a questo Governo di fermarsi, anche se siamo ben consapevoli che non succederà nulla, che non lo farete. Voi non vi fermerete perché, in realtà, con questo disegno di legge emerge la precisa idea del Paese che ha la Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, che a parole, in campagna elettorale, dice come al Sud occorrano infrastrutture di cittadinanza, e poi, con i fatti, taglia 3,5 miliardi di euro dal Fondo perequativo infrastrutturale. Risorse che servivano a che cosa? Ai nostri ospedali, alle nostre strade, alle nostre ferrovie, alle nostre reti idriche.

Questa è l'idea della destra italiana, che fa la morale sulla responsabilità agli amministratori del Mezzogiorno, come emerso anche prima, e poi consente, senza dire nulla, che la spesa pubblica per un cittadino del Nord sia di 19.000 euro l'anno, mentre per un cittadino del Sud di 13.500. Altro che partire tutti dallo stesso livello! Voi della destra vi scagliate contro i poveri, togliendo loro il reddito di cittadinanza, ve la prendete contro i lavoratori sfruttati e sottopagati, affossando il salario minimo, prendete in giro le imprese, promettendo la ZES, ma non stanziate le risorse necessarie e adeguate, fate il bello e cattivo tempo sui fondi di sviluppo e coesione, come se fossero una vostra gentile concessione, non un diritto delle cittadine e dei cittadini di questo Paese.

Ma cosa vi hanno fatto i cittadini del Sud per meritare tale trattamento da parte vostra? Cosa hanno fatto? Presidente, almeno oggi, finiamola con le prese in giro. Basta con questa storia, che ogni tanto raccontate, autocelebrandovi, per cui sarete i primi a passare alla storia perché determinerete i livelli essenziali delle prestazioni per tutto il territorio nazionale. Diciamo basta perché ve lo stiamo raccontando e spiegando da mesi: il tema non è determinare i livelli essenziali delle prestazioni, il tema è garantire i livelli essenziali delle prestazioni, cioè finanziarli, cioè metterci i soldi.

Ministro, ci può spiegare da dove prendete i soldi? Come garantirete per tutto il Paese i livelli essenziali delle prestazioni? C'è qualcuno oggi che ce lo può dire? E allora, se proprio nessuno ci vuole rispondere, se nessuno vuole rispondere al Partito Democratico, alle forze di opposizione, rispondete ai vostri amministratori, che chiedono - ve lo possiamo assicurare e voi lo sapete bene - esattamente la stessa cosa, come dimostra il documento del consiglio regionale della Calabria. Ascoltate almeno loro, il presidente della regione Calabria non è un iscritto del PD, è un iscritto di Forza Italia, e quel consiglio regionale ha votato con tutte le forze dell'attuale maggioranza.

Infine, Presidente, non posso non parlare, e chiudo, di un episodio grave, accaduto mercoledì scorso, mentre esaminavamo proprio questo provvedimento. Credo si sia verificata la pagina più brutta di questa legislatura, perché noi delle opposizioni avevamo messo sotto, come si dice in gergo, la maggioranza a causa dell'assenza di un partito in particolare, forse quello che più di tutti doveva essere interessato affinché i lavori andassero bene, la Lega, che, evidentemente, era altrove.

La maggioranza finisce sotto su un emendamento a questo provvedimento, ma, come chi, mentre sta perdendo la partita, prende e porta via il pallone, così voi, con un atto di arroganza e prepotenza, avete fatto ripetere dopo 2 giorni quel voto. Un episodio, Presidente, vergognoso, dal quale però emerge la vostra idea di democrazia. Diciamo che ci avete fornito un piccolo antipasto di quello che sarà il premierato, mettiamola così, anche perché uno dei problemi di questo provvedimento è proprio la marginalità e la mortificazione con cui trattate quest'Aula e questo Parlamento.

Ma la verità è anche più profonda, ed è che voi, attraverso le istituzioni, esercitato il potere come una clava contro tutti quelli che vi si oppongono. Altro che patrioti, Presidente! Oggi i patrioti, con l'autonomia differenziata, distruggono la patria, oggi i patrioti distruggono l'Italia. Ma dove sono i parlamentari del Sud eletti dalla destra italiana? Ma non sentono la responsabilità di votare un provvedimento che condanna il Mezzogiorno ad una condizione di irreversibilità economica e sociale?

Ma cosa direte, cosa diranno a quelle migliaia di ragazzi che ogni anno sono costretti ad andare via in cerca di un futuro migliore altrove? Ma cosa diranno a quegli italiani a cui viene negato il diritto alla cura nei luoghi in cui vivono? Ma cosa diranno a quelle imprese che non trovano più lavoratori perché in alcune aree interne del Sud non vi è rimasto praticamente più nessuno?

Presidente, altro che autonomia! Come abbiamo visto in quella triste scena al Senato in cui i senatori della Lega sventolavano la bandiera con il Leone di San Marco, qui qualcuno non vuole l'autonomia, diciamoci la verità, qui qualcuno ha voglia di secessione - chiamiamola con nome e cognome - e questa cosa è una vergogna (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista)! È una vergogna perché vi state assumendo la responsabilità non solo di spaccare l'Italia ma anche di tradire i sogni, le ambizioni e le speranze del nostro Paese! Ma noi del Partito Democratico ve lo ricorderemo per sempre: l'Italia è una e indivisibile e resterà tale nonostante voi, fatevene una ragione.