Discussione generale
Data: 
Lunedì, 29 Aprile, 2024
Nome: 
Irene Manzi

A.C. 1665

La ringrazio, signora Presidente. Inizio questo mio intervento, prendendo a prestito queste parole: “Voi dunque avete dovere d'educarvi per quanto è in voi, e diritto a che la società alla quale appartenete non v'impedisca nella vostra opera educatrice, v'aiuti in essa e vi supplisca, quando i mezzi d'educazione vi manchino. La vostra libertà, i vostri diritti, la vostra emancipazione da condizioni sociali ingiuste (…) dipendono dal grado di educazione che vi è dato raggiungere (…). L'educazione è il pane delle anime vostre”. Ecco, ho voluto prendere a prestito le parole che Giuseppe Mazzini scrisse ne “I doveri dell'uomo” a beneficio dei 4 o 5 - Ministro incluso - deputati della maggioranza che sono qui presenti, proprio per ricordare, nel giorno in cui arriva in Aula quella riforma, quel disegno di legge sull'autonomia differenziata che rischia di trasformare l'Italia in uno Stato Arlecchino, il valore non solo dell'unità, attraverso figure come quella di Mazzini, ma il valore dell'unità associato all'istruzione e all'educazione. Non è un caso, infatti, che siano state proprio l'istruzione e l'educazione, nel momento in cui si compiva l'unità d'Italia, quegli elementi che i legislatori nazionali - in questo caso, con la legge Casati del 1859 - videro come elementi in grado davvero di favorire in qualche modo la creazione degli italiani, come elementi in grado di creare, di fronte a un tasso di analfabetismo elevatissimo e di fronte alla difformità dei sistemi di istruzione dei tanti Stati che avevano composto l'Italia, un'Italia unita.

Bene, potrebbe ignorare tutto questo e il valore dell'istruzione certamente il Ministro Calderoli - fa finta, per meglio dire, di ignorarlo - che, in occasione delle celebrazioni per il centocinquantesimo anniversario dell'unità d'Italia, ricordò che avrebbe disertato le celebrazioni di quella che considerava una festa inutile, perché era troppo impegnato a costruire il federalismo. Oggi sembra essere riuscito a costruire quel percorso e la cosa interessante da notare è che lo fa proprio grazie alla collaborazione di colleghi - penso in particolar modo ai colleghi di Fratelli d'Italia - che, invece, fanno riferimento all'unità nazionale, al valore del Risorgimento e a figure come Goffredo Mameli che - voglio ricordare - morì proprio qui a Roma per la difesa di un'idea di Stato nazionale e, in questo caso, unitario. Quei colleghi hanno assistito muti nello scorso gennaio allo sventolare della bandiera di San Marco al Senato, quella bandiera, pensate un po', per cui il napoletano Alessandro Poerio diede la vita nel 1848, in difesa di uno Stato che, anch'esso, inseguiva l'unità d'Italia.

C'è un motivo, però, per cui si crea questa strana alchimia, questa strana alleanza tra gli opposti, e c'è una parola che la definisce: baratto. Si tratta del baratto tra l'autonomia differenziata e il Premierato, un combinato letale, in questo caso, che manomette proprio dall'interno la Costituzione, figlia di quella resistenza plurale e vitale, di quella resistenza antifascista con cui una parte significativa di questa maggioranza, purtroppo, ancora non riesce a fare i conti. La Costituzione antifascista, all'articolo 3, all'articolo 33 e all'articolo 34, individua proprio l'eguaglianza e l'istruzione tra i suoi valori fondamentali e ha orientato in questi anni il lavoro del legislatore, non riuscendovi purtroppo fino in fondo. Tante sono infatti le diseguaglianze che anche in tema di istruzione vediamo all'interno del nostro Paese. Verrebbe da dire, come ha ricordato lo Svimez in un cortometraggio: un solo Paese e due scuole diverse tra Nord e Sud. È un racconto che attraversa il Nord e il Sud, ma anche il centro e la periferia, che percorre in orizzontale e in verticale il nostro Paese, come ben racconta - consiglio al Ministro di vederlo, come ai componenti della maggioranza - un bel film, ancora nelle sale, di Riccardo Milani, dedicato proprio all'istruzione nelle aree interne del Paese, al valore importante che quell'istruzione, a invarianza finanziaria, in questo momento dovrebbe garantire. Anziché occuparvi di un'emergenza nazionale, cioè i divari territoriali evidenziati dai dati della dispersione scolastica, che già in Italia è superiore alla media europea e che nel Mezzogiorno è addirittura doppia rispetto alla media italiana, voi assegnate alle regioni la possibilità di intervenire e di legiferare in materia di istruzione. Voi regionalizzate di fatto l'istruzione. Badate bene, quella semplice formula, quelle norme generali in materia di istruzione in realtà contengono moltissimo, un mondo, mi verrebbe da dire.

Contengono, infatti, lo status giuridico del personale scolastico, la disciplina dell'obbligo scolastico, i criteri di formazione delle classi, l'integrazione degli alunni con bisogni educativi speciali, la prevenzione dell'abbandono e il contrasto all'insuccesso scolastico. Voi fate tutto questo a invarianza finanziaria. Mi giungono spontanee alcune domande. Le faccio al Ministro e, per suo tramite, Presidente, le faccio alla maggioranza: a invarianza finanziaria, come pensate di poter assicurare un diritto essenziale come quello alle mense scolastiche a tutti i bambini e alle bambine, ai ragazzi e alle ragazze all'interno del Paese? Come pensate di assicurare più tempo-scuola, più asili nido ai bambini e alle bambine? Come pensate di intervenire in materia di edilizia scolastica, quando il tema della sicurezza all'interno delle scuole è un tema nazionale di urgente e immediata richiesta? Come pensate di assicurare - nonostante il Ministro Valditara spesso si occupi dell'autorevolezza dei docenti - stipendi più elevati al corpo docente? Su questo sono in grado di rispondermi da sola perché voi siete quelli che, tramite il Ministro Valditara, avete sostenuto il valore e l'importanza delle gabbie salariali, quindi della distinzione degli stipendi tra i docenti del Nord e del Sud. Avremo, per esempio, classi differenziali, come ha sostenuto lo stesso Ministro, per studenti con background migratorio o anche per studenti con handicap e con disabilità, come qualcuno ha ventilato proprio in queste ultime ore? Colleghi, se voi aveste davvero la consapevolezza di quello che state mettendo in moto, di quello che state per realizzare la vostra coscienza dovrebbe imporvi di fermarvi. Voi state mettendo in atto un nuovo centralismo regionale che tra l'altro mette pericolosamente a repentaglio proprio la libertà di insegnamento e l'autonomia scolastica. I sostenitori delle autonomie locali condannano al fallimento l'autonomia scolastica. Sembra un bel paradosso, sembrerebbe un titolo anche abbastanza giusto. Quell'autonomia a cui il Ministro Valditara, devo dire, è abbastanza restio a riconoscere valore e importanza in realtà avrebbe bisogno di risorse, di mezzi e di strumenti per essere attuata, quelle risorse e quegli strumenti e quei mezzi che ahimè siete proprio voi in realtà a negare. Questo però non mi meraviglia perché è una delle tante contraddizioni che vi caratterizzano. Siete quelli del dimensionamento scolastico che toglie ancora una volta le autonomie e centralizza tra l'altro gli istituti scolastici ma, allo stesso tempo, siete quelli dell'autonomia differenziata, siete quelli che a parole sostengono il valore dell'istruzione ma poi, guarda caso, in legge di bilancio dimenticano di stanziare misure, risorse, progetti e programmi rispetto all'istruzione stessa. Mentre il Ministro Valditara e il Ministro Sangiuliano sono impegnati a costruire un nuovo pantheon culturale per la destra, in realtà voi vi dimenticate del tutto del futuro del nostro Paese e, in particolare, del futuro delle generazioni più giovani del nostro Paese. Questo ha una motivazione e una spiegazione abbastanza semplice, cioè che quel futuro a voi non interessa, in realtà. Non vi interessa la coesione sociale e umana che passa proprio attraverso la scuola e che va garantita, al Nord e al Sud, a tutti i bambini e le bambine del nostro Paese. Non vi interessano le opportunità che andrebbero garantite loro, i diritti fondamentali che dovrebbero essere loro riconosciuti. Voi con questa riforma state togliendo il futuro ai vostri figli, colleghi, e lo state facendo mortificando, come avete fatto nelle scorse ore, il ruolo del Parlamento, solo per sventolare un vessillo nelle prossime elezioni europee. Ve lo hanno chiesto i sindacati, ve lo hanno chiesto giuristi ed esperti, ve lo ha chiesto la stessa Conferenza Episcopale: fermatevi, colleghi, siete ancora in tempo. Regionalizzare l'istruzione significa infatti andare ad incrinare e a toccare il principio di eguaglianza che dovrebbe essere l'urgenza indifferibile con cui ognuno di noi in queste istituzioni e in questo luogo si dovrebbe confrontare ogni giorno. Come giustamente ricordava il collega Mari poco fa, voglio citare anch'io Piero Calamandrei che ricordava come la scuola sia un organo costituzionale che è al centro di quel complesso di organi che formano la Costituzione. È un organo fondamentale che riesce sempre a dare peso a chi non ne ha, a garantire il valore dell'eguaglianza e delle pari opportunità, a trasformare i sudditi in cittadini, che è la cosa più importante e più significativa. Solo la scuola questo può compierlo e proprio per questo io, colleghi, vi chiedo solennemente, ci provo, in quest'Aula di fermarvi. Vi chiedo di fermarvi perché, vedete, le competizioni elettorali e le competizioni europee, che sono importanti e significative nonostante qualcuno, dai manifesti elettorali, occhieggi dicendo che vuole più Italia e meno Europa, passano ma l'interesse nazionale e l'unità del nostro Paese dovrebbero restare e dovrebbero essere a cuore a ciascuno dei componenti di questa Assemblea.