Discussione sulle linee generali
Data: 
Giovedì, 17 Dicembre, 2015
Nome: 
Miriam Cominelli

A.C. 2093-B

 

Colleghe deputate e colleghi deputati, Presidente, signori del Governo, mai come in quest'ultimo anno l'ambiente è stato al centro del dibattito, non solo italiano, ma internazionale, grazie alla COP21 di Parigi, ed al centro del dibattito non solo politico, ma pubblico, grazie anche all'appello alla cura della «casa comune», fatto dal Papa con la sua ultima enciclica.  La nostra percezione dell'ambiente si è evoluta: dal pensarlo risorsa infinita da usare e gettare, siamo passati attraverso tragedie come quella di Seveso, di cui il prossimo anno ricorre il quarantennale, sviluppando la nostra coscienza ambientale ed arrivando a considerarlo come un bene da tutelare ed oggi qualcosa più di questo. 
Per fare un esempio, pensiamo alla nostra gestione del territorio: siamo passati da una fase in cui lo abbiamo riempito di costruzioni ad una in cui non si voleva intaccare nulla dei suoi elementi verdi, fino a quella odierna, in cui un bosco verticale entra nel centro di Milano grazie ad un grattacielo. 
Oggi la vera sfida per una politica che non voglia solo inseguire la cronaca, ma che, invece, voglia segnare un percorso per l'oggi e per il futuro è superare quei ragionamenti a comparti stagni, che intendono la tutela dell'ambiente in maniera difensiva, percependola come un intralcio al progresso economico, un aiuto alla salvaguardia delle persone o poco più. 
Il legame intrinseco fra ambiente, economia e società ha dovuto aspettare forse troppo tempo per essere riconosciuto ed oggi necessita di passi avanti ulteriori che aiutino ad accentuare l'importanza risolutiva economica e sociale di politiche ambientali virtuose, in particolare in un momento di crisi economica e sociale come quello di oggi. Questa legislatura sta cercando di fare questo: di cambiare passo. Con i provvedimenti approvati o in discussione si sta definendo una road map ambientale che segue due binari fondamentali. Il primo riguarda il controllo e la tutela del territorio, con norme attese da anni, come quella sugli ecoreati o quella sul riordino delle agenzie ambientali, la cui approvazione colgo l'occasione di sollecitare ai colleghi senatori. Il secondo, invece, riguarda la valorizzazione e la promozione di uno sviluppo che sia green non soltanto a parole e che cominci a tracciare un percorso organico in tal senso. 
Si tratta di un percorso per un Paese, che ha già segnato delle tappe importanti evidentemente, visto che una su quattro delle imprese italiane dell'industria dei servizi ed una su tre dell'industria manifatturiera hanno deciso di investire in prodotti e tecnologie green, ricavandone notevoli benefici. Il provvedimento che può cominciare a tracciare questo percorso è proprio il collegato ambientale: una norma articolata, che si è arricchita via via nei passaggi tra Camera e Senato e che si compone di parti che, da un lato, vogliono modificare in meglio quello che c’è già. Penso, ad esempio, per quanto riguarda i rifiuti, alla partita sugli obiettivi di raccolta differenziata, resi più ambiziosi ed appetibili da raggiungere grazie ad incentivi sulla tassazione, od ancora alle disposizioni per favorire la riduzione della produzione dei rifiuti ed a quelle per favorire, ad esempio, la tecnica del compostaggio. 
Dall'altro lato, poi, compito del collegato è anche creare nuove vie propositive. Penso, ad esempio, a tutta la parte riguardante il green public procurement, gli acquisti verdi delle amministrazioni pubbliche, alla qualificazione ambientale, poi, dei prodotti e dei sistemi produttivi locali dei distretti industriali e delle filiere che caratterizzano il sistema produttivo nazionale. 
E se il tema vero è decidere come agire oggi, avendo ben chiaro un progetto per il domani, fondamentale è, quindi, l'importanza di uno strumento come la strategia nazionale per lo sviluppo sostenibile, che con questo provvedimento si vuole rendere finalmente operativa. Molti e diversi sono i temi affrontati, la maggior parte dei quali è frutto anche del recepimento di direttive o di documenti che ci vengono dall'Europa, in questo caso, finalmente, non dispensatrice di sanzioni, ma, invece, supporto alla nostra crescita verde. 
In conclusione, Presidente, per usare una metafora, possiamo dire che se vogliamo chiudere definitivamente la porta della logica dell'emergenza utilizzata per la risoluzione dei problemi, così tristemente frequente nel nostro Paese, soprattutto in ambito ambientale – pensiamo, ad esempio, ai soldi e alle risorse spese nella regione Campania per l'emergenza rifiuti, a causa anche di una inadeguatezza pagata dai cittadini rispetto alla classe dirigente –, e se vogliamo, invece, aprire quella porta della logica della pianificazione per la prevenzione dei problemi, il collegato ambientale è sicuramente la chiave giusta per farlo ed è venuto il momento di usarla.