Discussione sulle linee generali
Data: 
Lunedì, 13 Giugno, 2016
Nome: 
Ileana Argentin

 A.C. 698-B ed abbinate

Presidente, Governo, colleghi, partirei con il ringraziare la relatrice ed il mio gruppo di appartenenza. Difficilmente parlo del PD, ma credo che questa volta vada riconosciuta a questo partito un'attenzione e una voglia di cambiare le cose, di dare risposta alle persone più fragili, che si è vista in tutti i partiti ma non con la stessa sensibilità ed attenzione. 
In particolare, credo che da anni, da sempre continuiamo a ribadire che l'importanza è ricordare chi ha meno forza per gridare, per dare voce ai propri bisogni. Ieri, Papa Francesco, nel Giubileo del disabile, ha detto una gran cosa, secondo me, delle parole meravigliose, cioè che in un'epoca in cui il corpo e la perfezione del corpo è quello che conta, chi non è così viene messo da parte (Applausi delle deputate Miotto e Cinzia Maria Fontana). Noi non l'abbiamo fatto. Noi del PD e l'intera Commissione affari sociali abbiamo creduto ancora una volta che le cose possono cambiare. Noi non abbiamo dimenticato i gravissimi, non abbiamo dimenticato soprattutto i genitori, perché questa legge, per chiunque non l'abbia capito, secondo me – lo dico con umiltà ma con piena convinzione –, è una legge rivolta al supporto delle famiglie, il disabile ne è una conseguenza. Cioè, noi cerchiamo di dare una risposta vera e concreta al disabile grave ma puntando anche sulla necessità di dare serenità e continuità a tutti gli sforzi che i genitori negli anni hanno fatto per supportare delle vite bellissime ma complesse, faticose e pesanti. 
Quando si immagina un disabile, ci si immagina sempre uno in carrozzina biondo con gli occhi azzurri che magari ha avuto un incidente. Per carità di Dio, è tutta un'altra storia ! Ben venga il disabile – e non vorrei certo aprire qui una guerra fra i vari tipi di disabile –, ma il disabile vero è quello che non si autodetermina, è quello che non ha la forza fisica per alzarsi la mattina dal letto, per fare pipì; e tutto questo a noi fa un po’ paura; abbiamo paura delle proiezioni di come si può diventare o non diventare... Tranquilli, nessuno diventerà disabile, però rispondiamo ai bisogni dei disabili, non dimentichiamoli. Perché, per una protesta politica, qualcuno dice «no» alla disabilità e «no» al «dopo di noi» ? Ciò perché comunque protestare ha un senso ? È chiaro che non c’è un consenso generalizzato, perché da sempre ogni persona è diversa dall'altra e ognuno immagina un «dopo di noi» diverso dall'altro. 
Ma noi abbiamo fatto un grandissimo sforzo – e io ne sono grata alla relatrice – per cercare di mettere insieme le visioni diverse e i percorsi per raggiungere il dopo di noi che ci accomunano. Perché non vogliono riconoscere uno sforzo economico ? Togliere ad alcuni per dare ad altri è comunque una scelta politica importante, e io (tutti sanno che non sono una «renziana») voglio ringraziare Matteo Renzi, perché ha fatto una cosa speciale: non perché ha garantito i nostri diritti, ma perché ha fatto una cosa che nessun altro Premier aveva fatto, cioè ha deciso di fare un capitolo di bilancio, e 180 milioni di euro non sono bazzecole. E perché ha scelto i disabili e non i rom ? E perché ha scelto i disabili e non i poveri ? Per una sua attenzione, per una sua voglia di cambiate una cultura becera come quella che alcuni politici in quest'Aula hanno mostrato soltanto per il gusto di dire «no». Nella vita bisogna dire anche dei «sì» ! Il «sì» è una cosa importante quando si risponde a bisogni di chi – ripeto – non ha forza per gridare. 
Io sono in quest'Aula. e oggi vedete, ho anche la carrozzina e mi sono sollevata, perché sono molto felice, perché questa legislatura per me, ma credo per molte persone di questo Paese, potrebbe finire domani, quando si darà il voto finale. Elena ha fatto un lavoro gigantesco, la nostra relatrice, ma voglio dire anche la nostra sottosegretaria; ma quello che ci tengo a dire in modo più forte e più vero, è che Papa Francesco ieri, dopo aver detto quelle parole, ne ha dette altre molto belle, e cioè: la diversità è un patrimonio, cancellare le diversità vuol dire cancellare la possibilità di essere. 
Io sono Ileana Argentin, il deputato, quello handicappato: va benissimo, mi riconoscono, ha un senso, anche questo ha un senso; ma ci tengo a dire che sono Ileana Argentin, quella del PD, del Partito Democratico: quella disabile, ma quella del Partito Democratico, perché non è un caso che abbia scelto questo partito rispetto ad altri. Quando si dice che la disabilità è trasversale si dice una gran bugia, perché c’è chi monetizza e c’è chi dà risposte serie. Niente di più facile che istituire unvoucher sul «dopo di noi», dare ad un genitore 10 mila euro e dire: pensa te e fai quel che credi; ma non è così, lo Stato non se ne è lavato le mani, e Renzi non l'ha fatto. Così come non l'ha fatto la Ministra Boschi e tutto il Governo, in particolare la Biondelli e tutti i sottosegretari attenti a questo percorso. 
Non dico che siamo i migliori, siamo pieni di difetti, abbiamo fatto un sacco di «casini»; e mi scuso per questo termine, ma secondo me li facciamo costantemente e ogni giorno complichiamo la vita ad alcuni. Ma questa volta non l'abbiamo fatto, fatecelo dire una volta che non sbagliamo ! Abbiamo fatto un bel lavoro, e lo dico come disabile; ma vedete perché lo dico come disabile, perché ho una madre, un padre ed una sorella, e so che ancora oggi mia madre... Vi premetto che ho due lauree, che faccio il deputato, che ho Perché non c'era uno Stato, uno Stato attento, pronto. Ora c’è ! Ora c’è, e lo dobbiamo dire: c’è perché c’è Renzi; ragazzi, quando bisogna dirlo bisogna dirlo. Non c’è stato con Prodi, lo dico perché anche bisogna dirlo; non c’è stato con Berlusconi, che tagliava e spaccava e rompeva quel che ha potuto. E non ci sarà neanche domani, se noi non lo ricordiamo a tutti. 
La non autosufficienza non è stata toccata, è un capitolo di bilancio che è rimasto integro, ed è nato un nuovo capitolo di bilancio, che si occupa di quelli brutti, un po’ storti, ma sicuramente gran «fighi»: siamo noi. Grazie Renzi, grazie a questo Governo, e soprattutto pari opportunità per tutti: questa legge ci insegna come si fa.