Dichiarazione di voto
Data: 
Martedì, 15 Giugno, 2021
Nome: 
Rosa Maria Di Giorgi

A.C. 208​-783​-1382​-1608​-2218​-2294​-2996-A

Grazie, Presidente. Presidente, Ministro, onorevoli colleghi, la legge che votiamo oggi ha avuto un lungo iter, come avete capito da coloro che sono intervenuti e hanno già raccontato un po' quello che è successo sia dentro che fuori dal Parlamento e nasce da sei proposte depositate dai gruppi, quindi si capisce già da questo numero quanto sia stata sentita da tutte le forze politiche, quanto sia sentita come necessaria la riforma del reclutamento per università ed enti di ricerca. Il confronto con i mondi di riferimento è stato molto intenso e ha prodotto notevoli miglioramenti al testo, che è nato in un certo modo ed è diventato un'altra cosa. Un testo che si proponeva l'obiettivo ambizioso di intervenire con modalità innovative introducendo nuovi concetti, anche abbastanza estranei al mondo dell'università italiana nei processi di scelta delle persone all'interno dei nostri atenei e nei nostri centri di ricerca pubblici. L'obiettivo di questa legge è quello di rendere il sistema di reclutamento nel settore dell'alta formazione degli enti di ricerca più rispondente alle attuali esigenze dettate da un mondo in profonda trasformazione, che vede nell'eccellenza del sistema formativo e dell'innovazione il fulcro dello sviluppo del Paese. Scegliere chi farà parte di questo mondo nel prossimo futuro, garantire l'eccellenza e dare opportunità ai giovani che intendono dedicarsi alla ricerca e all'insegnamento nelle nostre università è, quindi, molto importante ed è questo il nodo di questo provvedimento. La sfida del PNRR è lì a dimostrarlo; sono previsti investimenti mai visti nel settore della ricerca e dell'alta formazione e i nostri atenei ed enti devono essere attrezzati con il personale giusto per poter stare al passo con quanto ci viene richiesto per rendere il nostro Paese competitivo, e non certo solo per i cinque anni del PNRR ma per il futuro che noi immaginiamo, a partire da questo PNRR. Quindi, già queste frasi che sto usando, Presidente, fanno intendere quanto, per noi del Partito Democratico, sia importante questo provvedimento e tutti i provvedimenti che si occupano di università e di ricerca scientifica, perché noi riteniamo questo un settore assolutamente strategico del nostro Paese e proviamo anche un po' di fatica a considerarlo un settore, perché riteniamo che sia davvero al centro di tutta l'iniziativa che deve esserci nei confronti del futuro, quindi è attraverso questo mondo che dobbiamo affrontare le nuove sfide. Il tema è quello di come sostenere e sviluppare le intelligenze - le chiamo proprio così - che determinano i cambiamenti culturali, sociali ed economici, e come dare il meglio in termini di percorsi formativi ai nostri giovani. Noi dobbiamo stimolare la loro intelligenza, creare nuove intelligenze attraverso nuovi saperi. Quindi, come garantire a questi giovani uno sbocco all'interno di università ed enti? Certo, pensiamo a giovani bravi, eccellenti, quelli che devono stare nelle nostre università e nei nostri enti di ricerca, e che saranno la punta di diamante per lo sviluppo della ricerca e dell'innovazione nel nostro Paese. Quindi, come fare a immettere negli atenei persone qualificate e preparate, e attraverso quale selezione? Di questo si occupa questa legge. Come garantire l'equità e la qualità nell'espletamento dei concorsi? Come rendere attrattive le nostre università e i nostri centri di ricerca (sempre per il tema, che qui è stato molto trattato, della cosiddetta fuga dei cervelli e della difficoltà che abbiamo a tenere le nostre eccellenze nelle nostre sedi di ricerca e nelle nostre università)? Per questo - Ministro, lei è qui e lo sa benissimo - sono necessarie risorse economiche e risorse umane. La finalità di questa legge è di rendere efficienti, trasparenti e adeguati i percorsi di reclutamento per avere e dare il meglio. Noi dobbiamo avere e dare il massimo, quindi competenza, qualità e selezione di merito: queste sono le parole chiave, queste le finalità di una legge che si propone di intervenire per affermare e dare valore al concetto proprio di qualità. Quindi quali sono gli strumenti che possono supportare questo cammino? Noi siamo molto coerenti, come Partito Democratico, e lo dimostriamo in ognuno dei provvedimenti che portiamo avanti, perché in tutti c'è una sorta di fil rouge che li lega, ossia noi poniamo al centro dell'azione lo sviluppo e l'innovazione, che sono impossibili da perseguire senza sistemi formativi adeguati. È la formazione importante e le persone devono essere il fulcro di questo, in questo caso chi impara e chi insegna. La formazione a cui pensiamo è quella che crea competenze e determina eccellenze, e lo sosteniamo in ogni segmento del sistema della conoscenza. In questi giorni stiamo lavorando al “decreto Sostegni-bis”. Nei nostri emendamenti noi proponiamo percorsi certi per la formazione di coloro che dovranno andare in cattedra e insegnare ai nostri studenti nelle scuole, e quindi, ancora di più, qui mi riferisco al provvedimento che stiamo trattando, che si occupa di coloro che saranno i futuri docenti: chi mettiamo dentro l'università? È importantissimo questo, e allora dobbiamo fare in modo di avere la possibilità di trovare i migliori, coloro che saranno i protagonisti del cambio di paradigma nello sviluppo sostenibile che stiamo perseguendo. Questi sono gli elementi centrali per comprendere; lo dico per i colleghi che non hanno lavorato su questo e che evidentemente si chiedono anche qual è la finalità delle leggi, laddove tutti noi che lavoriamo ai vari provvedimenti sappiamo bene quello che abbiamo messo dentro il provvedimento. Ecco, questo è ciò che questa legge vorrà fare e quindi è sostanzialmente un tassello importante, questa legge, per la realizzazione del PNRR. Quindi, ciò si inquadra perfettamente nel contesto coerente che stiamo tracciando per l'attuazione del Next Generation EU e risponde a quelle linee strategiche individuate nelle conclusioni del Consiglio europeo del 28 maggio scorso - Ministro, lei ha partecipato a questo - sullo spazio europeo della ricerca, testimoniando l'impegno del nostro Paese nelle linee guida tracciate dall'Unione europea. Nel merito, quindi, si tratta di un intervento mirato. Sono poche le modifiche, ma di forte impatto e voglio ricordarle qui, le due o tre più significative: non più il precariato a oltranza senza garanzie, ma carriere tracciate, con valutazioni periodiche e verifiche di competenza; periodi di fruizione di borse di ricerca e di assegni di ricerca da sei e per non più di 36 mesi. Questo è davvero innovativo e su questo io ringrazio molto - lo devo fare adesso - il collega Melicchio che, con grande pazienza, ha innestato tanti processi nella nostra discussione, così come il collega Bella; io riconosco a questi colleghi la paternità di tanta dell'innovazione che poi all'interno di questo provvedimento è stata posta e che nel dibattito è ovviamente diventata anche molto condivisa da noi tutti. Quindi, borse di ricerca, per cui anche questa flessibilità che è importante in entrata. Vi è poi la valorizzazione del dottorato di ricerca; questo l'avete già detto, ma forse non è stato detto che all'interno della pubblica amministrazione si valorizzerà - è proprio scritto in norma - il dottore di ricerca, con un punteggio. Ci sarà un punteggio nei concorsi, in modo tale che si possa valorizzare davvero questo percorso, che finora, forse, non è stato così supportato. Poi c'è la mobilità fra università ed enti di ricerca - mi sentite spesso parlare di questo, cioè di enti di ricerca -, quest'altro pezzo di mondo importante per l'innovazione e per il futuro del Paese. Finalmente si potrà andare a fare il professore universitario o il ricercatore in un ente di ricerca a seconda delle proprie attitudini.

Nello stesso tempo, si prevede - molto importante - la riserva del 30 per cento dei posti nei concorsi per ricercatori per chi ha trascorso periodi all'estero. Ho quasi concluso.

C'è poi la trasparenza e la partecipazione; non ne avete parlato, ma c'è questo portale che è molto importante perché garantisce a tutti di sapere, in tutta Italia, nelle 97 sedi universitarie e nei 20 enti pubblici di ricerca, quali sono i concorsi in essere e, quindi, a che cosa si può partecipare.

Appare chiaro che questo è un provvedimento che serve ed è utile. Poi, certamente, potremmo migliorarlo: sarà una delle caselle che indubbiamente sono pronte ad essere ulteriormente arricchite nel puzzle che stiamo cercando di creare per sviluppare bene il nostro Paese. Però, credo che questo sia stato un pezzo importante e che sia stato uno dei provvedimenti che in qualche modo va in una prospettiva coerente, come abbiamo visto.

Quindi, il lavoro del Parlamento - e ribadisco anch'io che è una legge di iniziativa parlamentare e quindi questo ci dà molta soddisfazione - con il lavoro del Governo credo che abbia prodotto un risultato davvero interessante. Per questo, con convinzione, dichiaro il voto favorevole del Partito Democratico.