Discussione generale
Data: 
Giovedì, 8 Luglio, 2021
Nome: 
Alfredo Bazoli

A.C. 3179-A​ e abbinate

Grazie, Presidente. Anche io farò una breve un breve commento su questo provvedimento, che arriva in Aula dopo un andamento - devo dire - un po' schizofrenico in Commissione, perché abbiamo fatto una lunga istruttoria, come di prammatica, e poi c'è stata una improvvisa accelerazione finale per concludere i lavori, figlia anche di un dissidio che si è creato in Commissione tra gruppi politici che volevano rivendicare la primogenitura su questo testo di legge e che ci ha costretto a un lavoro un po' affannato per arrivare in Aula oggi; quel dissidio ha portato a un testo unificato approvato in Commissione come testo base, ma che era un testo obiettivamente affrettato - era, diciamo la verità, un piccolo mostriciattolo giuridico perché metteva insieme proposte di legge che erano un po' confliggenti tra loro - e ci ha obbligato, quindi, a una grande rincorsa per riuscire ad arrivare in Aula oggi, una grande rincorsa che ha visto la collaborazione di tutti i gruppi parlamentari, perché penso che questo sia stato riconosciuto da tutti, e anche una regia accurata e assolutamente efficace del sottosegretario, dell'amico, Sisto, che ci ha consentito di portare in Aula un testo che è profondamente diverso da quello approvato come testo base in Commissione, e io dico: per fortuna. Si tratta, dunque, di un testo profondamente diverso che, secondo me, è un testo decisamente ragionevole e decisamente equilibrato.

Ho sentito, nella discussione generale, tante rivendicazioni che sono figlie anche di questa discussione che c'è stata in Commissione; mi dispiace dover deludere le colleghe e i colleghi che sono intervenuti, ricordando che l'equo compenso nel nostro ordinamento già c'è, già c'è, perché lo ha introdotto, nella scorsa legislatura, l'ex Ministro Orlando e lo sanno benissimo i professionisti, che dell'equo compenso di quella legge già si sono avvalsi. Qualunque professionista, qualunque avvocato che, per esempio, lavori con assicurazioni o con banche, cioè con i clienti forti, rispetto ai quali la legge sull'equo compenso di Orlando ha cercato di tutelare i professionisti, sanno che, da quel momento, le convenzioni che disciplinano i rapporti professionali tra quei grandi clienti e i professionisti sono cambiate, le condizioni economiche sono cambiate perché quella legge ha introdotto il principio dell'equo compenso. Allora, diciamo un po' le cose come stanno, perché altrimenti qui sembra veramente che parliamo del nulla. Diciamo che questa è una legge, che anche noi condividiamo, perché abbiamo collaborato in maniera costruttiva - e nessuno può negarlo - in Commissione, anche a fronte di questa accelerazione che francamente mi sarei risparmiato. Io avrei preferito una discussione sulla fase emendativa un pochino più accurata, ma abbiamo accettato anche questo perché siamo leali e siamo costruttivi, però ricordiamo e diciamo con chiarezza che questa è una legge che completa una riforma che già c'è: non è che introduce nell'ordinamento l'equo compenso, cari colleghi! Diciamo le cose come stanno: i professionisti lo sanno; è inutile che ci inventiamo le cose. Allora, è una legge che completa una riforma che già c'è, una riforma che è stata introdotta all'ex Ministro Orlando e che è bene - io quindi condivido ciò - che vada migliorata. Questo è il vero punto, perché questa legge migliora e completa una riforma che è stata già introdotta e che aveva bisogno di alcuni aggiustamenti, ed è quello che si fa con questa legge, quindi noi condividiamo l'impianto complessivo.

Passo in rassegna brevissimamente quali sono i miglioramenti e poi concludo. Si estende la legge e si introducono delle norme che consentono l'estensione di questa legge che tutela i liberi professionisti dai grandi committenti, che dopo l'abolizione di tariffe minime hanno imposto ai professionisti molto spesso contratti - diciamo la verità - un po' capestro, con tariffe rispetto alle prestazioni erogate molto spesso inadeguate a riconoscere la professionalità e il lavoro dei liberi professionisti. Quindi quella legge introdotta da Orlando aveva questo obiettivo e la legge che venne fatta nella scorsa legislatura era una legge che si applicava a tutti i professionisti, perché fu introdotta prima per gli avvocati e poi per tutti gli altri professionisti.

Però c'era un problema: quella legge faceva riferimento a parametri per i quali alcune categorie di professionisti, cioè quelli non tutelati da ordini professionali o collegi, quei parametri non ce li avevano, non ce li hanno. Attenzione, quindi, perché, anche qui, altrimenti si ricostruisce in maniera un po' un po' troppo libera le cose. Nelle proposte di legge che abbiamo esaminato in Commissione e anche nel testo base che abbiamo approvato, non c'era questa norma; l'abbiamo introdotta nel lavoro che abbiamo fatto insieme al sottosegretario Sisto, questa norma che consente anche ai professionisti non riuniti in collegi e in ordini di avere la possibilità di avere i parametri cui parametrare i compensi. Abbiamo fatto ciò nel lavoro che abbiamo fatto insieme in Commissione perché non c'era nelle proposte iniziali, cari colleghi. Ricordiamolo, questo: è grazie al lavoro che abbiamo fatto insieme di corsa, perché abbiamo l'urgenza di offrire, a chi vuole intestarsi questa legge, questa possibilità, ma di corsa abbiamo fatto e introdotto questa cosa; grazie, quindi, a questo lavoro collegiale.

Quindi, c'è questa possibilità, finalmente, anche per tutti gli altri professionisti, di avere il riconoscimento dei parametri ai quali dovrà attenersi l'eventuale giudice a cui si rivolgerà il professionista, per denunciare il mancato equo compenso. Si è estesa la platea dei clienti a cui si applica l'equo compenso: era previsto che fossero le grandi imprese bancarie assicurative e le grandi imprese, quindi non le piccole e medie imprese; si amplia la categoria estendendo anche alle piccole imprese, a quelle un pochino più piccole rispetto a quelle che erano previste nella legge originaria.

Si precisa, quanto alle clausole vessatorie che quelle clausole vessatorie già c'erano. Attenzione, anche qui, diciamo le cose come stanno: già c'erano le clausole vessatorie; erano già introdotte dalla legge Orlando; non si modifica nulla, salvo una clausola vessatoria che si introduce in più, ma c'erano già. Inoltre, era prevista la nullità di quelle clausole vessatorie. Oggi si precisa - e penso che sia una cosa buona - che quelle clausole non saranno clausole vessatorie ma saranno nulle tout court e si evita, così, un'ambiguità che c'era nel vecchio testo e che era opportuno eliminare (ma su clausole che già c'erano, sia ben chiaro).

Si introducono ulteriori misure che io penso siano utili, come l'azione di classe, che può essere fatta sia dagli ordini e dai collegi, ma anche dalle associazioni maggiormente rappresentative: bene.

Si introduce l'Osservatorio sull'equo compenso, che serve a verificare l'applicazione effettiva di questa norma nell'ordinamento: bene. Si introducono poi ulteriori previsioni che riguardano anche la possibilità che il giudice, nella valutazione dell'equo compenso, possa risarcire il libero professionista, anche attraverso una condanna del cliente che abbia approfittato di convenzioni che violavano la legge, di ulteriori somme a titolo di indennità e a titolo risarcitorio.

Complessivamente, penso sia una buona legge che completa una riforma già introdotta nell'ordinamento; una legge - attenzione - che abroga una norma precedente, l'articolo 13-bis della legge n. 247 del 2012, e un altro articolo, che prevede l'estensione a tutti i professionisti, ma lo fa, incorporando quanto era già previsto e migliorandolo. Non è che fa una cosa totalmente diversa, perché riprende quasi integralmente le previsioni, che già c'erano, della “legge Orlando” e le completa e le migliora; quindi, molto bene, siamo d'accordo.

Penso sia stato fatto un buon lavoro e che, magari, con la calma dovuta ad un tema così importante e delicato, si possa anche ragionare, in vista della discussione in Aula (non ho in questo momento certezza al riguardo), per eventuali ulteriori miglioramenti. Ci affidiamo pertanto alla discussione in Aula con questo spirito: uno spirito assolutamente di condivisione, costruttivo, che va in questa direzione. Quindi, una condivisione assoluta di fondo per portare a termine, nel modo migliore possibile, una proposta di legge, sulla quale c'è una larga condivisione. Figuratevi se non siamo d'accordo noi che l'abbia introdotta nella scorsa legislatura. Quindi, benissimo: è stato fatto un lavoro, per quanto complesso e accurato, che speriamo poi si possa completare ulteriormente in sede di discussione in Aula.