A.C. 3703
Grazie Presidente, non è un caso che uno degli ultimi atti di questa legislatura riguardi la giustizia, in particolare uno dei tasselli della riforma della giustizia.
In questo anno e mezzo di legislatura noi abbiamo portato a termine la più imponente riforma della giustizia degli ultimi decenni; una riforma che è stata in qualche modo indotta e spinta anche dall'esigenza di rispettare il Piano di ripresa di resilienza - gli obiettivi di riforma che sono stati assegnati dal Piano - per avere le risorse. Ciò ha portato all'approvazione di leggi di riforma molto ambiziose, molto impegnative, molto serie e molto coraggiose.
Nei giorni scorsi il Consiglio dei Ministri ha approvato i decreti delegati della riforma del processo civile, ha approvato il decreto delegato per l'istituzione dell'ufficio del processo, ha approvato i decreti delegati della riforma del processo penale e oggi noi stiamo discutendo in Aula la riforma del processo tributario che completa questo ciclo di riforme molto ambizioso, molto coraggioso, e che dovrà essere attuato nel corso dei prossimi anni, corretto laddove fosse necessario. Queste riforme il Paese le attendeva da molti anni e sono state fatte con una maggioranza molto larga, scontentando qualcuno perché la maggioranza è molto larga e ciò comporta anche la necessità di giungere a dei compromessi.
Sono riforme che, proprio per il fatto che sono state approvate con questa maggioranza molto larga, hanno, a mio avviso, la capacità di resistere nel tempo; mi auguro che chiunque arriverà a governare il Paese nella prossima legislatura abbia l'intelligenza di proseguire nel lavoro che è stato fatto in questa legislatura perché, quelle che abbiamo approvato, sono riforme che se attuate, potenziate e poste in opera in modo pieno, sfruttando tutte le loro potenzialità, possono produrre effetti molto positivi sulla giustizia nel nostro Paese.
Questa riforma del processo tributario è un altro di questi tasselli, l'ultimo tassello di questo ciclo di riforme imponenti che abbiamo fatto in questa legislatura. È una riforma importante perché interviene su un settore nevralgico, un settore che afferisce al funzionamento del rapporto tra lo Stato, il fisco e i cittadini e le imprese; interviene, in particolare, su uno dei comparti della giustizia che funziona male, quello della giustizia tributaria, come testimoniato dal fatto che la metà del contenzioso pendente oggi in Cassazione è dato da contenzioso tributario: 50 mila pendenze sulle oltre 100 mila che sono oggi in Cassazione sono di contenzioso tributario, e di queste 50 mila pendenze - come si evince da dati statistici -, oltre la metà dei ricorsi per Cassazione su materie tributarie vengono accolti. Ciò vuol dire che non funzionano adeguatamente le Corti di merito e che c'è un eccesso di ricorsi alla giustizia tributaria, che va quindi corretto. Questo intervento normativo interviene in maniera molto incisiva su molti aspetti della giustizia tributaria; intanto, come è stato ricordato, attraverso l'istituzione – finalmente! - di giudici professionali. Noi come Partito Democratico sia in questa sia nella scorsa legislatura avevamo fatto una proposta in merito: quella di riportare alla giurisdizione ordinaria anche la giurisdizione tributaria. Questo disegno di legge fa una scelta parzialmente diversa che però raggiunge lo stesso obiettivo perché mantiene la giurisdizione speciale, tuttavia introduce i giudici professionali, quindi giudici che vengono assunti per concorso e che poi avranno una carriera sostanzialmente parificata a quelli della giurisdizione ordinaria. Si tratta di una buona scelta perché questo consente di professionalizzare i giudici; dovrebbe quindi consentire di avere una giustizia tributaria un pochino più affidabile, più coerente e meno soggetta a impugnazioni e a contestazioni. Questo era un primo tassello fondamentale.
Si interviene sul processo per cercare introdurre misure deflattive, quindi si è ricordato il giudice monocratico che interviene su materie di valore minimale, quelle sotto i 3 mila euro; si incentivano le mediazioni e le conciliazioni; si interviene anche sul processo digitale da remoto, introducendo tutte quelle misure che già sono state introdotte nel processo civile e nel processo penale e che possono consentire di svolgere le attività processuali in maniera più semplice anche per le parti che sono coinvolte; si introduce nuovo personale amministrativo; si introduce una nuova regola di giudizio per le decisioni delle commissioni tributarie e delle Corti di giustizia tributaria, che è una regola che sostanzialmente onera l'amministrazione di provare le ragioni della ripresa tributaria e della contestazione che muovono al contribuente; si introduce la definizione agevolata per il contenzioso pendente in Cassazione per le liti fino a 50 o 100 mila euro, nelle quali l'amministrazione fiscale e tributaria sia rimasta soccombente in tutto o in parte.
Penso che sia un pacchetto di misure che colga l'obiettivo di fare un grande salto di qualità alla giurisdizione tributaria; si completa, in questo modo, questo ciclo di riforme della giustizia che sappiamo era così fondamentale per consentire di raggiungere gli obiettivi del PNRR che garantiscono l'erogazione dei fondi appunto del Piano nazionale di ripresa e resilienza.
Ci auguriamo - e lo ripeto in conclusione - che, rispetto a questa stagione di riforme, ci sia continuità anche nella prossima legislatura, che non ci sia l'idea di mettere in discussione queste complesse riforme che sono state fatte in questa legislatura e, con esse, di mettere in discussione anche il PNRR e l'erogazione dei fondi del PNRR. Se proseguiremo su questo versante, su questa falsa riga di queste riforme, penso che la giustizia nel nostro Paese farà un enorme passo avanti e ci allineeremo con le migliori esperienze dei Paesi occidentali, ai quali guardiamo sempre con un po' di invidia, perché, purtroppo, la nostra giustizia, invece, oggi ha performance di efficienza largamente lontane da quegli standard. Penso che le riforme che abbiamo fatto, e questo è l'ultimo tassello, possano, invece, consentirci di arrivare a quegli obiettivi, a quegli standard e a quei risultati. Quindi, mi auguro che, nella prossima legislatura, si prosegua su questa strada.