Dichiarazione di voto
Data: 
Mercoledì, 9 Ottobre, 2024
Nome: 
Elly Schlein

A.C. 1532-bis-A

Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, chiariamoci subito su una verità amara, ma incontestabile. Ogni provvedimento di questa maggioranza, tutto quello che fate, lo pagano le lavoratrici e i lavoratori sulla propria pelle, e le loro famiglie: nel fisco, con la selva di condoni che avete messo in campo e di cui ormai abbiamo perso il conto, più di venti pacche sulle spalle ai furbi, a scapito dei contribuenti onesti che pagano fino all'ultimo centesimo anche per chi non lo fa; nell'ambiente, da negazionisti del cambiamento climatico quali siete, dove il tema della difesa del territorio e dello stop al consumo di suolo viene considerato da voi un problema delle prossime generazioni e non una responsabilità di cui farvi carico; nel lavoro, dove già un anno fa avete eliminato le causali sui contratti a termine e allargato a dismisura l'abuso dei voucher.

Lasciatemi poi dire una cosa oggi, perché ce la ricordiamo tutti Giorgia Meloni, davanti al benzinaio, a fare i teatrini promettendo che avrebbe tagliato le accise.

Spieghi ora al Paese questa nuova “tassa Meloni”, perché anche oggi l'abbiamo vista in un video mentire a viso aperto al Paese. Non so se essere più preoccupata o stupita di questa sua capacità, perché è scritto qui, in un documento approvato dal Consiglio dei Ministri che presiede, ossia il Piano strutturale di bilancio, alla pagina 116 per essere precisa, e cito: “utilizzare il riordino delle spese fiscali in determinati ambiti di tassazione, come l'allineamento delle aliquote e delle accise per diesel e benzina”. È la verità, l'avete scritta voi, prendetevi la vostra responsabilità davanti al Paese. Una “tassa Meloni” che costerà ben 70 euro a famiglia - è stato calcolato da UNEM -, 3 miliardi dalle tasche degli italiani. Noi diciamo no a questa ulteriore tassa mentre tagliate, tra l'altro, sul trasporto pubblico locale, sulla mobilità sostenibile, con il disastro che vi vediamo fare sui treni.

Torniamo al merito però. Questa legge che approvate oggi trasforma il mercato del lavoro nel supermarket della precarietà; eliminate il tetto al lavoro in somministrazione, lo liberalizzate pienamente; si arriverà al paradosso che un'azienda potrebbe arrivare ad avere il 100 per cento dei propri lavoratori somministrati; allargate, inoltre, l'uso dei contratti stagionali superando la sentenza della Cassazione che ne limitava l'uso a determinati settori e in determinati periodi; eliminate anche la causa ostativa sul regime forfettario nei contratti misti, aprendo, quindi, la strada all'abuso delle finte partite IVA; ma soprattutto sì, state superando il divieto di dimissioni in bianco, una scelta che lede l'autonomia delle donne e che rende più ricattabile chi lavora caricandogli addosso l'onere della prova del licenziamento dopo 15 giorni di assenza.

Avete usato questa legge per regolare, ancora un po', i vostri conti con i sindacati, per aiutare qualche amico in ritardo con le cartelle di pagamento dei contributi. Nessun respiro strategico, nessuna analisi della qualità dell'occupazione; solo una lettura propagandistica dei dati che, però, vanno letti per intero. Consiglierei alla Presidente del Consiglio di non scomodare Giuseppe Garibaldi, che ha unito questo Paese anziché spaccarlo in due con l'autonomia differenziata.

Vi abbiamo proposto di rivedere i criteri escludenti dell'accesso agli ammortizzatori sociali per i lavoratori autonomi ma niente, ve ne fregate di 400.000 lavoratori autonomi che non arrivano ai 20.000 euro all'anno e non riescono ad accedere ad un aiuto per il quale già pagano un contributo. L'obiettivo di chi sta qui dentro dovrebbe essere fermare l'esodo silenzioso dei giovani; e invece no, siete ossessionati dall'immigrazione e non vedete l'emigrazione di tanti giovani in gamba  che vorrebbero restare, ma con contratti così precari e salari così bassi non ce la fanno e partono; 100.000 ragazze e ragazzi tra il 2022 e il 2023 sono andati via, perché se hai un contratto di un mese e non sai se ce l'avrai domani come fai a costruirti un futuro, come fai a costruirti una famiglia? State offrendo loro lavoro povero, precarietà, lavoro nero, salari da fame. E aboliamo gli stage gratuiti per favore, perché con gli stage gratuiti non si pagano gli affitti.

Con questa legge, queste condizioni materiali del lavoro si aggraveranno. Io direi che potevate sceglierle un altro nome: favoreggiamento dell'emigrazione sarebbe stato un nome più adatto. L'unica cosa che avete proposto alle nuove generazioni è la cosiddetta battaglia del grano, lanciata dal Ministro Lollobrigida per un servizio civile in agricoltura pagato tra i 3 e i 6 euro l'ora . Devo dire che solo una mente eccelsa poteva immaginare di superare il caporalato legalizzandolo, è una vergogna! Avete bocciato, per l'ennesima volta, un emendamento delle opposizioni unite per introdurre il salario minimo legale, perché bisogna rafforzare la contrattazione collettiva, spazzare via i contratti pirata e dire che sotto i 9 euro all'ora non è lavoro, è sfruttamento; è un'emergenza che riguarda milioni di lavoratori e lavoratrici che sono poveri anche se lavorano; l'avete messa su un binario morto, vi siete dati una delega che è già scaduta, perché 6 mesi sono passati, ma vi do una notizia: stiamo raccogliendo decine di migliaia di firme di cittadine e cittadini per riportarla qui, in Parlamento. Noi non molleremo.

E cosa dite a quelle lavoratrici in appalto che l'altro ieri manifestavano davanti alla Ferrero per dire che con 5 euro all'ora non riescono nemmeno ad acquistare i cioccolatini che imballano per la multinazionale? Per voi la questione salariale, nei fatti, non esiste. Come sempre i sacrifici li chiedete ai più deboli. Colpite, piuttosto, chi ha allargato le rendite e i profitti, colpite chi non paga le tasse, chi specula anche, chi specula sulla salute e sulla sicurezza delle persone.

Un anno dopo Brandizzo e poi Suviana, Casteldaccia, Firenze siamo ancora lì, con un mix micidiale di subappalti a cascata e precarietà del lavoro, che continua a mietere morti. Questa strage dei morti del lavoro non si ferma se non mettete risorse sulla sicurezza, se non si assumono nuovi ispettori, se non si responsabilizzano le aziende, se non si investe in formazione e nuove tecnologie; ma soprattutto non si ferma se non con leggi che dicano due cose chiare: basta con il massimo ribasso e basta con il subappalto a cascata. Unica nota positiva: abbiamo ottenuto un emendamento del Partito Democratico a questa legge che, in Parlamento, obbligherà ogni anno il Ministro del Lavoro a relazionare sullo stato della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro e su quali provvedimenti intende adottare concretamente; quel dibattito si concluderà con un voto alle Camere.

Su questo terreno, come abbiamo sempre detto, noi siamo disponibili al confronto e a trovare soluzioni comuni. Al Governo chiediamo di aprire questa discussione senza steccati né pregiudizi. Lavoro di qualità significa anzitutto bonifica del lavoro povero e del lavoro precario, bonifica dallo sfruttamento e dal caporalato; significa dialogare con le imprese e i sindacati per ridurre drasticamente  i contratti a termine precari, come hanno fatto in Spagna; significa cancellare le forme più precarizzanti del lavoro come i voucher, il lavoro a chiamata, il part time involontario che va combattuto e non certo incentivato, come fate anche con queste misure; significa non accettare più che accada ciò che è accaduto a Firenze ad agosto, quando 20 riders sono stati sanzionati dall'algoritmo perché non portavano le pizze nelle case al ritmo di 26,3 chilometri orari; significa che va aperta una grande discussione sull'orario di lavoro, che va ridotto per conservare occupazione, per migliorare la produttività, per aumentare la formazione come diritto soggettivo e per conciliare i tempi di vita e quelli di lavoro, come pure per ridurre le emissioni.

La settimana scorsa abbiamo depositato una proposta di legge unitaria insieme al MoVimento 5 Stelle e ad Alleanza Verdi e Sinistra sulla riduzione dell'orario di lavoro a parità di salario. Non c'è mai stata, nella storia, una rivoluzione tecnologica che non sia stata accompagnata da una consistente riduzione dell'orario di lavoro. Guardate che la società non può essere veramente libera se non viene valorizzato il lavoro anziché sfruttato, se dopo un turno un lavoratore può staccare, può essere tutelato nel suo diritto individuale anche a disconnettersi. Lo si può fare però, questo, se si rende il lavoratore meno ricattabile. Signor Presidente, ci aspettano mesi difficili. Cresce la cassa integrazione (+ 29 per cento nel mese di giugno) rispetto allo stesso mese dell'anno scorso; i sindacati uniti sciopereranno il 18 ottobre per richiamare Stellantis alle sue responsabilità  e assicurare un futuro in Italia per l'automotive.

Sono decine i tavoli di crisi, il Governo non ha uno straccio di politica industriale, ma quando deve precarizzare il lavoro avete le idee chiarissime; avete avviato svendite di pezzi importanti delle società partecipate, alla faccia del sovranismo, e non avete un'idea della transizione ecologica se non l'ossessione di ritardarla anziché accompagnarla per renderla socialmente sostenibile. Con un quadro così complesso, la vostra risposta è introdurre nuove leggi liberticide e fare condoni per i furbetti. I reati che avete introdotto anche con il decreto Sicurezza, come i blocchi stradali anche per gli operai che perdono il posto di lavoro, rappresentano il vostro vero manifesto ideologico; non date risposte al disagio sociale, alle diseguaglianze che crescono, alle contestazioni - che vi piaccia o no - ma sono naturali in democrazia; del resto anche ieri avete dimostrato la vostra concezione proprietaria delle Istituzioni democratiche, il vostro fastidio per quelle garanzie costituzionali che, però, sono lì proprio a tutela delle cittadine e dei cittadini. Ma vi abbiamo fermato ieri e vi fermeremo ancora.