A.C. 1041-A
Relatrice
Presidente, siamo molto felici che la discussione su questo provvedimento arrivi oggi in Aula, perché la Commissione lavoro ha fatto un lavoro intenso anche di revisione della proposta originaria. Stiamo parlando di modalità di pagamento per la retribuzione dei lavoratori. Parliamo di un terreno molto scivoloso e di ulteriori fratture che si creano molto spesso nel mondo del lavoro che troppe volte non trovano voce. Il lavoro che abbiamo inteso fare nei mesi in cui il provvedimento è stato appunto al vaglio della Commissione lavoro è stato quello di individuare pochi articoli, di principio e di garanzia: abbiamo ritenuto necessario dire chiaramente che il datore di lavoro debba remunerare il lavoratore attraverso strumenti tracciabili. Ne abbiamo indicati tre, in questa proposta di legge: l'emissione di assegno, il contante presso uno sportello bancario o postale, e la possibilità ovviamente di versamento direttamente sul conto del lavoratore.
Abbiamo ritenuto questa un'operazione che semplifica, semplifica la vita del datore di lavoro ma semplifica soprattutto la vita del lavoratore, che, se dovesse trovarsi in condizione di ricatto perché licenziabile se non accetta una retribuzione inferiore a quella prevista dalla busta paga, attraverso la tracciabilità avrà uno strumento per difendersi, qualora avrà la possibilità e la forza di denunciare un abuso di tal specie. Abbiamo ritenuto ovviamente che a questa modifica delle modalità di pagamento non dovessero essere inseriti ulteriori obblighi, che pure erano previsti nella proposta di legge iniziale a prima firma Di Salvo, e lo abbiamo fatto perché riteniamo che il punto oggi non sia un'ulteriore comunicazione, un ulteriore appesantimento degli ispettorati, ma abbiamo ritenuto fosse necessario sancire il principio che solo la circolazione del contante rende più vulnerabile il soggetto più debole, in questo caso il lavoratore. Abbiamo ritenuto che la tracciabilità mettesse il lavoratore in una condizione di maggiore forza, per questo, appunto, in una proposta snella e di pochi articoli, riteniamo di potere inserire un altro tassello fondamentale nel lavoro che in questi anni la Commissione lavoro ha fatto appunto nell'allargare il campo dei diritti e delle tutele. La tracciabilità delle modalità di pagamento, dal nostro punto di vista, si inserisce in questo tentativo fatto con tanti altri provvedimenti: penso alle norme contro il caporalato, penso ovviamente alle dimissioni in bianco e a tutte quelle norme su cui la Commissione lavoro ha lavorato che hanno consentito ai lavoratori di essere meno soli di fronte ad un abuso subito.
Sappiamo che andiamo verso la fine di questa legislatura, per questo avevamo chiesto anche un'accelerazione per questo provvedimento; abbiamo avuto in Commissione il consenso di larga parte dei gruppi parlamentari a chiedere anche l'esame in sede legislativa alla Presidenza della Camera. Tutto questo per dimostrare ovviamente quanto tutta la Commissione lavoro fosse impegnata a far sì che questo provvedimento vedesse la luce entro la fine di questa legislatura. Sappiamo che - qui ovviamente mi rivolgo soprattutto al Governo, che è presente - non dipende necessariamente da noi che siamo qui: c'è un'altra delle proposte di legge su cui pure la Commissione lavoro ha lavorato, a prima firma Albanella, al momento ferma al Senato, che rischia di essere sovrapposta o confusa, ma che riguarda sempre la definizione delle buste paga e quindi tutti quegli strumenti di trasparenza a supporto dell'attività del lavoratore per ovviamente far sì che lo stesso possa rivendicare i propri diritti
Devo dire che, almeno rispetto al lavoro fatto qui alla Camera, larga parte del provvedimento è stato concertato con tutti i soggetti che dovranno poi fare in modo che esso viva, ma - credo anche per il provvedimento di cui parlavo prima - il nostro obiettivo è che queste norme possano vedere insieme la luce, perché sono quelle che consentono di ripristinare un punto di equilibrio tra datore di lavoro e lavoratore. Non intendiamo continuare a produrre - e questo è stato uno sforzo enorme della Commissione lavoro - norme securitarie con la paura e la preoccupazione che ci fosse sempre e necessariamente chi è cattivo e chi è buono, chi abusa e chi subisce, siamo convinti che oggi, soprattutto in questa legislatura e molto più che in passato, per tanti lavoratori che si sono trovati in una condizione di dover o percepire un compenso inferiore a quello previsto da contratto e scritto nella busta paga o peggio ancora trovati nella condizione di dover restituire parte della propria retribuzione, dobbiamo dare uno strumento, e lo strumento della tracciabilità, che attraverso questa norma introduciamo, è a nostro avviso il minimo per ripristinare delle condizioni di tutela dei diritti dei lavoratori ma anche di rispetto, dentro un mercato del lavoro che cambia tra datori di lavoro, perché è evidente il danno che un datore di lavoro arreca ad un collega laddove fa gravare solo e soltanto sull'abbassamento del costo del lavoro il proprio vantaggio competitivo. Per queste ragioni ovviamente auspico che il provvedimento possa rapidamente proseguire l'iter d'Aula in modo tale da poter dire al mondo del lavoro e dei lavoratori che abbiamo posto un altro tassello importante.