A.C. 1041-A
Grazie, Presidente. Io prendo la parola per dichiarare il voto a favore del mio gruppo parlamentare, del Partito Democratico, con grande piacere. A luglio del 2015, Paola Clemente, una bracciante, ad Andria, mentre raccoglieva l'uva, è morta di fatica: dopo c'è stata la legge contro il caporalato, c'è stata anche un'inchiesta che ha indagato sulla situazione in cui Paola Clemente ed altre persone vivevano in quell'acinellatura dell'uva. E quell'indagine ha, tra le altre cose, verificato che uno degli abusi che veniva commesso ai danni di Paola e di altre persone era quello di cui parliamo oggi, cioè, di una busta paga regolarmente compilata, ma con una retribuzione in contanti molto inferiore a quanto la busta paga definiva e diceva. Dove succede, questo abuso, dove viene perpetrato? Guardate, ovunque in Italia, in tutti i settori produttivi; avviene a Tortona, che è in provincia di Alessandria, avviene a Lecce, avviene a Reggio Calabria, a Palermo, avviene a Prato; è avvenuto ad Agrigento due giorni fa, come la cronaca che ha ricordato l'onorevole Polverini ci dice, commesso da un albergatore candidato per una forza politica nelle elezioni regionali della Sicilia, avviene ovunque e avviene in tutti i settori produttivi. Ma noi, in realtà, abbiamo soltanto il sentore, la consapevolezza di quegli abusi quando vengono scoperti, quando cioè i lavoratori e le lavoratrici sfidano la paura, la loro paura di perdere il posto di lavoro e denunciano e a questo punto si attivano le indagini faticose della magistratura che non ha le prove a dimostrazione di questi fatti. Quindi, in realtà, noi parliamo di un abuso che è nell'esperienza di tutti noi, che è largamente diffuso intorno a noi, lo ripeto, intorno a noi, e sappiamo che le prove di quella dimensione ci sono, ma che la dimensione è ancora molto, molto più grande.
In che cosa consiste? Intanto, è un reato di estorsione, lo dice la legge; la Corte di Cassazione ha inserito l'abuso della busta paga falsa tra i reati di estorsione; non è questo che mancava nell'ordinamento, cioè il riconoscimento del fatto che si trattasse di un reato. Ma che cosa succede concretamente? Che una persona viene assunta in alcune situazioni e, magari, proprio al momento dell'assunzione, glielo si dice già prima, si precisa: guarda, ti pagherò meno di quanto ci sarà scritto sulla busta paga, lo farò in contanti, o così o non c'è il lavoro. Succede, cioè, che vengono svuotati gli strumenti che il diritto del lavoro e la contrattazione collettiva hanno creato per difendersi da un arbitrio e per riequilibrare rapporti che non sono uguali; non è lo stesso il rapporto di forza tra chi dà il lavoro e chi lavora. La necessità di riequilibrare questa differenza di poteri, perché non ci sia arbitrio, è stata consegnata dal diritto del lavoro alla contrattazione collettiva e, dunque, parliamo di atti diffusi ovunque, che svuotano la contrattazione collettiva, svuotano il diritto del lavoro e lo fanno nei settori soprattutto più scoperti dal sindacato, dalla presenza sindacale, lo fanno con un consenso generalizzato, ampio - perché se no non si capirebbe -, legato a paura e a difficoltà che conosciamo.
E la seconda faccia di questa medaglia sono i contratti pirata, perché, sì, ci sono tanti contratti pirata, ce lo dice il CNEL, che danno retribuzioni, che fanno accordi collettivi per contratti e salari molto più bassi di quanto la contrattazione collettiva dovrebbe realizzare e anche questa è un'altra frontiera.
Ma in che cosa consiste la legge? Consiste in una cosa molto semplice; è fatta di quattro articoli e dice che la retribuzione può essere versata ai lavoratori e alle lavoratrici in molti modi, ma non in contanti, cioè deve essere tracciabile, e dice che la firma sulla busta paga che, eventualmente, il lavoratore o la lavoratrice mettessero non vale come prova a discarico di chi ha commesso l'abuso. Dice una cosa che possiamo fare, oggi, perché la tecnologia aiuta a incrociare i dati, aiuta la trasparenza, consente la tracciabilità; la modernità e i diritti possono stare insieme anche grazie alla tecnologia, riflessione importante. È la proposta di legge che arriva qui e che votiamo oggi, con modifiche rispetto al testo originario che ho presentato; ringrazio tutti quelli e tutte quelle che l'hanno firmato, del mio gruppo parlamentare, ma anche di altri gruppi, perché con la relatrice, l'onorevole Paris, con un grande lavoro, abbiamo raccolto anche le obiezioni, le perplessità che venivano, in modo che fosse una legge semplice, immediatamente spendibile.
Perché l'abbiamo fatta? Perché tutelare la dignità e il valore del lavoro non è un dettaglio, scusate la banalità, ma è un valore, è una scelta; definire norme che impediscano l'arbitrio e sostengano la contrattazione collettiva e il diritto del lavoro che c'è, è una scelta ed è un valore, come abbiamo fatto con le dimissioni in bianco - ricordo all'onorevole Ciprini che il MoVimento 5 Stelle votò contro la legge contro le dimissioni in bianco -; come abbiamo fatto con la scelta della legge contro il caporalato; come abbiamo fatto scegliendo il rapporto di lavoro a tempo indeterminato nel Jobs Act, nella decontribuzione, nella riduzione dell'IRAP come centro fondamentale della scelta, che noi vogliamo definire, di un modello di sviluppo in cui la precarietà è bandita. Diritti del lavoro e delle persone, sostegno alla contrattazione collettiva, ma, anche, lasciatemi dire, aiuto alle imprese sane, perché chi compie quell'abuso lede la dignità delle persone, ma fa una cosa in più, fa concorrenza sleale alle imprese sane, e quelle che abbiamo sentito nelle audizioni, nei rapporti che abbiamo avuto condividevano questo punto.
Naturalmente, sono aperte importanti, nuove frontiere della precarietà, lo ripeto, ci sono nuove frontiere della precarietà, penso alla gig economy, qualcuno prima la citava, e noi siamo profondamente impegnati ad aggredire quelle nuove frontiere, non con strumenti antichi, ma trovando nuovi architravi per un sistema di diritto del lavoro che, oggi, consente di tenere insieme modernità e diritti, il diritto alla formazione permanente e all'equo compenso. E voglio dire che al Senato è stato approvato un importante emendamento del Partito Democratico che consentirà, appunto, l'equo compenso in tutti i settori e un salario minimo nei settori scoperti dalla contrattazione collettiva; parliamo di norme di civiltà, di cui la democrazia matura non può essere priva.
Infine, la lotta all'economia sommersa fa parte di tutto questo. Questo, si è detto, è un piccolo passo, è un tassello, ma, guardate, è una cosa molto importante, non soltanto per tutto quello che ho detto prima, ma perché indica una strada, indica una visione, che io rivendico orgogliosamente, del Partito Democratico.
Poi, mi auguro che questo provvedimento che oggi votiamo possa concludersi al Senato. È una legge semplice, di quattro articoli; la volontà politica di tutti i gruppi parlamentari, che qui ringrazio, che si è manifestata può aiutare a concludere la legislatura con una legge di civiltà che, insieme ad altre, penso allo ius soli, può dare il senso di una legislatura, che sui diritti e sul valore del lavoro ha fatto le scelte giuste. Per questo dichiaro il voto a favore del Partito Democratico (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).