A.C. 2839-A ed abbinate
Presidente, mi permetta innanzitutto di scusarmi con quei cittadini milanesi di famiglia cinese che hanno scelto liberamente di partecipare alle primarie del Partito Democratico e che il collega del MoVimento 5 Stelle ha appena offeso nel loro diritto democratico di scegliersi i candidati all'elezione a sindaco della città di Milano.
È una situazione singolare quella nella quale mi trovo, a comunicare la dichiarazione di voto del Partito Democratico su questa legge: a parte le forze di Governo, non è contento nessuno di questa legge, il che a me già un po’ insospettisce. C’è chi ci comunica che abbiamo fatto troppo poco con questa legge: penso all'intervento interessante che ho ascoltato con attenzione del collega Quaranta di SEL. C’è chi ci comunica che abbiamo fatto troppo, come ci ha detto il collega Sisto di Forza Italia. E c’è chi, come il MoVimento 5 Stelle, ci dice: avreste voluto fare una legge contro di noi, cioè fare troppo, ma adesso avete fatto poco.
Noi pensiamo che oggi ci si accinga in quest'Aula a votare un provvedimento molto importante, io penso storico; e non solo perché, come qualcuno ha sostenuto, è atteso da settant'anni, perché non è la lunghezza nella storia che decide dell'importanza di un momento, della solennità di un momento: è storica l'assunzione del Parlamento italiano di una responsabilità, che assume approvando questa legge di fronte ai cittadini e al Paese.
Ci sono stati momenti decisivi nella storia della nostra Repubblica nei quali i partiti, al di là delle differenze molto profonde, si sono riuniti per il bene comune del Paese: lo fecero certamente i partiti del Comitato di liberazione nazionale, lo fecero certamente nella stagione esaltante dall'Assemblea costituente, lo fecero in altri momenti difficili, drammatici per la storia del Paese, come quelli del contrasto al terrorismo interno. In quei momenti era forte, fortissimo l'obiettivo che teneva insieme i partiti, e forse lo era meno una riflessione, che è venuta dopo, sui mali dei partiti; ma quei partiti hanno tramandato a noi l'obbligo di curare i mali della democrazia partitica. Noi oggi non approviamo solo delle norme che regolano il funzionamento dei partiti, ma tentiamo un'operazione importante di rinnovamento e di rafforzamento della nostra democrazia.
Ho sentito dire che le norme che abbiamo scritto in questa legge non servono a nulla, sono acqua fresca; ma qualcuno può alzarsi ora in quest'Aula e dirmi .
Sì, devo dire che è molto fastidioso: la ringrazio, Presidente.
Qualcuno può alzarsi in quest'Aula, in questo istante, e dirmi se dei partiti che qui sono rappresentati, di tutti i partiti e di ciascuno, può qui in questo momento elencarmi chi sia il legale rappresentante del partito, chi sia il soggetto che ha la titolarità del contrassegno depositato per le elezioni politiche, quale sia la sede legale nel territorio, quali siano con certezza e trasparenza gli organi del partito o del gruppo politico organizzato, la loro composizione, di questi organi, e le loro relative attribuzioni ? Qualcuno può certificarmi, ora, in questo momento, di tutti i partiti italiani, oggi, prima dell'approvazione di questa legge, quali siano le modalità di selezione dei candidati per la presentazione delle liste ? Se ne siete capaci e se ciò che avete appena detto, tutti voi, a parte le forze di Governo, sono coerenti con la realtà italiana, alzatevi ora ed elencatemi, dei partiti che qui sono presenti, questi organi e queste norme ! Perché non è vero, nessuno può alzarsi oggi a dirmi, di tutti i partiti italiani o di tutti i movimenti che qui sono rappresentati, gli organi che decidono.
Non basta l’hashtag «lo staff» per dirmi che in un movimento politico esiste qualcuno che decide ! Non bastano le scritture private tra i candidati a sindaci ed un'azienda privata a dirmi che i partiti sottostanno già a queste regole, perché sarebbe una falsità.
Il Partito Democratico, che è orgogliosamente partito e orgogliosamente democratico, non sente il bisogno, in questo momento, di lezioni da parte di questi altri partiti o movimenti, che non hanno quelle caratteristiche che diventeranno obbligatorie per legge: noi siamo sempre disponibili ad ascoltare le critiche, non pensiamo che le leggi che escono da quest'Aula siano perfette, e siamo pronti a collaborare sempre sul miglioramento del funzionamento della democrazia.
Noi abbiamo provato dall'inizio della nascita del nostro partito a darci delle regole autonome, che già rispondono ad alcuni di questi requisiti. Io penso con orgoglio, non solo per il mio partito, alle centinaia di migliaia di iscritti e militanti, del mio partito lo so, che senza chiedere nulla in cambio vivono e rendono viva una comunità solidale e chiedono a noi valori, etica, passione ed impegno.
Tutti conosciamo, noi per primi, i mali di cui soffre la nostra democrazia, anche quelli di cui hanno parlato i colleghi in diversi interventi; così come sappiamo che sono dipesi dalla incapacità dei partiti di fare i partiti, di dare risposte sufficienti alle domande ed ai problemi dei cittadini; ma sappiamo anche che ciò che è scritto nell'articolo 49 della Costituzione è vero ancora oggi e che i partiti rappresentano l'unico tramite democratico per rappresentare i cittadini nelle istituzioni. E non è vero, colleghi del MoVimento 5 Stelle, che uno vale uno, perché non è vero che basta non avere un sistema statutario di regolamentazione delle regole di decisione nei partiti: noi sentiamo sulle nostre spalle, noi del Partito Democratico, il peso dei quasi 9 milioni di persone che ci hanno portato qui nel 2013 e sentiamo di dover rappresentare la loro visione del mondo.
I nostri Padri costituenti, quando scrissero la Costituzione, pensarono di attribuire questo ruolo fondamentale di rappresentanza della modalità democratica qui dentro dei cittadini ai partiti. Non lo fecero con un'ottica spartitoria: lo fecero perché, dopo l'aberrazione fascista, sentirono forte il desiderio di creare un Paese dove i cittadini – i cittadini ! – potessero contribuire, per il tramite dei partiti, alle scelte collettive per le sorti del Paese.
Noi con questa legge oggi vogliamo tessere con trasparenza e partecipazione la trama che unisce i cittadini ai partiti e alle istituzioni: è questo il tratto distintivo di questa proposta di legge. Ed è singolare che dopo che tutti noi abbiamo ascoltato le audizioni, a cominciare forse dai colleghi del MoVimento 5 Stelle che erano particolarmente attenti, quelle audizioni che ci hanno detto che sarebbe incostituzionale decidere qui dentro dei fini dei partiti; dopo che noi abbiamo scelto (e lo ha fatto molto bene secondo me il relatore Richetti) di assumere dunque il principio della trasparenza sulle norme, perché tutti noi italiani si sappia come si decide nei partiti, e non su cosa si decide, che sarebbe stato, secondo le molte opinioni ascoltate, quello sì, incostituzionale; è singolare che oggi ci si venga a dire che anche quel principio che abbiamo scritto non regge alla prova della necessità di correggere le disfunzioni del partito.
Noi vogliamo trasparenza, da un lato, e partecipazione, dall'altro, vogliamo che ciascun iscritto di un partito possa accedere all'anagrafe di tutti gli iscritti al partito stesso: è possibile oggi questo per legge ? No. Vogliamo che siano rese pubbliche le modalità con cui si scelgono le candidature; non vogliamo intrometterci nella vita di un'organizzazione politica, vogliamo che tutti sappiano come funziona l'organizzazione politica. E lo vogliamo riaffermando la necessità obbligatoria che sia applicato il principio democratico anche all'interno dei partiti, perché la democrazia è tale solo se lo sono anche le istituzioni democratiche e se sono democratici anche quei corpi intermedi, come li definiva Crisafulli, che sono i partiti e che partecipano e regolano la democrazia.
Io penso, colleghi, che possiamo decidere di chiamare i partiti come vogliamo: partiti, associazioni, movimenti, meetup, ma si tratta sempre di associazioni, organizzazioni, luoghi di discussione in cui i cittadini si riuniscono per assumere decisioni.
Noi, che siamo il partito più grande d'Europa, con centinaia di migliaia di iscritti, che abbiamo un dibattito interno che sfocia a volte nel litigio e che appassiona molto i quotidiani, che abbiamo organismi eletti all'interno di congressi e parlamentari scelti con il metodo delle primarie, ci poniamo noi, l'abbiamo portato noi qui dentro, non altri, che sbandierano ogni giorno il tema della partecipazione e della trasparenza, il tema della trasparenza dei partiti. Siamo noi che abbiamo voluto portare qui dentro questo tema, altri scelgono altri metodi: scelgono di farsi guidare da aziende private, lo facciano loro, fino a quando questa legge non sarà approvata.
Alcuni di voi – ho finito, Presidente – hanno sostenuto che tutto ciò è insufficiente, avete sostenuto che tutto ciò è aria fritta. Nessuno è perfetto. Hans Kelsen, uno dei più grandi teorici del diritto, ha sostenuto che l'ostilità ai partiti politici, di cui tanti si riempiono la bocca nel Paese, costituisce ostilità alla democrazia.
Finisco, Presidente. Noi in questi anni abbiamo messo mano a tutto ciò che riguarda il funzionamento della democrazia italiana; sarà opinabile come l'abbiamo fatto, ma abbiamo voluto mettere mano alla riforma dalla Costruzione, al finanziamento dei partiti, alla legge elettorale, al conflitto di interessi, agli enti locali, alla riforma della pubblica amministrazione, oggi alla legge sui partiti. Ci prendiamo questa responsabilità. Noi crediamo – è l'ultimo rigo, Presidente – nella democrazia, sentiamo la responsabilità di migliorarne la qualità, percepiamo intorno a noi, Presidente, in Europa e nel mondo, la necessità di difenderla ancora, contro ogni deriva estremista e violenta.
Per questo motivo, signora Presidente, colleghi deputati, annuncio il voto favorevole del Partito Democratico.