A.C. 1532-ter-A
Grazie, Presidente. Relativamente al provvedimento in esame, sia pure in maniera anche molto breve e sintetica, avendo già avuto modo in Commissione, durante l'esame, di esprimere, anche come gruppo, il nostro convincimento, cercherò di mettere in risalto le cose che ci convincono e riteniamo sia stato opportuno mettere nel provvedimento stesso e quelle che, di fatto, ci lasciano fortemente perplessi, da cui anche il voto di astensione che abbiamo avuto in Commissione e che molto probabilmente maturerà anche nel momento dell'espressione di voto in quest'Aula.
Innanzitutto, è indubbio che fosse necessario stralciare quanto noi andiamo a normare rispetto al provvedimento iniziale, perché aveva poco a che fare e direi che era necessario un provvedimento ad hoc, come giustamente si è andato a decidere. Allo stesso modo, è stato del tutto opportuno introdurre la possibilità per aggregazioni di comuni - pensiamo alle unioni di comuni e alle comunità montane - di provvedere all'assunzione a tempo indeterminato di personale nell'ambito dei servizi sociali, superando un limite che oggettivamente rischiava di andare a colpire le zone forse più svantaggiate e più esposte a non poter fornire ai cittadini un adeguato servizio.
Infatti, quando si parla e si ragiona di aggregazioni si parla di realtà spesso montane, e, appunto, non a caso vengono richiamate le comunità montane, ma anche le aree interne dove la necessità di mettersi assieme è l'unica possibilità per poter garantire la prestazione di servizi per questioni di compatibilità di bilancio e per questioni di organizzazione anche all'interno degli enti comunali stessi. Sono realtà che per loro natura hanno anche spesso delle complessità sociali di una certa gravità: pensiamo a una popolazione con un'età media piuttosto alta, pensiamo, molte volte, a nuclei unifamiliari, anche di persone anziane e pensiamo anche a forme di un certo disagio giovanile, che trova nelle aree periferiche una sua diversità rispetto a quelle che sono le aggregazioni delle città.
Riuscire a dare una risposta è estremamente importante e avere una qualità di servizio e anche di preparazione di personale per poter affrontare ed essere di valido aiuto alle persone in difficoltà è una misura fondamentale. Oserei anche dire che il ruolo che i servizi sociali e gli assistenti sociali in queste realtà hanno è molte volte proprio quello di permettere a determinate situazioni di fragilità e di disabilità di poter accedere a quelle che sono delle offerte di servizio che, senza il necessario supporto dal punto di vista proprio anche culturale, a volte, oltre che materiale diretto, rischierebbero di non poter essere svolte.
Tra le cose che, ovviamente, ci convincono c'è anche l'aver rivisto tutta la parte burocratica-normativa che riguarda il Terzo settore, che, d'altronde, è il frutto di un'interlocuzione anche con il mondo del Terzo settore. Si sono recepite quelle che sono state le indicazioni che abbiamo avuto modo di cogliere, come spesso, appunto, tra le pieghe della burocrazia si trovavano enormi difficoltà nell'organizzazione e nella vita stessa del mondo del Terzo settore. È importante puntare, anche da questo punto di vista, a valorizzare e anche a regolamentare, in maniera anche molto chiara, l'aggregazione delle realtà impegnate nel Terzo settore stesso, proprio secondo una visione che deve portarci sempre di più a vedere questo come uno dei pilastri di riferimento su cui fondare probabilmente un nuovo modello che a me piace definire di società solidale più che di Stato sociale, perché forse più che mai dobbiamo entrare in questa logica dove matura un senso di solidarietà, di vicinanza e di capacità di dare risposte ai bisogni di chi ne ha attraverso tutti gli attori in campo, che sono sicuramente lo Stato, le realtà territoriali e, appunto, il Terzo settore. Io credo che aver avuto questa capacità di ascolto e di recepimento sia importante.
Quello che, però, ci lascia particolarmente perplessi, per una serie di ragioni, è il discorso di aver voluto istituire il tavolo. La prima è perché riteniamo che rischi di essere l'ennesimo tavolo che andiamo a creare attorno a realtà di questo genere, dato che ne esistono di simili che si occupano di argomenti più o meno vicini a questo. Il rischio è che andiamo sempre, in maniera anche molto ridondante, a creare luoghi di discussione e di confronto che rischiano di essere un po' autoreferenziali e che rischiano di essere un adempimento burocratico.
Attraverso di lei, Presidente, non vorrei da questo punto di vista offendere nessuno -, ma che tolgono, invece, anche una snellezza e una capacità di lavoro che dovrebbe essere propria anche dell'azione di Governo, capacità anche di dialogo, di confronto e di analisi, senza bisogno di momenti di questo genere. Così come anche nella descrizione dei lavori del tavolo stesso, ma anche dell'approccio nei confronti di questi ragazzi e ragazze, giovani persone, notiamo una terminologia che rischia molte volte di essere ampiamente superata dalle indicazioni delle linee guida delle Nazioni Unite piuttosto che di altri organismi internazionali, che tendono oltretutto a favorire, in maniera anche molto diretta, il coinvolgimento di queste persone di giovane età nei processi che li riguardano.
Da questo punto di vista, in tutto questo vediamo un qualche passo indietro, un qualche timore di troppo, una qualche inadeguatezza nell'essere allineati in quello che è ormai un sentire generalizzato su come vanno affrontati questi temi. Aggiungo l'istituzione della Giornata internazionale dei diritti dell'infanzia e dell'adolescenza, che già è prevista, che vedrebbe in questo caso l'affiancarsi di un'ulteriore giornata. Qui non nascondo anche una perplessità personale. Non è che voglio imputare ad alcuno questa tendenza, perché è una tendenza un po' generalizzata: spesso e volentieri si pensa di dare un segnale di attenzione istituendo la giornata di un tema o di una difficoltà.
Se noi scorriamo il calendario, ci accorgiamo che ormai siamo in difficoltà e andremo presto a sovrapporre più giornate nella stessa giornata, perché altrimenti non ci bastano i giorni per fissare questa attenzione. Penso che sia, anche in questo caso, molto utile, forse, fare un po' di sintesi, magari arricchire di contenuti, farle diventare momenti significativi di prese di decisioni e anche di scelte normative, strategiche e operative, giornate che riassumono le varie questioni. Si poteva usare, secondo me, la giornata già esistente, senza bisogno di aggiungerne un'altra. Si poteva dare un messaggio anche di maggiore snellezza, di maggiore capacità anche di considerare a 360 gradi una problematica, invece che focalizzarsi su una criticità che è quella che è individuata nella nuova istituzione di questa Giornata.
Tutte queste sono le considerazioni di massima, non ho voluto entrare nel dettaglio dell'articolato, come ha fatto il sempre molto preciso collega Ciocchetti, perché non credo sia questo il luogo. Lo abbiamo già fatto in Commissione, il ripetersi diventa davvero inutile. Voglio, però, concludere sottolineando un aspetto: la questione che stiamo affrontando è una questione strategica di fondamentale importanza. Dobbiamo avere tutti la consapevolezza che dobbiamo saper affrontare il tema del Terzo Settore come un tema fondamentale per il futuro proprio della tenuta sociale della nostra e delle nostre comunità. Siamo in grossissima difficoltà, abbiamo bisogno di scelte anche di grande cambiamento in tema di destinazione delle risorse.
Da questo punto di vista, sempre tramite la Presidenza, voglio dire al Governo che troverà nel gruppo del Partito Democratico un fortissimo alleato nel fare battaglie perché vengano stanziate più risorse per i Ministeri che si occupano di queste questioni, perché riesco a comprendere la difficoltà in cui probabilmente si troverà ad operare nel momento in cui ogni manovra di bilancio trova dei tagli, trova dei sacrifici che vengono chiesti a chi proprio non se li può permettere, visto il bisogno.
Ma voglio sottolineare anche l'aspetto - e torno ai ragazzi, alle ragazze, agli adolescenti e alle adolescenti, che sono, in maniera forse un po' anche forzata, messi nello stesso provvedimento - che noi dobbiamo garantire la massima attenzione e la massima capacità di risposta ai problemi che stanno attraversando. La vicenda tragica del COVID, anzi, oggi è una giornata del tutto particolare, visto che è la Giornata del ricordo delle vittime di COVID, ha lasciato degli strascichi particolarmente importanti, che colpiscono soprattutto alcune fasce, giovani e anziani in particolare.
Ecco che allora su questo penso che dovremmo sempre di più saper pensare come costruire delle risposte puntuali e fare in modo che un disagio molto sentito trovi nello Stato quel giusto supporto per poterlo superare. Ne va davvero della qualità della vita delle nostre comunità, ma, non dimentichiamo mai, anche della qualità delle nostre comunità del futuro.