A.C. 1717-A
Grazie, Presidente. Provo a riprendere, in questa dichiarazione di voto, alcune delle valutazioni che si sono fatte durante la discussione prima in Commissione e poi in Aula e, devo dire, anche condividendo molte delle cose che hanno detto i colleghi di opposizione. Con una piccola premessa: e cioè che il mio giudizio, il nostro giudizio è molto negativo rispetto a come si sono evoluti i lavori e la discussione in questo iter prima di Commissione e poi parlamentare.
La piccola premessa però che faccio in maniera ragionata è questa, e cioè faccio fatica sinceramente a ritrovare delle responsabilità in chi, come la Sottosegretaria, ha gestito questa fase perché ritengo che qui ci sia una responsabilità molto più ampia da parte del Governo, e in particolare del Sottosegretario alla Presidenza Mantovano, che è venuto nelle primissime fasi di elaborazione di questa norma e del passaggio parlamentare e ci aveva illuso in qualche modo, dandoci delle indicazioni di disponibilità, di collaborazione e di aperture. Noi abbiamo - almeno parlo per me - commesso un errore, abbiamo dimenticato il vecchio detto per cui il lupo perde il pelo, ma non il vizio.
Avanzate, diciamo così, una non reale disponibilità al dialogo. Noi ci siamo messi a disposizione, provando realmente a migliorare questo provvedimento, tant'è vero che nessuno si può vagamente sognare di poterci accusare di ostruzionismo o cose di questo tipo, entrando nel merito, facendoci riconoscere un valore alle cose che abbiamo sostenuto, ma poi a un certo punto - sarebbe interessante capire la ragione - tutto è scomparso, tutto è precipitato, tutto è stato fagocitato dalla stessa logica emergenziale, fintamente emergenziale, che questo Governo usa per qualsiasi cosa, il 99 per cento delle volte a sproposito.
Di conseguenza ci siamo trovati a vederci bocciate in Aula alcune norme che erano state votate in modo unanime, perciò ovviamente anche con il consenso del Governo e dei relatori in Commissione, da parte di due Commissioni riunite. Una cosa che io, che qualche anno qua dentro l'ho fatto, non avevo sinceramente mai visto. E perché? Perché qualcuno da qualche ufficio, che magari non era stato sentito e per cui se la è un po'presa, ha alzato il ditino, dicendo “no, quella cosa lì non si può fare”. E allora cosa si fa? Si fa travolgere tutto il percorso democratico da un Governo che in realtà non risponde di se stesso, questo è il punto reale.
Un Governo che non è in grado di tenere una posizione, che non è in grado nemmeno di aprire un'interlocuzione seria con l'opposizione, e di solito in questi casi ha sempre più vantaggio il Governo a farlo piuttosto che l'opposizione, a rispondere presente, e che riesce a far precipitare i lavori, come se questo fosse un decreto che scade domani, e a ridurre già preventivamente i tempi di discussione in Commissione per un motivo, per la propaganda.
È sempre la stessa vecchia storia, la propaganda, perché ci sono elezioni, ma di più, perché c'è il G7 in Italia, e di conseguenza uno degli argomenti che è sulla bocca di tutti sarà quello della cybersicurezza, per cui bisogna alzare l'allarme, anche pubblicamente, ma poi presentarsi lì con l'osso in bocca, cioè poter dire che l'Italia ha fatto una grande cosa, il Governo Meloni, per la prima volta, ha messo mano al tema della cybersicurezza.
Ma non è vero niente. Uno perché, con questo provvedimento, me li vedo i cyberterroristi che se la fanno sotto perché “adesso come faremo con tutte queste norme straordinarie”. Niente, evidentemente. Ma poi perché non è così. L'Italia è in ritardo rispetto alle capacità di resilienza e di risposta agli attacchi? Sì. Gli altri Paesi sono in ritardo? Sì. L'Italia è forse un po' più indietro? Sì. Ma non è che in questi ultimi 10 anni siamo stati tutti qui a fare altro, perché dal 2013 in poi si sono susseguiti, tra l'altro per iniziativa di Governi di cui non so se facesse parte l'attuale Presidente del Consiglio, cioè il Governo Monti, nel 2013, Strategia nazionale di cybersicurezza, il Governo Gentiloni, dl cybersecurity 2017, nel 2018 il recepimento della normativa europea, della direttiva NIS 1, nel 2019, Governo “Conte 2”, Perimetro di sicurezza nazionale cibernetica, Governo Draghi, nel 2021, istituzione dell'Agenzia nazionale di cybersicurezza. Sono tutte cose che abbiamo fatto. Sono sufficienti oggi? No, ma sono state un pezzo importante della costruzione della risposta sistemica del nostro Paese, dal punto di vista degli enti e delle istituzioni, così come anche delle aziende private, a un rischio crescente.
Per cui non è che nasce sempre tutto con voi. Adesso a me dispiace, ma provare a mettere le braghe al mondo è un'operazione che anche alla Presidente Meloni non riesce particolarmente o comunque non riesce sempre. Noi non siamo in quella condizione, siamo in una condizione diversa in cui bisogna fare di più. Si è fatto di più con questa norma? La verità è che si è fatto proprio il minimo sindacale. La verità è che si perde una grande occasione per provare a far contento qualcuno dal punto di vista della propaganda politica, questa è la verità.
Perché qual è il punto centrale, oltre ad altri che qua sono stati già sottolineati, che noi abbiamo posto fin dall'inizio? Che non si possono fare le nozze con i fichi secchi. Non ci avete messo una lira, ci avete spiegato e avete spiegato a tutti gli italiani e le italiane che siamo sotto attacco, che siamo in grande difficoltà sulla cybersicurezza, spiegate a tutti cosa devono fare, siete bravissimi a dare i compiti agli enti locali e alle aziende, siete particolarmente bravi ad alzare le pene, come se avesse risolto qualcosa fino adesso, cioè niente, ma non siete capaci di dare i soldi.
Cioè, voi pretendete che soggetti che fino a ieri non avevano fatto niente e a cui non era stato chiesto di fare niente da domani mattina siano i campioni della cybersicurezza e che lo debbano fare a costo zero, o comunque sulle loro spalle o sulle spalle dei cittadini che magari amministrano. Questa è una cosa inaccettabile, ma proprio che non sta in piedi, non è una cosa seria. Come rispondete a questo? Dicendo “no, ma noi abbiamo fatto fare all'Agenzia un bando per dare delle risorse con i soldi del PNRR”, che ricordo che qualcuno nemmeno voleva, ma fa niente. Perfetto, peccato che non tutti i soggetti che sono ricompresi in questa nuova norma possano partecipare, perché non hanno titolo, a quei bandi, oltre al fatto che non è mica detto che, se uno partecipa a un bando, lo vince.
Ma l'interesse nostro, cioè l'interesse collettivo dello Stato, è quello di aumentare il livello di capacità di risposta e di difesa o di dare i soldi a chi magari è più attrezzato ad averli? Siccome penso proprio che sia il primo caso, avremmo dovuto fare il contrario come Stato, e cioè mettere a disposizione risorse fresche e immediate per quei soggetti a cui chiediamo di fare delle cose. Non avere seguito questa strada, che però guardate che non è che era una roba complicata e difficile, era veramente l'ABC, è una colpa insuperabile, è un peccato mortale dal punto di vista politico e dal punto di vista istituzionale.
Purtroppo è una cosa da cui non si torna indietro. Mi fa piacere che ieri ci siano stati anche degli ordini del giorno che dicevano, giustamente, li condivido, “alla prima occasione utile metteteci i soldi”, ma lo sappiamo che non sarà così. C'è un'altra questione: si è fatto riferimento prima alla NIS 2, la direttiva europea che dovrà essere recepita, ma ci è stato detto in Commissione - dopo dico un'ultima cosa e chiudo - che quella si farà più avanti, si farà a ottobre. Perché a ottobre? Ottobre è il termine ultimo entro il quale l'Italia può recepire la direttiva europea. Noi ci riduciamo all'ultimo momento utile per recepire una direttiva europea sulla cybersicurezza, che è fondamentale, perché non si sa, perché non siamo pronti, però siamo pronti per fare la normetta per far fare a qualcuno un titolo di giornale.
Questo è inaccettabile. E - chiudo su questo, Presidente - è inaccettabile intanto perché da un lato c'è l'impegno dello Stato di metterci molte più risorse, ricordo l'1,2 per cento del bilancio dello Stato, ma poi per un'altra ragione: che quella stessa persona, cioè il Sottosegretario Mantovano, che è venuto a farci l'abboccamento all'inizio e poi è scomparso, non ha messo nemmeno un grammo del suo peso politico, che è molto consistente, e lo sappiamo visto che scrive la metà delle leggi che dovrebbe fare il Ministero dell'Interno, le scrive lui nel suo ufficio, se ha tutto quel peso, avrebbe dovuto metterne almeno una parte per trovare i soldi.
Non accettiamo e non siamo disponibili ad accettare la logica per cui il MEF non può, i soldi non ci sono, la Ragioneria aveva un'influenza e non potevano darci i soldi. È inaccettabile! Volete fare quelli duri e forti? Fatelo, fatelo nell'interesse collettivo e non solamente nel vostro interesse.
Secondo questo ragionamento noi dovremmo votare contro con 5 mani alzate diverse, va bene? La verità è che noi ci teniamo a questo Paese molto di più di quello che ogni tanto prova a far credere la maggioranza e cerchiamo di essere responsabili forse anche oltre il limite. Per cui diciamo: questa è una cosa importante e, di conseguenza, vogliamo dare un segnale positivo e di disponibilità, però questa cosa non può continuamente cadere nel vuoto, perché noi eravamo convinti che dopo la forzatura che è stata fatta sul tema dell'autonomia in Commissione e in Aula, assolutamente inaccettabile, su questo ci sarebbe stato almeno un parziale passo indietro. Siccome abbiamo di fronte altre questioni legate alla sicurezza…
. …non solo cyber e ci saranno poi altri temi legati alla cybersicurezza, noi vogliamo vagamente sperare, senza neanche crederci - mi rendo conto - fino in fondo, che almeno queste scelte, questo atteggiamento e queste parole possano far riflettere in maniera più attenta chi è al Governo e ha veramente il potere di decidere le cose.