A.C. 2329-A
Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi e colleghe, non so onestamente, Presidente, come iniziare questo intervento. Lo dico cercando di recuperare il senso istituzionale e la sacralità del luogo nel quale sto svolgendo quest'intervento.
Noi ci siamo lasciati con un'immagine. Siamo ormai densi, intrisi e pieni della società della comunicazione e i messaggi, le foto e le immagini hanno molto più significato di tante parole che si possono pronunciare. Però, Presidente, le italiane e gli italiani ricordano un messaggio, un messaggio chiaro e inequivocabile fatto dalla Presidente del Consiglio Giorgia Meloni: “funzioneranno”.
Presidente, non hanno funzionato. Non hanno funzionato e il fatto che non abbiano funzionato è plasticamente rappresentato oggi qui. È plasticamente rappresentato anche dall'iter che è stato seguito in Commissione, pezza su pezza, e ogni pezza che cercava di coprire un buco infinito è stata peggio del buco stesso che voleva coprire.
Ora, a cosa servivano i centri in Albania? Inizialmente annunciati come cambio paradigmatico e grande accordo con l'Albania, dovevano servire a salvare vite in acque internazionali. Queste vite in acque internazionali sembravano sì il cambio paradigmatico, perché si passava - e vi ringrazio che si passa - dal blocco navale a bombardare barchini e ad andare a recuperare in acque internazionali vite umane. Noi abbiamo denunciato dal primo momento che i centri in Albania rischiavano di rappresentare un vulnus, rischiavano di essere un grande fallimento, rischiavano di essere un buco senza fondo e un pozzo senza fondo nel quale venivano riversati milioni e milioni e milioni dei soldi dei contribuenti italiani. Abbiamo raggiunto il miliardo di euro. Noi ci siamo andati in quei centri. Siamo andati a Gjader soprattutto e l'abbiamo visto.
Allora la prima domanda che mi verrebbe da porre a questo Governo è: si può sapere e potete gentilmente spiegare alle italiane e agli italiani perché esiste e persiste il segreto di Stato sugli appalti affidati in Albania? È possibile sapere a chi avete affidato questi lavori? È possibile sapere perché, dopo due mesi dall'apertura - noi ci siamo andati fisicamente, Presidente - l'asfalto delle strade interne al centro sembrava asfalto messo e posato 15 anni prima? Possiamo capire chi ha fatto questi lavori? Possiamo capire a chi avete affidato gli appalti e i subappalti? E soprattutto, ci date una risposta sull'effetto deterrenza? I centri in Albania dovevano rappresentare l'effetto deterrente per evitare questa presunta, ipotetica e immaginifica invasione. La deterrenza non c'è stata. La deterrenza non c'è stata e, soprattutto, il risultato - è bene dirlo - è anche una certa distrazione mediatica sul tema, perché noi, oggi, qui, ci ritroviamo, per l'ennesima volta, a parlare di questioni di immigranti e a modificare delle scelte che questo Governo ha fatto arbitrariamente, senza una spiegazione.
Ora, che l'Accordo Italia-Albania non funzionasse ve l'avevamo detto. Non poteva funzionare perché ledeva diritti e princìpi fondamentali. E voi, per tutta risposta, che cosa avete fatto? Ve la siete presa, come al solito, con la magistratura. Perché, quando ci si innamora del proprio errore, allora bisogna quotidianamente trovare o inventare il responsabile di turno, affinché si possano coprire delle inefficienze. Colleghe e colleghi di maggioranza, ci avete provato. Avete cercato di innovare una procedura, avete cercato di fare qualcosa di diverso. Mi sia consentito, Presidente, avete cercato di fare i fenomeni: vi è andata male! Non c'è cosa peggiore nella vita, Presidente, che innamorarsi dei propri errori. Anzi, sarebbe stato significativo, educativo e politicamente confacente ammettere un errore compiuto e dire: ci abbiamo provato e non ci siamo riusciti. Anche noi, in passato, abbiamo commesso errori. Ma chi non commette errori? Chi non commette errori? L'importante, però, è che poi, a un certo punto, ti rendi conto dell'errore commesso, ti fermi, chiedi scusa e vai avanti.
E allora qualcuno ci deve spiegare la ragione per la quale si apre un ennesimo CPR? Gjader aveva già una parte che era CPR, Presidente. Si modifica questo CPR, anche se, ad oggi, ancora, non conosciamo quando i lavori finiranno in questo CPR. Perché poi, alla fine, colleghe e colleghi, noi qui stiamo parlando di diritto internazionale? No. Stiamo parlando di diritto umanitario? No. Stiamo parlando di gestione dei flussi migratori? No. E di che cosa stiamo parlando? A cosa serve cosa questo provvedimento? All'ennesima gestione di soldi pubblici sprecati in appalti e subappalti, sui quali c'è il segreto di Stato e dei quali, forse, un giorno avremo contezza.
E allora, colleghe e colleghi, a me dispiace perché - lo dico in tutta onestà - io ho stima personale nei confronti della relatrice, però, mi sia consentito, si arriva all'ultimo minuto con l'ennesimo pacchetto di emendamenti, immaginando e dando prova per l'ennesima volta della non considerazione assoluta del ruolo dei parlamentari. Noi ormai, Presidente, non viviamo più in una democrazia parlamentare, ma viviamo in una democrazia o, se volete, in una manifestazione di arroganza suprema dell'Esecutivo, il quale partorisce un decreto al giorno, partorisce una decisione al giorno, partorisce una mediazione al giorno, perché anche su questo provvedimento ci sono discussioni e la maggioranza era divisa nei dettagli su chi, su come, eccetera eccetera.
Allora ci si inventa la soluzione, la si catapulta nelle mani dei parlamentari. Voglio esprimere la mia solidarietà nei confronti della relatrice che, per l'ennesima volta, è l'unica che ci mette la faccia, perché deve, in un certo qual modo, far digerire delle scelte inappropriate, incomprensibili da parte di un Esecutivo che non sa, materialmente, come gestire e cosa fare della questione dei migranti. Eppure, colleghe e colleghi, ve lo avevamo detto più di un anno fa che investire 1 miliardo sulla gestione della migrazione significava generare migliaia di posti di lavoro in Italia. Significava affrontare la vera piaga di questo Paese, Presidente, che non sono gli arrivi, ma sono le partenze: 190.000 solo nel 2024, 200.000, 250.000 in prospettiva nei prossimi anni. Questo non lo dice il Partito Democratico, lo certifica l'Istat. Allora, rispetto a queste scelte, è mai possibile che non ci si possa un attimo fermare? Che non ci si possa un attimo fermare dall'utilizzo costante e quotidiano della propaganda? Allora, Presidente, 1 miliardo di euro avrebbe evitato esattamente la partenza di figli, di nipoti, di ragazze e ragazzi, che partono per trovare soluzioni all'estero e avrebbero potuto applicare le proprie professionalità in questo Paese, avrebbero contribuito a organizzare e gestire processi di integrazione e avremmo anche visto le ricadute sul territorio nazionale. Invece, si è preferito fare altro. Si è preferito affidare la gestione di risorse pubbliche ad appalti diretti. Io lo ricordo ancora, Presidente, ricevevamo le e-mail: 500 Forze dell'ordine che dovevano andare lì, in missione internazionale, non 500 nuovi assunti, ma 500 Forze dell'ordine. Noi ci siamo andati lì, Presidente, sa che cosa abbiamo trovato? Lei ha una certa sensibilità sul tema per il suo percorso biografico. Presidente, abbiamo trovato 50 generali e 3 fanti. Questo è stato il tema.
Allora, spiegateci che cosa avete fatto. Spiegatecelo e spiegateci che cosa diavolo state facendo oggi. Voi oggi state provvedendo a modificare, a fare un cambio di destinazione d'uso, ma stiamo parlando di persone umane, stiamo parlando del rispetto dei diritti fondamentali, stiamo parlando di un'opportunità che altri Paesi, prima di noi, hanno saputo gestire nei decenni e nei secoli. Coloro che arrivavano nelle condizioni in cui arrivano oggi, eravamo noi. Ma è possibile che tutto questo l'abbiamo dimenticato? Allora, è possibile che non si possa trovare e affrontare il tema, trovando soluzioni diverse? Inaugurando un'agenzia terza che possa gestire i flussi migratori? Utilizzare un'espressione, un concetto, Presidente, che non è giuridico, non è politico, ma è etico? Trasparenza. Allora, potete finalmente dinanzi all'opinione pubblica, dinanzi ai vostri colleghi, in questo luogo sacro, avere cinque minuti di verità? Noi vorremmo ascoltare parole di verità. Vorremmo ascoltare il perché il modello Albania, che doveva funzionare, ha fallito. Perché avete immaginato di andare a fare un altro CPR, fuori dal territorio nazionale, quando i CPR in Italia non sono nemmeno pieni? Allora, fateci capire qual è il modello? Perché io, noi, non crediamo, io non lo penso, Presidente, che l'unico modello, al quale voi siete interessati, è quello dell'affidamento diretto. Io non ci credo e nessuno di noi ci vuole credere, ma se andiamo ad analizzare il provvedimento e le scelte compiute in materia, purtroppo l'unica conclusione alla quale giungiamo è questa.
E allora colleghe e colleghi e mi avvio a chiudere. Abbiate un sussulto di dignità, dimostrate di essere classe dirigente di questo Paese, dimostrate di essere i rappresentanti massimi del popolo, dimostrate di essere deputate e deputati liberi, che hanno la capacità di spiegare, che hanno la capacità di argomentare, che hanno la capacità anche di confrontarsi e che hanno l'umiltà di dire: abbiamo sbagliato e cerchiamo di cambiare rotta. Ma facendo così, Presidente, si rischia di ritrovarci qui, nei prossimi mesi, a dover decretare, per l'ennesima volta dopo due anni e mezzo del Governo di Giorgia Meloni, il pieno, totale e completo fallimento della gestione delle politiche migratorie in questo Paese.