A.C. 3002
La ringrazio, Presidente. La relatrice De Carlo e il collega D'Ettore hanno già spiegato in buona parte i contenuti e le scelte fatte con questo decreto. Trovo un po' curioso peraltro che il gruppo di Fratelli d'Italia accusi la maggioranza di Governo di non voler votare, visto che della maggioranza di governo fanno parte anche due forze che a livello locale nei prossimi mesi saranno alleate con il gruppo di Fratelli d'Italia, ma soprattutto è palesemente insostenibile l'idea che l'Italia sia l'unico Paese che rinvia le elezioni. Questo è il punto chiave su cui mi vorrei soffermare e consiglierei a tutti, anche a coloro che ci stanno ascoltando da casa, di andarsi a vedere il sito: https://www.idea.int. E' il sito di un istituto internazionale per la democrazia e l'assistenza elettorale, che ci fornisce un report esaustivo sul rinvio delle elezioni nel mondo, da quando è iniziata la pandemia. Gli Stati in cui sono state rinviate le elezioni sono 78 - ripeto:78 -; i rinvii di elezioni nazionali, presidenziali, legislative o referendum sono 41: si segnalano, tra gli altri, referendum costituzionali (Cile, Russia), elezioni presidenziali (Bolivia, Polonia e Repubblica Dominicana), elezioni legislative (Etiopia, Iran Macedonia del Nord, Serbia, Siria, Sri Lanka). Uno potrebbe dire: ma questo è dal febbraio 2020, siamo nel 2021. Elenco dei Paesi con elezioni rinviate nel 2021: Africa (Ciad, Etiopia, Gabon, Zimbabwe); Americhe (Canada, Cile, Colombia, Giamaica, Panama). Poi abbiamo elezioni locali in Australia. Passando all'Asia, abbiamo Malesia, Maldive, Kirghizistan e Filippine. Venendo in Europa, abbiamo Armenia, elezioni locali nel Regno Unito, Cipro, Finlandia e alcune elezioni regionali in Germania. Non siamo soli nel mondo: è una scelta, si può fare una scelta in una direzione, si può fare una scelta in un'altra, ma non siamo soli nel mondo. Per di più, il report che cosa ci dice? Che in vari Paesi le elezioni si sono svolte a scadenza regolare, creando o incentivando ulteriormente nuove regole di voto, tra cui l'uso massiccio del voto postale, l'uso del voto anticipato, per cui le persone si recano nei seggi varie settimane prima con orari prestabiliti, l'uso di strumenti di democrazia digitale e ne abbiamo avuto degli echi anche a proposito delle elezioni americane, con riguardo allo spoglio delle schede, alle contestazioni e così via. Quindi non è che il mondo è rimasto inerte e l'Italia invece si muove bloccando le elezioni: ci sono stati moltissimi casi di rinvio delle elezioni e moltissimi casi di innovazioni sulla legislazione di contorno che consentissero un voto di massa, senza evitare ulteriori espansioni della pandemia e forse, anche su questo secondo aspetto, dovremmo interrogarci nelle prossime settimane e nei prossimi mesi. Questa è la realtà, fuori dalla propaganda e da accuse di disonestà e così via, è la realtà pura e semplice, ognuno poi è libero di studiarsi i dettagli di questi cambiamenti. Siamo in una materia preclusa alla decretazione? No perché siamo - lo ricordava il collega D'Ettore - sulla legislazione elettorale di contorno e non sulla formula elettorale. Ci sono precedenti di decretazione sulla legislazione elettorale di contorno smisurati nel corso dei decenni della Repubblica. Ma il punto fondamentale è che il procedimento elettorale non sono i pochi minuti in cui ciascuno di noi va a votare in un seggio e quindi le misure che si possono adottare in quel seggio di precauzione, ma sono un insieme di atti e di procedure che partono dalla presentazione delle liste e da tanti atti di campagna elettorale, che si vogliono i più aperti possibile alla partecipazione delle persone. Questo insieme di atti, che poi finiscono nello scrutinio e nella diffusione dei risultati, esigono il massimo di prudenza rispetto all'evoluzione della pandemia. Questo è il dato. Di fronte a un procedimento così complesso, è chiaro che si possono fare scelte diverse, ma il rinvio di pochi mesi mi sembra sensato e - specie quando si è attivata una campagna vaccinale che sta arrivando ora agli standard voluti dal Governo, ovverosia a 500 mila vaccinazioni al giorno, che promettono appunto sul medio termine un abbattimento della crescita della pandemia, specie quando si è messo in campo questo piano vaccinale - è evidente che si collochi il momento elettorale in una fase successiva all'efficacia del piano vaccinale, mi sembra una cosa logica. Se non è stata contestata la legittimità l'anno scorso, quando il piano vaccinale non c'era - l'anno scorso si discuteva solo della legittimità in queste Aule dell'abbinamento dello spostamento delle elezioni con lo spostamento del referendum, non si discuteva della legittimità dello spostamento delle elezioni – ecco, se l'anno scorso si discuteva solo di questo e non c'era il piano vaccinale, tanto più ora ha senso discuterne in presenza del piano vaccinale. E poi appunto - come ricordava il collega D'Ettore - noi rinviamo elezioni amministrative che sono basate su un doppio turno di votazione. In Francia c'è stata una querelle molto delicata su - dal momento che si dovette intervenire congelando il primo turno delle elezioni - quanto tempo si poteva congelare il primo turno per ritenerlo ancora attendibile, perché congelare i risultati di un primo turno per 12 mesi era un conto, ma se si fosse dovuto congelare i risultati del primo turno per un anno che cosa si sarebbe dovuto fare? Ripartire da zero, visto che ormai i risultati erano invecchiati e anche l'elettorato in parte era cambiato, oppure tenere per buoni comunque i risultati del primo turno? Quale era la scadenza in mesi, in settimane, per ritenere ancora valido il risultato del primo turno? E' meglio prevenire problemi di questa delicatezza, piuttosto che doverli affrontare alla rincorsa, anche con tesi diverse, con criteri diversi tra di loro e con rischi polemici. Per questa ragione, l'assunzione di responsabilità che fa la maggioranza, confermando la scelta del rinvio delle elezioni è appunto un'assunzione di responsabilità.