Grazie, Presidente. Le elezioni non si risolvono soltanto con l'apportare una scritta o un segno nella scheda elettorale; le elezioni sono passione, dibattito, confronto di idee, sono comizi e partecipazione. Questa è una premessa indifferibile per inquadrare nel migliore dei modi la complessità degli effetti del decreto-legge che siamo chiamati a valutare e per rispondere a chi ha parlato di un decreto anticostituzionale, per non dire di peggio, anche in quest'Aula, sperando di trarre vantaggi elettorali anche dalla pandemia. Ma facciamo chiarezza: il provvedimento in esame prevede, in particolare, che le elezioni previste nell'anno in corso e solitamente in primavera si svolgano in una data compresa tra il 15 settembre il 15 ottobre 2021. Da tale rinvio sono interessate le elezioni dei consigli comunali e circoscrizionali previste tra il 15 aprile e il 15 giugno 2021, le elezioni suppletive per i seggi della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica dichiarati vacanti entro il 31 luglio 2021, le elezioni amministrative nei comuni i cui organi sono stati sciolti per fenomeni di infiltrazione mafiosa, anche se già indette tramite integrale rinnovo del procedimento di presentazione delle liste e delle candidature, le elezioni amministrative a seguito dell'annullamento delle elezioni degli organi delle amministrazioni comunali in alcune sezioni anche se già indette, le elezioni amministrative nei comuni i cui organi devono essere rinnovati per motivi diversi dalla scadenza se le condizioni che ne rendono necessario il rinnovo si verificano entro il 27 luglio 2021, le elezioni degli organi elettivi delle regioni a statuto ordinario anche se già indette e quelle relative agli organi elettivi per i quali entro il 31 luglio 2021 si verificano le condizioni che ne rendono necessario il rinnovo.
Contestualmente, il decreto dispone inoltre che le consultazioni si svolgano in due giornate, sia di domenica che di lunedì, e riduce a un terzo il numero delle sottoscrizioni per le elezioni comunali e circoscrizionali. Solo per le elezioni amministrative saranno chiamati alle urne gli elettori di 1.312 comuni. L'elenco dei comuni è ancora provvisorio, perché a questi si aggiungeranno altri eventuali comuni i cui consigli comunali saranno sciolti con apposito decreto del Presidente della Repubblica entro il 27 luglio 2021. Alle urne andranno ben venti comuni capoluogo di provincia, di cui sei sono anche capoluogo di regione: Bologna, Milano, Napoli, Roma, Torino e Trieste. Sono undici le città con oltre 100 mila abitanti che rinnoveranno i consigli comunali. Si tratta di decine di milioni di elettori in tutta Italia, elettori che non si recheranno solo alle urne, ma che, come è accaduto, ad esempio, nelle scorse elezioni regionali del 2020, potrebbero assistere agli appuntamenti previsti nelle piazze, ai convegni in spazi pubblici e privati, perché la democrazia è essenzialmente partecipativa.
Infatti, l'obiettivo di questo provvedimento è quello di promuovere la democrazia partecipativa, e non, come qualcuno ha ripetuto in questi mesi, di sospenderla, magari a vantaggio o svantaggio di una o di un'altra forza politica. La finalità del provvedimento - è bene ripeterlo - è di evitare assembramenti di persone e condizioni di contiguità che sarebbero in contrasto con le misure di profilassi sanitaria, incluso il distanziamento, e di far sì, dunque, che le consultazioni elettorali si tengano in situazioni di sicurezza. Le modifiche che sono state apportate al Senato vanno in questa direzione, e mi riferisco, in particolare, alle estensioni delle disposizioni vigenti sui termini di svolgimento delle elezioni degli organi delle città metropolitane e dei presidenti delle province e dei consigli provinciali in scadenza nel primo semestre 2021 anche a quelli in scadenza tra luglio e settembre 2021, alla possibilità di presentare per le elezioni del 2021 l'atto di designazione dei rappresentanti di lista mediante posta elettronica certificata, all'introduzione di disposizioni speciali in materia di quorum di validità per le elezioni del sindaco e del consiglio comunale per il 2021 nei comuni fino a 15 mila abitanti nel caso in cui sia stata ammessa una sola lista, all'ampliamento degli orari di apertura degli uffici del casellario giudiziario in occasione delle competizioni elettorali 2021.
Va inoltre segnalato, per completezza di informazione, che è stata inserita la facoltà per le università e per le istituzioni dell'alta formazione artistica, musicale e coreutica di individuare modalità alternative, anche telematiche, di svolgimento delle procedure elettorali per il rinnovo dei propri organi collegiali e monocratici entro il 31 ottobre 2021. La pandemia, grazie alle misure varate dal Governo e alla campagna di vaccinazione, sta rallentando, ma è una certezza ormai che riaprire in fretta senza le dovute garanzie e protocolli di sicurezza adeguati possa essere devastante e causare repentine e controproducenti chiusure, perché questo virus e le sue pericolosissime varianti sono purtroppo imprevedibili e il quadro generale può variare drammaticamente in poche settimane.
Un caso emblematico è purtroppo quello della Sardegna, fino a poche settimane fa unica zona bianca d'Italia e oggi unica zona rossa, o quasi, dell'intero Paese. Senza dimenticare l'India: due mesi fa si parlava di immunità di gregge, di crollo di morti e contagi senza vaccinazione, mentre oggi in tre giorni si sono registrati un milione di casi, con ospedali al collasso e decessi nelle strade per mancanza di ossigeno. Non tenere conto di ciò è oggi irresponsabile. Il monito del Presidente della Repubblica, nel momento in cui dette mandato esplorativo, nello scorso mese di febbraio, all'attuale Presidente del Consiglio Mario Draghi, rappresenta ancora un punto fermo. Quelle parole - le cito testualmente - furono da timone per un Paese che rischiava la deriva delle urne poco prima che esplodesse la terza ondata: la campagna elettorale - disse allora Sergio Mattarella - richiede inevitabilmente tanti incontri affollati, assemblee, comizi. Nel ritmo frenetico elettorale è pressoché impossibile che si svolgano con i necessari distanziamenti. Nei Paesi in cui si è votato obbligatoriamente perché erano scadute le legislature dei parlamenti o i mandati dei presidenti si è verificato un grave aumento dei contagi.
È facile comprendere cosa sarebbe accaduto se il Paese avesse ceduto alle sirene sovraniste che echeggiano ancora, purtroppo, in quest'Aula (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Prese di posizione incomprensibili e intransigenti che hanno impedito, purtroppo, una discussione pacata, costruttiva e nell'interesse del Paese.
È per questo che il decreto di oggi è così importante, rappresenta un compromesso irrinunciabile per garantire sia la democrazia partecipativa, che la salute pubblica. Chi oggi si oppone a queste norme di buonsenso non crede nella democrazia o non ha a cuore la salute degli italiani. Per questo motivo, annuncio il voto favorevole del Partito Democratico.