Dichiarazione di voto finale
Data: 
Mercoledì, 10 Gennaio, 2024
Nome: 
Lia Quartapelle Procopio

A.C. 1624

Grazie, Presidente. Come diceva anche ieri l'onorevole Provenzano, noi vogliamo prendere sul serio l'iniziativa del Governo sull'Africa. Riteniamo che sia un tema cruciale, fondamentale per il futuro della nostra politica estera.

L'importanza dell'Africa nelle relazioni internazionali, lo sappiamo, crescerà molto nei prossimi anni, come ha scritto autorevolmente, proprio in questi giorni, Mario Raffaelli, che è uno degli uomini di Stato che, insieme a Rino Serri, ad Alfredo Mantica, a Mario Giro, a Marina Sereni, che è stata una donna di Governo, hanno fatto la politica delle relazioni di Governo tra Italia e Africa.

L'Africa è riserve di acqua non sfruttate, è terre rare, è minerali preziosi, è due terzi delle terre arabili non coltivate. L'Africa è importante dal punto di vista della politica internazionale, anche perché è un quarto dei voti all'Assemblea generale delle Nazioni Unite e sappiamo che dallo sviluppo o dal mancato sviluppo del continente dipende la crescita armoniosa del mondo nel prossimo secolo oppure dipenderanno instabilità ed enormi rischi.

L'Italia, che, per geografia, è posizionata nel punto d'incontro tra il continente europeo e quello africano, è la prima porta che può essere investita dai rischi che provengono dall'Africa, ma può anche essere l'ingresso attraverso cui passeranno le enormi opportunità di un rapporto sostenibile tra Europa e Africa. Quindi, è per questo che vi prendiamo sul serio. È giusta l'intuizione della Premier di darsi come obiettivo di legislatura della politica estera l'impegno di qualificare i rapporti tra Italia e Africa. Vogliamo prendervi sul serio, ma dateci una mano, perché finora quella della vostra maggioranza è rimasta, appunto, un'intuizione e, purtroppo, con il decreto che andiamo oggi ad approvare, che crea la struttura per il Piano Mattei, l'intuizione, dal nostro punto di vista, è pronta per diventare derisione.

Voi avete la pretesa di andare in Africa, creando una nuova struttura, completamente avulsa dalla struttura della Farnesina e il Vice Ministro Cirielli, che ha seguito con attenzione i lavori qui e in Commissione, ce lo ha detto anche oggi nella discussione degli ordini del giorno, ha cercato di tenere alla Farnesina tutte le competenze possibili che, invece, questa cabina di regia prova a strappare ad essa.

Abbandonate la Farnesina, che è il luogo che contiene la gran parte delle risorse umane in grado di avere rapporti con il continente africano, il nostro Corpo diplomatico, che è abituato ad avere relazioni con i Paesi africani, che ha le sedi nei Paesi africani. E voglio qui ricordare uno degli esponenti di questo straordinario patrimonio di risorse umane, che è stato l'ambasciatore Luca Attanasio che, in Africa, facendo il proprio servizio per la Repubblica, è morto. Ed è questo che voi volete abbandonare.

Non solo. Avete la pretesa di lodarvi da soli, e lo abbiamo sentito anche prima negli interventi della maggioranza: continuate ad annunciare questo piano, raccontandoci che non è predatorio. Ma lasciatelo decidere ai cittadini africani, alle istituzioni africane con cui vi interfaccerete se sarà o non sarà predatoria la natura degli interventi che verranno fatti seguendo il Piano Mattei. Il richiamo agli idrocarburi, che ha continuato ad aleggiare nel corso della discussione, sostenuto anche dal vostro rifiuto di approvare ogni emendamento che abbiamo presentato come opposizioni sulla sostenibilità, a noi preoccupa molto, perché dà, invece, l'idea che vogliate instaurare un nuovo rapporto con l'Africa proprio a partire dallo sfruttamento non sostenibile delle materie prime di cui quel continente è così ricco.

Non solo, avete la pretesa di costruire questa novità delle relazioni internazionali, tagliando fuori tutto quel mondo che, da anni, ha rapporti con l'Africa, che, da anni, nutre in modo fecondo, in modo autorevole, in modo mutuo le relazioni con il continente africano, Mi riferisco, in particolare, alla società civile italiana, a quelle organizzazioni laiche, a quelle organizzazioni cattoliche, ai missionari, alle università, alle città, alla cooperazione decentrata, che, in tutti questi anni, da quando esiste la Repubblica, hanno provato, e sono riuscite, a qualificare le relazioni tra l'Italia e l'Africa. E voi, dalla cabina di regia, le avete completamente escluse, nonostante le nostre proposte, avete rifiutato di coinvolgerle nella stesura e nell'implementazione del Piano.

Ma la cosa che rischia davvero di esporre al ridicolo il nostro Paese è la questione delle risorse. Voi stanziate - e voglio chiarirlo - 2.800.000 euro per un Piano che dovrebbe riguardare 54 Paesi. Sono le uniche nuove risorse che mettete per qualificare le relazioni con l'Africa. Solo per darvi un'idea della grandezza, la Cina spende, ogni anno, almeno 10 miliardi tra crediti, investimenti e aiuti verso il continente africano. Non vogliamo fare come la Cina? Vogliamo fare come un altro Paese europeo? Bene, prendiamo esempio dalla Germania o dalla Francia, che stanziano circa un miliardo di aiuti ogni anno per tenere rapporti, per favorire iniziative di sviluppo e di investimento. Voi volete, invece, fare una cosa nuova senza soldi, senza le risorse umane che di solito si occupano delle relazioni con l'Africa, senza coinvolgere chi, in Italia, ha già i rapporti con l'Africa e pretendendo che vi sia riconosciuta la natura solidale del vostro interesse.

Vi chiediamo di fare sul serio e vi chiediamo anche una cosa, per carità di Patria: evitateci le figuracce internazionali, evitate, il 28 e il 29 gennaio, di invitare qui, in Italia, Capi di Stato africani, Primi Ministri africani, Ministri degli esteri africani per dire loro che l'Italia li aiuterà, ma che soldi nuovi non ce ne sono. Evitate, per favore di avere qui ospiti internazionali, in rappresentanza dei loro Paesi, a cui direte che favoriremo gli investimenti nei loro Paesi, quando loro rappresentano Paesi che hanno soprattutto problemi collegati all'instabilità interna e ai colpi di Stato.

Evitate, per cortesia, di far venire a Roma rappresentanti di Paesi che accolgono ogni anno centinaia di migliaia di rifugiati per dirgli che il vostro Governo di rifugiati non ne vuole, se li tenessero lì e gli darete, forse, qualche spicciolo. Il futuro dell'Italia e dell'Europa è con l'Africa e su questo noi ci siamo. Su questo, se volete fare sul serio, noi siamo qui, ma se volete farci ridere dietro - e il piano che approvate oggi è fatto per farci ridere dietro - vi prego rivolgetevi al duo di comici russi.