Dichiarazione di voto
Data: 
Martedì, 7 Agosto, 2018
Nome: 
Antonio Viscomi

A.C. 1004

Grazie, Presidente. Quattro brevissime considerazioni e una riflessione finale. La prima considerazione: pensare di dividere il mondo in noi e loro, come ha fatto la collega 5 Stelle De Carlo in sede di dichiarazione di voto per conto del proprio gruppo, e non a titolo personale, è il modo evidentemente più errato non solo di relazionarsi con il Partito Democratico, ma piuttosto di affrontare le questioni complesse del fenomeno migratorio e del controllo delle rotte; è un errore clamoroso, concettuale e politico, perché di fronte a temi di questo genere, sulla politica estera in generale, «noi, loro» può forse funzionare in campagna elettorale, non quando si è chiamati alla responsabilità di Governo. Chi ha responsabilità di questo genere deve farsi capire dai cittadini senza cedere alla tentazione di proiettare all'esterno le contraddizioni irrisolte della propria parte politica, e di questo si tratta, colleghi del Cinque Stelle: la sudditanza politica al verbo di Salvini vi sta facendo perdere l'anima. La dignità che avete voluto rivendicare per imprese e lavoratori, senza riuscirci, non potete neppure riferirla, neppure con le vostre sole parole, ai migranti perché il rischio immediato è di essere scomunicati dal neo-papa leghista che, con il suo neo-verbo, è stato in grado di trasformare le braccia aperte di un Cristo crocifisso in una barriera spinata per i poveri cristi che si avventurano per le rotte del Mediterraneo e la corona del Rosario come cappio intorno al collo di chi è ritenuto diverso.

La seconda considerazione: assicurare l'equilibrio delicato tra sicurezza e protezione dei diritti umani è stato l'obiettivo costante dei Governi democratici, cioè di tutti quei Governi che la collega 5 Stelle ha pensato di mettere nel nulla, con una arroganza degna forse di miglior causa e, tuttavia, ancora una volta in quest'Aula, come già la settimana scorsa, nessuno ha spiegato le ragioni per le quali avete rifiutato di approvare emendamenti di buonsenso. Ormai, Presidente, rischia di diventare una brutta, ma costante prassi non dare risposte alle domande dell'opposizione e quando si perde il buonsenso si arriva spesso al non senso, per esempio, al non senso di una politica in cui non si comprende quale sia la posizione dei 5 Stelle; ora di continuità, secondo una; ora di discontinuità, secondo l'altra, rispetto al passato.

Essere al centro del Mediterraneo ci pone in capo delle responsabilità geopolitiche dalle quali non possiamo sfuggire. Per questo ha piena ragione chi ha detto che il testo è importante, ma acquista senso solo in un contesto dato, e voi state radicalmente modificando il contesto di valutazione della concessione delle motovedette; proprio questo rende necessario, anzi impone, una chiara presa di posizione del Partito Democratico, non partecipando al voto.

La terza considerazione, triste, Presidente. Oggi, a Foggia è “finita la pacchia” di altri 12 lavoratori stranieri, di braccianti morti in un incidente, difficilmente identificabili, come al solito, perché senza documenti, trattenuti dai caporali. Confesso che il dibattito di oggi in questa Aula, costretto tra blocchi militari da una parte e dichiarazioni roboanti di chi cerca la propria dimensione politica più nella contrapposizione con gli altri anziché nella propria identità, appare veramente surreale e conferma la necessità di riprendere in mano il governo complessivo della partita dei fenomeni migratori, cercando di assicurare sicurezza alle frontiere e integrazione attiva all'interno, sicurezza integrata, cioè esattamente ciò che ha cercato di fare, fino alla fine, il Ministro Minniti, con gli accordi con l'ANCI e le regioni.

Ma è necessario anche riprendere una dimensione di umanità, Presidente, che la comunicazione e le azioni, ma anche le omissioni, dei dioscuri governativi sembrano aver dimenticato.

Quarta considerazione: ho detto “dioscuri”, avrei dovuto dire “bronzi”, per la verità, come i bronzi trovati nel mare di Riace, quel piccolo paese dove il sindaco, Mimmo Lucano, ha realizzato e portato avanti un modello avanzato di integrazione di comunità di rifugiati, un'esperienza che ha portato Lucano ad essere designato, nel 2016, fra i 50 opinion leader mondiali, ha portato Wim Wenders a girare a Riace un cortometraggio denominato Il volo, che ha portato però, oggi, Lucano a fare lo sciopero della fame perché il Ministero sta strozzando quest'iniziativa non erogando le risorse del 2017, già rendicontate, e Sibilia, oggi pomeriggio, ha detto che non ci sono soldi, non ci sono soldi per progetti avviati negli anni passati e già rendicontati. Il timore di tutti è evidente: che si possa nascondere dietro paraventi burocratici un pregiudizio esclusivamente ideologico.

La riflessione finale, Presidente, è molto breve: anche nella politica estera il nostro faro non può che essere la Costituzione, quella stessa Costituzione che riconosce a tutti, e non solo ai cittadini, i diritti inviolabili dell'uomo, che affida alla legge, e non ai tweet e ai post la competenza a dettare la condizione giuridica dello straniero, e che impone di accogliere nel nostro Paese i soggetti ai quali è impedito l'esercizio effettivo delle libertà democratiche. Insomma, Presidente, la Costituzione è, e rimane, il faro per le politiche di questo Paese. Dimostrateci che, oltre a saper scrivere dei post e dei tweet, siete anche in grado di implementare, di realizzare la Costituzione, nell'interesse di noi e di loro, nell'interesse di tutti.