Discussione sulle linee generali
Data: 
Mercoledì, 24 Ottobre, 2018
Nome: 
Stefania Pezzopane

A.C. 1209-A

Presidente, ricordiamo tutti quanto è accaduto il 14 agosto, una tragedia enorme. Certo, non è stata una tragedia naturale, come è stato detto, ma gli effetti, le morti, la distruzione, gli sfollati, il disorientamento, sono effetti molto simili a quelli che abbiamo conosciuto in altri momenti.

Ma Genova è Genova, una grande città europea, una città che merita l'attenzione del Parlamento e del Governo. Noi non abbiamo avuto la sensazione che questa attenzione sia stata data come sarebbe dovuto, come dovremmo a quella città, a quelle persone, e già dei colleghi lo hanno fatto notare. Il decreto-legge, che siamo ad esaminare, è un decreto-legge che arriva 45 giorni dopo la tragedia: vogliamo ricordare a chi dell'efficientismo, della rapidità, delle polemiche contro chi ha governato precedentemente ha fatto una bandiera, che in Abruzzo nel 2009, a fronte di una tragedia enorme, il Governo deliberò dopo 23 giorni; in Emilia il Governo Monti deliberò dopo 7 giorni e nel Centro Italia il Governo Renzi dopo 13 giorni. È evidente che non è una gara sui tempi, ma certo è un segnale che vogliamo dare, ricordando chi prima di voi ha dovuto affrontare situazioni assolutamente drammatiche.

E poi in questo decreto-legge non vi siete limitati a lavorare a testa bassa sull'emergenza che Genova sta affrontando: avete considerato la vicenda Genova come un treno, un treno su cui far salire chi aveva qualche bisogno e qualche necessità.

Ci avete messo alcune delle emergenze di tragedie naturali: certamente il Centro Italia, ci avete messo Ischia, ma poi vi siete dimenticati l'Emilia-Romagna, vi siete dimenticati l'altra parte dell'Abruzzo, quella parte che è stata colpita dalla terremoto nel 2009; ed è venuto fuori un omnibus parziale, e non capace di affrontare con determinazione e con coerenza situazioni che la nostra Italia sta vivendo. E vi state, anche nella fase di discussione e delle Commissioni, mantenendo su questa linea dell'incoerenza: perché allora non emanare un decreto-legge esclusivo, una legge speciale per Genova? Perché condurci a questa discussione complicata, dove questioni su questioni si affastellano, e dove a un certo punto alla stregua dell'emergenza di Genova avete dovuto, potuto e cercato di inserire anche questioni che certo sono importanti? Come quella degli pneumatici, prima entrata e poi uscita, o quella dei fanghi, su cui poi avete dovuto fare un cambiamento di rotta. Insomma, se Genova è così importante, perché non abbiamo potuto lavorare su questa città e per questa città e per quella regione in maniera puntuale?

Ecco, però, che io, mano a mano che i giorni sono trascorsi, mi sono data una spiegazione: non avevate dato delle risposte in altri strumenti, e avete cercato di darle qui. Avevate bisogno di uno specchietto per le allodole, Genova, usata appunto come copertina di un libro dove invece ci sono pagine nere (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico), c'è la pagina del condono, dove c'è la pagina della sanatoria, dove addirittura avete scritto per la prima volta nella storia di questa Repubblica una pagina allucinante, assurda, con la deroga anche alla certificazione antimafia! Ma vi siete resi conto di quello che avete fatto in questo decreto-legge? Per poi dover tornare indietro perché ve lo ha chiesto Cantone. Quello non è l'emendamento dei relatori, quello è l'emendamento Cantone! Perché solo dopo l'incontro con il Presidente Conte vi siete resi conto di quale gravità si stava inserendo in questo decreto-legge!

Ma parlate tanto delle altre emergenze, parlate tanto della classe politica che prima di voi ha governato questo Paese: in nessuna emergenza ci sono state queste deroghe, neanche nell'emergenza nel 2009, dove, pure, a quel commissario furono dati tanti poteri, troppi; ma adesso avete superato ogni plausibile limite! So che non vi interessa, so che voi privilegiate al dibattito politico il sorrisetto, la scaramuccia, la polemica su Twitter, ma qui c'è una questione politica: questo decreto-legge è un una discriminante rispetto al vostro passato, a quello che avete sbandierato in questi anni.

Ora quindi grazie a Genova noi abbiamo dovuto discutere di una deroga onnicomprensiva, abbiamo dovuto affrontare un decreto-legge che non è il decreto-legge “Genova”, è il decreto-legge dei condoni, è il decreto-legge degli emendamenti rubati e copiati (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Non era mai successo che i nostri emendamenti venissero bocciati, per poi essere ripresentati dai relatori spesso identici! Ma vi rendete conto? Per cui poi gli emendamenti bocciati li abbiamo dovuti far assorbire, in quelli del relatore!

Quindi decreto-legge dei condoni, decreto-legge degli emendamenti rubati e copiati; e poi decreto-legge del gambero. Sì, perché voi ogni tanto in questi giorni… È davvero un peccato, come sottolineava il collega Borghi, la mancanza di un confronto vero con il Ministro competente, che non c'è mai stato. Io ringrazio ovviamente il rappresentante che oggi siede nei banchi del Governo, che è stato con noi; ma insomma un decreto-legge in cui ci sono condoni, in cui i relatori fanno questi giochi, un decreto-legge in cui ogni tanto arrivava un emendamento e poi lo ritiravate. Quando sentivo ieri i relatori a me sono venuti i brividi; i relatori che dicevano: “No, perché abbiamo risolto il problema”. L'avete prima creato e poi l'avete risolto (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)! Prima avete presentato l'emendamento che creava un “gran casino”, e poi avete presentato l'emendamento per correggere il “gran casino” che avevate presentato voi.

Ma questo non è risolvere i problemi, questo è creare problemi, e poi metterci magari una toppa, che a volte, come è accaduto, è peggio ancora dell'errore che avevate fatto.

Quell'emendamento che avete sottoposto alla nostra attenzione ieri sulla vicenda del condono è un emendamento civetta di un sistema che voi volete ingenerare.

Qui non siamo più alla trattazione di emergenze, siamo alle scappatoie. Cioè, si usa una tragedia per inserire scappatoie giuridiche, scappatoie legislative, e probabilmente molti di voi non se ne stanno nemmeno rendendo conto.

Pensiamo ora alla questione del centro Italia, per il quale ci sono alcuni articoli. Ma ve le ricordate le promesse che ci avete fatto nel primo “decreto terremoto”? Abbiamo pure votato più ordini del giorno in cui ci avevate detto che quelle questioni le avremmo affrontate con il decreto successivo; poi è arrivato il decreto successivo, il “milleproroghe”, e ci avete detto che le avremmo affrontate con quello successivo, e poi è arrivato questo, che è quello successivo del successivo, e non ce l'avete messe le cose che ci avevate promesso, che, guardate, non servono a noi personalmente, servono al territorio.

Che fate sul centro Italia, che è il motivo per cui dico che questo decreto segna un discrimine tra il prima e il dopo? Non prorogate la zona franca, non prorogate i precari, non prorogate gli uffici, non prorogate lo stato di emergenza, non aggiungete incentivi.

Non è vero che vi preoccupa lo stato economico di quei territori, perché se no ci saremmo occupati dei servizi sociali, come avevamo chiesto, e dei servizi al territorio. Non date gli incentivi, non li prorogate quelli che noi abbiamo inserito, no!

Ci avete detto tutti dei “no” e non avete voluto nemmeno in qualche modo confrontarvi seriamente sulla questione degli uffici per la ricostruzione, che scadono il 31 dicembre. Scadono il 31 dicembre, ce la fate a prorogarli prima? Perché se non li prorogate prima con qualche strumento, gli uffici chiudono! Chiudono, altro che le sanatorie e i condoni! Chi le esaminerà quelle pratiche, se fate chiudere gli uffici? Che cosa scegliete di fare per il centro Italia?

La prima grande operazione politica è quella di togliere i poteri alle regioni. C'è un ideologo di quest'operazione politica, che è il senatore Lucidi, il quale, in un'intervista che andrebbe volantinata in tutto il territorio italiano, dice: ho chiesto ed ottenuto. Di fronte a una tragedia che vivono quattro regioni, di cosa si preoccupa il senatore Lucidi? Il senatore Lucidi dice che ha chiesto ed ottenuto - leggo il virgolettato, ce l'ho qui, se il Presidente è interessato - di esautorare il PD dal ruolo di gestione dei miliardi della ricostruzione. E poi aggiunge, perché l'Ayatollah Lucidi la pensa in maniera molto lungimirante: da mesi sostengo questa azione fondamentale, esautorare il Partito Democratico dal ruolo di gestore dei miliardi della ricostruzione, ultimo baluardo e tassello di radicamento politico rimasto a questi politici.

Cioè, i presidenti delle regioni sono baluardo politico di un partito! Guardate che i presidenti delle regioni sono persone che sono state elette dal popolo, voi che fate sempre questa ignobile demagogia sugli eletti dal popolo, e poi agli eletti del popolo togliete i poteri per darli a un commissario non eletto dal popolo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)! Ma non vi vergognate per niente?

Ci avete raccontato che avreste dato poteri, diritti, mentre li togliete, perché togliendoli ai presidenti delle regioni, che oggi non fanno più le intese, ma vengono sentiti sul piano delle opere pubbliche e su come vengono attribuiti i fondi, fate un'azione vigliacca di prepotenza, che colpisce anche i sindaci, perché le regioni coordinano - forse non lo sapete - il comitato istituzionale, che è previsto dalla legge, dove ci sono tutti i soggetti della ricostruzione. Non le sapete queste cose o, se le sapete, a guidarvi non è la saggezza, ma è l'Ayatollah Lucidi, che ha chiesto e ottenuto.

Ma come ha chiesto e ottenuto? Quattro presidenti di regione vengono qui a dirvi quello di cui veramente c'è bisogno, con anche alcune contraddizioni rispetto alle nostre scelte, e quelle non le sentite? Quando i quattro presidenti vi dicono che vogliono la zona franca, ve ne fregate, non interessa. Quando vi chiedono che bisogna prorogare i precari, dite che lo farete, però gli togliete i poteri per darli a una persona non eletta.

Amici della Lega: si tolgono i poteri e si danno a una persona non eletta! Ci stiamo capendo? Quindi, la gestione dell'emergenza e della ricostruzione nelle quattro regioni del centro Italia è in contraddizione con quello che sta accadendo a Genova, perché lì, invece, date giustamente i poteri al presidente della regione, glieli rafforzate, gli date le deroghe.

Qui, invece, nemmeno l'intesa. Io non conosco il nuovo commissario, anzi, pubblicamente voglio fargli gli auguri, mi auguro che faccia un bellissimo lavoro, ma su questo punto sapete che ha detto? Dice il commissario: “sentito”, “intesa”, sono parole, l'importante è andare d'accordo. Ma cosa state dicendo? L'intesa è, per chi ha fatto anche un po' di amministrazione, ma anche per chi non l'ha fatta e la vuole fare, una cosa giuridicamente definita! Se non c'è l'intesa non si possono fare le cose! E poi, vi sfido: voglio che qualcuno di voi mi dica in quali casi, visto che qualcuno ha detto che la mancata intesa produce un rallentamento, vi è stato un rallentamento per l'intesa. Di che stiamo parlando? Non c'è una sola vicenda in cui si sia perso tempo perché il commissario e i vice commissari non si sono messi d'accordo. Non c'è una sola vicenda; se c'è, ditemela! Ditemi quand'è che questo rapporto tra commissario e vice commissario, quindi i presidenti delle regioni, abbia prodotto un rallentamento. Mai! È una scusa, dovevate obbedire all'Ayatollah Lucidi, che evidentemente è talmente importante da far degenerare una governance definita con legge e farla diventare un'accozzaglia.

Vediamo il commissario come potrà procedere, aspettiamo; cercheremo di sostenerlo, ci mancherebbe. Quello che è chiaro è che quello che avete detto è una bugia. Cioè, se il motivo per togliere “l'intesa” e mettere il “sentito” è perché così si guadagna tempo, avete detto una bugia. Questo bisogna dirlo qua dentro, perché se no sembra che il rallentamento o qualcosa che attiene alla ricostruzione sia dovuto a questo problema. Vedremo come si accelera, io credo che sarà un casino quello che avete definito.

Poi andiamo alla questione de L'Aquila. Non c'è nel titolo, però c'è come problema. È passato solo un emendamento, che riguarda il personale, è importante, ma lo sapete che lì c'è la questione delle tasse sospese che ancora non trova definizione? Così come nel centro Italia. Vi voglio solo ricordare con garbo - poi anche questo magari ve lo consegno - che sulle tasse sospese nel centro Italia avete bocciato tutti i nostri emendamenti. Io vi prego di rivederli, e vi cito quello che diceva Salvini in campagna elettorale con molta sicumera e molta determinazione: esenzione fiscale totale, bollette comprese, per almeno tre anni, per tutte le persone che hanno perso tutto con il sisma; non vogliamo una semplice sospensione per tre o quattro mesi, no, un'assoluta estinzione totale. Ma anche Di Maio, perché Di Maio sosteneva sostanzialmente la stessa tesi, e diceva: non è possibile che nel centro Italia non ci sia una notaxarea, sono mesi che la chiediamo per le zone terremotate; non si può sospendere il pagamento delle tasse per due, tre anni, perché a quei cittadini, quando dici “tasse sospese”, sanno che si dovranno porre il problema di pagare le tasse alla fine della sospensione. Noi che cosa vi abbiamo proposto? Di dilatare la restituzione, di ridurla al 40 per cento, come abbiamo fatto per i terremotati de L'Aquila, ma nemmeno quello vi è andato bene.

Non ci avete nemmeno dato una risposta per dirci: lo faremo, ci incontreremo, ragioniamone insieme. No, silenzio. Negate questo, anche qui bugiardi. Bugiardi!

Non avete mantenuto neanche uno degli impegni. E poi L'Aquila, la sospensione, la restituzione, l'avete aperta o no la trattativa con l'Europa? Lo vogliamo modificare il de minimis o vogliamo continuare a menare il can per l'aia? E poi, ultima chicca, ultima chicca, in un decreto dove certo noi abbiamo contribuito a migliorarlo, abbiamo operato perché si arginassero le questioni devastanti, e la collega Braga e la collega Paita hanno già detto, sostenuto e sottolineato gli aspetti positivi, ma vi siete resi conto di quello che avete fatto con l'articolo 16 in merito alle Autostrade dei Parchi? E il Ministro Toninelli la vuole piantare di andare in giro sotto i viadotti? Vuole venire qui a discutere con noi?

Ma vi rendete conto che stanotte, nella trasmissione Le Iene, sono stati esibiti dei documenti riguardanti la sicurezza delle autostrade d'Abruzzo? E sono settimane che noi chiediamo di avere un'audizione del Ministro su questo tema e non si riesce ad ottenerla? Ora per una scusa, ora per un'altra. Ma lo vogliamo fare un confronto nelle Commissioni Ambiente e Trasporti tra il Ministro e la Società dei Parchi? Uno dice una cosa, una ne dice un'altra. Il Ministro dice che con i suoi occhi ha constatato che c'è pericolosità, e il dirigente, tramite Le Iene dice - tramite Le Iene! - quando noi abbiamo chiesto che il Ministro venisse a riferire in Parlamento! - che sono insicure, che bisogna chiuderle, che bisogna diminuire il traffico.

E poi volevate togliere 200 milioni all'Abruzzo: gravissimo! Perché anche lì c'è qualche ayatollah, magari la candidata alla presidenza, che incide su di voi, e non c'è un'oggettività! Ma come si fa a dire: togliamo i soldi all'Abruzzo perché non sono spesi? E tenere questa linea per dieci giorni, quando poi vi abbiamo dimostrato che è il Ministero che non sta spendendo e che ha il tesoretto, grazie a un Ministro che aveva cercato di tener testa agli impegni, accumulando delle risorse poi da spendere - il Ministro precedente, ovviamente - e che invece l'Abruzzo ha un ottimo tiraggio della spesa.

Prima ci avete bocciato gli emendamenti, miei e del collega Camillo D'Alessandro: bocciati, non accantonati, bocciati! Poi arrivate con un emendamento fotocopia, identico - identico! -, lo approvate e allora dico: scusate, ma forse i nostri li dobbiamo recuperare, saranno assorbiti quanto meno? Sì sì, sono assorbiti, avete risposto. Oh, ma vi rendete conto? Ma io non ho mai visto una cosa del genere e ne ho viste un bel po'! Ma ci prendete in giro? Adesso quel problema con l'articolo 16, riscritto come cercavamo di dire e come abbiamo detto fin dall'inizio, finalmente si ritorna a bomba al fatto che, essendo un'autostrada, non si rimette a punto con i fondi della regione, ma semmai si fa l'anticipazione, come già avevamo iniziato a fare, e poi è il gestore. Sul gestore, stanotte, su Facebook, a tardissima notte, ho letto, sempre la candidata presidente, particolarmente vivace, che dice che bisogna annullare immediatamente le convenzioni, che bisogna annullare tutto, basta!

Ma perché? Me lo fate capire? O fate come a Genova? Bisogna costringere il gestore a fare le opere, subito! E voi, quei soldi che avete accantonato, adesso, grazie alla nostra battaglia, glieli dovete dare subito! Non si gioca con la sicurezza, non si gioca con il destino delle persone!

Si sono limitati i traffici, si sono annullate le prenotazioni turistiche, le persone non sanno quello che devono fare!

Noi abbiamo fatto una battaglia, l'abbiamo stravinta, e voi in Commissione - mi rivolgo ai parlamentari dell'Abruzzo - davate ragione al Ministro che aveva fatto una porcheria, e poi ve lo siete dovuto rimangiare, perché quando i relatori hanno presentato quell'emendamento, a me si è aperto il cuore e mi sono detta: oddio, menomale, hanno capito che stavano facendo proprio una cosa indecente e indegna!

Adesso, però, cercate di rincorrere e rilanciate: autostrade insicure, relazioni buttate lì, Ministri che con i loro occhi da veggente vedono se una cosa è pericolosa o non è pericolosa, ma non vengono qui a dircelo, nel luogo deputato! Anche questo c'è nel decreto, c'era anche uno scippo di fondi per una regione due volte terremotata, in gap infrastrutturale, con una emergenza di messa in sicurezza.

Noi riteniamo che in questo decreto, anche grazie al nostro preziosissimo lavoro, ci siano cose importanti, ma che siano troppe le cose che mancano e manchi una visione, perché voi non date le risposte sullo sviluppo. L'Aquila, l'Emilia, il terremoto del centro Italia, Genova hanno bisogno di una visione e alla visione voi rispondente con i condoni, perché anche nel Centro Italia avete provato a fare una forzatura, poi l'avete corretta. Non mi interessa che qualche Presidente della regione abbia chiesto delle cose, ci si arriva, ci si arriva con il confronto, questi emendamenti ce li avete fatti arrivare in maniera surrettizia, senza neanche la possibilità di emendare con ragionevolezza, di ragionarci con serietà! E quindi se pure ci sono cose importanti e positive, manca troppo, tuttavia non abbiamo avuti impegni, non abbiamo avuto un confronto con i Ministri, non c'è stata la possibilità di dire cosa facciamo.

Noi ci riproviamo, lo dico al rappresentante del Governo che vorrei mi ascoltasse, noi abbiamo presentato degli emendamenti, lo dico anche ai relatori, abbiamo presentato degli emendamenti e non lo abbiamo fatto certo con lo scopo di creare problemi; no, abbiamo anche ridotto molto il loro numero. Guardateveli per favore, guardateveli, ancora c'è tempo per costruire un filo di collaborazione tra di noi su cose così gravi e cose così importanti come rispondere ai bisogni di una grande città, punto d'Europa, e di altre zone del territorio nazionale che vivono una condizione molto ma molto difficile. Grazie e mi auguro che ci sia l'attenzione che i nostri territori meritano