A.C. 750
Grazie, Presidente. In quest'Aula, stiamo affrontando una questione che è per noi pregiudiziale per una semplice ragione, perché questa maggioranza e questo Governo, continuano a trattare un tema che emergenziale non è e che, quindi, non corrisponde alla fattispecie dell'urgenza, come richiesto dall'articolo 77 della nostra Carta costituzionale, ma soprattutto continuano a trattare un tema, come quello della migrazione, basandosi esclusivamente sul concetto di percezione. Noi sappiamo che la migrazione è percezione da sempre. Tuttavia, quello che ci colpisce, Presidente, ancora una volta è l'indifferenza e la durezza spregiudicata - potremmo dire - con la quale vengono trattate le persone, perché è bene ricordarlo a quest'Aula, soprattutto. Grazie, Presidente. Il decreto che il Governo propone sulla questione della gestione dei flussi migratori incarna tutto ciò che rappresenta in questa fase storica. Insomma, pretende, con la scusa dell'urgenza, di giustificare un'idea di gestione dei flussi migratori che di fatto non ha.
Per tale ragione oggi presentiamo questa pregiudiziale. Soprattutto è bene che le italiane e gli italiani sappiano che noi arriviamo a discutere la questione delle ONG, data in pasto all'opinione pubblica, le quali, secondo i dati che lo stesso Governo ci fornisce, hanno contribuito allo sbarco del 16 per cento di coloro che sono arrivati nel nostro Paese. Questo la dice lunga rispetto all'emergenza, presunta o finta, che in concreto non c'è.
Tra le varie incongruenze di questo decreto ce n'è una su tutte, che è quella dell'assegnazione di un porto di sbarco lontano dalla posizione in cui l'operazione di salvataggio viene posta in essere. Tradotto: ci sono navi che recuperano e salvano persone, ma, in barba al diritto internazionale, in barba alla legislazione in materia di navigazione, questo decreto costringe - prassi alla quale già stiamo assistendo in queste ore e in questi giorni, Presidente - queste navi a fare la circumnavigazione della Penisola perché è stato scelto un porto la qualunque e non il porto più vicino, sottoponendo queste persone, che già vengono salvate per miracolo, a un'ulteriore settimana e a un ulteriore supplizio, nell'attesa di attraccare in un porto sicuro.
Ma la cosa ancora più grave, Presidente, è un'altra: a un certo punto, con questo decreto si stabilisce che la nave che ha recuperato una persona deve partire e, se, nel percorso verso il porto che le viene assegnato incontra qualcuno, è impossibilitata a poter salvare ulteriori persone. Tradotto, se una ONG o una nave opera una misura di salvataggio e salva delle persone, nel momento in cui vediamo che ci sono altre persone, con questo decreto, quella nave è impossibilitata a salvare queste ulteriori persone. Noi ci chiediamo il diritto internazionale e la Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo che fine fanno. Al di là della mancata efficienza di tutta questa misura, c'è poi la chicca delle chicche, Presidente. A un certo punto, noi scopriamo, con questo decreto, che è come se la storia della migrazione italiana fosse stata dimenticata, come se le tante e i tanti che si imbarcavano verso la rotta delle Americhe, invece di approdare a Ellis Island, che pure viene celebrata a ogni piè sospinto da esponenti di questa maggioranza, venissero schedati a bordo delle navi.
Con questo decreto, in sostanza, si sta chiedendo al capitano della nave e al suo equipaggio non di assolvere alla funzione per la quale si trovano in mare, salvare persone, ma si trasmette a queste persone, a questa imbarcazione, la funzione di controllo di polizia. Noi, praticamente, con questo decreto, stiamo spostando l'ufficio di controllo da parte della Polizia sulla nave, come se qualcuno non sapesse che queste persone, donne, uomini e minori, nel 90 per cento dei casi sono sprovvisti di documenti, ma noi a bordo gli chiediamo di registrarli, gli chiediamo di schedarli, gli chiediamo di verificare a bordo, addirittura, se sono degni o meno di essere salvati e se sono degni o meno di sbarcare su terraferma, in un luogo sicuro.
Altro punto, Presidente, le sanzioni. Vengono reintrodotte le sanzioni amministrative, che vanno dai 10 mila ai 50 mila euro, fino addirittura a prevedere il fermo amministrativo di due mesi per la nave. La domanda è se… Presidente, ho quasi terminato, se riusciamo a placare trenta secondi il brusio mi fa una cortesia.
Ora, non solo, con questo decreto, vengono reintrodotte pesanti misure sanzionatorie dal punto di vista amministrativo, tra i 10 e i 50 mila euro, ma addirittura si prevede il fermo amministrativo per due mesi della nave stessa e, nel caso di reiterazione del reato, la confisca e il blocco. Io mi chiedo e noi ci chiediamo se questo decreto ha concretamente l'idea e la volontà di disciplinare la norma di salvataggio o se ha, implicitamente, la volontà di aumentare, purtroppo, quello che è divenuto il più grande cimitero europeo, che è il Mar Mediterraneo, perché, con questa norma l'applicabilità - ammesso e non concesso che la si ottenga - di questo decreto porterebbe alla moltiplicazione delle vittime nel Mediterraneo. Care colleghe e cari colleghi, questo decreto non è solo profondamente ingiusto e incivile, ma soprattutto segnala una grande, grandissima ipocrisia di questo Governo.
La Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, in queste ore e in questi giorni, e voi stessi, a ogni piè sospinto, state a rivendicare l'ancoraggio ai valori cristiani dell'Europa, l'ancoraggio ai valori della Chiesa. Vi segnalo, noi vi segnaliamo che la vostra impostazione - o non impostazione - confusa nella gestione dei flussi migratori è in profondo contrasto esattamente con la posizione della Conferenza episcopale, che, attraverso le parole di Monsignor Perego, che è il presidente della commissione per le migrazioni della stessa CEI, vi ha detto, a chiare lettere, come già esista, perché è stato regolamentato già in passato, un dispositivo che regola come devono agire le ONG. Quello che noi rileviamo è che voi vi professate cristiani, ma venite redarguiti esattamente dalla Conferenza episcopale italiana, che certamente non può essere accusata di essere un'organizzazione di facinorosi di sinistra, che state esattamente sbagliando e andando nella direzione sbagliata.
Alla fine, Presidente, con questo decreto cosa si fa? Come avete fatto rispetto alle misure economiche, criminalizzando la miseria, ora, in questo caso, non fate altro che criminalizzare la disperazione umana.
Per queste ragioni, care colleghe e cari colleghi, noi voteremo a favore di questa pregiudiziale, ma soprattutto chiediamo a tutte e a tutti voi di riflettere sul fatto che non esiste un'emergenza migratoria. Esiste un'emergenza nel disciplinare i flussi migratori, che è una questione completamente diversa. E se - ho concluso, Presidente - vi professate cristiani e credenti, non ascoltate noi, ma ascoltate le parole della Conferenza episcopale italiana.