Dichiarazione di voto
Data: 
Martedì, 24 Gennaio, 2023
Nome: 
Anna Ascani

Grazie Presidente. Onorevoli colleghe e colleghi, rappresentante del Governo, fin dal 24 febbraio dello scorso anno, dall'inizio della guerra di Putin, il Governo italiano ha scelto di stare al fianco dell'Ucraina invasa, del suo popolo e del suo Governo ed il Partito Democratico non si è mai tirato indietro nel sostenerli.

In un momento delicatissimo per l'Europa e per il mondo, infatti, il Governo Draghi ha ribadito più volte, senza esitazioni, che il posto dell'Italia è al fianco dei Paesi che lottano per la difesa della pace, del diritto internazionale e del principio di autodeterminazione dei popoli. Rivendichiamo con orgoglio anche di essere stati noi, del Partito Democratico, la forza politica che si è schierata con più nettezza e coerenza al fianco dell'Ucraina invasa (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista), non avendo noi alcun legame con Putin o col suo partito Russia Unita.

Per noi, il sostegno all'Ucraina è stato una posizione naturale, perché piena espressione della nostra visione del mondo e dei nostri valori. La difesa della pace, della democrazia e dei diritti umani sono da sempre la nostra bussola. La Costituzione e il diritto internazionale sono da sempre i nostri punti di riferimento.

Oggi, dunque, sosterremo quella che di fatto è una proroga all'autorizzazione all'invio in Ucraina di mezzi, materiali ed equipaggiamenti per difendersi dall'aggressione, perché siamo mossi da due convinzioni profonde. La prima è molto semplice, l'abbiamo ripetuta più volte: se la Russia smette di combattere, finisce la guerra, se l'Ucraina smette di combattere finisce l'Ucraina (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista). Non è vera pace la resa dell'aggredito costruita sulle macerie e sul sangue. È evidente, infatti, di chi sono le responsabilità di questa guerra, è evidente chi l'ha iniziata ed è evidente chi continua a portarla avanti. Non è accettabile, sotto nessun punto di vista, mettere sullo stesso piano chi invade e chi viene invaso, non è accettabile essere equidistanti. La pace si difende stando al fianco di chi si vede negati diritti e libertà. Ce lo ricorda il filosofo francese Emmanuel Mounier che la pace non può essere sereno egoismo e che l'astensione è un'illusione; dice che la nostra pace non è una pace fantastica, una scappatoia, ma è una presenza; un concetto espresso in uno scritto bellissimo, I cristiani e la pace, pubblicato nel 1939, per rispondere a chi, all'epoca, adduceva le ragioni di una finta pace per non schierarsi contro i disegni della Germania nazista, e ripubblicato di recente, vista la stringente attualità di quanto vi è contenuto.

Mi chiedo e vi chiedo, colleghi e colleghe, in che modo pace e giustizia sarebbero difese abbandonando a se stesso un popolo che da quasi un anno è sotto attacco. Ciò che è successo in questi 335 giorni inorridisce: morte, distruzione, bombardamenti senza tregua anche nella notte di Natale e senza distinzione tra obiettivi militari e obiettivi civili. Addirittura minacce di ricorso al nucleare. Citerò brevemente qualche numero esplicativo della ferocia della guerra di Putin. Il terribile bombardamento del condominio di Dnipro di una settimana fa ha ucciso 44 persone, di cui 4 bambini.

Secondo i dati forniti dall'ufficio del procuratore generale di Kiev, il numero totale delle vittime tra i bambini è 459, cui si aggiungono 914 feriti. Dall'inizio della guerra l'esercito russo ha distrutto completamente 337 scuole e strutture educative e ne ha danneggiate 3.126. Ma non sono solo le ucraine e gli ucraini a soffrire le conseguenze della guerra; le vittime sono anche tra le russe e i russi che subiscono le decisioni di un Presidente che non ha alcun rispetto per la vita e i diritti delle persone che sarebbe chiamato a rappresentare. Penso non solo alle decine di migliaia di giovani mandati a morire, alle loro famiglie che li piangono, ma anche alle oltre 15 mila persone che sono state arrestate per aver manifestato il proprio dissenso.

La seconda convinzione che ci porta a essere senza esitazioni al fianco dell'Ucraina è che quella di Putin non è solo una guerra di invasione, è anche una guerra ideologica, un attacco frontale al diritto internazionale e ai nostri valori europei (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

Con questo attacco Putin sta cercando di mandare un messaggio al mondo: nell'arena globale non c'è spazio per il diritto internazionale e non c'è spazio per modelli alternativi al suo, un mix di nuova politica di potenza e vecchio imperialismo. Ma questo non è vero, noi ne siamo radicalmente convinti. Se siamo saldamente al fianco dell'Ucraina è anche per non rassegnarci a una visione per cui a contare sono solo i rapporti di forza.

I diritti contano, il diritto internazionale conta, i valori di pace, giustizia e solidarietà contano, così come contano tutte le organizzazioni internazionali nate per proteggere e incarnare questi valori. Lo afferma la nostra Costituzione che all'articolo 11 non solo ripudia la guerra, ma chiarisce anche come intende costruire la pace, cioè promuovendo e favorendo le organizzazioni internazionali nate per assicurare la giustizia fra le Nazioni. Ed è su questi valori che nasce l'Unione europea, lo ha ricordato il Presidente Mattarella nel suo messaggio di fine anno proprio con riferimento alla guerra in Ucraina.

La pace è parte fondativa dell'identità europea e, fin dall'inizio del conflitto, l'Europa cerca spiragli per raggiungerla nella giustizia e nella libertà. Per questo non ci siamo mai sentiti soli nelle scelte complesse di questi mesi, saldi nell'Unione europea, saldi nell'Alleanza atlantica.

Con il nostro voto di oggi vogliamo sostenere l'obiettivo di una pace nella giustizia e nella libertà, costruita sul rispetto del diritto internazionale; una pace che è il contrario dell'indifferenza; una pace che è rifiuto della politica di potenza. Speravamo tutti, senza eccezioni, che l'inizio del 2023 portasse con sé il cessare delle armi. Fra un mese, infatti, sarà trascorso un anno dalla data esatta in cui Putin ha dato ordine alle forze armate russe di invadere l'Ucraina. Il 24 febbraio 2022 è una data impressa nella storia, una data che ha cambiato noi, l'Europa e gli equilibri globali, ma non possiamo e non dobbiamo rassegnarci ad avere la tragedia della guerra dentro casa, in Europa.

La fermezza della nostra posizione rispetto all'invasione russa dell'Ucraina determinerà la nostra credibilità futura e contribuirà a delineare le premesse del nuovo ordine mondiale (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista). Proprio nelle fasi di trasformazione, quale è quella che stiamo affrontando, non si può rinunciare ai principi fondamentali su cui si regge la nostra democrazia. Non è il momento, dunque, di rinunciare ai nostri valori, di rassegnarci a un modello di convivenza basato sulla legge del più forte, secondo la quale il più debole deve soccombere alla violenza. È il momento di ribadire la determinazione dell'Italia nel difendere i principi di libertà, democrazia e pace.

Farlo significa per noi del Partito Democratico oggi rinnovare un impegno e dunque votare favorevolmente a questo provvedimento, ribadendo, al tempo stesso, che tutti i nostri sforzi sono mirati alla costruzione delle concrete condizioni di pace.

In conclusione, Presidente, mi permetto di fare una cosa che non ho mai fatto intervenendo qui in Aula, ovvero aggiungere alle ragioni formali e sostanziali appena enunciate una ragione di natura personale. Penso a una mamma e a un ragazzino in particolare, due persone tra le tante che, all'inizio del conflitto, sono scappate via. Loro sono stati ospitati nella mia città, a Città di Castello. La nonna di quel ragazzino si era presa cura di mia nonna malata. Qualche tempo fa hanno deciso di tornare in Ucraina, preferendo la paura delle bombe all'esilio dal loro Paese. Se penso a loro, ai loro occhi, alla loro sofferenza, questa guerra non è più solo l'oggetto di pomposi editoriali e trattati di geopolitica. Diventa vita. E quella vita, la vita di quel ragazzo, di sua madre, dei milioni di madri e di ragazzi ucraini che non hanno mai scelto la guerra, ma la subiscono, ha diritto di essere difesa, di non essere abbandonata a se stessa, ha diritto alla pace. Questo è il mio, il nostro impegno (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista - Congratulazioni).