Discussione generale
Data: 
Martedì, 9 Maggio, 2023
Nome: 
Nicola Stumpo

A.C. 1067-A

Grazie, Presidente. Io intervengo oggi in discussione generale sul decreto sul ponte tra la Sicilia e la Calabria, o tra la Calabria e la Sicilia, a seconda da dove lo si voglia vedere, dopo avere in qualche modo partecipato ai lavori in Commissione. E ringrazio il gruppo del Partito Democratico per avermi ospitato in questa Commissione, sostituendo la capogruppo e per avere ascoltato molte delle cose che noi abbiamo chiesto per migliorare questo decreto.

Poi dirò alla fine una cosa che forse darà fastidio ad alcuni, ma quello che manca, in realtà, in profondità in questo decreto è non il volere dire la verità agli italiani.

Questo decreto non è il tentativo di fare il ponte, ma sarà la possibilità di deporre la seconda prima pietra, e poi si fermerà lì. Ma non lo dico io. Ieri la Commissione bilancio di questa Camera ha approvato il parere rispetto a questo decreto, dicendo le parole che leggo per evitare di cambiarne qualcuna: in linea con quanto richiesto dall'articolo 3, comma 1, l'allegato 3 del Documento di economia e finanza 2023, nel precisare che non esistono coperture finanziarie disponibili a legislazione vigente per la realizzazione dell'opera, indica le modalità con cui si intende provvedere al suo finanziamento - provvedere, avrebbero detto alcuni al cinema, a babbo morto - facendo riferimento alle risorse messe a disposizione dalle regioni, a valere in particolare sui fondi per lo sviluppo e la coesione - cioè scippiamo soldi che sarebbero serviti, peraltro, a quelle regioni - all'individuazione, nella legge di bilancio per il 2024, di una copertura finanziaria pluriennale a carico del bilancio dello Stato, ai finanziamenti all'uopo contratti sul mercato nazionale e internazionale.

Oggi discutiamo, lunedì si metterà la fiducia e nei giorni successivi voteremo un decreto che vuole costruire un ponte senza spendere una lira. Gli italiani non possono essere presi in giro fino a questo punto. Questo è quello che emerge da questa discussione e dagli atti che questo Parlamento ha prodotto.

Poi ci sono altre discussioni. Oggi, su un sito di informazione, è ritornata una nuova notizia, perché questa vicenda era già emersa durante le audizioni. Questo progetto è stato richiamato in vita dal Ministro Salvini e da tutto il Governo per evitare di dover pagare, bontà loro, una penale per un progetto che non aveva alcuna possibilità di essere realizzato e che per questa ragione era stato precedentemente messo da parte dal Governo Monti, che ricordo non essere un Governo delle sinistre, ma era un Governo di cui faceva parte Forza Italia, faceva parte l'allora Unione di Centro, oltre a pezzi del centrosinistra e del Partito Democratico. Per cui, anche questa demagogia degli ultimi 10 anni, lo dico qui, in questa sede ufficiale: in questi 10 anni sono stati al Governo molto di più Forza Italia e la Lega di quanto non ci sia stato io, per cui smettiamola di parlare dei 10 anni di Governo del centrosinistra. A parte Fratelli d'Italia, a cui riconosco di essere stato all'opposizione sempre - sempre! -, tutti gli altri in questi 10 anni hanno governato quanto e più degli altri, con Governi spuri, e se ne dovrebbero assumere la responsabilità oppure dovrebbero vergognarsi e chiedere scusa, come ogni tanto qualcuno fa in quest'Aula, ma chiedendo scusa davvero, senza attaccare gli altri.

Questo progetto non ha una sola autorizzazione ambientale, una. Io mi chiedo: oltre alla seconda prima pietra, a luglio 2024, in queste condizioni, cosa si farà?

È serio portare un decreto, andare in giro con una cartellina con scritto “Ponte” durante la tragedia di Cutro, nel Consiglio dei ministri a Cutro, soltanto per farsi pubblicità e sapere che questa sarà una presa in giro?

È serio arrivare l'ultimo giorno e mettere su un emendamento accantonato, per non fare un subemendamento, gli ultimi soldi per fare ulteriori prebende, che saranno l'unica cosa che sarà fatta nel prossimo anno, anno e mezzo, nelle due parti del ponte, da una parte e dall'altra, distribuendo soldi soltanto per alimentare un po' di sperpero di denaro pubblico, di qualcosa che non ci sarà?

Oggi io dico queste cose con molta franchezza, anche in virtù del fatto che in Commissione abbiamo provato a dare le nostre proposte. Si fa una norma, non un ponte, una norma: noi vi abbiamo detto - non come si diceva prima la 'ndrangheta, la mafia, parlando di cose serie in un modo così, non voglio usare il termine che mi sarebbe venuto fuori - certo che c'è un problema su un'opera che vale decine di miliardi - decine di miliardi - e che bisogna avere una particolare attenzione. Lo dico qui, per esempio, a chi ha riconosciuto, prima, essere stato sempre all'opposizione, che si fa carico da anni di dire di essere in prima linea - e mi riferisco a Fratelli d'Italia - nella lotta alla mafia, alla 'ndrangheta e al malaffare: ma si può fare un progetto del genere, senza obbligare il ricorso alle white list? Si può fare? C'è paura di nominare 'ndrangheta e mafia perché siamo sullo Stretto o c'è un problema più ampio, fosse anche il ponte sul lago di Garda, che le aziende che faranno quel lavoro devono essere aziende specchiate, che stanno nelle white list della prefettura? È così complicato mettere delle norme di buonsenso? Io vi do un beneficio: che, siccome siete consapevoli che il ponte non si farà mai, potete fare a meno di scrivere quali saranno le aziende che dovranno realizzarlo. Perché, se non fosse così, ci sarebbe veramente da preoccuparsi per il livello di sciatteria con cui si sono fatte alcune cose.

In quelle audizioni, così come capita sempre, si sono sentite le città che verranno per prime interessate da quest'opera: sono stati auditi il sindaco di Messina, la sindaca di Villa San Giovanni, che avevano chiesto non solo di essere auditi, ma, anche in virtù del fatto che quei territori saranno devastati dalla realizzazione del ponte, di essere parte, di poter capire prima come dare un contributo, come trasformare le loro città, come far sì che quello che succederà in quelle città possa essere, in qualche modo, preparato, con delle varianti urbanistiche per poterlo realizzare, si era chiesto di poter stare dentro il consiglio di amministrazione, senza un gettone. Da parte del comune di Messina e del comune di Villa San Giovanni è stato risposto che non era possibile per una questione di norme vigenti, cosa che, devo dire la verità, non mi sembra così vera, perché di consigli di amministrazione misti in cui è possibile partecipare in modo diverso ne esistono diversi in Italia.

Ora, soltanto i comuni di Messina e di Villa San Giovanni, che vedranno devastati i loro territori, non possono stare nel luogo dove si discute e dove verranno approvate alcune deliberazioni. Insomma, io credo davvero che di questo progetto se ne farà poco. Lo dico con molta franchezza: il mio non è un “no” ideologico. Capita a molti di noi di andare in giro a vedere opere architettoniche e devo dire la verità, se non ci fossero questioni più serie, forse, vedere non soltanto il plastico che abbiamo già visto, ma anche una struttura vera, che possa essere immaginata, vista, rilanciata in tutto il mondo, potrebbe anche diventare accattivante. Il problema è che questo progetto, così com'è, non è realizzabile nell'immediato per le ragioni che ho detto, tecnicamente per le questioni che sono state poste nel 2011 e che hanno visto la scelta del Governo di chiudere quella vicenda e - non mi prendo più tempo e vado verso le conclusioni -, per le stesse parole che l'allora segretario o presidente o leader della Lega usava il giorno 28 settembre del 2016 - quindi, non da bambino nel 1974, ma qualche settimana fa, nel 2016 -, in diretta televisiva, in una trasmissione su LA7. Era il giorno prima degli 80 anni di Berlusconi, la conduttrice ha chiesto quale regalo avrebbe fatto il giorno dopo Salvini a Berlusconi. Evidentemente non era pronto, ha detto “qualcosa di importante”, “già mi ha fatto un grande regalo, ha vinto il Milan”. Insomma, c'era una discussione che parlava di infrastrutture, era con la maglietta “No Bolkestein”, cioè l'unico punto rimasto fermo dal 2016 ad oggi nella linea politica e, alla domanda: “Ma, insomma, il ponte, siamo a favore o no? Berlusconi lo voleva fare già dal 2011, da prima”. Salvini disse: “Io sono qui in Sicilia, mi hanno detto” - quindi, relata refero - “che in Sicilia ci sono ferrovie ad un binario, che vanno a gasolio, che da Palermo a Messina ci vogliono quattro ore, poi vai in Calabria e, di nuovo, ci sono binari unici a gasolio, che tutto questo è un problema di infrastrutture. Non vorrei sprecare denaro pubblico, farei prima le infrastrutture”. L'ha detto Salvini. Invito chiunque ci stia ascoltando o ci leggerà: basta scrivere su Google “Salvini no ponte” e il primo video è questo, dura pochissimo, è anche simpatico, l'ho detto, il siparietto del regalo a Berlusconi per gli 80 anni. Da qui faccio gli auguri di pronta guarigione al presidente Berlusconi per i guai di salute che ha avuto in queste settimane.

Basta questo per dire che, per serietà, da “no ponte” a diventare il primo firmatario del ponte è successo qualcosa di stravolgente, ma non è così, perché il progetto è lo stesso: eravamo nel 2016, il progetto è quello del 2011 e ce lo avete riproposto. Avete detto che quello si fa, poi si vedrà qualche modificazione; siamo passati da qualche miliardo a qualche decina di miliardi. Ora, per serietà - naturalmente voi avete la maggioranza, ma avere la maggioranza non significa avere ragione -, vi voterete questa proposta, ma noi staremo qui, a luglio dell'anno prossimo, a vedere quanti lavori saranno partiti. Quel giorno vi dovreste assumere la responsabilità e la vergogna per quello che avete fatto ora.