Dichiarazione di voto sulla pregiudiziale
Data: 
Martedì, 19 Dicembre, 2023
Nome: 
Marco Simiani

A.C. 1606

Grazie, Presidente. Illustri colleghe e colleghi, il decreto in esame reca disposizioni urgenti per la sicurezza energetica del Paese, la promozione del ricorso alle fonti rinnovabili di energia, il sostegno alle imprese a forte consumo di energia in materia di ricostruzione nei territori colpiti dagli eccezionali eventi alluvionali che si sono verificati a partire dal 1° maggio 2023. Si tratta del quarantottesimo decreto adottato in questo primo anno di legislatura, per una media assurda di quattro decreti al mese, ben superiore alle altre legislature. Basterebbe questo in una Repubblica parlamentare per decretarne l'incostituzionalità, perché nonostante i proclami il premierato non è ancora legge e, qui, Presidente, siamo in Parlamento e non ad Atreju. Non mi soffermerei sull'incoerenza del Premier sull'abuso della decretazione d'urgenza, perché ormai è evidente a tutti - ci rivolgiamo, soprattutto, ai colleghi di maggioranza del Parlamento perché trovino almeno uno scatto d'orgoglio -, da questi mesi passati solo a ratificare i decreti del Governo ed essere costretti a non presentare nessun emendamento alla legge di bilancio, una legge di bilancio dei record, da approvare prima del 14 dicembre, ma che rischia di mandare il Paese in esercizio provvisorio.

Continuiamo nel merito. I contenuti del disegno di legge in esame sono, come sempre, caratterizzati, fin dal testo originario, da un carattere multisettoriale, volto al perseguimento di ben distinte finalità, senza che sia possibile individuare una chiara ratio unitaria del provvedimento, come invece richiesto dalla giurisprudenza della Corte costituzionale e, in particolare, dalle sentenze nn. 244 del 2016, 247 del 2019 e 245 del 2022. Una conferma in tal senso viene anche dai pareri resi dal Comitato per la legislazione.

Esaminando i contenuti si evince, invece, platealmente, che il decreto in esame si qualifica senz'altro come un provvedimento governativo a contenuto plurimo, essendo composto da due capi afferenti, il primo, a misure in materia di energia e, il secondo, a misure in materia di ricostruzione dei territori colpiti dagli eventi eccezionali, le alluvioni, che si sono verificati a partire dal 1° maggio 2023, le cui finalità sono platealmente inconciliabili. Nel merito si rileva che il decreto in esame interviene per la terza volta in meno di due anni sulla medesima materia, quella del rafforzamento della sicurezza degli approvvigionamenti di gas naturale e la relativa flessibilità, all'articolo 2. Il decreto, infatti, riscrive l'articolo 16 del decreto-legge n. 17 del 2022 e riproduce, sostanzialmente, il contenuto di una proposta di legge ordinaria il cui esame era stata già avviato presso la Commissione ambiente della Camera dei deputati, precludendone di fatto l'esame e il conseguente approfondimento ordinario.

Li finanzia con l'articolo 13 il Fondo italiano per il clima, che invece era oggetto di tagli per il medesimo anno, di 280 milioni di euro, nel disegno di legge di bilancio all'esame del Senato. Da qui emerge, non solo, la palese mancanza della necessità della decretazione di urgenza ma anche e soprattutto la vostra totale confusione. Sullo stesso decreto-legge si concentrano, infatti, troppe questioni da affrontare e per di più eterogenee, generando una legislazione frammentata e dispersiva. Non vi è nessuna programmazione, strategia o visione del futuro, solo toppe su toppe, che non solo non risolvono i problemi, ma nemmeno li affrontano nella loro interezza complessiva. Emerge, quindi, con chiarezza come questo decreto, non solo, non sia urgente, ma non sia nemmeno omogeneo.

Ma andiamo avanti. Questo decreto, quindi, né urgente, né omogeneo, interviene addirittura nei contenuti in palese contrasto con i principi e gli articoli della stessa Carta costituzionale. Entrando nel merito del contenuto, l'ulteriore profilo di incostituzionalità riguarda il contrasto con l'avvenuto inserimento in Costituzione, con la recente legge costituzionale n. 1 del 2022, da un lato, della tutela dell'ambiente, della biodiversità, degli ecosistemi fra i principi fondamentali del nostro ordinamento e, dall'altro, di un vincolo alla libera iniziativa economica privata che deve essere svolta in modo da non creare danno alla salute e all'ambiente, con gli interventi effettuati sull'articolo 41. Sotto il profilo ambientale, inoltre, le norme che rilanciano l'attività di estrazione di gas, autorizzando nuove concessioni, presenti nel decreto, cancellano sostanzialmente le misure di tutela esistenti nel nostro ordinamento, prevedendo l'ammissibilità, in deroga al divieto, delle attività upstream nell'Alto Adriatico e nelle aree marine protette.

Aver inserito la tutela ambientale per le future generazioni in Costituzione deve essere considerato un punto di partenza in un momento storico nel quale la transizione ecologica appare inevitabile, per preservare condizioni vitali sul pianeta, punto di partenza che il Governo e questa maggioranza dovrebbero tener conto, in un'ottica di responsabilità intra-generazionale e intergenerazionale, ma che dimenticano colpevolmente quasi sempre. Quindi, questo è un decreto, non solo, non urgente, non solo, non omogeneo, ma in chiaro contrasto nel merito dei contenuti con le norme presenti nella Costituzione. Tuttavia, c'è dell'altro, forse ancora più grave di quanto appena esposto: la vostra è malafede, la malafede di una destra e di un Governo che, ancora una volta, preferiscono la propaganda alla soluzione dei problemi e stavolta utilizzano addirittura le alluvioni in Toscana per giustificare, così sembrerebbe, la decretazione d'urgenza. Mi spiego meglio: i danni complessivi dell'alluvione in Toscana, secondo il calcolo effettuato da IRPET e trasmesso da tempo dal Governatore Giani al Governo, ammontano a circa 1.890.000.000 di euro, mentre la relazione calcola nel complesso 110 milioni di euro di interventi tra quelli di soccorso alla popolazione e le somme urgenze. A fronte di tali cifre, le uniche risorse stanziate ad oggi dal Governo per ristorare i danni sono soltanto, però, pari a 5 milioni di euro. Nonostante il Parlamento abbia discusso in queste settimane del decreto Bollette, del decreto Anticipi, del disegno di legge Made in Italy e della legge di bilancio, nessuna risorsa aggiuntiva è stata infatti stanziata per ristorare i danni e promuovere la ricostruzione in Toscana.

Fino ad oggi, invece di varare un provvedimento organico ed efficace, si sono promosse solo misure parziali e spesso inutili con risorse limitatissime. Nel decreto Anticipi avete inserito, infatti, norme inutili e palesemente insufficienti rispetto alle richieste del territorio. Le misure urgenti di sostegno alle imprese esportatrici sono state un flop in Emilia e lo saranno anche in Toscana, mentre posticipare soltanto di poche settimane i termini relativi agli adempimenti e ai versamenti tributari e contributivi - la proroga, infatti, è già scaduta domenica scorsa - non è solo inutile, ma addirittura offensivo nei confronti di imprese e famiglie in ginocchio.

Serve un decreto Alluvioni in maniera urgente e lo abbiamo ripetuto sempre in queste settimane, abbiamo chiesto in maniera ripetuta in ogni sede l'emanazione di un provvedimento tematico ad hoc, un decreto Alluvioni-bis, immediatamente esecutivo, al fine di sostenere concretamente una popolazione in gravissima difficoltà, un provvedimento da emanare entro il corrente mese di dicembre, relativo agli interventi urgenti per fronteggiare l'emergenza, che preveda: un totale ristoro dei danni pubblici e privati, la sospensione e la proroga dei termini fiscali, contributivi, giudiziari e di altro tipo, lo stanziamento di risorse adeguate per la cassa integrazione emergenziale dei lavoratori colpiti dall'emergenza e per finanziare il sostegno al reddito dei lavoratori autonomi. Voi, non solo, non lo avete fatto e non lo volete nemmeno fare, ma, addirittura, fate passare questo decreto Energia per un decreto Alluvioni, dove sulle alluvioni c'è veramente poco o niente.

Questo è il decreto Alluvioni, ma avete utilizzato le alluvioni per garantire l'urgenza a questo decreto Energia…

Ho terminato, Presidente. Avete utilizzato la disperazione di migliaia di famiglie, di cittadini e di imprese che hanno perso tutto per trivellare a vostro piacimento le aree protette e decretare la fine della maggior tutela dei costi energetici dei cittadini. Si tratta di una strumentalizzazione ignobile, a cui potrete porre riparo soltanto approvando gli emendamenti sulle alluvioni che ripresenteremo anche in questo decreto, non norme spot, ma azioni e risorse concrete per la Toscana, ma anche per l'Emilia. Vi aspettiamo al varco. Qui, ci sono parlamentari responsabili e non solo claque o funzionari d'area compiacenti, come abbiamo visto in questi giorni. Se il Governo Meloni fosse realmente coerente e in buonafede sostituirebbe subito questo decreto con un decreto ad hoc sulle alluvioni in Italia.

Per questi motivi, il Partito Democratico voterà a favore delle pregiudiziali di costituzionalità del decreto in esame.