A.C. 2038
Grazie, Presidente. Come sappiamo bene, gli strumenti legislativi che il nostro Paese ha per adeguare l'ordinamento nazionale agli obblighi europei sono disciplinati da una specifica normativa contenuta nella legge n. 234 del 2012. Il canale principale ordinario al riguardo è la presentazione periodica di due provvedimenti, la legge di delegazione europea e la legge europea. L'articolo 37 della legge n. 234 prevede, certo, che il Governo possa adottare provvedimenti anche urgenti diversi da questi due strumenti, ma richiede che vi sia assoluta necessità a fronte di atti normativi europei, di sentenze della Corte di giustizia o procedure di infrazione in atto che comportano obblighi statali di adeguamento tempestivi ai quali non saremmo in grado di ottemperare con gli strumenti ordinari della legge europea e della legge di delegazione europea. La disposizione considera, dunque, come eccezionale l'emanazione di decreti-legge Salva infrazioni, come quello oggi in esame che avvia il suo esame nelle Commissioni parlamentari, i quali devono essere specificamente e adeguatamente motivati, in coerenza con l'articolo 77 della Costituzione, da un'effettiva urgenza di prevenire violazioni dell'ordinamento europeo o di porvi rimedio.
Il decreto-legge in esame risulta, purtroppo, radicalmente carente dei presupposti di necessità e urgenza richiesti dall'articolo 77 della nostra Costituzione. Ciò si evince, in modo evidente, dal fatto che soltanto una delle procedure oggetto del provvedimento stesso, cioè quella sulla capacità amministrativa-contabile del Ministero della Giustizia, si trovi a uno stadio avanzato tale da giustificare il ricorso a un atto d'urgenza, perché al riguardo vi è un ricorso per inadempimento ex articolo 258 del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea, introdotto dalla Commissione europea stessa che potrebbe portare e condurre a una sentenza di accertamento e di condanna da parte della Corte di giustizia. Tutte le altre procedure d'infrazione contenute all'interno del provvedimento in esame non presentano caratteristiche di tale urgenza da motivare l'adozione di un decreto-legge, appunto, Salva infrazioni.
Facendo questa ennesima forzatura il Governo, a nostro avviso, fa una cosa gravissima: ancora una volta calpesta la nostra Costituzione, ed è questa la ragione per la quale abbiamo presentato e depositato una pregiudiziale di costituzionalità, perché con la pregiudiziale è proprio questo quello che chiediamo, cioè intendiamo difendere lo spirito e il testo della nostra Costituzione, perché, se per voi può essere in alcuni casi attaccata o calpestata, per noi la Costituzione va difesa e tutelata sempre, anche e soprattutto dall'utilizzo reiterato, spropositato e non corretto di decreti-legge che, come sappiamo, violano e mettono in discussione anche le prerogative del Parlamento stesso, ed è questa la seconda ragione per la quale noi abbiamo presentato e depositato tale richiesta di pregiudiziale di costituzionalità, cioè difendere le prerogative costituzionali del Parlamento. La decisione di non utilizzare lo strumento ordinario della legge europea ricorrendo alla decretazione d'urgenza produce, infatti, un risultato, a nostro avviso, molto, molto pericoloso: comprime la discussione parlamentare, riduce i tempi di esame e le opportunità anche per le opposizioni di fornire un contributo reale, concreto e costruttivo su questioni di particolare complessità e delicatezza quali quelle inserite e contenute all'interno dello stesso provvedimento che, come sappiamo, ha visto al proprio interno introdurre da parte del Governo anche una normativa legata all'annosa vicenda delle concessioni balneari, cioè al recepimento e al rispetto nel nostro Paese della direttiva Bolkestein.
Allora, l'invito che rivolgiamo all'intera Aula è semplice ed è quello di difendere insieme le prerogative parlamentari. Fermatevi nell'analisi ed esame di questo provvedimento e ascoltate le ragioni del nostro intervento. Lo facciamo nell'interesse di tutti, perché dovrebbe essere interesse di tutti salvaguardare le prerogative e le competenze del Parlamento e di quest'Aula, la discussione costruttiva tra maggioranza e opposizione per arrivare a soluzioni utili nell'interesse del Paese, dei cittadini e delle categorie interessate. È semplicemente questo quello che vi chiediamo: far sì che questa Assemblea non sia privata della possibilità di un confronto approfondito e serio su materie così delicate, da cui deriva anche un pezzo fondamentale di credibilità del nostro Paese a livello europeo e internazionale.
Ci state già provando con la riforma sbagliata del premierato. Non continuate a svilire il ruolo e le prerogative del Parlamento con una decretazione d'urgenza scomposta, irrituale e irrispettosa delle condizioni e dei criteri previsti dall'articolo 77 della nostra Costituzione. Peraltro, la decisione di adottare un decreto-legge come quello in esame ha comportato anche il completo esautoramento delle competenze della XIV Commissione. Come sapete, il provvedimento in esame è stato incardinato presso le Commissioni finanze e giustizia. Per noi è una decisione sbagliata che è frutto della scelta a monte di utilizzare lo strumento del decreto-legge ed è una scelta che probabilmente è frutto anche di divisioni che avete da un punto di vista politico al vostro interno, tali da portare a preferire di evitare una determinata Commissione rispetto ad altre. Noi questo davvero non possiamo accettarlo ed è la ragione per la quale abbiamo già chiesto in XIV Commissione - e lo ribadiamo in quest'Aula - l'invito, anche al presidente della XIV Commissione, di sospendere i lavori della nostra Commissione, la XIV, durante lo svolgimento dell'esame di questo decreto Salva infrazioni, perché dobbiamo avere la possibilità e il diritto, quale commissari della XIV Commissione, di poter partecipare ai lavori legati al recepimento e alla conversione di questo decreto-legge in legge.
Con la pregiudiziale in oggetto, infine, proviamo a difendere un ulteriore elemento, ossia l'indirizzo e lo spirito europeista che dovrebbero rappresentare sempre la stella polare di ogni azione politica nel nostro Paese. Purtroppo, nei fatti questo Governo ha dato segnali di regressione molto preoccupanti al riguardo. L'ultima legge europea che abbiamo visto risale alla scorsa legislatura ed è la legge europea 2019-2020, approvata alla Camera dei deputati in via definitiva il 21 dicembre 2021. Da allora sono passati quasi tre anni eppure il Governo, che già lo scorso anno aveva optato per un Salva infrazioni sotto forma di decreto-legge, non ha più predisposto un disegno di legge europea. Non solo: il Governo non ha presentato alle Camere entro il 28 febbraio, come richiesto dalla normativa vigente, neppure il disegno di legge di delegazione europea per il 2024, che ad oggi - e siamo al 24 settembre - non esiste. Dunque, mesi e mesi di ritardo nell'assenza totale di un intervento da parte del Governo da questo punto di vista. Allo stesso modo non è pervenuta la relazione consuntiva sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea per l'anno 2023, che era anch'essa da presentare al Parlamento entro il 28 febbraio di ciascun anno, quindi nell'anno in corso, mentre è in fortissimo ritardo - ed è un tema al quale dovremmo essere tutti interessati - la relazione programmatica sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea per il 2024. Guardate, questo provvedimento, secondo la legge n. 234, dovrebbe essere presentato alle Camere entro il 31 dicembre dell'anno precedente a quello per il quale il Parlamento deve dare indirizzi programmatici sull'azione del Governo. Noi ci troviamo ancora oggi a esaminare una relazione programmatica che dovrebbe dare gli indirizzi dell'anno successivo quando l'anno 2024 è praticamente già scaduto. È una presa in giro totale, che non ha consentito a questo Parlamento di indicare al Governo delle linee guida programmatiche e degli indirizzi politici da seguire a livello europeo.
È una cosa molto grave e tutto questo dimostra - e mi avvio a concludere, Presidente - con evidenza che voi vivete e continuate a vivere la partecipazione all'Europa come un peso, come un onere. Per noi, invece, è l'esatto contrario ed è evidente ed è quello che vorremmo provare a trasferire, cioè che l'Europa, invece, è una grande opportunità, che l'Europa è una grande risorsa, che l'Europa è la nostra casa comune, è quella rete che ci ha consentito di tenere in piedi il Paese durante la pandemia, di difendere la vita e la salute dei cittadini con acquisti congiunti di vaccini. È quella rete che ha consentito di difendere il lavoro, in Italia e in Europa, con programmi rivoluzionari come quello SURE di sostegno agli ammortizzatori sociali europei.
L'Europa è e dev'essere sempre di più quella del Next Generation EU, quella del PNRR, su cui voi avete votato contro e mai votato a favore. Continuare ad avere questo atteggiamento è semplicemente miope, oltre che antistorico e, soprattutto, deleterio e controproducente per gli interessi del nostro Paese. Difendere gli interessi dei cittadini italiani vuol dire difendere le ragioni per avere più Europa e non meno Europa, vuol dire impegnarsi a livello europeo per rafforzare i percorsi di integrazione e di lavoro congiunto. È l'unico modo per difendere davvero gli interessi nazionali delle famiglie, dei lavoratori, dei cittadini e delle imprese. Questa la ragione per la quale vi chiediamo di accogliere la nostra pregiudiziale, volta a difendere la correttezza nell'uso dello strumento legislativo del decreto-legge, a difendere il ruolo costituzionalmente garantito del Parlamento, nonché lo spirito, l'indirizzo e l'afflato europeista insito nella nostra Costituzione. Ed è la ragione per la quale vi chiediamo di fermarvi e di accogliere la nostra pregiudiziale di costituzionalità.