Discussione generale
Data: 
Martedì, 29 Ottobre, 2024
Nome: 
Piero De Luca

A.C. 2038-A

Grazie, Presidente. Questo è un provvedimento molto delicato e sensibile, direi emblematico da un punto di vista politico: crolla il castello di sabbia delle bugie raccontate dalla destra sulle concessioni balneari in questi anni; anni di demagogia e di propaganda ai danni del Paese, in cui sono stati presi in giro tutti gli italiani, con conseguenze disastrose e davvero drammatiche.

La destra ha provato a vendere la fontana di Trevi a tutti gli italiani, in particolar modo agli operatori del comparto balneare, ma si è trovata a sbattere contro il muro della propaganda, delle false promesse e delle bugie raccontate in questi anni. La destra ci ha detto per tanto tempo che sarebbe andata a Bruxelles una volta al Governo, che avrebbe sbattuto i pugni sui tavoli, che avrebbe fatto valere le ragioni del nostro Paese, che non si poteva applicare la normativa europea, che avrebbe cambiato addirittura questa normativa, che non si sarebbe applicata la Bolkestein in Italia in alcun modo. Per anni abbiamo ascoltato questo tipo di propaganda, di retorica e di narrazione. Una volta arrivati al Governo, su quei tavoli, a Bruxelles, non li hanno fatti neppure sedere.

La Commissione non ha dato segni di cedimento rispetto alla procedura di infrazione aperta, il Governo non è riuscito a negoziare nulla e ha tradito tutte le promesse fatte in questi anni agli italiani. Questa è la verità: nulla è riuscito a fare, un po' per incapacità, un po' perché non ha la credibilità né l'autorevolezza necessaria per portare a casa i risultati, che aveva annunciato in tanti anni di propaganda e di demagogia. Il risultato qual è? Il risultato è una situazione di assoluta criticità per tutto il Paese: criticità che si sono registrate in questi anni per gli amministratori locali, i comuni, gli enti concedenti, gli operatori balneari e i cittadini italiani. È stato perso solo del tempo inutilmente, lasciando nell'incertezza assoluta, nel caos, nell'assoluta inconsapevolezza e incertezza di cosa fosse necessario fare da un punto di vista giuridico, economico e finanziario, migliaia e migliaia di imprese, la maggior parte a conduzione familiare, che rappresentano il tessuto portante del comparto turistico nel nostro Paese. Non è stato risolto alcun problema, anzi! E il risultato qual è? Il risultato è che, per anni, i comuni sono stati lasciati allo sbando, alcuni sono stati costretti a procedere in autonomia, all'avvio di procedure di evidenza pubblica, senza criteri, senza tutela giuridica e normativa europea, trasposta a livello nazionale. I cittadini italiani hanno corso il rischio di vedersi ridotti gli spazi di coste destinati e dedicati a spiagge libere.

Infatti, questo è ciò che è accaduto negli anni passati: pur di provare a immaginare fantasiose alchimie, la destra, addirittura in un colpo di genio - direi più un colpo di mano -, ha provato a cancellare interi pezzi di spiagge libere nel nostro Paese, sottraendoli alla possibilità della fruizione da parte delle famiglie italiane, dicendo che, quando provava immaginare una risorsa che non era scarsa, addirittura potessero essere messi a gara pezzi di litorale attualmente non dati in concessione. Fortunatamente questa ipotesi è miseramente fallita, così come tutte le altre ipotesi messe sul campo finora dal Governo.

Poi, da ultimo, sono stati presi in giro gli operatori, le imprese balneari. Soprattutto le imprese familiari, piccole e medie, che rappresentano un valore assoluto nel nostro Paese, sono state lasciate allo sbando e prese in giro in modo clamoroso e non hanno potuto fare investimenti in questi anni. Non sapevano se avrebbero dovuto continuare per anni, per mesi o per giorni, qual era la durata delle proprie concessioni, qual era il valore, addirittura, che il proprio titolo concessorio avrebbe avuto nel nostro Paese di qui a qualche settimana. Un completo abbandono da parte del Governo, che non è riuscito neppure in questo provvedimento, di cui abbiamo la discussione in Aula, a garantire nemmeno quelle tutele minime, ragionevoli e serie che noi abbiamo richiesto e che abbiamo proposto anche con appositi emendamenti, bocciati dal Governo e dalla maggioranza in Commissione nelle scorse ore.

Davvero siamo senza parole, ma questo momento è un momento che noi riteniamo cruciale, che segna un po' un tornante decisivo in questa legislatura, perché è evidente che crolla quel briciolo, quel minimo, quello che era rimasto della credibilità politica della destra al Governo. Questo provvedimento segna la fine dell'idea che si possa fare politica vendendo fumo, con la propaganda, con la demagogia, raccontando bugie agli italiani, perché queste bugie a un certo punto si scontrano contro il muro della realtà e il muro della realtà è stato rappresentato da un decreto che avete approvato, peraltro, senza seguire le procedure ordinarie previste dall'architettura istituzionale nel nostro Paese, che prevede un apposito strumento normativo e legislativo per recepire le normative europee nel nostro Paese e, soprattutto, per porre fine alle procedure di infrazione in atto nel nostro Paese, che si chiama legge europea.

C'è uno strumento, che è uno strumento che consente una discussione parlamentare ampia e approfondita, che consente un coinvolgimento degli operatori interessati e che è previsto nel nostro Paese, ma che il Governo ha deciso di non utilizzare, anche lì preferendo un escamotage legato all'urgenza, che non esisteva per le procedure di infrazione oggetto di questo decreto-legge e che non esisteva neppure, in questi termini, per l'articolo che è stato aggiunto - ex post peraltro - a un testo che inizialmente non lo conteneva, sulla gestione, sulla riorganizzazione delle concessioni balneari. Noi ritenevamo doveroso, ed è la ragione per la quale abbiamo presentato un'apposita pregiudiziale di costituzionalità, seguire l'iter ordinario e non l'iter accelerato, perché non vi sono i requisiti di straordinaria necessità e urgenza, che dovrebbero giustificare il decreto-legge e che invece stanno ottenendo solo un obiettivo, come emerge dalle indiscrezioni di queste ore sulla possibilità addirittura di una richiesta di una posizione della questione di fiducia, che, qualora dovesse essere confermata, sarebbe un'ulteriore tagliola rispetto alla possibilità, per questo Parlamento, di discutere di questo provvedimento in modo approfondito, in modo ampio e in modo consapevole in Aula.

State preferendo evitare il dibattito e il confronto su un provvedimento che contiene, almeno quella - la prima norma, quella sui balneari - una norma decisiva per il Paese. Come è possibile che riteniate non utile un confronto ampio anche in Aula, oltre a quello avuto in Commissione? E perché avete approvato, di fretta e furia, una norma senza il confronto con gli operatori balneari, senza il confronto con gli enti concedenti, con i comuni, con le regioni, con le province, senza il confronto con chi di questo settore, di questo comparto è direttamente interessato? Perché? Perché avete evitato il confronto su questo tema?

Questo è quello che noi vi abbiamo chiesto e sapete perché continuiamo a chiedervelo anche oggi e perché continuiamo a ritenere che sia stato un errore non svolgere un ampio e approfondito dibattito preliminare? Perché il testo, che oggi è in discussione in Aula presenta tantissime lacune e criticità, è un testo estremamente problematico. E le problematiche sono talmente evidenti che anche le forze di maggioranza che sostengono il Governo hanno presentato decine e decine di emendamenti al testo licenziato dal Governo in Consiglio dei ministri. Questa è la conferma che non è solo il Partito Democratico a ritenere che sia un testo profondamente sbagliato, pieno di problemi, pieno di errori pieno di lacune, ma anche le forze di maggioranza hanno ammesso e riconosciuto che il testo andava profondamente migliorato, perché le criticità sono evidenti da tutti i punti di vista. Eppure, per disciplina di partito, per disciplina di maggioranza, di Governo, avete ritirato la stragrande maggioranza degli emendamenti in Commissione presentati dalla stessa maggioranza, smentendo voi stessi a più riprese, con capriole e giravolte, che danno evidenza dell'imbarazzo estremo in cui vi trovate, in cui si trovano forze di maggioranza che, per anni, hanno detto l'esatto contrario di quello che voi oggi state provando ad approvare qui, in questo Parlamento. Questa è la realtà.

E quali sono gli elementi di criticità che noi abbiamo rilevato durante il dibattito in Commissione, il confronto, quel poco tempo che abbiamo avuto a disposizione? La prima criticità è legata all'aspetto che veniva sottolineato prima: innanzitutto, quello dei canoni. Noi abbiamo un sistema di canoni assolutamente inadeguato al valore delle concessioni balneari e abbiamo chiesto con apposito emendamento che il valore, l'importo del canone fosse adeguato ai valori di mercato e fosse consentito un aumento, un incremento, parte del quale potesse essere anche destinato alle casse dei comuni che devono gestire, devono valorizzare, proteggere, salvaguardare le coste che rientrano all'interno del proprio perimetro amministrativo. Nulla di queste richieste è stato accolto da parte vostra. Come è possibile non capire che bisogna adeguare i canoni demaniali? Come è possibile non capire che sono canoni non adeguati ai valori di mercato e che c'è un mancato introito nelle casse pubbliche del Paese, che è drammatico? È un problema a cui va posto rimedio ed era questa l'occasione per farlo.

Allo stesso tempo, abbiamo chiesto di valorizzare un bene pubblico straordinario del nostro Paese, le coste italiane, che non fosse diminuita la quota di spiagge libere previste attualmente nel nostro Paese. Le future gare, le future procedure di evidenza pubblica non devono poter intaccare la quota di spiagge libere attualmente esistenti in Italia. Non è possibile limitare la possibilità per le famiglie italiane di accedere in modo gratuito, in modo libero, alle spiagge, al mare, alla battigia del nostro Paese, lì dove oggi è previsto. Guai a ridurre questi spazi per le famiglie italiane, per noi sarebbe un errore drammatico. Lo avevamo scritto, avevamo proposto di scriverlo in una norma inserita in un apposito emendamento: anche quella bocciata. Quindi sarebbe interessante capire quale è la vostra idea di programmazione futura delle coste del nostro Paese, perché, se immaginate di occupare nuovi spazi e nuovi pezzi di spiagge libere, noi faremo una fortissima opposizione in Parlamento, ma anche nel Paese.

Avevamo chiesto poi, misure, al tempo stesso, equilibrate di tutela degli operatori che fanno questo lavoro da decenni, che hanno prodotto valore aggiunto nel nostro Paese, che danno occupazione, che creano sviluppo. Sono nella maggior parte imprese a conduzione familiare, piccole e medie imprese, che rappresentano un tessuto importante da tutelare e da valorizzare. Avevamo previsto appositi emendamenti legati al miglioramento dei criteri da indicare come norme di principio per le future procedure di evidenza pubblica, criteri volti a salvaguardare le imprese che svolgono prevalentemente a conduzione familiare questo tipo di attività, la storicità delle attività svolte sulle concessioni balneari, l'attenzione ai giovani, l'attenzione agli investimenti nel settore ambientale, l'attenzione alla giusta retribuzione per i lavoratori dipendenti delle imprese balneari. Avevamo proposto emendamenti specifici che potessero salvaguardare e tutelare alcuni profili di interesse generale, dal nostro punto di vista decisivi, anche nei criteri di valutazione delle offerte. Avevamo chiesto che fosse espunta la norma che prevede oggi, addirittura, una sorta di asta sull'indennizzo da riconoscere, eventualmente, ai concessionari uscenti non riconfermati.

Avevamo chiesto di innalzare la soglia minima di durata della concessione futura, così da poter affidare da 5 a 6 anni. Inoltre, avevamo previsto e chiesto una norma per noi decisiva, definita in tanti modi, una norma “anti-concentrazione”, cioè, una norma che prevedesse un limite massimo di concessioni per un offerente in via di partecipazione o in via di aggiudicazione, con l'idea e l'obiettivo politico di evitare che possano esserci acquisizioni di grandissimi gruppi industriali o, addirittura, anche di possibili infiltrazioni della criminalità organizzata sulle coste italiane.

Non è possibile immaginare la possibilità che non ci siano tutele per la salvaguardia delle piccole e medie imprese, dei lotti attualmente esistenti delle concessioni balneari. Non è possibile immaginare grandi gruppi o un unico soggetto che possa fare man bassa e acquistare interi litorali senza un limite massimo di concessioni che è possibile aggiudicare o alle cui procedure di evidenza pubblica è possibile partecipare. Anche su questo punto non abbiamo avuto risposte ed è un tema per noi decisivo per salvaguardare il tessuto stesso del tipo di industria e di impresa che è presente in questo comparto e in questo settore.

Da ultimo, avevamo chiesto, per quanto riguarda poi la fase successiva di evidenza pubblica, una norma destinata a creare un elemento di equilibrio tra il concessionario uscente e il subentrante, qualora l'uscente non fosse confermato ed è la norma relativa agli indennizzi. Oggi voi prevedete semplicemente la possibilità un indennizzo - peraltro molto generico - limitato agli investimenti svolti negli ultimi cinque anni. È una norma sbagliata. È una norma che non dà tutele a coloro i quali invece hanno investito, hanno creduto e hanno dato tutto quello che potevano in questo tipo di attività di impresa.

Noi abbiamo chiesto che l'indennizzo tenesse conto del valore aziendale, dei beni materiali e immateriali non ancora ammortizzati, senza limiti di tempo. È una norma di buonsenso, equilibrata, volta a creare un bilanciamento corretto tra gli interessi dei subentranti e gli interessi dei concessionari uscenti, nonché capace di dare anche tutela a chi non dovesse essere confermato all'interno proprio concessione. Anche da questo punto di vista e su questo punto non abbiamo avuto risposte da parte vostra.

Allora, vi rendete conto che avete prodotto un risultato, dopo anni di propaganda e demagogia, davvero problematico e critico per il nostro sistema Paese? Il problema è: quale futuro del Paese si vuole disegnare con questo provvedimento? Noi avevamo chiesto di dare tempo ai comuni affinché potessero elaborare dei piani, valorizzare le proprie coste e mettere questa valorizzazione del comparto turistico a sistema. Abbiamo chiesto di tutelare le spiagge libere, le aziende e le imprese di questo comparto e di questo settore. Non abbiamo avuto risposte da parte vostra.

Ci troveremo ad approvare una norma sbagliata e che non serve al Paese. Una norma che auspichiamo, voi auspicate possa portare a conclusione la procedura di infrazione; tuttavia, potremmo correre il rischio che ciò non accada e allora, davvero, vi sarebbe oltre al danno anche la beffa. Quindi, guardate, vi invitiamo ad ascoltare le voci delle opposizioni con attenzione, a fermarvi e ad accogliere alcuni degli emendamenti che abbiamo proposto in Commissione e anche qui in Aula, evitando di tagliare e comprimere i tempi di un dibattito parlamentare che è assolutamente indispensabile quando ci si appresta a disciplinare un settore strategico che ha bisogno di visione, di attenzione, di conoscenza delle problematiche del Paese e della volontà di dare risposte, non di creare ulteriori problemi.

Questo provvedimento in discussione crea ulteriori problemi e criticità e non dà risposte alle esigenze dell'intero Paese, né degli enti locali, né dei nostri cittadini, né delle imprese del comparto balneare. Una norma sbagliata che tradisce le false promesse degli anni passati e crea enorme caos ed enorme criticità. Fermatevi, noi saremo pronti, qualora doveste decidere di ascoltare le opposizioni, a darvi una mano per migliorare questo testo. E se da parte vostra ci dovesse essere questa disponibilità, noi siamo qui pronti a lavorare insieme per migliorare il testo. Qualora ciò non fosse, vi assumerete una responsabilità grave nei confronti dell'intero Paese.