Discussione generale
Data: 
Mercoledì, 10 Luglio, 2024
Nome: 
Arturo Scotto

A.C. 1946

Grazie, signor Presidente. Grazie, signor Ministro, per aver deciso di partecipare a questa seduta. E' un fatto raro che apprezziamo, anche se avremmo apprezzato di più se, nelle tre grandi manifestazioni, che in queste settimane si sono tenute a Latina, dopo i fatti gravissimi accaduti dopo l'omicidio di Satnam Singh, il Governo avesse deciso di prendere parte a quei cortei, a quelle manifestazioni che testimoniavano un'indignazione profonda rispetto a qualcosa che non può essere considerato un mero fatto di cronaca.

Signor Ministro, Satnam Singh è morto di lavoro, meglio ancora è morto di sfruttamento del lavoro. È morto perché il proprio datore di lavoro, il proprio caporale ha deciso di lasciarlo andare, perché era irregolare, perché la sua azienda aveva tutti i lavoratori irregolari e, nonostante da quattro anni ci fosse un'inchiesta sull'imprenditore Lovato, continuava a prendere fondi pubblici dell'agricoltura e continuava a lavorare come se nulla fosse.

Ha scaricato come un sacco di patate un essere umano, perché, se quell'essere umano lo avesse accompagnato al pronto soccorso, non soltanto lo avrebbe salvato, gli avrebbe salvato la vita, ma probabilmente sarebbe stato rivelato il sistema su cui si reggeva la sua azienda. Il problema, signor Ministro, è che quell'azienda non è sola. Non ci troviamo di fronte a un caso isolato, ci troviamo - ahimè - di fronte a un pezzo della filiera agricola, che nel nostro Paese è di grandissima qualità, di grandissima competenza, che però si fonda su un'idea di modello produttivo dove il caporalato è un pezzo indispensabile. Vede, signor Presidente, il Ministro sa benissimo quali sono i dati nella provincia di Latina e la rete agricola di qualità: sono 200 aziende su 6000 che aderiscono a quel terreno, previsto dentro la legge contro il caporalato, firmato dal Ministro Orlando e dal Ministro Martina, all'epoca. Quando ieri abbiamo visitato, insieme alla Commissione d'inchiesta sulle condizioni di lavoro, la prefettura di Latina e abbiamo anche incontrato il comandante dell'Arma dei carabinieri, il questore, il prefetto, le parti sociali ed anche un'associazione che ospita in questo momento la vedova di Satnam Singh, abbiamo potuto constatare, purtroppo, che questo fenomeno è sistemico. E, quando ti trovi di fronte a un fenomeno sistemico, non puoi intervenire con un “emendamentino” del Governo all'interno di una legge come questa.

Occorre un'iniziativa più forte e, aggiungo, occorrerebbe, signor Presidente, per suo tramite, signor Ministro, anche dire la verità a questo Parlamento. Voi intervenite - istituendo il sistema informativo sul caporalato e, dunque, facendo un'operazione di unificazione delle banche dati - su questo provvedimento solo sulla scia dell'emergenza di questo fatto che ha sconvolto l'opinione pubblica italiana, perché il Ministro sa benissimo che questa istituzione, queste disposizioni in materia di caporalato erano contenute all'interno di un collegato lavoro al decreto Primo Maggio. Parliamo di una cosa di un anno e mezzo fa che la vostra maggioranza e il vostro Governo, da mesi, sta facendo marcire in Commissione senza che vada avanti di un passo.

Dunque, è una toppa che mettete nel momento in cui occorreva invece intervenire prima. Il caporalato si combatte prima, non si combatte a valle, si combatte attraverso un ventaglio di iniziative. Indubbiamente le banche dati, indubbiamente iniziative che vanno a rafforzare i controlli. Anche qui, mi lasci dire, signor Presidente, tardi, troppo tardi.

Avete bocciato gli emendamenti del Partito Democratico, quando al decreto PNRR - anche lì un omnibus nel quale sono state inserite alcune misure sulla sicurezza e salute nei luoghi di lavoro - bocciate gli emendamenti del Partito Democratico che chiedono di sbloccare ulteriori assunzioni e, contemporaneamente, scegliete di costruire una patente a crediti, legata soltanto al settore dell'edilizia, che condona tutta una serie di situazioni complicate e che, in realtà, non sarà efficace per nulla. Noi vi chiediamo alcune cose con spirito costruttivo, perché non vogliamo spaccare il capello in quattro, ma vogliamo risolvere i problemi e su questo terreno siamo pronti a discutere anche col diavolo, pur di battere la piaga del caporalato.

E allora, se è così, signor Ministro, non è accettabile che il tavolo sul caporalato venga convocato dopo due anni dal suo insediamento. Non è accettabile che non si vada sulla strada del rafforzamento degli indici di coerenza, già contenuti all'interno della legge Martina-Orlando, e non si faccia la stessa operazione che si è fatta nel settore dell'edilizia. Come lei ben sa, signor Presidente - per suo tramite lo dico anche al signor Ministro Lollobrigida - il DURC di congruità nel settore dell'edilizia ha fatto emergere 100.000 lavoratori dal nero e dal sommerso. Che cos'è? Il documento unico di regolarità contributiva, aiuta le imprese a fare bene il proprio lavoro, aiuta lo Stato a controllare meglio quelle imprese che sono infedeli. Perché qui è inutile che ci giriamo attorno: se io ho cinque ettari di terreno e quel terreno produce un fatturato e prendo, su quel fatturato, dei finanziamenti pubblici dall'Europa e, però, non denuncio la regolarità di nemmeno un lavoratore, probabilmente c'è qualche problema.

E allora, signor Ministro, facciamo insieme il DURC di congruità anche nell'agricoltura e, contemporaneamente, facciamo un esame dopo vent'anni rispetto alle leggi sull'immigrazione. E beh forse scopriremmo che la legge Bossi-Fini è la principale benzina che alimenta la clandestinità e l'irregolarità del lavoro, perché non c'è nessun lavoratore, signor Presidente, che magari ha un contratto stagionale nell'agricoltura, che può arrivare in Italia in maniera regolare. Allo stesso tempo, la Bossi-Fini non consente, ad esempio a una figura come Satnam Singh, ma come i tantissimi che si trovano dentro, intrappolati dentro la rete del caporalato, di poter denunciare e di poter essere protetti.

Allora noi dobbiamo intervenire lì, perché quella legge va superata, abolita, cancellata, perché i flussi regolari sono il principale antidoto allo sfruttamento, allo schiavismo e al caporalato. Negare questa evidenza significa voler sostenere il caporalato e un'idea di un modello produttivo fondato sui bassi salari, su nessuna tutela e sulla scarsissima qualità del lavoro perché, signor Ministro, lei da tempo - magari anche con un'enfasi retorica eccessiva, che molto spesso la spinge anche a dire cose che, poi, fanno discutere l'opinione pubblica; qualcuno le chiama gaffe, lei invece non le considera tali, non è questo il punto - ma signor Ministro, lei giustamente ci ha sempre richiamato alla qualità di quello che mettiamo nel piatto, di quello che mangiamo.

L'uomo è ciò che mangia e dentro quel piatto c'è tutta una catena di avvenimenti. Non ci possiamo solo concentrare sul prodotto finale, perché il prodotto finale è figlio di una catena che, molto spesso, contempla lo sfruttamento e lo schiavismo. Lei, signor Presidente, sa benissimo che oggi anche quello che mettiamo nel piatto e quello che c'è di migliore della produzione del nostro Paese, purtroppo, è infettato da questa malattia, da questo cancro.

Allora, se vogliamo intervenire, dobbiamo spingere l'impresa buona e cancellare, combattere con grande forza la piaga dell'impresa cattiva e dobbiamo farlo attraverso controlli, attraverso la valorizzazione della bilateralità, la valorizzazione del protagonismo delle parti sociali, la valorizzazione della qualità del lavoro e dei salari. Oggi l'OCSE ci richiama alla realtà, che ci dice che il livello dei salari di questo Paese è molto indietro, rispetto ai livelli pre-pandemici: 7 per cento in meno, per la precisione 6,9; significa che c'è una larghissima quota di lavoratori e di lavoratrici, che non hanno recuperato il tasso d'inflazione rispetto a qualche anno fa. Questo significa meno potere d'acquisto, meno capacità di consumo, meno libertà, perché la libertà in un Paese si misura dalla qualità dei salari, dalla qualità del lavoro e dalla qualità del sistema produttivo.

Voi siete il Governo che ha negato, a 3 milioni e mezzo di lavoratori e di lavoratrici, il salario minimo legale, che è una misura che esiste in tutta Europa e, come sapete benissimo, in un settore come l'agricoltura sarebbe fondamentale. Invece voi, nell'agricoltura, avete allargato a dismisura i voucher e avete reintrodotto un principio secondo cui nell'agricoltura, per aggirare i contratti stagionali, si possono costruire anche contratti giornalieri: quella è benzina per il lavoro nero, precario e irregolare, questo è il dato e le aggiungo un'ultima considerazione. Signor Presidente e signor Ministro noi stiamo parlando, qui, di un settore ad altissimo tasso di stagionalità e sappiamo che questo è il tempo e il periodo in cui, principalmente, si lavora la terra. Io trovo veramente sconcertante che - come lo scorso anno, dove vi accorgeste dell'impatto del calore sul lavoro umano il 31 luglio, per poter garantire la cassa integrazione a chi lavorava sopra i 35 gradi all'ombra - ancora una volta dimenticate i lavoratori stagionali. Ancora una volta la cassa integrazione non funzionerà per quella specifica categoria e potremmo allargarla perché, come lei sa benissimo ci sono tantissimi altri lavoratori intermittenti e precari - faccio un esempio, i rider - che saranno anche loro colpiti, in maniera drammatica, dal fatto che non si interviene attraverso la cassa integrazione sul caldo, per loro.

Questo è il quadro; dunque si può descrivere un quadretto idilliaco, si può trasferire l'idea, signor Presidente, che si sta intervenendo in maniera energica per migliorare quella filiera. I fatti purtroppo sono ancora gli stessi, la situazione resta tuttora drammatica, resta tuttora inquietante. Come inquietante è stato - e lo voglio dire in conclusione - il racconto della giovane vedova di Satnam Singh.

Vorrei che, su questo punto, il Ministro prestasse un minuto di attenzione, perché vede quando si parla di caporalato, quando si parla di immigrazione irregolare, quando si parla di quelle tragedie bisogna conoscere le storie, ciascuno ha una piccola storia da raccontare. Satnam Singh e la sua compagna - perché non hanno avuto il tempo per sposarsi - arrivano in Italia 3 anni fa, ci arrivano come ci arrivano tutti i migranti da quella regione specifica che è il Punjab, una regione che sta in India molto popolosa; arrivano in Croazia e poi, a piedi, raggiungono Trieste; dopo diversi giorni, dopo traversie immense a Trieste chiamano un parente, che sta a Napoli - non hanno i soldi nemmeno per poter prendere il treno -; quel parente organizza loro un taxi e li fa arrivare a Napoli, costringendoli perché purtroppo gli elementi sfruttamento vivono anche nella filiera dell'immigrazione clandestina - e questo dobbiamo dirlo senza avere paura -; siccome quel taxi costava 800 euro, per riscattarlo, hanno dovuto lavorare 6 mesi gratuitamente; poi sono sbarcati a Latina e a Latina sono entrati dentro le maglie del lavoro nero, grigio, irregolare, del lavoro sfruttato e poi c'è morto di quel lavoro sfruttato.

Vede, perché racconto questa storia? Perché queste storie sono le storie di vita di migliaia e migliaia di persone, di cittadini italiani o di persone che meriterebbero la cittadinanza, perché lavorano in questo Paese e consentono alla filiera agricola di andare avanti e perché regolarizzarli, renderli cittadini significherebbe intanto rafforzare il nostro sistema di welfare, la nostra capacità di recupero fiscale, ma rafforzare, innanzitutto, la battaglia per i diritti contro il caporalato e contro lo sfruttamento. Invece questo noi lo ricordiamo mai, però quelle biografie ci parlano di piccole grandi storie. Ricordo un piccolo verso, parlando di Satnam Singh e dei tanti Satnam Singh, contenuto dentro il capolavoro di Victor Hugo, “I Miserabili”, a proposito dell'eroismo della vita quotidiana: “la vita, la sventura, l'isolamento, l'abbandono, la povertà, sono campi di battaglia che hanno i loro eroi, eroi oscuri a volte più grandi degli eroi illustri”.

Signor Ministro, se lei vuole essere un eroe illustre di questo tempo, se vuole dare davvero una svolta al settore che lei dirige, avendo giurato sulla Costituzione, deve combattere davvero questa piaga; deve prendere e fare un grande viaggio a Latina, a Foggia, nel casertano, nelle province del Nord e combattere, vis a vis, il fenomeno dello sfruttamento del lavoro in agricoltura altrimenti, ancora una volta, si sarà persa un'occasione e si sarà fatto un servizio a chi, per fare un profitto in più, sceglie di sfruttare la vita degli esseri umani.