A.C. 1151-A
Presidente, colleghe e colleghi, siamo di fronte all'ennesimo decreto. In questo caso, non condivido assolutamente, naturalmente, i toni trionfalistici dei colleghi di maggioranza che mi hanno preceduto, perché questo è un decreto fake, nient'altro, che ci costringe all'ennesimo e ripetitivo dibattito sulla fiducia posta dal Governo. Una fiducia posta con un ritmo crescente: prima 2 al mese, poi 4 al mese, cioè 1 a settimana, e adesso siamo al ritmo di 2 voti di fiducia a settimana. Se non fosse che ci sono limiti regolamentari fisici, il dato crescerebbe ancora.
Il voto di fiducia significa semplicemente che il Governo dice: al di là del merito del provvedimento, vi chiedo di votarlo. Questo è il voto di fiducia. Il che vuol dire chiudere qualunque discussione, dentro la maggioranza e dentro l'opposizione, sul merito del provvedimento.
Voglio parlare del tema del voto di fiducia, perché sono tutti i voti di fiducia posti non su provvedimenti condivisi ed elaborati in sede parlamentare, ma solo su decreti-legge del Governo (tra l'altro, decreti che hanno un peccato originale). Guardi, collega, leggo il primo comma dell'articolo 77 della Costituzione: “Il Governo non può, senza delegazione delle Camere, emanare decreti che abbiano valore di legge ordinaria”; e poi il secondo comma: “Quando, in casi straordinari di necessità e di urgenza, il Governo adotta (…)” eccetera, eccetera.
Ecco, i decreti sono diventati l'ordinarietà e non la straordinarietà. Il loro peccato originale è di essere un abuso molto più frequente ed enorme rispetto al passato recente, nel quale molti di voi denunciavano costantemente l'esproprio del Parlamento, la sua umiliazione, la compressione della democrazia. E poi hanno il peccato originale di essere impropri, non urgenti, non necessari, confusi e per questo dannosi. Hanno un peccato originale che viene costantemente e ripetutamente segnalato, non solo sul dopo decreto, ma anche sul “pre” dibattito del decreto, da coloro che vigilano sul rispetto delle regole e delle leggi, purtroppo per ora senza il dovuto ascolto da parte del Governo e nel Parlamento.
Noi vi rivolgiamo appelli, anche con i toni più disparati, a fermare questa macchina, che peggiora di settimana in settimana la qualità della legislazione, nega il ruolo del Parlamento come sede di confronto, rende sempre meno leggibile e difficile la comprensione delle leggi da parte dei cittadini. Infatti, i continui richiami da un decreto all'altro rendono faticosa, per la normale lettura di una legge, la comprensione di quali diritti sono rispettati e quali diritti, invece, non sono più tali.
Facciamo un richiamo costante e fermo alla responsabilità che avete, essendo voi - sì, in questo caso sì, questa è un'eccezione, l'avete detto voi -, dopo 12 anni, un Governo politico, con una maggioranza politica che si è presentata insieme alle elezioni politiche. Si tratta, quindi, di un Governo che non dovrebbe avere bisogno, come il Governo tecnico precedente, di ricorrere alla fiducia per tenere insieme forze opposte per il bene del Paese. Un Governo che, nell'abuso della decretazione d'urgenza in maniera così impropria, dovrebbe sempre tenere presente di non essere maggioranza nel Paese, pur avendo la maggioranza degli eletti in Parlamento. E a chi, prima, dalle file di Forza Italia, ha parlato di mandato politico di questo Governo: guardate che il mandato politico è nel rispetto della legge, non nella travisazione della legge. E lo spoil system non è nella legge e - se lo leggete di nuovo - non era neanche nel vostro programma; è totalmente un'invenzione occasionale per togliere di mezzo voci dissonanti. Sarebbe conseguente e consigliabile, quindi, una certa sobrietà e un'adeguata attenzione al confronto democratico e al rispetto delle regole, che danno provvisorietà all'essere maggioranza o minoranza in Parlamento, e, per questo, alle ragioni delle opposizioni. Al contrario, ci presentate un decreto con limiti ulteriori ed effetti più gravi.
Per non parlare della confusione e del disordine dati dalla sequenza di questi decreti: appena approvato dal Senato un decreto sulla pubblica amministrazione con 50 argomenti differenti, il Governo ne emana un secondo, già soprannominato decreto PA2, e, tra questi due decreti, questo, il terzo, che, di fatto, è un altro decreto sulla pubblica amministrazione.
Insomma, siamo allo sprezzo del ridicolo, scarso senso del ridicolo, quanto palese inganno, evidente anche nel merito di questo decreto, della sua presunta urgenza, quanto della sua omogeneità, peggiorata con l'avanzare dei lavori in Commissione, al di là dei singoli emendamenti e dei singoli interventi che sono stati aggiunti, in particolare dal Governo.
In realtà, l'urgenza del Governo era il commissariamento di INPS e INAIL e di porre un tetto all'età dei sovrintendenti lirici di origine straniera, come ha precisato una collega di Fratelli d'Italia nel dibattito (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista). Quindi, ci dobbiamo aspettare che, tra un po', dovremo indicare soltanto opere italiane, soltanto musica italiana, nell'ambito della nostra cultura, perché, se il tema è un sovrintendente lirico straniero, mi sembra che stiamo andando verso una direzione davvero ridicola, quanto non temibile.
Il commissariamento, avete detto, è necessario per cambiare la governance. Cioè, ma davvero volete dire che passare la nomina del direttore dal CDA al presidente, oppure ridurre il mandato del direttore generale da 5 a 4 anni, è modifica della governance? Ma chi credete di prendere in giro? Sono scuse puerili, fanciullesche, per nascondere una bulimia di potere. L'eliminazione d'intralcio alla messa cantata del sistema - che dev'essere per voi la stessa, uguale per tutti - serviva a normalizzare luoghi da dove provengono dati oggettivi, numeri, quelli scomodi, che comunicano la realtà e che non la addomesticano. Eppure, avete visto, ieri e avantieri, con le relazioni dell'Ufficio parlamentare di bilancio, un'autorità indipendente, e le comunicazioni del MEF, che la realtà poi emerge, si sbatte sulla faccia, con tutta la concretezza della verità e della realtà per tutti. La propaganda è sbugiardata dalla responsabilità e dalla realtà vera. Le cose impossibili e improbabili dell'opposizione si materializzano nella loro verità, quando si sta al Governo. Almeno, questo è quello che succede in democrazia, ma a voi piacciono più le “democrature”, dove la democrazia è un po' più finta. Ma la democrazia in Italia ancora è così.
E anche sull'urgente e demagogica, quanto incoerente, azione sul sovrintendente del San Carlo di Napoli, l'effetto immediato che ha avuto è stato nelle dimissioni del direttore generale della RAI: l'obiettivo vero della vostra necessità, quella sì, urgente, quanto indichiarabile, di creare un cambiamento nel palinsesto, nelle direzioni dei canali, delle trasmissioni e dei TG della TV pubblica. Tutto il resto è noia. Proroghe banali, quanto spesso generatrici di ingiustizie. Sintomi di errori legislativi o di inefficienza della pubblica amministrazione. Conferma di un'idea nella quale la furbizia che ti porta vicino al potere va premiata.
Ieri il Vicepresidente del Consiglio, Salvini, ha detto che, se uno non rispetta il codice stradale, non si toglie a tutti la patente; che se uno non paga le tasse, non vuol dire che siano tutti evasori; che è la fiducia che dovrebbe guidare la nostra azione e il rapporto con i cittadini. Però, per voi, lo stesso non è avvenuto, né con la cancellazione del reddito di cittadinanza, né con la cancellazione del bonus 110 (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista), dove la presenza di qualche sparuto truffatore o di qualche persona, che, secondo voi, ne approfittava, i “divanisti”, è diventato il motivo per cancellare totalmente provvedimenti che ora gettano nella disperazione il 27 per cento delle famiglie che vi accedevano e mettono in ginocchio aziende che si sono fidate anche di voi e di cui dite di volervi curare. Inventare realtà, che ora si tramutano in incubi, e la vita reale prende un'altra strada. Mentre per voi è urgente sparecchiare la RAI, l'INPS e l'INAIL, non vi curate di quanto l'aumento dei prezzi del cibo stia introducendo disuguaglianze e povertà.
L'aumento del 100 per cento dei costi di frutta e verdura, i prodotti più naturali, avvicina il nostro Paese a quei Paesi dove il mangiare sano è solo per chi se lo può permettere e dove l'obesità, per esempio, diventa maggioritaria e, con questo, tutte le deficienze sulla salute. Altro che lotta per il cibo naturale o per il made in Italy o per la dieta mediterranea! Nei fatti, portate il Paese dalla parte opposta, girate la faccia dall'altra parte, per non vedere che è in atto una speculazione ai danni dei cittadini su cui non fate nulla, con l'immigrazione che aumenta, di cui i vostri “giornaloni” non parlano più, perché sono i vostri incubi che si materializzano. Prigionieri della vostra stessa propaganda, generate orrori come il naufragio di Cutro o quello già dimenticato della scorsa settimana in Grecia, perché parlate di operazioni di polizia e non di salvataggio in mare, perché pensate che ci sia una lotta da fare e non una strategia di integrazione necessitata e di accoglienza, perché inseguite dittatori vari a cui promettete risorse, che in realtà poi mantengono regimi, solo per creare barriere che rallentano il problema e nascondono sotto il tappeto la polvere. Ecco, mettere la polvere sotto il tappeto, questo è il vostro lavoro, oppure fare piccinerie, come quella di ieri del Ministro Valditara, che usa le tracce della maturità per un atto di bullismo contro il suo predecessore, anziché concentrarsi sui risultati del sistema scolastico e formativo italiano, come ha messo bene ieri in evidenza il rapporto ANVUR. Il futuro del nostro Paese dovrebbe essere quello - e vado a concludere, Presidente -, la cultura è lo strumento più necessario per sovvertire un futuro che ormai sarebbe già scritto. Per questa vostra palese volontà di nascondere la realtà, di mutarla, di piegarla alla vostra idea alterata di Paese, fatta di furbizie e disuguaglianze, la fiducia a questo Governo, che la chiede su questo confuso, inutile e dannoso provvedimento, non può essere data. Pertanto, il gruppo del Partito Democratico dirà “no” con tutta la forza in quest'Aula parlamentare e fuori da quest'Aula parlamentare.