A.C.1112
Grazie, Presidente. Siamo di fronte all'ennesima fiducia posta da questo Governo. Abbiamo perso il conto da quando la Presidente del Consiglio, in quest'Aula, ha detto che, invece, avrebbe rispettato i lavori del Parlamento. Ieri, in verità non siamo nemmeno riusciti a chiudere gli interventi in discussione generale. Quello sul quale oggi è stata posta la fiducia - mi permetto di sottolinearlo - non è un decreto qualsiasi, ma è un provvedimento nato dalla volontà del Governo di battere un colpo dopo la tragedia di Cutro che ha colpito e commosso il nostro Paese. Se questo era il motivo, con questo decreto ci saremmo aspettati un cambio di passo da parte del Governo, ci saremmo aspettati che, di fronte a quelle bare bianche, di fronte alle lacrime del pescatore di Cutro, di fronte al senso comune di sgomento degli italiani per questa tragedia, che si poteva evitare e che ancora non abbiamo capito perché non si sia evitata, beh, ci saremmo aspettati che, di fronte a tutto questo, il Governo mettesse da parte, una volta per tutte, la solita e consueta demagogia con la quale, in questi anni, le forze di maggioranza hanno trattato il tema dell'immigrazione. In tutti questi anni, ci avete raccontato di tutto. Ci avete raccontato che l'aumento degli arrivi dei migranti sulle nostre coste era dovuto alle politiche sbagliate del Partito Democratico. Ora, il Partito Democratico è all'opposizione, le politiche sono le vostre, siamo al vostro terzo provvedimento sull'immigrazione, ma, colleghi di maggioranza, vi do una notizia: gli sbarchi sono quadruplicati dall'inizio dell'anno. La dico chiara, così la capiamo tutti: da quando governa la destra, gli sbarchi nel nostro Paese sono aumentati. Avete raccontato, per anni, che il problema erano le organizzazioni non governative - ONG - accusate di fare da attrattori di migranti. Quindi, i migranti, secondo voi, partirebbero da un Paese a caso, che ne so, per esempio, dall'Afghanistan, dove le donne non possono nemmeno uscire di casa, partirebbero da lì, facendo chilometri e chilometri di viaggio, perché sanno - questo secondo voi - che le ONG, nel mar Mediterraneo, sono lì ad aspettarli, perché questo è quello che voi avete raccontato, quando invece le ONG fanno esattamente il lavoro che dovrebbe fare lo Stato, fanno esattamente il lavoro che dovrebbe fare lo Stato insieme all'Europa: salvare vite umane. E quando le persone, tratte in salvo dalle ONG, sono il 10 per cento dei migranti che arrivano sulle nostre coste, fa un po' ridere sentire che il problema sono le ONG. Avete fatto, comunque, un decreto contro le ONG, ma, anche in questo caso, guarda un po', non avete fermato gli sbarchi e, ciononostante, continuate con la favola del pull factor, del famigerato fattore che spinge, che incentiva i migranti ad arrivare nel nostro Paese e, questa volta, in questo nuovo decreto, vi siete inventati un nuovo pull factor, si chiama protezione speciale, un sistema di protezione internazionale che - lo dico alla collega Ravetto -, al contrario di quanto sostiene, esiste in gran parte dei Paesi europei. State smantellando, con questo decreto, la protezione speciale, ma vi propongo una scommessa: anche questa volta non ridurrete il flusso di migranti sulle nostre coste, perché la verità è che non sapete più che cosa dire e, purtroppo, non sapete nemmeno più che cosa fare. In tutti questi anni avete parlato di porti chiusi, di blocchi navali, di reato di immigrazione clandestina e avete dispensato soluzioni inapplicabili o inefficaci con dovizia di demagogia.
Adesso che siete voi al Governo, non siete capaci di mettere in campo uno straccio di proposta credibile sulle migrazioni e continuate, ahimè, a fare solo demagogia. Ogni tanto, però, fatevi anche qualche domanda in più. Magari, invece di chiedervi quali sono i pull factor e inventarvi nuovi pull factor, chiedetevi da che cosa queste persone scappano. Perché, mentre voi eravate impegnati a fare i sovranisti e a giocare a nascondino dietro la difesa dei confini nazionali, non vi siete accorti che il mondo, tutto intorno a noi, è in subbuglio. È in subbuglio in Africa, dove, ultimo Paese in ordine di tempo, il Congo, è piombato in una guerra intestina. Nell'area del Mediterraneo, in Tunisia, la crisi economica e finanziaria rischia di lasciare sul lastrico milioni di famiglie, di aumentare le tensioni politiche e, per questo, anche di aumentare i flussi migratori verso il Mediterraneo e verso il nostro Paese. E potrei continuare con le gravi crisi ambientali e climatiche che attraversano molti Paesi dell'Africa. Ma molti migranti che sono morti sulle coste di Steccato di Cutro provenivano dall'Afghanistan e dall'Iran, fuggivano da regimi che privano le persone delle loro libertà fondamentali. Ecco, non vi siete accorti di tutto questo, ma adesso correte ai ripari con la proposta del Piano Mattei per l'Africa. Se volete veramente investire in Africa - e noi siamo d'accordo che si investa in Africa -, non andate a tagliare 40 milioni dalla cooperazione internazionale, perché le cose, o le fai seriamente, o in Africa non se ne fanno niente delle nostre chiacchiere!
Continuate a parlare di emergenza quando abbiamo davanti un fenomeno che è strutturale. E prima lo ammetterete, prima la finiremo di vedervi far finta di risolvere i problemi a suon di slogan. Un esempio? Meno protezione speciale, più sicurezza. Certo, è uno slogan da applausi per i comizi, ma segna anche la vostra distanza dalla realtà. L'effetto delle restrizioni sulla protezione speciale sarà esattamente l'opposto della sicurezza. Finirete per mettere nelle mani della criminalità un esercito di invisibili e finirete per alimentare lo sfruttamento e il lavoro nero. Voglio ricordare che le persone per le quali è prevista la protezione speciale sono già nel nostro Paese, sono qui, sono persone che non riuscirete a rimpatriare, perché i rimpatri sono complessi e sono persone che oggi, con la protezione speciale, lavorano regolarmente, pagano le tasse regolarmente, hanno figli che vanno nelle nostre scuole e fanno, peraltro, nella stragrande maggioranza dei casi, un percorso di integrazione in quelle reti di accoglienza diffusa che fanno capo agli enti locali e che voi, anche con questo decreto, come avete già provato a fare, volete smantellare per centralizzare tutto, con appalti, subappalti e affidamenti diretti.
Volete promuovere a parole la legalità e aumentate, invece, nei fatti, l'illegalità. Volete promuovere canali legali e poi mettete chi è già qui nell'illegalità, a meno che la vostra intenzione non sia proprio quella di continuare a parlare di immigrazione irregolare per distogliere l'attenzione dai ritardi del PNRR. E rischiamo con questo, per la vostra negligenza, di far perdere un'occasione storica al nostro Paese.
Volete distogliere l'attenzione dall'ultimo decreto che avete fatto, dal decreto Lavoro, dove, dopo tante promesse, metterete in tasca ai lavoratori a basso reddito 50 euro come bonus una tantum, a fronte però di un'inflazione che sta galoppando, e di fronte ai tagli della sanità non c'è niente per le famiglie e non c'è niente per le piccole e medie imprese. Avete dato in pasto al vostro elettorato un po' di inasprimento in più di pena agli scafisti, pene che peraltro già c'erano, che non sono mai state applicate e che non saranno applicate.
E non c'è un solo articolo, nemmeno un comma o un riferimento, neanche per sbaglio, nel decreto, ai corridoi umanitari: alternativa sicura e legale per garantire il diritto di protezione e d'asilo alle persone che fuggono da guerre, persecuzioni e carestie, ed evitare che questi si mettano nelle mani di trafficanti senza scrupoli.
Avete chiamato questo decreto “Disposizioni urgenti in materia di flussi di ingresso legale dei lavoratori stranieri (…)”: ecco, ma regolateli davvero i flussi dei lavoratori! Cambiamo la Bossi-Fini, l'ha detto anche il padre di quella legge che non funziona. Vi diamo una mano. Il giorno del click day di quest'anno le domande per l'ingresso dei lavoratori stranieri in Italia erano più del triplo del limite massimo previsto. Se proprio non volete ascoltare il PD, date almeno retta alle associazioni datoriali, agli imprenditori, agli agricoltori, che chiedono lavoratori regolari. Del resto, forse vi è sfuggito, ma l'avete scritto voi, l'avete scritto nel DEF, che le politiche migratorie hanno un impatto importante sui conti pubblici in una popolazione che si riduce e che invecchia. L'avete scritto voi che servono 300.000 nuovi ingressi l'anno per rendere sostenibile il sistema pensionistico per le prossime generazioni. Se pensate davvero di risolvere il problema della denatalità, incentivando con sgravi fiscali le famiglie italiane a mettere al mondo i figli, immagino per scongiurare il rischio della sostituzione etnica, forse vi sfugge che sono in gran parte proprio le donne migranti a sostituire l'assenza di infrastrutture sociali di cura, che non permettono alle donne italiane di conciliare la famiglia e il lavoro. Anche perché, se le donne non lavorano, a nulla servono gli sgravi fiscali che avete promesso. Se continuerete così - e siamo sulla buona strada - perderete pure i soldi del PNRR per gli asili nido. Mi permetto poi di ricordarvi che, per i nuovi nati, prima di entrare nel mondo del lavoro devono passare almeno due decenni. Ma intanto, grazie al decreto Cutro, chi un permesso di protezione speciale ce l'ha e potrebbe essere convertito in lavoro, non lo potrà più fare. Una misura illogica, una misura che dà conto del vostro approccio ideologico e che finisce, però, proprio per condannare gli interessi degli italiani.
E anche sui tanto sbandierati interessi italiani avete costruito tutta una narrazione che alla prima curva di Governo ha sbandato. Non esiste interesse nazionale se non in un contesto europeo. Non c'è un solo grande problema, delle sfide che abbiamo davanti oggi, che possa essere risolto da un singolo Stato: non la salute, non l'energia, non il cambiamento climatico, ahimè nemmeno l'immigrazione. Per anni avete lavorato contro ogni tentativo di rafforzare la costruzione europea. Avete preferito guardare indietro per ripescare parole d'ordine sconfitte dalla storia. Vi siete alleati con chi era contro la redistribuzione obbligatoria dei migranti in Europa e ha bloccato col diritto di veto ogni tentativo di rivedere il Regolamento di Dublino, in senso peraltro favorevole al nostro Paese. E ora che siete al Governo, chiedete all'Europa di darvi una mano.
Noi, Presidente, non voteremo contro la fiducia a questo Governo, e non solo perché riteniamo questo decreto sbagliato e ideologico, ma perché state dimostrando di non avere una visione all'altezza del ruolo che compete al nostro Paese. In questo decreto, però, c'è un'aggravante: non accetteremo mai che si usi il nome di una tragedia per coprire l'ennesima operazione di propaganda sulla pelle dei più deboli .