Discussione generale
Data: 
Martedì, 10 Dicembre, 2024
Nome: 
Irene Manzi

A.C. 2119-A

La ringrazio, signora Presidente. Non posso, purtroppo, condividere l'analogo ottimismo della collega Tassinari rispetto a questo provvedimento, che pur contiene delle misure che erano attese: penso a quelle relative all'abilitazione scientifica nazionale, penso alle disposizioni correttive che coprono anche un vuoto normativo relativo agli insegnanti tecnico pratici o all'incremento - purtroppo, però, solo per il 2024 e a fine anno - delle risorse relative all'acquisto dei libri di testo e alla distribuzione gratuita dei libri di testo.

Questo è un provvedimento patchwork - mi verrebbe da dire - che mescola al suo interno alcune disposizioni relative al lavoro, alcune relative al Piano nazionale di ripresa e resilienza, in particolar modo alle residenze universitarie, e altre disposizioni relative alla scuola. E, soprattutto per la parte di competenza della VII Commissione, non possiamo fare a meno di evidenziare come questo sia, in realtà, un provvedimento disorganico nel suo insieme, in cui, come spesso accade purtroppo con questo Governo, si affrontano magari le singole emergenze, senza però avere una visione di sistema e generale, ovviamente, rispetto alle materie che riguardano in particolar modo l'istruzione e la ricerca, e mi verrebbe un po' da dire anche rispetto ad altre misure inserite all'interno del decreto. Penso alla proroga, fino a luglio del 2025, del CUN che viene prorogato in attesa, però, di una riforma - come citata nello stesso articolo della legge - i cui contorni non sono stati ancora propriamente delineati e che, quindi, sembra un ennesimo rinvio in realtà a data da destinarsi. E, senza voler togliere ovviamente importanza anche ai soggetti che sono destinatari di questi provvedimenti, mi verrebbe un po' da dire che questo sembra essere un decreto di ordinaria amministrazione, più che un provvedimento epocale, se così vogliamo dire. Ce lo dicono anche alcune misure che sono inserite in questo provvedimento. È un decreto, tra l'altro, che il più delle volte sembra scritto in realtà dal Ministero dell'Economia e delle finanze piuttosto che dai Ministeri titolari delle singole competenze, se andiamo a vedere, per esempio, dove si vanno a recuperare le risorse per i progetti di internazionalizzazione relativi agli ITS Academy per l'attuazione del fantomatico Piano Mattei e dei protocolli di intesa che sono stati siglati dal Ministro Valditara. Rispetto a queste risorse c'è stata - devo dire - una presa d'atto, una presa di coscienza, mi verrebbe da dire, da parte del Governo, anche dell'errore che era stato fatto rispetto alla copertura finanziaria di queste misure. Una copertura finanziaria fatta, ancora una volta, spostando delle risorse da un capitolo all'altro, in realtà, ma nuove risorse non si riescono ad intravedere quando si parla di istruzione, quando si parla di università: tutt'altro. Ce lo dimostra anche la legge di bilancio che ci apprestiamo a discutere nei prossimi giorni, prima in Commissione e poi in Aula. Ebbene, il piano relativo all'internazionalizzazione degli ITS Academy, viene finanziato, veniva finanziato con quelle che erano le risorse destinate alla prevenzione e alla cultura della prevenzione all'interno dei percorsi scolastici, oltre alle risorse destinate alle spese per l'organizzazione dei concorsi.

È stata cambiata parzialmente la copertura, con un emendamento presentato dai relatori dopo che, oggettivamente, c'era stata un po' un'alzata di scudi, comprensibile e necessaria, da parte delle forze politiche e sindacali rispetto a tale copertura. È stata in parte modificata, ma in realtà la motivazione che il Governo stesso ci ha dato su questo è che sono stati recuperati, in realtà, dei fondi che altrimenti si sarebbero persi. Anche qui risorse che non si riesce a spendere, che non si sa spendere bene e, in questo caso, quando poi vengono spostate, non avranno ovviamente copertura: per quest'anno, queste missioni saranno coperte in questo modo, ma per i prossimi anni dove si andranno a trovare, in realtà, le fonti di copertura?

E non posso fare a meno di citare poi, sempre rispetto a questo provvedimento, la norma che è stata introdotta in Commissione, relativa proprio al percorso del made in Italy, del liceo del made in Italy e all'opzione economico-sociale dei LES, all'interno dei licei economico-sociali. Non mi piace dire “ve l'avevamo detto”, però ve l'avevamo detto. Ve lo abbiamo detto nel momento in cui siamo andati a convertire quel provvedimento omnibus, in quest'Aula, che era relativo proprio al liceo del made in Italy che, anche per il numero di iscrizioni registrate nel primo anno di questo nuovo percorso - 375 alunni su scala nazionale - dimostra che, forse, un percorso “licealizzato” relativo al made in Italy non sia stata proprio una scelta diciamo “azzeccata” in questo caso.

Ma quello che vi avevamo chiesto, quando eravamo andati a convertire quel provvedimento in Aula, era stato proprio questo: tutelare il percorso del liceo economico-sociale, salvaguardare un percorso, tra l'altro, che ha dato grandi risultati nel corso degli anni, ossia l'opzione economico-sociale. In un primo momento, addirittura nella versione iniziale del testo, lo si cancellava a beneficio del liceo del made in Italy; poi, la versione approvata alla fine da quest'Aula ha previsto che andasse a confluire nel liceo del made in Italy, non tutelandolo. E il fatto che siate dovuti intervenire con una correzione, con un'inversione di percorso all'interno di questo decreto dimostra che le preoccupazioni che avevano espresso le forze di opposizione in quest'Aula erano fondate. E devo dire che sono preoccupazioni non del tutto fugate, perché, poi, anche qui, lo zampino del MEF sembra rispuntare alla prima curva. Anche qui l'emendamento che è stato approvato prevede, che cosa? Prevede che si salvi sì questo percorso, ma nel limite del contingente organico dei dirigenti scolastici, dei direttori dei servizi generali e amministrativi, dell'organico dell'autonomia e degli ATA.

Quindi, un percorso che sembra molto simile a quello che è il termine classico, che troviamo in molti provvedimenti della maggioranza, a invarianza finanziaria, sostanzialmente. Sarà interessante vedere poi come questa invarianza finanziaria, come questo percorso, in realtà, di invarianza di organico consentirà effettivamente di far coesistere il percorso del liceo del made in Italy insieme all'altro percorso.

Devo dire che, negli emendamenti che avevamo depositato e che abbiamo discusso anche in Commissione e che domani saranno ripresentati in Aula, avevamo provato anche a porre questioni importanti, relative al tema del costo e alla gratuità dei libri di testo, misure di welfare, in questo caso, a sostegno delle famiglie e degli studenti, delle misure che riguardavano, ad esempio, la situazione grave del personale ATA assunto con contratti a tempo determinato per Agenda Sud per il PNRR, che si sono trovati - c'erano stati anche emendamenti, poi ritirati, della maggioranza -, che sono stati abbastanza illusi, mi verrebbe da dire, da parte del Governo. I loro contratti sono scaduti a giugno di quest'anno, l'orizzonte temporale del PNRR è entro il 2026 e, in questo momento, quel personale non lavora nelle scuole. Si trova in una situazione sostanzialmente di limbo, nell'incertezza più totale, un'incertezza che, in realtà, coincide con un non impiegare il proprio servizio all'interno delle istituzioni scolastiche; istituzioni scolastiche che, tra l'altro, sono impegnate in maniera molto intensa, in quest'anno e nei prossimi due, nell'attuazione e nella realizzazione di quei progetti legati al PNRR.

Questo decreto, per queste motivazioni, ci sembra insoddisfacente, oltre che per l'altra misura ponte, tampone - mi verrebbe da dire -, che è quella che riguarda le residenze universitarie, dove si interviene ulteriormente. Ormai è una sorta di processo a puntate; in questo caso, prima l'istituzione del commissario per il raggiungimento, entro il 2026, di questo orizzonte sempre più lontano dell'obiettivo dei 60.000 posti letto delle residenze universitarie, quello che risponde, effettivamente, a un bisogno che gli studenti universitari hanno denunciato più volte.

Davvero, colleghi, nessuno è soddisfatto del fatto che non si raggiunga questo obiettivo, perché non riguarda il rapporto di forza tra maggioranza e opposizione. Riguarda la vita quotidiana degli studenti e delle loro famiglie, le possibilità che loro possono e debbono avere di poter avere un posto letto senza dover pagare, ovviamente, quelli che sono costi di affitto che si aggirano sui 416 euro al mese per posto letto, in questo senso, gravando in maniera pesante sulle scelte poi che gli studenti e le loro famiglie si trovano a fare. Tuttavia, anche qui, si interviene, appunto, con misure tampone, che non si sa poi quanto dureranno, fino al prossimo decreto, in cui sarà necessario magari ulteriormente intervenire per semplificare. Noi, anche nelle audizioni che avevamo fatto su questo punto con le associazioni studentesche che erano intervenute in Commissione, che avevano portato anche contributi costruttivi al raggiungimento di questi obiettivi, avevamo cercato di favorire anche un dialogo, anche di proporre appunto una condivisione. Infatti, questa è necessaria, perché sappiamo anche delle difficoltà degli enti locali a rispondere ai bandi per realizzare i posti letto e le residenze universitarie. Tuttavia, forse c'è bisogno di una maggiore condivisione, anche da parte del Ministero dell'Università, degli obiettivi e delle risorse, ovviamente, per poterli conseguire, al di là dell'episodicità, pur importante, delle risorse chiaramente assegnate grazie al Piano nazionale di ripresa e resilienza. Eppure, siamo ancora molto lontani dal raggiungimento di un target importante per il nostro Paese, un target che potrebbe davvero incidere e favorire la creazione di un sistema universitario che sia più equo, più accessibile e, soprattutto, più inclusivo per gli studenti.

Questo decreto è un decreto che si tiene, insomma, in equilibrio tra una misura e l'altra, con un'invarianza - come ricordavo poco fa - finanziaria che precede in realtà di poche ore la discussione della manovra di bilancio, su cui, anche rispetto a questa, tanto rispetto alla scuola quanto rispetto all'università, che è l'altro grande capitolo che manca, che è pesantemente colpito dalla manovra di bilancio - basti solo citare la limitazione appunto al turnover, basti citare il taglio pesante, subìto dal Fondo di finanziamento ordinario e i costi che sono che vanno a gravare, ulteriori, in realtà su quella su quel Fondo - ebbene, noi ci abbiamo davvero provato, in questo decreto e ancor di più nella prossima manovra di bilancio, a dare il nostro contributo costruttivo; per una costruzione di Paese che veda nella scuola, nell'istruzione e nella ricerca assi importanti, appunto, assi importanti su cui non si dovrebbe far cassa, su cui in realtà si dovrebbe incrementare investire seriamente.

Vedremo nelle prossime ore, alla prova della manovra di bilancio, quali saranno veramente i temi di discussione e se ci saranno, da parte della maggioranza di Governo, spazi reali di investimento su questi settori, che saranno molto importanti, appunto, per una discussione seria e costruttiva su questi temi. Noi ci auguriamo davvero che la maggioranza sia disponibile ad affrontare un dialogo, un confronto e un dibattito che siano costruttivi e proficui soprattutto per i temi che andremo a porre - lo è e lo sarà - e sarà importante perché a guadagnarci non sarà il rapporto tra maggioranza e opposizione, ma a guadagnare da un investimento serio in questi campi sarà il Paese e, soprattutto, il futuro di questo Paese.