Data: 
Lunedì, 22 Luglio, 2019
Nome: 
Lia Quartapelle

A.C. 1913-A

Grazie, Presidente. Al Governo piacciono i titoli. Dopo un anno è più che evidente. Non è evidente solo a noi dell'opposizione, è evidente anche agli italiani. Abbiamo capito che siete attenti più alle etichette, alle agenzie, alle parole che segnano il dibattito piuttosto che ai contenuti, e certe volte questa vostra attenzione va anche a discapito di un certo senso della misura, come in questo caso.

Siete qui, avete deciso che discutiamo di sicurezza, discutiamo di sicurezza, il problema è che c'è il vostro Ministro, che è il primo firmatario di questo provvedimento, che si rifiuta al tempo stesso di venire in Parlamento a rispondere a delle domande legittime dell'opposizione sulla sicurezza nazionale. Quindi, già da questo punto di vista, c'è da parte vostra una grossa contraddizione di termini: ci chiedete di parlare di sicurezza, ma voi, alle domande sulla sicurezza nazionale, non rispondete, perché a voi oggettivamente dei contenuti non interessa niente. Vi piacciono i titoli, mi va benissimo, eppure i vostri titoli non individuano bene i contenuti dei vostri provvedimenti. Lo dico perché questo provvedimento, cosiddetto “decreto sicurezza-bis”, è appunto un bis di un “decreto sicurezza 1”. E che cosa ha prodotto quel “decreto sicurezza 1”? Lo dico perché quando votiamo una seconda edizione di un provvedimento dovremmo anche sapere qual è stata l'efficacia del primo provvedimento. Ecco, l'efficacia del primo provvedimento, il cosiddetto “decreto sicurezza”, che io preferisco chiamare “decreto insicurezza”, nonostante il nome, ha creato tra i 40 e i 60 mila irregolari in più in Italia. Erano persone inserite in percorsi di accoglienza, erano persone che cercavano di farsi strada nel nostro Paese imparando la lingua, imparando le nostre regole, cercando di avere un inserimento nel mercato del lavoro, e voi le avete sbattute fuori da questi percorsi. Avete creato irregolarità, con quel provvedimento, non sicurezza; avete creato sbandati, non cittadini; avete creato paura, non serenità. Oggi ci troviamo qui con il secondo decreto, e se quello è il risultato del primo decreto, che cosa produrrà questo secondo “decreto insicurezza”? Il primo punto su cui io vorrei commentare è il contesto internazionale, ed è già sul contesto internazionale che voi producete sicurezza. È un anno che assistiamo alle vostre azioni volte a smantellare alcuni degli strumenti della nostra politica estera. Non parlo dell'orientamento della nostra politica estera - ho già detto in premessa di quanto questo Parlamento vorrebbe chiedere al Ministro dell'interno, che sta spostando l'asse della nostra politica estera da un orientamento occidentale, atlantista, europeista, a un avvicinamento con la Russia -, non parlo di questo, parlo dell'iniziativa sistematica che voi avete messo in campo per smantellare lo strumento della cooperazione internazionale, che è uno dei principali strumenti della nostra politica estera ed è certamente lo strumento principale di interazione tra l'Italia e i Paesi di provenienza e di transito dei migranti.

Avete in primo luogo, con la legge di bilancio e anche prima, tolto i finanziamenti della cooperazione internazionale, come ricordava il collega Rizzo Nervo, dando, nel taglio dei finanziamenti della cooperazione internazionale, un segnale molto chiaro alle organizzazioni del sistema ONU, a cui avete tagliato delle risorse per dire che noi del sistema multilaterale ce ne sbattiamo, perché a voi non interessa che le organizzazioni internazionali, anche quelle che si occupano di migranti, come l'Organizzazione mondiale delle migrazioni e l'UNHCR, facciano il loro lavoro, a voi interessa semplicemente dire che l'Italia da sola ce la fa meglio.

Avete lasciato per un anno l'Agenzia della cooperazione senza un direttore. Non avete ancora presentato a questo Parlamento, nonostante ci siano degli obblighi di legge, il Piano triennale della cooperazione per i prossimi tre anni. Gli obblighi di legge prescrivono che voi lo facciate entro il 31 marzo di ogni anno, siamo quasi al 31 luglio e non c'è traccia di questo documento, su cui per legge il Parlamento deve dare un parere che è vincolante per il Governo. In questo modo state smantellando uno dei principali strumenti della nostra politica estera; e questo vostro modo di agire, che è un modo di agire per isolarci, per tagliarci fuori, per renderci attivamente più deboli, si vede anche nelle azioni che avete messo in campo su questo decreto. La collega Pollastrini, io ed altri colleghi avevamo firmato un emendamento in cui vi si chiedeva di fare un'iniziativa europea per aprire i corridoi umanitari europei per svuotare i campi in Libia, una grande iniziativa italiana che sarebbe dovuta diventare un'iniziativa europea, che avrebbe dato un segnale di cooperazione e di stabilizzazione nei confronti della Libia, di soluzione di un problema, che è quello delle condizioni disumane dei campi in quel Paese.

Su quell'emendamento non avete voluto pronunciarvi, perché a voi non interessa rafforzare le capacità che l'Italia ha di intervenire nel mondo, a voi non interessa che l'Italia sia produttrice di stabilità e quindi di sicurezza sullo scenario internazionale, a voi interessa solo usare la parola “sicurezza” quando viene comodo a voi. L'altra cosa imperdonabile del decreto - imperdonabile! - è la criminalizzazione delle ONG. Voi le additate come dei colpevoli. Se ci sono stati dei casi - e ci sono stati in questi anni, in particolare nel settore dell'accoglienza - che non hanno funzionato, è giusto perseguire le responsabilità in quell'ambito, ma non è giusto fare di un intero settore un capro espiatorio. Non è giusto, prima di tutto, perché i reati vanno perseguiti laddove ci sono; non esiste un reato di essere una ONG. In secondo luogo, è imperdonabile che voi presentiate all'Italia le ONG come criminali, perché voi, in questo modo, volete indebolire l'idea che in Italia si possa fare del bene, si possa riconoscere l'umanità nell'altro semplicemente come istinto primario delle persone. Questo è il tentativo che voi state facendo, e criminalizzate le ONG, indebolite l'idea che si faccia del bene gratuitamente, semplicemente per spirito solidale, perché, da un lato, una parte di voi - e mi riferisco al MoVimento 5 stelle - vive di una cultura del sospetto, della paranoia, di una sfiducia generalizzata per cui non può esistere che qualcuno voglia il bene di un'altra persona senza che ci sia qualcosa sotto, e l'altra parte del Governo è ancora peggio, perché segue un trendinternazionale di regimi autoritari e illiberali che, in questi anni, stanno smantellando l'azione delle ONG in tanti Paesi del mondo. Su questo vorrei dire una cosa: voi arrivate ben ultimi. Arrivate ben ultimi su un sentiero tracciato, guarda caso, proprio dalla Russia di Putin, che nel 2012 è stato il primo Paese a iniziare a fare della legislazione contro le ONG, tagliando i fondi, cominciando ad additarle come agenti stranieri e cominciando a ridurre uno spazio, che è necessario, di libertà, di diritti, per la società civile e per l'evoluzione di alcuni regimi illiberali. C'era la Russia, poi hanno seguito l'Ungheria e la Polonia. Voi arrivate ben ultimi, vi aggiungete alla Turchia, e pensate in questo modo di indebolire un'idea di comunità, un'idea di umanità che sta insieme perché lo sente, perché sente un sentimento solidale e di umanità.

 

Ve lo dico con le parole di una filosofa ungherese da pochissimo scomparsa, Ágnes Heller: le persone buone esistono, anche se non sempre sembra possibile. Le persone buone esistono, la solidarietà è un istinto, è una necessità, non sarà questo decreto, non saranno le vostre azioni a cancellarlo.