A.C. 1239-A
Il provvedimento di cui stiamo discutendo ha e dovrebbe avere un'importanza fondamentale per il Paese. Si tratterebbe di procedere verso la riforma della pubblica amministrazione, che rappresenta un settore nevralgico e decisivo per il futuro di ogni Paese, compreso naturalmente il nostro. Però, questo provvedimento è per noi totalmente irricevibile perché non solo incapace di rispondere alle necessità e ai bisogni del Paese, ma anche perché presenta tratti fortemente inquietanti. Infatti, con i due decreti sulla pubblica amministrazione, presentati a poca distanza l'uno dall'altro, non si contribuisce minimamente a risolvere i problemi del Paese, soprattutto nei suoi aspetti pericolosamente più fragili e deboli, ma di fatto si mira esclusivamente a procedere verso quella marcia di famelica e indiscriminata occupazione del potere. E lo si fa con quella modalità - che abbiamo sottolineato più volte dai banchi del Partito Democratico – che, in modo deliberato e voluto, mira a indebolire le istituzioni democratiche del Paese, azzoppando e ridimensionando, credo appunto in modo deliberato, anche il ruolo del Parlamento.
Quest'ultimo aspetto sta assumendo contorni francamente eclatanti, per il continuo ricorso al voto di fiducia: in nove mesi è stata posta la fiducia 25 volte (quasi tre volte al mese), quindi un record assoluto, fatto tra l'altro da un Esecutivo che, come amate dire tanto, ha la forza dei numeri e, quindi, non ha o non dovrebbe avere problemi di questo genere in Parlamento; a maggior ragione, visto che c'è una continuità, anche certo del ricorso alla fiducia.
Vogliamo ricordare che, in altri tempi, quelli terribili della pandemia e del lockdown, c'erano condizionamenti ben più importanti, forti, che potevano anche giustificare, per la difficoltà a convocare il Parlamento, un ricorso a questo strumento. Voglio ricordare che voi e l'attuale Presidente del Consiglio gridavate alla democrazia esautorata. Come si cambia: siete diventati campioni di fiducie e di incoerenza !
C'è, quindi, il ricorso continuo alla decretazione d'urgenza anche quando non necessario. Il richiamo del Presidente Mattarella è stato costante: il Capo dello Stato è intervenuto almeno quattro volte per segnalare l'eccessiva eterogeneità di alcuni provvedimenti considerati omnibus. Anche in questo decreto, oltre alle tante materie indicate nel titolo - sport, lavoro, agricoltura, Giubileo -, sono contenute norme ordinamentali in settori delicati e fondamentali, come la giustizia, la difesa, il tema dell'ANPAL.
Ma c'è dell'altro, oltre al ricorso continuo alla fiducia e all'utilizzo dei decreti omnibus che contribuisce, secondo me, secondo noi, ad esautorare il ruolo del Parlamento. Voi, infatti, con questa modalità, impedite ogni elemento di confronto nel merito dei provvedimenti. I tempi per l'esame sono stati inaccettabili, se pensiamo che il provvedimento è stato incardinato nelle Commissioni il 4 di luglio, come è stato sottolineato più volte dai nostri capigruppo Scotto e Bonafe' nelle Commissioni.
L'inserimento di norme in un decreto omnibus nelle Commissioni affari costituzionali e lavoro ha impedito alle altre competenti Commissioni la possibilità di svolgere audizioni, di istruire, in sede referente, la riforma nelle parti di loro competenza, con il risultato che avete, di fatto, impedito alle opposizioni di svolgere il loro compito; non avete permesso agli altri enti, alle altre istituzioni, alle associazioni, alla società civile di svolgere il loro ruolo e, di fatto, poi, umiliate anche la vostra maggioranza, perché un ruolo così irrisorio della maggioranza parlamentare in termini di contributo non si era mai visto. In pratica, sono stati approvati solo gli emendamenti del Governo: depositati uno dopo l'altro, con scadenze ravvicinate, per i subemendamenti, tali da rendere impossibile una minima istruttoria. Colleghi della maggioranza, vi accontentate di fare i passacarte del Governo? Non avete un sussulto d'orgoglio? Riuscite a battere un colpo? La dignità: dove l'avete messa?
Nel merito, avete fatto due decreti sulla pubblica amministrazione, ma non c'è una risposta ai problemi del Paese.
Il Ministro Zangrillo aveva promesso di assumere 150.000 persone l'anno fino al 2026. Attese deluse rispetto a una pubblica amministrazione che, come sappiamo bene, ha carenza di organico, di impiegati a tempo pieno, nonostante i passi fatti negli ultimi anni che, poi, sono stati rallentati dalla pandemia e dal lockdown, come sappiamo e come sa anche chi ha fatto l'amministratore locale, come il sottoscritto. Non avete risolto un problema.
Nella scuola, il Governo ha bocciato gli emendamenti per favorire lo scorrimento delle graduatorie dei concorsi del 2020 integrate con gli idonei e gli emendamenti che chiedevano di rivedere i parametri messi in legge di bilancio sul dimensionamento scolastico. La situazione è grave: su oltre 81.000 cattedre libere, sono state autorizzate meno di 51.000 assunzioni. Una cattedra su tre, quindi, non verrà assegnata e avremo le supplenze.
Sulla giustizia è stato bocciato il nostro emendamento che proponeva la stabilizzazione di almeno una parte dei dipendenti dell'Ufficio del processo. Ma sono solo alcuni esempi. Sugli enti locali, sulla sanità: nessuna risposta significativa, ma si boccia il piano nazionale delle assunzioni, si boccia il rinnovo dei contratti collettivi e si boccia la stabilizzazione dei precari.
Allora, la domanda è: a cosa è servito fare due decreti PA in così poco tempo, se nessun problema, di fatto, è stato affrontato e, tanto meno, risolto? La risposta è molto semplice: sono stati lo strumento della destra per occupare posti dirigenziali apicali nei Ministeri, negli enti pubblici e nelle partecipate. Occupare Ministeri ed enti è il vostro obiettivo, con modalità certosina, puntuale, rapida. In questo siete bravissimi e famelici.
Con il primo decreto commissariate l'INPS e l'INAIL; con il secondo sopprimete l'ANPAL e avete fatto quello che dal ventennio non succedeva: lottizzare una scuola, commissariando il Centro sperimentale di cinematografia. Avete, poi, inserito nuove risorse per nuove posizioni apicali, anche creando figure dirigenziali nuove, nel Ministero della Giustizia, in quello della Cultura, in quello dell'Istruzione, nel Ministero dell'Interno e in altri.
Vedremo, poi, nei prossimi mesi a chi verranno affidati questi incarichi. Però, per i lavoratori comuni: niente. Per gli stipendi fermi, con l'inflazione che galoppa: niente. Scuola, sanità, Forze dell'ordine: le briciole. Ma per le misure apicali c'è tutto. E, proprio mentre stanziate decine di milioni di euro per staff e direzioni dei Ministeri, avete avuto il coraggio di rimandare il dibattito sul salario minimo e i lavoratori poveri, così come vi disinteressate, di fatto, delle famiglie a cui avete tolto il reddito di cittadinanza e che, giustamente, stanno protestando, perché non c'è un'alternativa, non c'è una risposta, non c'è un farsi carico di quel problema. Noi non ci prestiamo a tutto questo: lo denunciamo e lo denunceremo. Per questo, annuncio il voto contrario del Partito Democratico.