A.C. 1416
Grazie, Presidente. Di questo decreto e della sua conversione si potrebbero dire molte cose, però una, secondo me, le riassume tutte: questo è l'ennesimo festival dell'orrore che questo Governo e questa maggioranza vogliono propinare al Paese e al Parlamento. Io non credo che sia accettabile che ogni volta ci siano forzature e orrori istituzionali, oltre che di merito, di questo tipo, perché io credo che queste scelte vadano a ledere la dignità di questo Parlamento, che, vorrei ricordarlo a qualcuno, rappresenta i cittadini italiani.
Quando si fa un decreto e si porta in conversione e quel decreto al suo interno ha un altro decreto, perché si è smontato e rimontato in sede di Consiglio dei ministri, costruendo l'ennesima matrioska e andando contro le indicazioni precise che provengono, anche recentemente, dalla Corte costituzionale, quando si porta in Parlamento un provvedimento e si dice “no, la I Commissione non se ne occupa, anche se ci sono materie relative alla I Commissione, come quelle legate all'immigrazione, ma se ne occupa solamente la V”, si compiono non solo errori di carattere istituzionale, ma si mettono in campo orrori, perché, di forzatura in forzatura, si arriva contro il muro, e non per l'opposizione o per il Partito Democratico, ma per il Paese e per il rispetto di questa istituzione.
Ora, io mi chiedo: ma per quale motivo non si è voluto far arrivare in I Commissione, cosa che noi abbiamo chiesto, come opposizioni congiunte? La Presidenza della Camera ci ha risposto che non si poteva fare. Io sinceramente non lo so, ma inizio a pensare che qualcuno abbia paura, abbia paura di discutere nel merito, abbia paura delle posizioni dell'opposizione, oppure, al contrario, non abbia niente da dire. Perché, quando la politica coincide con la propaganda, quando quella propaganda arriva nelle sedi parlamentari e si discute nel merito, fa un pochino più fatica a muoversi. E, siccome noi proviamo quotidianamente a metterci del nostro, a studiare, approfondire, a metterci le nostre esperienze per provare a modificare anche cose che, sinceramente, a volte, non sono neanche modificabili per come sono state impostate, ci si dice di “no”. Io credo che questo sia un orrore, ma sia un orrore, soprattutto, di cui si deve caricare la maggioranza - anche qua, perché l'ha accettato -, e, soprattutto, il Governo.
L'altro aspetto è sempre il solito, lo sentiamo spesso in quest'Aula: i criteri di necessità - su questo si può discutere - e di urgenza. Io non credo che tutto sia urgente, anche perché, se tutto è urgente, vuol dire che niente è urgente. Io sono convinto che la maggior parte dei decreti che arriva qua, sotto quelle insegne di necessità e urgenza, in realtà, potrebbe tranquillamente iniziare e finire nella loro vita parlamentare. E, invece, per la logica della propaganda, dell'annuncio pubblico, il Governo, che vuole e sta succhiando titolarità al Parlamento per intestarsela, arriva a decidere - e lo fa sempre più frequentemente, anche due volte alla settimana - di urgenze laddove non ce ne sono e si potrebbero affrontare in un altro modo.
Ma qui c'è un altro tema, sottolineato anche dalla Corte, anche questo, quello dell'omogeneità. Nessuno può dimostrare, nessuno mi potrà convincere che un decreto che ha al proprio interno materie sicuramente importanti, ma non per le risposte che vengono date, legate all'economia delle aree del Mezzogiorno del Paese, alle politiche di coesione, possa in qualsiasi modo essere accostato a quelle materie relative all'immigrazione che sono state inserite e cioè l'aumento a 18 mesi della detenzione amministrativa nei CPR e la proliferazione dei CPR. Poi, interverremo anche nel merito, ma è del tutto evidente, se la lingua italiana e la logica, diciamo così, hanno un senso e se l'Illuminismo non è passato come se fosse acqua fresca sul marmo, che le due cose non stanno assieme e, di conseguenza, non avrebbero dovuto arrivare qui contestualmente, anche perché, Presidente, il Consiglio dei ministri ha deliberato ieri l'ennesimo decreto sull'immigrazione. Allora, quello sarebbe stato il luogo giusto per inserire queste norme, e non un altro.
Poi, mi faccia fare due valutazioni su questi aspetti; qui, continuiamo ad assistere a decreti del Governo che si susseguono sul tema immigrazione. Prima, se ne fa uno, poi, se ne fa un altro che aggiunge qualcosa, poi, si infilano un paio di norme in questo decreto e, poi, il Consiglio dei ministri ne fa altre. A me sembra che non ci siano le idee chiare. Avevamo tutti capito che eravate pronti e, invece, qui, mi sembra che ogni 5 minuti vi siate dimenticati qualcosa che volete aggiungere; mi sembrate come quello che esce di casa, poi, si accorge che ha dimenticato le chiavi della macchina e, allora, torna su; poi, scende ancora e dice: ma il gas l'ho spento? Aspetta un attimo che risalgo. Poi scende ancora e dice: no, il telefonino. Non si fa così, non si fa così politica, non si pensa così ai destini del Paese e, invece, si dimostra una grandissima confusione, quella che la maggioranza ha in testa, e l'incapacità di affrontare un tema, come quello dei fenomeni migratori, in maniera logica. Vi è scappato completamente di mano e questo è evidente dai fatti concreti, ma è evidente anche dai vostri comportamenti, dalle vostre scelte di Governo.
Un'ultima cosa; l'altra osservazione è quella nel merito dei 18 mesi; perché non fate 20, perché non fate 25, perché non fate a vita? Questa cosa non ha mai portato alcun vantaggio. Quando, tra il 2011 e il 2014, fu aumentato a 18 mesi il tempo di trattenimento, di detenzione, è migliorata la situazione? No, non è migliorata; i numeri delle persone che sono stati rimpatriati sono stati esattamente gli stessi di quelli precedenti, ma perché? Perché i rimpatri sono legati agli accordi coi Paesi di origine, non sono legati ad altre cose e, di conseguenza, è su quello che bisognerebbe intervenire, non su altro, anche perché - e chiudo, Presidente - non ci avete spiegato, qualche giorno fa, che voi siete più bravi degli altri, perché manderete a casa tutti, rimpatrierete tutti, nel giro di qualche giorno? Avete stabilito: 4 settimane e, poi, li rimandiamo a casa? Ma se siete così bravi, perché avete bisogno di 18 mesi? La risposta è solo una: perché non siete così bravi.