Dichiarazione di voto
Data: 
Mercoledì, 17 Aprile, 2019
Nome: 
Maria Chiara Gadda

A.C. 1718-A

Grazie, Presidente. La Camera si appresta a votare un decreto del quale nessuno mette in dubbio la necessità e l'urgenza e su cui il gruppo del Partito Democratico ha dato il suo contributo positivo e responsabile. È un provvedimento atteso da tanti territori che ha avuto, però, un iter molto travagliato: prima la promessa fatta agli agricoltori pugliesi di un provvedimento ad hoc più volte posticipato; poi la proposta di un disegno di legge, su cui avevamo dato la nostra disponibilità; poi questo decreto, che arriva alle Camere con un grandissimo ritardo, un ritardo di quasi due mesi rispetto alla prima deliberazione in Consiglio dei Ministri e ormai sta diventando un'abitudine di questo Governo. Insomma, un decreto e un provvedimento scomparso dai radar per quasi due mesi e diventato alla fine, dalla promessa iniziale, una sorta di omnibus in cui giustamente si sono concentrate le tante crisi che in questo anno di Governo gialloverde sono intervenute e che per troppo tempo sono rimaste irrisolte.

Mi dispiace, però, sottolineare che in questo provvedimento omnibus, che - ripeto - non viene incontro alle prime richieste e alle prime promesse fatte agli agricoltori pugliesi, nel momento in cui la Lega ritorna al Governo per l'ennesima volta ricompaiono anche le quote latte. Ecco, su questo punto mi soffermerò molto poco, ma ogni volta che la Lega torna al Governo si pensa a questo tema, si pensa alle proroghe, si pensa alle sospensioni e questo proprio nel momento in cui, con una procedura di infrazione aperta, abbiamo una trattativa con l'Unione europea. Questo è un messaggio, devo dire, anche da questo punto di vista molto negativo anche nei confronti dei tanti produttori che con grande fatica non hanno splafonato e che hanno pagato le quote latte. Quindi, davvero un provvedimento, che doveva nascere per le urgenze e per le emergenze strutturali del Paese, che inserisce anche questo articolo 3 su cui al Senato si dovrà fare un ripensamento.

Un testo, poi, in cui si sono sovrapposte, ahimè, anche tensioni interne alla maggioranza e la corsa a mettere delle bandierine. Io mi chiedo, pur essendo soddisfatta degli articoli e delle misure previste per il comparto del latte ovi-caprino - e vedo il Ministro Centinaio di fronte a me -, dove sono finite le promesse del Ministro Salvini fatte in Sardegna prima della campagna elettorale? Dov'è l'euro al litro per il latte nel comparto ovi-caprino? Io lo dico in modo non polemico al Ministro Centinaio, che ha gestito questa situazione, convocando a un tavolo, presso il Ministero dell'Agricoltura e non certo presso il Ministero dell'Interno, tutti i soggetti interessati perché questo è il modo di procedere, questo è il modo di dare delle risposte a un comparto che è fragile. Infatti, non c'è soltanto il tema del prezzo, come ben sa il Ministro; c'è anche un tema di un sistema produttivo molto fragile, in cui abbiamo piccolissimi produttori che fanno fatica ad aggregarsi e su cui è necessario anche un investimento maggiore per ottimizzare e per razionalizzare i costi di produzione. Poi, certamente il tema dell'equo prezzo del latte è un tema fondamentale, un tema importante.

E poi compare sulla scena anche il Ministro Di Maio, anche il Ministro del Lavoro e delle politiche sociali che si sostituisce al Ministro dell'Agricoltura, convocando presso il suo Ministero, presso il Ministero del Lavoro, le associazioni agricole. Anche qui noi abbiamo dato il nostro contributo perché in agricoltura i partiti non si devono dividere e l'agricoltura è fragile di per sé. Però, abbiamo un Ministro che prima promette delle misure ai lavoratori della Puglia colpiti dalla Xylella e colpiti dalle gelate e poi fa marcia indietro perché, come hanno ricordato tanti colleghi, nel 2019 non sono sufficienti le misure che sono state inserite in quanto abbiamo decine e centinaia di lavoratori che hanno perso giornate di lavoro e che le perderanno anche nei mesi successivi, giornate di lavoro che non gli consentono di avere l'indennità di disoccupazione. Quindi, mentre il Governo concentra le proprie risorse su “quota 100” e sul reddito di cittadinanza, abbiamo dei lavoratori che non possono lavorare per fattori esterni, per fattori gravi su cui, appunto, ritorna il provvedimento.

Su questo provvedimento noi ci asterremo perché ci sono delle misure importante per questi comparti. Ci asterremo perché si poteva fare di più e si poteva fare meglio, come ha scritto anche nel suo parere il Comitato per la legislazione. In questo provvedimento ci sono moltissime norme contraddittorie che apriranno anche del contenzioso, scritte male e, quindi, probabilmente tutto questo tempo che avete avuto a disposizione poteva essere usato innanzitutto per valutare, anche con le associazioni, le formulazioni più corrette, magari anche recependo i contributi positivi dati dalle opposizioni e dati soprattutto dal Partito Democratico. Lo ripeto: il Partito Democratico ha dato il suo contributo e siamo fieri e orgogliosi di aver inserito, grazie anche al parere favorevole del Governo, tanti temi che nel testo iniziale non erano presenti: mi riferisco al settore ittico, con una proposta di legge che era stata approvata in prima lettura alla Camera nella scorsa legislatura e che oggi il collega D'Alessandro ha ripresentato e che in parte, per quanto riguarda il sistema sanzionatorio, è stata inserita in questo provvedimento, dando una risposta in questo modo a tantissimi pescatori che, per mesi, non potevano svolgere la loro attività.

E, quindi, davvero questo è un punto importante, così come un punto importante è la risposta che è stata data alla montagna pisana, a Calci. Questo anche per la determinazione della collega Cenni e della collega Ciampi, che ci hanno creduto e che per mesi hanno posto questo tema con interrogazioni e con risoluzioni. E quindi, da questo punto di vista, è una battaglia che possiamo dire di aver vinto tutti insieme. Lo stesso si può dire per il settore della suinicoltura piuttosto che per queste giornate dei lavoratori della Puglia. Non ci soddisfa, il 2019 è quasi finito, siamo ad aprile 2019. Al Senato doveva essere preso un impegno anche per integrare queste risorse.

Però c'è un tema di fondo che non si può eludere in questo provvedimento, ne parleremo, credo, anche nelle prossime ore nella fase di discussione del Documento di economia e finanza: manca una visione di sistema. Certo, ci sono delle risorse importanti, e apprezzo lo sforzo che ha fatto il Governo da questo punto di vista, ma manca una visione di sistema. Serve capire come e in quale direzione le risorse vengono assegnate. Poi, sulle risorse si dovrebbe fare un capitolo, perché i 300 milioni, ovvero i 150 più 150 milioni che vengono promossi e sbandierati in Puglia, non sono delle risorse nuove, sono semplicemente delle riallocazioni, dei residui che già erano nella facoltà, con la programmazione 2020-2021, delle regioni del Sud a Obiettivo 1. Quindi, bisogna dire grazie al lavoro positivo e anche alle risorse che avevano stanziato anche i Governi precedenti. Questa davvero deve essere una misura collegiale e davvero le risorse integrative che sono state assegnate sono troppo poche, troppo poche per dare una risposta a un territorio che è stato piegato non soltanto da una fitopatia grave. Il tema dei cambiamenti climatici in agricoltura interviene in modo molto pesante, i cambiamenti climatici e la lotta alle fitopatie dev'essere la programmazione dei nostri prossimi mesi, ma, oltre a questo, la Puglia e l'intero comparto olivicolo pugliese è stato colpito anche dalle gelate del febbraio e del marzo 2018. Quindi, da questo punto di vista, il piano straordinario che è stato tanto decantato doveva essere circostanziato. Noi abbiamo proposto, come Partito Democratico, molti emendamenti, da questo punto di vista, per dire come e a chi dovevano essere assegnate queste risorse. È un'occasione persa, stiamo dilazionando nel tempo quanto si sarebbe potuto fare assolutamente oggi.

E sulla Puglia permettetemi una parentesi: sono felice, sono contenta che oggi, salvo alcune eccezioni, si possa fare questa battaglia insieme. Se si fosse fatta cinque anni fa, quando le persone e quando deputati del MoVimento 5 Stelle gridavano al complotto, quando hanno impedito l'applicazione del Piano Silletti, che voi oggi continuate nell'esatto modo, con la stessa modalità con cui abbiamo iniziato noi anni fa, oggi non ci sarebbero milioni di piante malate.

E mi appresto alla chiusura mostrando un'insoddisfazione, però, perché questo decreto, come porta il titolo, doveva parlare di situazioni emergenziali. È necessario che questo Governo dia delle risposte agli agricoltori dell'Emilia-Romagna, dell'Abruzzo, della Basilicata, del Lazio e di tutte le regioni che sono state colpite dagli eventi calamitosi e da quelle stesse gelate per cui si dà una risposta alla Puglia.

Noi abbiamo fatto degli emendamenti di saggezza, considerando la situazione particolare della regione Puglia. Quindi, abbiamo proposto al Governo misure aggiuntive rispetto a quelle che erano state promesse alla Puglia. Quindi, da questo punto di vista, il Governo dovrà trovare delle risposte, perché gli agricoltori italiani necessitano di risposte; e, se si parla di made in Italy, se si parla di agricoltura italiana, se si parla di valorizzazione dei prodotti tipici, come fate in una mezza paginetta del Documento di economia e finanza, ecco, questa è l'occasione giusta per dare una vera risposta al made in Italy italiano.