Esame di una questione pregiudiziale
Data: 
Martedì, 11 Giugno, 2024
Nome: 
Augusto Curti

A.C. 1896

Grazie, Presidente. Al fine di potermi compiutamente esprimere sulla questione pregiudiziale che oggi viene posta in capo al presente provvedimento, Presidente, ritengo necessario formulare prima una necessaria premessa circa il metodo posto a sistema da questo Governo, che necessariamente delegittima il Parlamento e si pone in contrasto con il dettato costituzionale.

Nel corso dei primi 20 mesi della XIX Legislatura, l'annosa questione relativa al cosiddetto abuso di decretazione ha tragicamente esondato gli argini della decenza: al 31 maggio del 2024, infatti, sono stati emanati ben 60 decreti-leggi e delle 119 leggi approvate, 87 sono risultate d'iniziativa governativa, 30 di iniziativa parlamentare e solo due d'iniziativa mista. In tale contesto, occorre poi considerare che, nel solo mese di maggio - cioè, a pochi giorni dalle elezioni europee ed amministrative - il Governo ha varato ben cinque decreti-legge: uno sulle politiche di coesione; uno sulle associazioni professionali a carattere sindacale tra militari; uno in materia di agricoltura; quello oggi in oggetto, in fase di conversione; ed uno sul tema dello sport, della scuola e della disabilità. Infine, il più recente - quello sulle liste d'attesa - ha già da più parti attirato critiche circostanziate.

La scelta del Consiglio dei ministri di adottare un decreto-legge - oggi più che mai - appare innegabilmente dettata da ragioni di opportunità e convenienza politico-elettorale. Lo è, in particolare, nel caso di questo decreto, disciplinando una materia che, per annosità e sensibilità, necessiterebbe invece di una disciplina solida, finalmente sistematica, frutto del contributo del Parlamento nella pienezza delle sue funzioni: cioè, l'esatto opposto di quello che ci appare, qui oggi, come una soluzione “spot” (peraltro, composta frettolosamente e in maniera del tutto raffazzonata).

L'agenda dettata dal Governo dimostra – inequivocabilmente - come le ragioni dei tempi e della fretta non siano connesse all'urgenza del provvedere quanto, invece, alle necessità contingente di piegare la funzione legislativa all'interesse di parte.

Per procedere poi sul merito di questo decreto mi sembra opportuno rilevarne le criticità, partendo da una verità incontrovertibile: siamo di fronte all'ennesimo condono varato dal Governo, attraverso un provvedimento intriso di ambiguità che, di fatto, finirà per alimentare veri e propri abusi. Un decreto apparentemente limitato che, tuttavia, può rappresentare uno strumento utile a veicolare operazioni di condono molto dannose. Tra le varie misure previste, il decreto semplifica la procedura per attestare lo stato legittimo degli immobili: non sarà, cioè, più necessario ricostruire tutta la filiera dei titoli edilizi, ma sarà sufficiente fare riferimento all'ultimo titolo depositato. Tale semplificazione potrebbe generare incertezze giuridiche se non consolidata da un vigoroso sistema di verifica e controllo da parte delle amministrazioni comunali, rischiando di legittimare situazioni di irregolarità formale. Così come prevedere lo strumento del silenzio-assenso, senza però prevedere prima un rafforzamento delle strutture amministrative. Tutto questo rischia di diventare molto pericoloso.

Ma la verità è che avremo bisogno - come proponiamo da tempo - di rifinanziare il Fondo a sostegno degli affitti e della morosità incolpevole, di un piano straordinario per il recupero delle oltre 100.000 case popolari vuote e inutilizzate, e di una legge sugli affitti brevi. Temi che non esistono e che fanno parte degli annunci di un Ministro che non si sta occupando veramente di una moderna politica dell'abitare.

Questo decreto, infine, rappresenta l'ennesima occasione mancata per stimolare misure relative alla riqualificazione e alla transizione energetica: tema rispetto al quale, tanto il Ministro Salvini quanto il Governo, non perdono occasione per dimostrarsi lontani ed inefficaci. Il Ministro Salvini, in particolare, dovrebbe abbandonare quella corsa al record dei condoni (che probabilmente già detiene) e, invece, dovrebbe mettere a frutto gli investimenti del REPowerEU: 1,4 miliardi di euro per la riqualificazione energetica delle abitazioni di edilizia pubblica e sociale e contro la povertà energetica di persone a basso reddito.

Per questo, come Partito Democratico, anticipiamo il voto favorevole sulla pregiudiziale che è stata posta.