A.C. 2355
Grazie, Presidente. Ci troviamo qui in un'Aula tutta vuota. Stiamo effettivamente assistendo a una maratona che noi stiamo mettendo in campo per denunciare fortemente al Paese quello che sta succedendo. Lo facciamo ormai da diverso tempo nelle Commissioni e l'abbiamo fatto in questa lunga giornata, perché è partita ieri, e lo faremo anche dopo, perché credo che la nostra azione per denunciare questo provvedimento non solo ci sarà nelle Aule deputate della Repubblica italiana, ma anche sui territori, perché quella che poi sarà la vera difficoltà, quella che da parte del Governo si tramuterà direttamente nelle Forze dell'ordine e nell'approccio ai cittadini, sarà sicuramente un aspetto negativo che creerà disuguaglianze, discriminazioni, situazioni di grave e grave antidemocraticità nell'approccio verso le istituzioni e verso i cittadini.
Però, una cosa che da ieri sera è emersa, anche nella discussione, è il significato della parola sicurezza. Negli interventi noi abbiamo più volte dimostrato ai cittadini italiani quali fossero le differenze - e provo anch'io a raccontare quali sono le differenze - che oggi ci sono fra noi e il centrodestra. Infatti, la parola sicurezza, più volte da voi brandita come un'arma, viene vista più volte, attraverso il vostro storytelling, come un elemento di paura, come elemento di grave emergenza nazionale, dove ogni volta lo scontro che ci deve essere fra istituzioni e cittadini deve essere uno scontro che possa, in questo caso, verificare e, da parte vostra, dimostrare che oggi è come se fossimo quasi in uno Stato d'assedio. Non perché non ci sono problemi, perché effettivamente ci sono aspetti anche difficili, ma io credo che il significato della parola sicurezza vada dimostrato in maniera diversa, perché noi dobbiamo vivere in questa comunità senza paura, con dignità, con fiducia, cosa che non avviene da parte del centrodestra. Si tenta sempre la divisione, si tenta sempre di dividere, come se fosse una parola di proprietà del centrodestra.
Invece, la sicurezza ha un altro significato e lo spiega anche la Costituzione della Repubblica. L'articolo 2 dice: “La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell'uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l'adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale”. La sicurezza è parte di noi, di ogni azione della società, di quando si va a scuola, di quando si va al lavoro e di quando anche si riesce comunque a dimostrare il proprio pensiero, la propria idea. Ecco perché credo che l'obiettivo che sta mettendo in campo il centrodestra sia da rigettare assolutamente al mittente. Guardate, ci sono esempi - lo dice la storia - in cui se lo Stato riesce a dimostrare fiducia verso i propri cittadini, se riesce a essere ispiratore, se riesce a avere lungimiranza, anche attraverso battaglie di civiltà, dove i rapporti sono di fiducia, allora le cose cambiano.
Cito un periodo storico della mia regione, il 1786, quando l'édit del granduca Pietro Leopoldo presentò il codice Leopoldino che abolì la pena di morte. Fu il primo atto in Europa dove si abolì, attraverso questo importante provvedimento, la pena di morte, in un periodo bellissimo dell'età dei lumi, l'illuminismo, che era un movimento culturale europeo che si caratterizzava proprio per l'enfasi della ragione, per lo spirito critico e la ricerca della conoscenza. La ragione era vista come strumento che illuminava l'ignoranza, illuminava l'ignoranza.
Ecco, io credo che questo provvedimento oggi non illumini le città, i luoghi, anzi, i non luoghi delle città, non illumini la ragione che, oggi, noi dobbiamo mettere nel rapporto fra noi, fra i cittadini e il ruolo che i cittadini svolgono nella città, anche quelli che sbagliano, anche quelli che sbagliano, perché oggi ci sono sicuramente molti presidi nelle città che hanno una funzione sicuramente di polizia - e io ringrazio le Forze dell'ordine per il lavoro che fanno ogni giorno - ma sappiamo benissimo che i reati che oggi ci sono e che continuano a esistere nel nostro Paese possono essere solamente risolti sicuramente anche con alcuni deterrenti, ma soprattutto attraverso un'azione di proposta, attraverso la costruzione di infrastrutture sociali, la possibilità di costruire scuole aperte tutto il giorno, la possibilità di poter vedere musei, di poter riuscire a dare anche una risposta diversa alle difficoltà sociali, perché nessuno decide di nascere in una famiglia abbiente o nessuno decide di lavorare o di vivere in un quartiere di lusso o, comunque, in un quartiere che oggi può avere difficoltà di carattere sociale, come alcuni che ci sono in Italia. Ecco, perché gli strumenti di sicurezza che noi dobbiamo mettere in campo devono essere non solo quelli dei presidi delle Forze dell'ordine, ma devono essere anche strumenti culturali, strumenti che creano una comunità consapevole e non una comunità divisa fra chi oggi vuole assolutamente avere azioni repressive verso i cittadini e soprattutto metterli in galera e buttare via la chiave.
Ecco perché noi dobbiamo cambiare, modificare il nostro storytelling. Dobbiamo riuscire a essere diversi e noi stiamo dimostrando di essere diversi da voi: voi volete la repressione, volete chiudere e mettere in un cassetto tutto quello che c'è di diverso, tutto quello che può, in questo caso, garantire una libertà, la libertà dei cittadini, la libertà della ragione e del pensiero.
Su questo io credo che ci siano altri aspetti di questo provvedimento che voi avete messo in campo in maniera irresponsabile e che non vanno. Guardate, un altro aspetto è quello dei numeri: voi non avete considerato i numeri e ve ne do uno: 1991; è il punto più alto, in Italia, in cui ci sono stati più reati, il punto più alto, il 1991. Ci sono stati più omicidi, ci sono stati più furti, ci sono stati atti che effettivamente erano in un momento anche particolare della nostra civiltà europea e del nostro Paese, in cui c'era un cambiamento anche dal punto di vista degli strati sociali della società. Ecco perché credo che quel numero ci debba far capire una cosa, che da quel momento - da quel momento! - c'è stata una stabilizzazione per poi scendere drasticamente, riducendosi i reati dal 2013 e fino ad arrivare al COVID.
Vedete, proprio una discesa in verticale. Qual è il motivo? Qual è il motivo? Basti pensare che dei tentati omicidi o anche quelli consumati c'è stata proprio una discesa verticale, così come per i furti, uguale. C'è stato un momento in cui il nostro Paese è riuscito a dare una risposta. Voi questa analisi non l'avete fatta; vi è servito solamente dimostrare che oggi c'era un problema, mettendo ogni volta, in ogni vostra dichiarazione, in ogni vostro documento, il fatto di poter dire che oggi siamo in pericolo, c'è uno stato di assedio, ci sono situazioni che noi dobbiamo combattere e che dobbiamo assolutamente chiudere anche nell'ambito delle relazioni fra italiani, europei ed extracomunitari.
Voglio dire una cosa, lo dico, suo tramite, Presidente, al Governo: credo che voi non avete costruito con questo documento un bel niente; voi oggi avete costruito solo odio, avete costruito distanza, avete costruito soprattutto imbrutimento da parte delle istituzioni. Ci sono oggi situazioni che possono, invece, essere modificate. La vera sicurezza non si impone, la vera sicurezza si costruisce giorno dopo giorno, insieme, nel mondo del lavoro, nelle relazioni sindacali, nel rapporto con l'impresa, nel rapporto con la società. Noi sappiamo benissimo che, nei vari non luoghi delle città, solo un'azione può essere giusta…
…quella dell'investimento sociale, delle piazze, della rigenerazione urbana, della possibilità di creare punti di raccolta fra varie parti della città, del volontariato. Ecco perché noi siamo convintamente contro questo decreto e siamo sicuri che questo vostro provvedimento cadrà sicuramente nei prossimi anni.