Dichiarazione di voto
Data: 
Giovedì, 29 Maggio, 2025
Nome: 
Matteo Mauri

A.C. 2355

Grazie, Presidente. Ma, guardate, di questo decreto si è detto molto in questi giorni, in queste notti, in queste settimane, in questi mesi di discussione. Si è detto molto anche del ddl che, come sappiamo, non è altro che una fotocopia di quello che è arrivato in Aula in discussione.

Cioè, stiamo parlando di un provvedimento che era stato messo nelle mani del Parlamento circa un anno e mezzo fa. Si è detto molto, e devo dire che molte delle cose che sono state sostenute qua, e cioè il fatto che sia un provvedimento pericoloso, che metta a pericolo una parte rilevante del funzionamento democratico, che abbia degli elementi liberticidi al proprio interno, che contenga delle norme di inumanità assoluta - spesso citiamo quella delle detenute madri ma non è solamente questo -, che sia stato costruito con una modalità che impedisce di aggredire veramente il fenomeno - tema della sicurezza su cui tra poco veniamo - provando a fare un'operazione di carattere propagandistico, ecco io penso che questa cosa sia assolutamente vera.

Guardate, io non lo dico per partito preso, non lo dico perché devo per forza fare la parte dell'opposizione, lo dico e lo abbiamo detto - e anche nelle motivazioni si capisce questa sincerità della nostra posizione - perché lo pensiamo sinceramente. Cioè, noi siamo veramente convinti che il provvedimento che avete fatto non risolva uno, che sia uno, dei problemi veri che vivono i cittadini e le cittadine italiani, anche sul tema della sicurezza, perché voi avevate e avete in testa, purtroppo ce l'avete sempre, esclusivamente un'operazione politica ed elettorale sostanzialmente di propaganda.

E perciò cosa avete fatto? Avete identificato delle questioni che potrebbero essere - diciamo così, lo diceva un collega gli scorsi giorni - tradotte come un programma di Retequattro, mettiamola così. Cioè: definisco alcune cose che possono impattare sull'opinione pubblica, da chi chiede la carità nella metropolitana piuttosto che altre tipologie come quella delle truffe agli anziani o dell'occupazione degli immobili, e ci costruisco sopra un racconto tutto a favore di telecamere, che in realtà innova o niente o pochissimo rispetto all'esistente, per cui non dà strumenti ulteriori per intervenire su quei fenomeni, ma mi presento come quello che: prima di lui non c'era niente, siamo arrivati noi e risolviamo tutto.

Tra l'altro, questa cosa si scontra, permettetemi, anche con un aspetto molto banale, e cioè: non è esattamente la prima volta che siete al Governo, ci siete stati per tantissimo tempo, o in questa formazione o in altre formazioni, per cui fate anche, diciamo così, un'accusa nei vostri confronti se sostenete che fino a oggi nessuno avrebbe fatto niente.

Ora, non è così: cioè, ci sono già degli strumenti normativi adeguati per occuparsi di queste materie. Perché, guardate, bisogna intervenire dal punto di vista normativo, soprattutto della normativa penale, quando? Quando ci sono fenomeni nuovi, e accade: prendete, per esempio, ciò che accade sulla rete, sul web, con lo sviluppo di nuove tecnologie e spesso e volentieri ci si trova di fronte a dei fenomeni nuovi. Penso, che so, ai ransomware, no? A richieste di riscatto per quando c'è il sequestro di alcuni dati informatici. Quello è un elemento nuovo che ha bisogno di un intervento, ma in tutti gli altri casi, quasi tutti gli altri casi, non c'è bisogno di inventarsi nuovi reati, magari cancellando quelli vecchi - avete fatto anche questo - o di aumentare le pene.

Aumentare le pene, di per sé, non serve a nulla. Mi dispiace ma è così, serve solo a prendersi un titolo di giornale ma non interviene in nessun modo né sulle cause - ci vengo tra pochissimo - né sulla motivazione dei criminali: cioè, non è perché prendo un anno in più o rischio un anno in più che allora non commetto quel crimine. Non è così. Guardate, se fosse così sarei d'accordo con voi, non avrei nessun dubbio, perché a noi sta a cuore la sicurezza, l'incolumità fisica dei cittadini esattamente come sta a cuore a voi, né più né meno. Siamo solamente convinti che questa non sia assolutamente la strada giusta. Cioè, quello che abbiamo chiamato “panpenalismo emozionale” è esattamente questo: invento nuovi reati, metto nuove pene perché so che questo ha un impatto sull'opinione pubblica. Vale il tempo del tweet, vale il tempo del titolo sul giornale, non vale nulla di più.

Ora, guardate, qui c'è un aspetto su cui mi sento di soffermarmi un attimo, che è quello della sicurezza: cioè, qua spesso abbiamo citato la sicurezza ma non l'abbiamo mai analizzata. Vi dico come la vedo io: cos'è la sicurezza? La sicurezza è un bene comune primario che noi dobbiamo tutelare in tutti i modi, ed è un bene comune primario ad alto valore sociale. Perché dico questo? Perché la sicurezza porta con sé un elemento di qualità della vita, di tutele di garanzie dei cittadini, che impatta sicuramente sull'integrità dei cittadini e dei loro beni ma anche sulla libertà, perché se io non mi sento sicuro, io mi limito nella mia libertà e in quella limitazione io produco anche, come conseguenza, un aumento vero dell'insicurezza. E guardate che a me è chiaro che giocare sulla sicurezza può dare un dividendo dal punto di vista elettorale. Perché lo può dare? Perché se noi guardiamo l'oggetto a cui si riferisce, l'oggetto politico di chi usa la sicurezza in maniera strumentale non è l'insicurezza ma è la paura; è provare a usare la paura, la paura dei cittadini. E la paura, a sua volta, invece, è un'emozione primaria e transitoria che incide tantissimo sulla vita di ognuno, che ci condiziona molto, okay? L'ansia e la paura sono due elementi che rischiano di condizionare pesantemente la vita sociale e la vita individuale.

Ora, per chiudere, noi riconosciamo queste paure, cerchiamo di capirne fino in fondo le ragioni, cerchiamo col nostro agire politico, quello che mettiamo in campo quando siamo al Governo piuttosto che quando siamo al governo dei comuni - e finisco, Presidente -, di stare vicino alle persone ma a dare risposte che rimuovano le cause.

Il tema è intervenire in chiave sicuramente di controllo e per perseguire i reati, ma anche per fare prevenzione. Prevenzione sociale, e cioè occuparsi di marginalità, okay? Di marginalità e di disagio per provare a prosciugare le ragioni di quella situazione - non per sfruttarle - , da un lato e, dall'altro, per provare a dare delle risposte che siano, come dire, utili nel tempo, che producano degli effetti. Questo io penso - noi pensiamo - che sia la risposta a una domanda vera, e che invece la risposta non debba essere, non possa essere e sia sbagliato che sia semplicemente il tentativo di sfruttarla dal punto di vista politico, perché questo, oltre a essere sbagliato, è anche indegno e porta con sé delle responsabilità e delle conseguenze di cui io speravo che nessuno si volesse macchiare, invece quello che sta accadendo dimostra esattamente il contrario.