A.C. 2355
Grazie, Presidente. Membri del Governo, colleghi, questa giornata, questi nostri interventi sono l'unico momento di discussione che ci avete consentito. Avete deciso con, diciamo, un'arte tutta vostra di trasformare un disegno di legge del Governo in un decreto; avete impedito ogni discussione e non avete dato la possibilità di porre nessuna delle nostre condizioni all'interno della vostra legge. Eppure, questo è il Parlamento di tutti, non è il vostro Parlamento. È il luogo dove, insieme, opposizione e maggioranza dovrebbero provare a trovare soluzioni comuni a discussioni complesse.
Ma voi avevate bisogno dello scalpo di qualcosa. Avete bisogno costantemente di dare un po' di sangue in più alla belva che ha sempre bisogno di qualcosa in più, e lo fate, lo chiamate decreto Sicurezza, ma altro non è che un decreto di ulteriore propaganda, che state mettendo in campo non per risolvere dei problemi, ma per spargere una cortina fumogena al vostro fallimento.
Perché vorrei ricordarvi che siete al Governo ormai da 3 anni. Noi ne avvertiamo il peso per gli errori commessi e per avervi consentito di governare per questi 3 anni. Ma non siete al Governo solo da 3 anni, negli ultimi 10 alcuni di voi ci sono stati molto più di quanto non ci sia stato io al Governo, molto di più, molto di più. Eppure, continuate a dire che la colpa è degli altri. Iniziate ad avere un minimo senso di pudore, prendetevi le vostre responsabilità e dite che, negli anni in cui questo Parlamento ha condiviso Governi di varia maggioranza, molti di voi ci sono sempre stati e non hanno fatto nulla delle cose che voi, oggi, state soltanto provando a chiacchiere a risolvere, ma non nella realtà.
Salto le questioni che sono state discusse della doppia tagliola, dei tagli che avete messo alla discussione agli emendamenti che non hanno avuto neanche la possibilità di essere discussi. Ma come si fa? Come si fa a parlare di un decreto Sicurezza senza mettere un euro nel capitolo di bilancio? Ma come pensate di poter dare maggiore sicurezza e rispetto - dirò poi qualcosa sullle parole, attraverso di lei, Presidente, che ha detto qualche collega precedentemente - alle Forze di Polizia? Ma cosa volete chiedergli di più, senza che ci sia la possibilità di dare qualcosa anche alle Forze di Polizia?
Voi avete detto che fate un ulteriore decreto Sicurezza con invarianza di bilancio: non mettete un euro, quindi, né sulle Forze dell'ordine, né sulle politiche di prevenzione, che dovrebbero essere uno dei punti, dei punti capisaldi, diciamo, su cui si costruiscono le politiche di sicurezza. E nel Paese di Beccaria, con qualche centinaio di anni di ritardo, continuate a vendere l'idea fallace che la sicurezza la si ottiene, aumentando le pene. È una follia raccontata dalla storia. Non è aumentando le pene che si aumenta la sicurezza di un Paese. Siamo tutti italiani, siamo tutti dello stesso Paese, abbiamo tutti lo stesso impianto culturale.
È possibile che, nelle differenze tra destra e sinistra, non abbiamo dei punti in comune che ormai siano
dei capisaldi della storia di questo Paese? Sono convinto, e ne sono fiero, che tra la destra e la sinistra di questa nostro Paese ci siano delle grandi differenze, ma dei punti in comune nell'essere parte dell'Italia, almeno qualcosa insieme ci dovrebbe essere. Invece niente, voi calpestate tutto; pur di vendere qualcosa che non avete, non riuscite a guardare quelli che sono i valori e la cultura del nostro Paese. Introducete quindi nuove pene e nuovi reati, aumentate le pene, ma per fare cosa?
Veramente volete dirci che un reato, con una diversa geolocalizzazione, possa avere delle pene diverse? Ma come è possibile pensare di scrivere una legge in cui lo stesso reato, realizzato in due luoghi diversi, abbia due pene diverse? Forse perché è più grave commetterlo in una casa piuttosto che in una stazione, piuttosto che per strada, o è grave il reato di per sé? Perché dovete fare queste distinzioni? Perché avete bisogno di qualche rendita di posizione di qualche Ministro, che deve dire che ha le stazioni ferroviarie apposto? Pensasse, invece, a far arrivare i treni in orario piuttosto che raccontare queste bugie.
Basterebbe far arrivare i treni in orario e far andar via la gente a casa, anziché tenerla ore, ore, ore e ore ad aspettare qualcosa che poi fa fatica a partire. Vi state incattivendo su chi non ha una casa, state cercando di realizzare una società di ingiustizie compresa quella verso i bambini che dovranno vivere i primi giorni, primi mesi, i primi anni della loro esistenza in carcere, perché non avete la voglia di guardare, non soltanto, alla risposta della sicurezza verso alcune persone che hanno commesso dei reati, ma anche all'umanità verso dei bambini che non ne hanno nessuna colpa.
Siete un po' dei garantisti à la carte, a seconda di chi vi capita vicino: se c'è qualcuno che ha commesso qualche reato per bilanci falsi gli avete tolto le norme, non che, non lo punite, ma se c'è qualcuno che è incappato in un problema ed ha dei figli piccoli, mandiamo in galera pure il bambino. Questa è la vostra idea di società, che noi non possiamo accettare, non vogliamo accettare e non vogliamo in nessun modo darvi nessuna copertura.
Vedete, quando dite che sono norme che servono a rendere più sicura la nostra società, questa mattina una bimba - perché minorenne hanno dovuto chiamare i genitori in questura - stamattina ha protestato, protestava, contro questa legge, questo decreto che voi vorreste trasformare in legge. È una bimba - che avrà avuto 16 anni - in una scuola romana, si è incatenata in un luogo pubblico, non ha bloccato una strada, erano in un'isola pedonale, i genitori sono stati chiamati in questura, gli hanno notificato un provvedimento.
Ora, se non si ha il diritto a 16 anni di protestare per quello che si ritiene un'ingiustizia - c'è bisogno di far arrivare la polizia dentro le scuole? - mi dite voi a questi ragazzini cosa vogliamo dirgli?
È questo quello, Presidente lo dico attraverso di lei, che l'onorevole Buonguerrieri - se non erro – diceva: che questo non è un Governo autoritario, è autorevole.
Mi hanno insegnato che l'autorevolezza non ha bisogno di particolari modalità, chi è autorevole riesce ad esserlo, se devi andare a punire un ragazzino per strada sei solo autoritario, perché non sei autorevole. E questa è la verità dalla quale non si può rincorrere nulla, se non provare a dare un senso diverso di chi vuole avere una società più giusta, più autorevole, questo sì, ma non autoritaria. Infine voglio concludere con due ulteriori casi emblematici.
Noi siamo solidali anche con quelle Forze dell'ordine che oggi, anziché andare a scovare dei criminali, sono dovute andare a punire quella bambina, a richiamare i genitori, a far andare quella mamma e quel papà in questura. E lo siamo, come ha detto oggi sempre l'onorevole Buonguerrieri, con quelli che la notte di Capodanno, a Rosazza, sono dovuti andare perché un Sottosegretario, con un deputato, si divertivano con un'arma. Noi siamo solidali, soprattutto quando succedono queste cose, di cui vorremmo sentirne non parlare più.
Chiudo, Presidente. Due cose in 30 secondi. La prima, nel 2014 il presidente della Lega, ora Ministro, parlando del Movimento dei forconi che occupavano le strade, disse che bisognava manifestare ed entrare in Parlamento. Pensate con le leggi che hanno scritto dopo cosa sarebbe successo ai Forconi, per fortuna c'eravamo noi e hanno fatto le loro manifestazioni.