A.C. 2245
Grazie, Presidente. Ci ritroviamo, come hanno già detto in precedenza altri miei colleghi, a votare - o meglio, noi, ovviamente, a non votare - l'ennesima fiducia, nello specifico l'ottantesima. È un numero che, francamente, fa spavento, cioè pensare che in quest'Aula per 80 volte si è messa la fiducia. Devo dire che questa volta la finta della discussione si è trasformata, francamente, in farsa. Abbiamo avuto, in Commissione, quattro ore, quattro ore per affrontare il Milleproroghe. Prima il collega ci ha ricordato che stiamo parlando di 32 articoli; abbiamo avuto quattro ore. Quindi è stata una farsa non solo e non certamente per le opposizioni ma, io direi, per l'Aula tutta, per tutto il Parlamento. È un discorso che facciamo a ripetizione, che ormai ha quasi stancato noi stessi, ma lo facciamo rivolgendoci a chi, dai banchi dell'opposizione, un tempo gridava allo scempio del ruolo del Parlamento e invece questa settimana - solo questa settimana! - ci impone due fiducie. Incredibile a dirsi, ma è la realtà.
Ma veniamo al merito, al decreto che stiamo affrontando e al contesto in cui stiamo facendo questa votazione, al contesto in cui la nostra votazione avviene. Mi dispiace aver sentito la collega Cattoi che ci diceva che forse noi non leggiamo i giornali o non sa quali giornali leggiamo. Io ora citerò alcuni dati e segnalo che alcuni di questi dati li ho presi da Il Sole 24 Ore, che forse non definirei un giornale particolarmente schierato, anzi, ma sono dati che, forse, ci devono far riflettere. In particolare, il primo dato che cito, che è il dato sulla produzione industriale, è proprio preso da Il Sole 24 Ore: un articolo di quattro giorni fa che raccontava che la nostra produzione industriale è in calo da due anni; a dicembre il calo era del 7,1 per cento su base annua. Solo con il COVID era andata peggio. Quindi, tutti questi dati fantasmagorici di un Paese che cresce e che è particolarmente in salute non so bene dove li ha letti la collega Cattoi, ma magari ci può passare gli abbonamenti ai giornali che noi, evidentemente, non leggiamo.
Automotive e moda sono i due settori più in difficoltà. L'agroalimentare è l'unico settore che oggi non si trova in difficoltà e questo ce lo dobbiamo dire. L'anno scorso sono state autorizzate 507 milioni di ore di cassa integrazione, il 20 per cento in più dell'anno precedente (siamo sempre nel paese dei balocchi). Ci sono le imprese e famiglie, già in difficoltà, su cui pesa il costo dell'energia e delle bollette, con le quotazioni del gas risalite fino ai massimi degli ultimi due anni. Un'Italia con 5,7 milioni di persone in povertà assoluta, un'Italia in cui 4,5 milioni di persone rinunciano a curarsi, ma forse GIMBE non la considerate una fonte abbastanza autorevole in termini di dati.
Un'Italia, oggi, minacciata dai dazi di Trump che peseranno sulle imprese e sulla competitività, nel silenzio di Giorgia Meloni, che va alla sua corte, e di Salvini che, per spararla ancora più grossa, lo vuole candidare addirittura al Nobel per la pace. Direi che non servono commenti.
Che risposte troviamo in questo Milleproroghe? Che segnale diamo, con questo Milleproroghe, all'Italia che abbiamo descritto fin qui, che ci hanno raccontato questi dati? Le risposte sono drammatiche perché, da un lato, non c'è nessuna risposta a chi fa più fatica, a chi rinuncia a curarsi, a chi guarda a quelle liste d'attesa e non può spendere perché è povero, perché ha un lavoro ma quel lavoro non basta. Nessuna risposta al caro energie, né qui né in altri provvedimenti che continuate a rimandare: li annunciate ma poi non ci sono; nel Consiglio dei ministri non li ritroviamo e, quindi, aspetteremo chissà fino a quando. Nessuna risposta alle imprese, nessuna risposta ai comparti più in difficoltà. Anche questo lo hanno sottolineato, anche prima, altri miei colleghi.
Un messaggio chiaro invece, tanto chiaro quanto terrificante, è stato quello che avete voluto dare con la cancellazione delle multe ai no-vax. Un insulto, un insulto a chi avete chiamato eroi durante il COVID. Un insulto a quest'Aula, dove tante volte abbiamo applaudito, dove siamo stati al fianco di chi ha rischiato la propria vita, la propria e quella delle persone più care. Un bel premio lo avete dato anche a chi non paga le tasse con la proroga sul concordato. Di condono in condono il vostro disegno è chiaro: le tasse le pagano i soliti noti, a cui togliete anche i servizi, a cui togliete la sanità pubblica, a cui togliete il trasporto pubblico locale, mentre ai furbetti preparate anche un nuovo provvedimento, annunciato sulla stampa da Salvini, e poi Giorgetti deve trovare la quadra per poterlo realizzare.
Equità fiscale e progressività sono parole che avete totalmente dimenticato, come avete dimenticato anche quello che la Costituzione ci chiede, e spiace che qui non ci sia stata data la possibilità di entrare davvero nel merito, perché, quando ci entriamo, quando riusciamo a portarvi le nostre proposte, qualcosina riusciamo a migliorare per le cittadine e per i cittadini. Questo lo abbiamo fatto in Senato, dove, grazie ai nostri emendamenti, ad esempio, è stato reintrodotto il Fondo per la povertà educativa. Quel Fondo che avevate colpevolmente cancellato durante la legge di bilancio e che ora vorremmo diventasse strutturale.
È una richiesta che vi facciamo qui, è un Fondo che aveva già sostenuto oltre 500.000 bambini e ragazzi fragili. Oppure sugli enti locali, già messi in ginocchio con la precedente legge di bilancio, 250 milioni tagliati per 5 anni, e puniti nuovamente con gli accantonamenti di questa legge di bilancio, che impediscono a comuni, province e città metropolitane di spendere in spesa corrente, cioè in servizi, in risposte a cittadine e cittadini.
Nel Milleproroghe siamo riusciti a introdurre per i comuni alcune facilitazioni, ma qua dobbiamo dircelo. Tra l'altro in quest'Aula, dove mi ricordo che chiedevo al collega Pella, quando era presidente dell'ANCI, se era vero che il Ministro Giorgetti aveva promesso che mai più avrebbe tagliato ai comuni. Ecco, oggi siamo qui a dirvi ancora una volta che avete tagliato, avete chiesto ancora sacrifici e che, senza fondi, state mandando totalmente in crisi i nostri enti locali, li state mettendo in ginocchio.
Oggi, Presidente, noi voteremo contro questa fiducia perché con questo provvedimento ci state ricordando quanto la vostra idea di Italia sia diversa dalla nostra idea d'Italia. Ce lo ricordate con le mance e le prebende che di nuovo distribuite, non paghi di quello che già avete fatto con la legge di bilancio e con lo scempio fatto con gli ordini del giorno. Quegli ordini del giorno dedicati ai campi da padel, alle sagre del gelato, per consolidare piccoli consensi a discapito di chi oggi chiede al Governo, a voi, a noi, a tutto il Parlamento, servizi e diritti.
Voteremo “no” perché con questo provvedimento ci ricordate che la vostra idea d'Italia è quella che premia i furbi e che dice a chi ha sempre pagato le tasse che è più fesso degli altri. Voteremo “no” perché la vostra idea di Italia è quella di chi rompe i patti di solidarietà e di comunità, come avete fatto cancellando le multe per i no-vax. Un'Italia che, probabilmente, volete sempre più somigliante a quello che Trump sta facendo oltreoceano: cattivismo, prepotenza, uscita dall'Organizzazione mondiale della sanità, come vorrebbe anche Salvini, meno diritti per le donne e per chi ha meno voce.
Noi non ci stiamo. Non ci stiamo, Presidente, e oggi mi chiedo, anzi, chiedo - per suo tramite, Presidente - anche ai colleghi di Forza Italia, di cui spesso sentiamo voci critiche - le abbiamo sentite anche su questo provvedimento in merito proprio alle multe dei no-vax, le abbiamo sentite sui giornali e nelle dichiarazioni -, come mai quelle dichiarazioni non si trasformano mai in voti (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista)? Come mai, nemmeno quando avete avuto in passato l'occasione del voto segreto, non avete votato in dissenso?
Per citare una fonte cara al Presidente del Consiglio, madre e cristiana: “che il tuo sì sia sì, che il tuo no sia no”. Con la fiducia e il provvedimento di oggi perdiamo un'occasione. L'occasione la perde Forza Italia, di essere coerente con quello che dichiara sui giornali e nelle dichiarazioni. Ma, soprattutto, l'occasione la perde il Governo, di dare risposte. Risposte a chi paga le tasse e chiede sanità pubblica, trasporti accessibili, scuola e servizi; a chi chiede meno precarietà, a chi chiede una vita più sicura per sé e per le proprie famiglie, alle imprese, ai cittadini che devono affrontare il caro energia, a chi lavora, eppure non si può permettere l'affitto.
A chi ci guarda sperando che quest'Aula possa lenire le proprie solitudini, le proprie paure, la propria precarietà e la propria difficoltà, non bastano le dirette social, non bastano le dirette su TikTok, né basta la colpevolizzazione dei migranti, dei giudici o dell'Europa. Pensateci prima del prossimo provvedimento spot, pensate al ruolo di quest'Aula, a chi ci guarda con speranza e apprensione, perché è questo il compito della politica, di una politica alta che vuole cambiare la vita delle persone.